con "res publica romana" s`intende lo stato formato dalla citta` di roma e dai suoi territori di conquista nel periodo compreso tra il vi e il i secolo a.c. piccola citta` del lazio, roma si proietta verso la conquista e l`assoggettamento dell`intero bacino del mediterraneo e oltre, fino a diventare una potenza mondiale. il libro sintetizza le complesse vicende politiche, sociali ed economiche che hanno segnato la vita della repubblica dai suoi esordi alla fase conclusiva: la caduta della monarchia, le guerre contro i nemici esterni, la fondazione delle colonie, il flusso delle ricchezze, l`ingresso di nuove classi nella vita politica. sono infine delineate le ragioni della decadenza, con il progressivo accentramento del potere in poche mani, l`acutizzarsi delle crisi sociali e l`indebolimento delle istituzioni repubblicane, che apriranno la strada all`impero.
tra ogm e bio, cucina etnica e cibi vegetariani, digiuno rituale e grande abbuffata, tanta parte della nostra vita - anche emozionale - ruota attorno al cibo. facendo il punto sull`alimentazione contemporanea, il libro parla dei mutamenti che l`attraversano: qual e` l`impatto della globalizzazione? che cosa ne e` dei modelli alimentari tra macdonaldizzazione e reinvenzione delle cucine locali? in che modo l`organizzazione della vita quotidiana condiziona i modi di mangiare? di che cosa e` spia il fenomeno dell`obesita` e come interpretare l`ansia che spesso si accompagna al comportamento alimentare? nel fornire una risposta a tali interrogativi, l`autore intende accreditare, attraverso il concetto di "spazio sociale alimentare", un approccio scientifico nuovo a questi temi, che metta a frutto il contributo della sociologia del consumo, della riflessione sulle tecniche del corpo, della sociologia della cultura e persino della sociologia dell`immaginario.
puo` una bambina - lasciata interi pomeriggi nel ventre sicuro di un cinematografo - arrivare a identificarsi totalmente con jean gabin? si`, se quella bambina e` goliarda sapienza. l`attore simbolo di un certo modo di stare al mondo, l`icona anarchica del cinema francese, le calza a pennello. goliarda bambina, non appena esce dal cinema mirone, e` jean gabin, e scorrazza per i vicoli di catania traboccanti di vita e di malaffare come jean per quelli di algeri. incontra prostitute filosofe, pupari, la vita pullulante della civita in tutte le sue forme, comprese quelle magmatiche dei "corpi lunghi di draghi neri scolpiti nella lava sotto i balconi". e quando rientra a casa, trova un`altra forma di vita altrettanto disordinata e imprendibile: quella della sua famiglia senza fine. un padre avvocato "amato dai poveri e odiato dai fascisti, ma da tutti rispettato e temuto"; una madre socialista impegnata durante il ventennio a trasformare il suo appartamento catanese in un focolaio di resistenza e di controcultura; una tribu` di fratelli acquisiti, ognuno intento a seguire i suoi sogni, contagiosamente. "io, jean gabin" racconta tutto questo raccontando un pugno di giorni. un tassello della "autobiografia della contraddizioni" dell`autrice. un romanzo postumo e assolutamente inedito in cui c`e` la stessa energia stilistica dell`"arte della gioia", il piglio, lo slancio, la spavalderia di "modesta bambina": la "carusa tosta" che e` divenuta un personaggio indimenticabile della letteratura del novecento.
