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capolavoro assoluto del teatro rinascimentale italiano, la "mandragola" e` anche un amaro e disilluso ritratto di firenze e dell`italia del primo cinquecento, abitata da uomini mossi dagli istinti piu` primordiali e privi di ogni determinazione morale o ideale. ossessionato dal desiderio di paternita`, lo sciocco messer nicia si affida al sedicente medico callimaco che, innamorato della bella moglie di nicia, gli promette di guarirne la sterilita` con una pozione di mandragola dalla letale (quanto falsa) controindicazione: il primo che fara` l`amore con lucrezia morira` entro otto giorni. e il primo sara` naturalmente callimaco travestito, che nicia stesso, gongolante, condurra` al letto della moglie. una commedia insieme vitalistica e pessimistica, che il commento di rinaldo rinaldi illustra in tutta la sua poliedrica complessita`.

con piu` di 70 prose - e una storia - pamuk mette in scena nelle pagine di questo libro un singolare autoritratto intellettuale costruito con sequenze di frammenti autobiografici, pensieri e "momenti d`essere". al centro mette la sua citta` e la sua attivita` preferita (oltre a quella quasi compulsiva di leggere e scrivere): "guardare fuori dalla finestra", perche` le finestre di istanbul contengono tutte le storie della citta` - un gesto che da` il titolo al racconto che chiude il volume. lo scrittore turco riunisce in un continuum narrativo situazioni, idee e immagini che quasi inspiegabilmente non sono mai confluite nei suoi romanzi.

"i personaggi di un libro come "winesburg, ohio", una volta trovati, ti accompagnano come un coro di voci. ti parlano del loro luogo d`origine, come i viaggiatori che capita di incontrare in treno ti parlano del loro paese, ma bisogna avere anche la fortuna di imbattersi in qualcuno che te la sappia raccontare bene quella storia. nello stile di sherwood anderson c`e` la grande letteratura americana, c`e` tutto quello che si ama del mestiere di scrivere. conciso, neutrale agli eventi, sa come fare arrivare le luci e le ombre delle case, l`odore dei campi, il fieno tagliato, il profumo di pioggia, dell`erba da raccogliere. le radici nella terra all`alba della modernita`. il suo stile maestro si concentra in quest`opera su uno dei soggetti che personalmente amo di piu`. la storia di un paese, di una comunita`. e un argomento in cui e` facile trovare del proprio, pure nel lontano fascino dell`america preindustriale, dove i piu` anziani ancora raccontano della guerra civile. e anzi un`america che viene da sentire piu` vicina, perche` parte di tutte le civilta` contadine nel momento del passaggio che le estingue." (dalla prefazione di vinicio capossela)

nicolas sarkozy e` l`uomo nuovo della politica europea. un populista della nuova specie, la "razza mediatica" che conquista il potere con sondaggi e televisioni. un rivoluzionario che si propone di combattere una personale lotta di classe contro l`arcaico sistema elitario del paese. una vecchia conoscenza della politica che riesce a sembrare una novita` e una sorpresa. un cervello a destra e un cuore a sinistra. un democratico con l`autorita` nei cromosomi. un liberista con il senso dello stato, soprattutto se e` lui a tenerlo sotto controllo. essendo francese, un gaullista attualizzato. essendo figlio d`immigrati, uno "straniero": con l`ambizione di realizzare l`american dream, il sogno americano del successo, sotto la tour eiffel. un leader europeo della nuova generazione.

il "gruppo" e` costituito da otto inseparabili ragazze, rigorosamente upper class, compagne di studi al prestigioso vassar college. dopo la laurea, nel 1933, iniziano tutte a inseguire qualcosa di diverso da cio` che il destino ha loro assegnato, ma collezionano errori e sconfitte. il romanzo segue a turno le otto amiche nelle loro vicende erotiche e familiari, che passano attraverso matrimoni poco felici, tradimenti, ma anche attraverso tipi di scelta meno convenzionali. un romanzo dallo sguardo satirico che riesce a raggiungere le profondita` della tragedia, e che delinea acutamente l`america di roosevelt e del new deal, un paese in rapida transizione tra grandi entusiasmi e grandi squilibri.

miguel barnet apre la sua raccolta di racconti con fatima e miosvatis. miosvatis e` narrata attraverso le persone che la conoscono: il fidanzato tedesco, la vecchia vicina chiacchierona e la sorella. fatima e` invece un travestito che in prima persona si racconta mescolando i propri ricordi a quelli della citta` e in particolare quelli della cuba rivoluzionaria, tra turisti e spettacoll en travesti. la seconda parte del volume e` dedicata alle "regine" dei tempi passati, mediante brevi ma folgoranti ritratti: rachel la corista; zia sunsita, vitale, amante della propria liberta` e nemica delle convenzioni; la vecchia domestica nera petrona che, non accettando il trasloco dal quartiere del cerro alla morte del capofamiglia, decide di perdersi nelle strade della capitale; agata, amante della poesia; la triste milagros, sconfitta dalla vita e infine la vecchia elvira, che vive accompagnata dalle statuine della miracolosa e di santa barbara.