un celebre giornalista anglo-indiano viaggia nelle terre dell`islam, dalla turchia fino alla casa di suo padre in pakistan, alla ricerca di un`identita` che gli e` estranea e nello stesso tempo gli scorre nelle vene. senza una storia e` il racconto del viaggio che aatish taseer intraprende da istanbul alla mecca fino all`iran e al pakistan, dentro la realta` islamica attuale, alla ricerca di risposte ai quesiti che lo assillano: che cosa vuol dire essere musulmano? perche` suo padre, una figura a lungo assente e distante, noto per la propria laicita` e apertura, lo rimprovera di non rendere un buon servizio all`"islam culturale"? perche` i musulmani si sentono cosi` minacciati dalla modernita`?... quando giunge al termine del suo viaggio, a lahore, la notte dell`uccisione di be`nazir bhutto, aatish taseer ci ha raccontato la storia della propria famiglia divisa e, come molti altri musulmani alla ricerca di un`identita`, il suo destino di giovane intento nella difficile impresa di sbrogliare i fili della propria appartenenza culturale. un libro di viaggio, un`inchiesta giornalistica che si legge come un romanzo, commovente ed elegante, e che, al di la` degli schemi ideologici precostituiti, permette al lettore di formarsi una nuova consapevolezza sulle complessita` e i tormenti di un intero mondo.
dagli ultimi sussulti dell`era clinton al crepuscolo del secondo mandato di george w. bush, tre "vite parallele" intellettuali e sentimentali, che si sfiorano senza incontrarsi nell`ambiente dell`intellighenzia liberal della east coast americana: la prima e` quella di mark, dottorando a syracuse, impegnato a scrivere la propria tesi sui menscevichi russi, alle cui sorti paragona in continuazione la propria vita amorosa andata sempre piu` alla deriva dopo la separazione dalla giovane moglie moscovita, la dolce sasha. sam mitnick, invece, aspirante autore della "grande epopea sionista" per la quale ha ricevuto un piccolo anticipo da una casa editrice, sull`esempio dell` "ebreo traditore" lomaski rifiuta di sfruttare l`onda emotiva dell` 11 settembre per farsi pubblicita`. preoccupato piu` del ridursi progressivo del numero delle pagine di internet che riportano il suo nome, quando lo si cerca su google, che di lavorare al suo libro, sam finira` per ritrovarsi a jenin, nei territori occupati di palestina, per essere la` dove le cose succedono davvero. e infine l`ivy leaguer keith, il piu` esplicito alter ego dell`autore, che dopo la laurea a harvard inizia a scrivere di politica per riviste come "new american" e "debate", tentando di metabolizzare la sconfitta elettorale democratica del 2ooo e rimpiangendo la sua solo sfiorata relazione.
finlandia, primi anni settanta: due pedofili uccidono una ragazzina di tredici anni. passano trentatre anni, il caso non e` mai stato risolto, l`ispettore di polizia che allora indagava va in pensione. qualche giorno dopo, nello stesso punto scompare un`altra ragazza. la nuova indagine e` affidata a kimmo joentaa, che procede con molta prudenza e sensibilita`. nonostante passato e presente sembrino dolorosamente convergere, la polizia spera di ritrovare ancora in vita la ragazza. i due assassini, che dai tempi del primo omicidio non si erano piu rivisti, iniziano a controllarsi, l`uno angosciato dai rimorsi, l`altro indifferente a quanto gli accade intorno. e quando joentaa chiudera` il caso, non sara` lui, ma solo il lettore, a conoscere la verita`.