in psicoanalisi la relazione oggettuale indica il modo di relazione del soggetto con il mondo. ma il mondo del soggetto non e` la realta` grezza bensi la realta` filtrata dal fantasma. fantasma che si costruisce nell`interrelazione tra il soggetto e i suoi oggetti pulsionali, ma anche nella relazione con quelle persone che hanno per il soggetto un ruolo fondamentale: in primis la madre. per questo motivo la madre e` un personaggio chiave del seminario. iv in questo seminario lacan critica la posizione dei postfreudiani. sappiamo infatti che, sebbene freud la citi, la relazione oggettuale non fa parte del suo apparato concettuale. che cosa critica lacan? critica il fatto di porre come centrale l`oggetto oppure la relazione con la madre. sia perche` l`oggetto e` la cosa piu` variabile nella pulsione sia perche` la madre, nel suo legame con il bambino, si presenta gia` in rapporto con una mancanza che e` costitutiva del suo essere donna. lacan insegna quindi che non e` l`oggetto ma la sua mancanza, elaborata nelle sue diverse modalita` castrazione, frustrazione, privazione - e secondo i diversi registri immaginario, simbolico, reale - a essere fondamentale per ogni soggetto che viene al mondo. questo seminario sulla relazione oggettuale e` dunque, in realta`, un seminario sulla relazione che il soggetto ha con la mancanza di oggetto.

e una calda estate di tripoli del 1979, la libia e` stretta nelle maglie della dittatura militare del colonnello gheddafi. il piccolo suleiman, in vacanza dalla scuola, passa le giornate insieme all`adorata madre ed e` ignaro degli avvenimenti che turbano il paese e che ben presto sconvolgeranno la sua vita famigliare. suo padre e` un uomo d`affari sempre in viaggio per il mondo, ed e` anche uno dei dissidenti piu` in vista. sua madre non va molto d`accordo col marito e spesso si ubriaca di nascosto. un giorno gli agenti del comitato rivoluzionario arrestano il padre del suo migliore amico. anche il padre di suleiman e` costretto a nascondersi. gli uomini che stazionano davanti casa cominciano a fare strane domande. il bambino, credendo di salvare la propria famiglia, con ambigua ingenuita`, tradisce gli amici, il padre e in definitiva se stesso.

una raccolta di dodici racconti ("abitavo a due passi da un negozio di cravatte", "sono uscito dal riformatorio", "mi tolgo subito le mutande cosi` facciamo prima"...) sui rapporti fra uomini e donne: dodici "perizie di parte sui rapporti fra maschi e femmine", in cui ogni personaggio esprime una visione molto faziosa delle sue relazioni di coppia.

pubblicati dal 1904 al 1917, i saggi metodologici di max weber rappresentano il culmine della vasta discussione che impegno` il mondo culturale tedesco nella definizione dei compiti delle scienze storiche e sociali. nelle formulazioni di weber ha finito per confluire il risultato piu` cospicuo dello sviluppo della scienza economica e della sociologia tedesca. da allora queste pagine costituiscono un punto di riferimento obbligato per chi vuole studiare il progredire della metodologia delle scienze storico-sociali nel nostro secolo.

"questo libro non e` apparso prima d`ora in alcun altro luogo e in nessun`altra lingua. sono orgoglioso che esso compaia proprio in italia, dove ha avuto origine cosi` tanto di cio` che discuto. i sedici saggi che lo compongono sono nati da studi specialistici sul mondo antico e la sua storia, e riflettono i miei interessi e le mie aree di competenza. testimoniano la ferma convinzione che l`antichita` abbia svolto un ruolo importante nella letteratura e nel pensiero moderni, e che continui a svolgere un ruolo importante anche oggi. i contributi qui raccolti spaziano su tre secoli, dal xviii al xx, e sono suddivisi secondo un ordine cronologico, ma possiedono una coerenza interna derivante dall`attivita` di ricerca di cui sono il prodotto". (glen w bowersock).

i genitori di oggi cercano di assolvere il loro ruolo meglio che possono e, oppressi dai sensi di colpa, sono diventati succubi dei loro figli. il risultato e` perlomeno paradossale: le relazioni di coppia si sono compromesse, i ruoli non sono piu` ben definiti, e i figli sono diventati dei tiranni domestici. un saggio controcorrente che tratta di padre, madre e bambino, un trio in cui bisogna riequilibrare i rapporti.

che cos`e` la musica, che cos`e` un musicista, come apprendiamo la musica. questi sono i tre interrogativi che fanno da filo conduttore a questo volume dell`"enciclopedia della musica", partendo dal presupposto che il concetto stesso di musica cambia con il tempo ed e` in diretto rapporto con i mutamenti sociali, politici e culturali.

come gia` il terzo volume ("musica e culture"), il quinto volume dell`enciclopeia della musica di interroga su cosa significhi per la musica essere un linguaggio universale. i saggi cercano una risposta affrontando le grandi culture musicali del mondo secondo alcuni temi fondamentali: il rapporto scrittura/oralita`, le voci e gli strumenti, i modi di pensare autoctoni sulla musica, i rapporti tra musica e societa`, la dimensione estetica, il problema dell`identita` nelle musiche tradizionali...

un libro e una videocassetta che documentano la carriera artistica della famosa coppia comica costituita da toto` e peppino de filippo. il libro "toto` e peppino, fratelli d`italia", a cura di alberto anile, partendo dalla vita e dalle affinita` dei due attori, indaga per la prima volta la storia e i meccanismi della "coppia comica" toto` e peppino. nel video, in un montaggio d`autore, sono presentate le scene diventate leggendarie da "toto` e le donne", "signori si nasce", "la banda degli onesti", "toto`, peppino e la dolce vita", "toto`, peppino e la malafemmina", "letto a tre piazze", "la cambiale", "toto` e peppino divisi a berlino", "toto`, peppino e i fuorilegge", "toto`, peppino e le fanatiche".

chloe fortune e` un`ambientalista convinta, che e` riuscita a evitare la costruzione di un grande svincolo autostradale. si sta "disintossicando dagli uomini" dopo la dolorosa separazione da un suo compagno di proteste. prende un appartamento e trova un lavoro in un caffe` di una cittadina di campagna. ma non trova la pace che cerca: un misterioso animale infatti minaccia la comunita`, mutilando le pecore e terrorizzando la gente nella brughiera. la curiosita` l`attrae verso il disadattato locale, ethan gray, noto come "l`eremita", il quale, dal suo caravan nella brughiera, cerca di catturare la bestia nera...

dalla scoperta dell`autografia michelangiolesca della statua del papa (giulio ii), antonio forcellino, inizia una indagine approfondita degli scenari in cui venne concepita l`opera, a cui michelangelo lavoro` per quarant`anni definendola come la tragedia della propria vita, decifrando gli indizi ambigui di cui e` disseminata. gli scenari, terrificanti e contorti, sono quelli della nascita dell`inquisizione romana. documenti materiali e documenti cartacei vengono incrociati per illuminare la zona d`ombra in cui michelangelo era stato segregato affinche` la memoria della sua passione umana non ostacolasse la manipolazione ideologica della sua arte sublime.

il meglio della produzione poetica di alessandro fo, compresa tra il 1987 e il 2001. filo conduttore dell`intera silloge e` il tono improntato a una garbata levita`, con una propensione narrativa, quasi diaristica. il colto citazionismo, pur attraversando buona parte dei componimenti, non ha mai il sopravvento: le malinconie e le tenerezze della sua poesia sono attente alla "maliosa antologia del vivere quotidiano". sono versi dove conflagrano allegria e tristezza, in cui l`pparente semplicita` dell`incedere non rinuncia a raffinatezze e a far sedimentare minimi apologhi sull`esistenza, prendendo spunto dalle statuine in terracotta del presepe o da umili oggetti della quotidianita`.

"il carcere" e "la casa in collina": sono i due romanzi brevi che sancirono la maturita` artistica di cesare pavese, scritti a distanza di dieci anni l`uno dall`altro (tra il 1938 e `39 il primo, tra il 1947 e il `48 il secondo). come afferma italo calvino nel testo che apre il volume "i due romanzi han tutt`e due andamento di memorie, e lo stesso tema generale: la posizione d`un intellettuale in un momento di `scelta` politica, non d`idee, che quelle son date gia` per scelte, ma d`azione, di presenza".

responsabile dell`ufficio arabo del congresso ebraico mondiale, golan ha vissuto in prima persona alcuni dei momenti piu` importanti della storia del secolo. nato in egitto da una famiglia di ebrei ucraini e poi cresciuto a stretto contatto con gli arabi, convinto che non vi siano alternative al dialogo, golan e` un sostenitore della diplomazia della pace, e nel libro racconta la palestina pre-israeliana, divisa tra la passione dei pionieri e i rischi di un massacro; l`esodo di trecentomila ebrei marocchini in israele, la rappacificazione tra ebrei e cristiani, e via via tutte le drammatiche tappe che portarono alla costituzione dello stato d`israele.