"questo libro nasce da un sentimento semplice. dal vuoto che lascia il troppo pieno. di politica parliamo tutti, in parlamento come nei bar, e viceversa. ma lo spazio che riempiono le parole, immenso, e` direttamente proporzionale al vuoto di senso che lasciano dietro di se`. tanto che oggi e` frequente vivere la politica come un territorio da cui tenersi lontani. eppure non e` sempre stato e non e` sempre cosi`. la politica, oltre che il principio della guerra con altri mezzi, e`, soprattutto, il fare che ha per interesse la vita in comune. senza retorica e senza la retorica del cinismo. con questa idea, abbiamo provato allora ad affidare la politica a chi non ne fa in un modo o nell`altro una professione. il linguaggio della letteratura, il suo sguardo che disloca, forse, avrebbe potuto mostrarci o farci recuperare un senso nascosto o perduto anche della politica. forse, avrebbe potuto farci ricominciare a capire. ne e` venuto fuori il libro spietato e fantasioso che ora il lettore, cui spetta il giudizio ultimo, ha fra le mani. ci sembra di poter dire, pero`, che di certo non trovera` in questi racconti le formule che la politica sembrava dover necessariamente portare con se`. infine va detto che il titolo del libro proviene da una frase contenuta in un ormai antico discorso di enrico berlinguer". (dalla nota dell`editore)
un libro di racconti sull`insegnamento, il suo fascino, le sue ambiguita`, le sue sorprese. siamo abituati a pensare al rapporto professore-allievi come a una strada a senso unico, dove l`adulto va avanti nelle sue spiegazioni e il ragazzo tace e impara, o si dilegua. in realta`, dice con forza lodoli, tutti hanno qualcosa da raccontare agli altri, e anzi spesso sono proprio i giovani (piu` liberi? piu` innocenti?) a fornire soluzioni esistenziali a chi da troppi anni si e` incagliato dentro una lezione stanca e avvilita.
a prima vista sembrano due atti unici. il sipario si apre su una stanza d`ospedale: ma chi e` il medico e chi il paziente, chi il folle e chi lo psichiatra? fra scene spassose lo spettatore assiste all`inizio del secondo atto, e di colpo sembra un`altra commedia: l`argomento e` completamente diverso, ma il grado di humour rimane lo stesso. una coppia, gary e lynette, alla spasmodica ricerca di una compagnia teatrale che quasi nessuno e` riuscito a vedere perche` recita in clandestinita`, in posti e in citta` diversi e mai nei teatri, con date e orari imprecisi.
il medico michel majeski deve sostituire un collega all`ospedale di valparaiso, in florida, ma per un disguido si ritrova, dopo piu` di otto ore di volo, a valparaiso in cile. un episodio banale, ma le radio e le televisioni degli states si scatenano per sapere tutto del protagonista di quest`avventura. la sua vita diventa di dominio pubblico ed e` costretto a dare le dimissioni per fare fronte alle interviste, ai film, alle fiction televisive che gli vengono proposte. una commedia sull`america dei mass-media dall`autore di "libra" e "underworld".
la sera del 9 luglio 1864, thomas briggs, benestante bancario della city, grigia figura della grigia londra vittoriana, prende il solito treno per tornare a casa. a malapena si accorge di salire sulla carrozza 69: di certo ignora di star entrando, a suo modo, nella storia. pochi minuti e alcune stazioni dopo, due pendolari trovano lo scompartimento vuoto e i sedili sporchi di sangue. piu` in la` due signore si lamentano col capotreno di essersi macchiate i vestiti per alcune gocce di una sostanza rossa entrata dal finestrino. immediatamente le autorita` ferroviarie capiscono che un orribile delitto si e` appena consumato all`interno della carrozza 69. l`opinione pubblica e` sconvolta. per la prima volta in inghilterra il treno diventa il palcoscenico di un omicidio: da rassicurante simbolo del progresso, il nuovo mezzo di trasporto svela la sua natura minacciosa, annunciandosi come un luogo pericoloso dove la violenza che attraversa la societa` puo` manifestarsi indisturbata. spinta dalle pressioni della popolazione, del governo e dell`industria ferroviaria, scotland yard sguinzaglia i suoi uomini migliori. inizia cosi una caccia all`uomo che non si limita alle strade di londra ma proseguira` in un vero e proprio inseguimento transoceanico fino a concludersi in una new york scossa dalla guerra civile. sembra un romanzo giallo, antesignano di tanti "omicidi ferroviari". invece kate colquhoun riporta alla luce una storia vera e incredibile che di quei romanzi e` stata l`ispiratrice.
Il lato oscuro del cuore è quello che non possiamo governare. È il luogo in cui si annidano i sentimenti rimossi, pronti a risvegliarsi e scompigliare i destini. L'incontro fra due donne che non si assomigliano dà vita a un noir filosofico e inconsueto, un viaggio nelle profondità dell'inconscio e nella storia della sottomissione femminile.
Tra solitudine e connivenze, dolcezza e violenza, brutalità e passione.
si conclude con questo secondo volume la serie dei moderni peccati capitali ideata e scritta da uno dei drammaturghi oggi piu` famosi nel mondo. la sua pubblicazione in argentina, iniziata nel 2000, e` stata completata nel 2009. rispetto all`originaria edizione ubulibri del 2010, la cocciutaggine e` stata profondamente riscritta in occasione di una messainscena al teatro nacional cervantes di buenos airesi (marzo 2017), e dunque ritradotta da manuela cherubini. i personaggi, originariamente cinque, sono diventati tredici. cambiamenti e aggiunte d`autore, in misura assai piu` limitata, si trovano anche negli altri due testi. il panico e` stato messo in scena per la prima volta da luca ronconi nel 2013 al piccolo teatro di milano. questo secondo volume dell`eptalogia di hieronymus bosch riunisce tre testi: il panico, la paranoia, la cocciutaggine.
simona e` morta ma non ha nessuna intenzione di svanire e di essere dimenticata da suo marito e da sua figlia. con determinazione e ironia, il suo fantasma si aggira in scena attivando pensieri ed emozioni. "la vita ferma" e` un testo sul lutto, sul dolore e sullo svanire del dolore, sul senso di mancanza che permane oltre l`attenuarsi del ricordo. daria, invece, e` una donna non piu` giovane che lotta contro la depressione, tra l`incudine e il martello di una figlia (che talvolta in scena si trasforma nella sua psicanalista) e di una madre. un testo che gioca sul filo schizofrenico di una quotidianita` tutta frigorifero e lavatrice e dialoghi coltissimi a partire da citazioni di onetti o wittgenstein.
L'ultima opera teatrale di Massini, l'autore della celebre Lehman Trilogy. Tutte le sue opere sembrano essere attraversate dalla medesima vena etico-politica, come in questa piece che mette in scena il processo a Herbert Nolan, proprietario di un piccolo giornale di provincia accusato di aver strumentalizzato una innocua notizia di cronaca.
dal medioevo, generazioni di bambini sono stati spaventati dall`orco, questo essere fantastico che rapiva i piu` piccoli per portarli nella sua tana e divorarli. ne parlano boccaccio, ariosto, il "pentamerone" di basile e soprattutto la grande tradizione delle fiabe regionali. e ne parlano le celebri favole di perrault, che hanno segnato la fortuna globale di questa figura, destinata a popolare tanto i mondi fantastici di tolkien, quanto i film d`animazione dgli ultimi anni. ma da dove viene l`orco? al termine di una serrata indagine tra fiaba, folklore e letteratura, e` orcus che si svela: una vorace, rapace e inesorabile divinita` romana degli inferi. il divoratore di bambini, seppure spesso reinterpretato in chiave farsesca, conserva di quella sua origine infernale qualcosa di profondamente oscuro.
claudio giunta alessandro pagnini sul finire del medioevo, nei balcani e nei territori sempre piu` martoriati del morente impero bizantino si diffondeva il timore dei morti irrequieti che uscivano dai sepolcri per perseguitare i viventi. sulla scorta di un`approfondita ricerca originale, tommaso braccini documenta lo sviluppo delle credenze vampiriche cercandone i primordi nell`antichita` inoltrandosi per contrade e superstizioni d`europa e seguendone le tracce, che si intrecciano con quelle dell`eresia e della storia della chiesa, fino all`epoca moderna. l`analisi delle testimonianze antiche rivela lati sorprendenti del mito del vampiro e permette di risalire alle origini di credenze e angosce, fino a scoprire come talora la realta` possa essere piu` romanzesca della fantasia narrativa.