il novecento e` stato il secolo in cui il culto della fanciullezza si e` radicalizzato: gli adulti sono stati indotti a conservare la propria giovinezza, a "pensare giovane", il fanciullo e` stato imposto come paradigma di un essere ideale e l`immaturita` e` diventata la malattia estrema del mondo occidentale. da "peter pan" a "lolita", dal "giovane holden" a "il sorpasso" e a fellini, un`analisi della decadenza del mondo occidentale dominato dal mito dannoso del ritorno all`innocenza infantile. un mondo racchiuso nell`immagine dell`ultima scena di "full metal jacket", nel plotone di marines che, dopo l`ennesimo massacro, torna alla base cantando l`inno di topolino. un`immagine paradossale, ma fino a un certo punto.

una perlustrazione di uno dei periodi piu` oscuri, grevi e avari di capolavori dell`arte tedesca ed europea. le caratteristiche stesse di quella polverosa produzione drammatica sono pero` altrettanti elementi che rispondono idealmente allo sguardo indagatore di benjamin: infatti, il vero oggetto del libro e` la stessa ideologia e principio ispiratore dell`arte contemporanea dei primi decenni del secolo, che proprio dall`impulso di contestazione dell`armonia classicista e della compostezza formale dell`opera d`arte traeva la propria fonte di ispirazione.

wolfang mertens ripercorre la storia della disciplina psicoanalitica, esaminandone scuole e correnti. il punto di partenza della sua indagine e`, inevitabilmente, l`opera freudiana, in quanto nessun altro scritto novecentesco ha influito in modo tanto determinante sull`arte, sul sapere e sulla nostra stessa autocoscienza. la psicoanalisi, infatti, non considera che la propria funzione sia solo quella di rendere cosciente l`inconscio, ma intende se stessa come una vera teoria sociale. investe, quindi, ogni campo culturale, artistico e religioso.

pur mantenendo la divisione tradizionale tra storia moderna e contemporanea, segnata dalla cesura del 1815, questo manuale si presenta profondamente innovativo sotto diversi aspetti. non e` una storia esclusivamente italiana o europea, e` una storia narrata, caratterizzata da uno sforzo squisitamente letterario.

"due scrittori, amici fin dalla giovinezza discutono delle cose d`italia, della civilta` occidentale, riunendo insieme certi pensieri di questi anni: e col conversare si stimolano reciprocamente ad uno scarico di battute e di ragionamenti sulla loro lunga esperienza di utopia e di libri dal cinquanta in poi, per fare, scrivono nella nota di apertura, un nuovo libro fresco e scalciante... siamo tutti vecchi nell`italia dopo il marzo del `94 e il pallone del mondo non lo calciamo piu`". si ragiona di politica, di industria, di classe operaia, di istruzione pubblica, di vita dei partiti e di etica, di burocrazia e di cultura, di personaggi, di tempi storici persi e di inutili sprechi.

figlio di un modesto impiegato universitario e di un`affascinante maestra di canto originaria di parigi, piet barol si muove con dimestichezza nella amsterdam della belle e`poque. il suo, tuttavia, e` sempre un ruolo da comprimario, perche` pur essendo esperto conoscitore del piacere fisico e intellettuale in ogni sua forma, deve fare i conti con gli scarsi mezzi economici a sua disposizione. questo non gli impedisce di sognare in grande, di desiderare una vita agiata in luoghi esotici e, finalmente, l`abbandono ai piaceri che sa di potersi procurare grazie al fascino e all`astuzia di cui e` provvisto. per soddisfare le proprie ambizioni, piet decide di mettersi al servizio dei vermeulen-sickerts - una delle famiglie piu` ricche e influenti di amsterdam - in qualita` di tutore del loro figlio piu` picco-lo. oltre a conoscere diverse lingue straniere, piet e` anche un discreto pianista, e sara` proprio grazie a questo talento che riuscira` a comunicare con il giovane egbert, affetto da una gravissima forma di agorafobia che lo reclude in casa da anni. il ragazzo e` solo uno dei membri della famiglia e della servitu` di casa vermeulen-sickerts che in un modo o nell`altro si riveleranno sensibili al fascino di piet. una galleria di personaggi - dalle giovani figlie constance e louisa al domestico didier, dal padrone di casa maarten alla sua insoddisfatta moglie jacobina - tutti vividi in se` ma in orbita costante intorno alla figura magnetica dell`edonista piet.

comicita` scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di oberdan baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione. figlio unico di madre vedova, devotissima a dio e al duce, il piccolo oberdan e` uno di quei rari esseri umani il cui destino si manifesta gia` nell`infanzia piu` tenera. a oberdan basta un orlo appena sollevato, un baluginio di pelle, per trasformare la curiosita` in chiodo fisso. attorno a quell`apparizione fugace si consumano la sua infanzia e la sua giovinezza, votate al culto solitario dell`inspiegabile mistero femminile. il problema pero` e` che gli anni passano, ma per oberdan il mistero resta tale. non gli rimane cosi` che rifugiarsi nella fantasia, accesa dai racconti di chi millanta esperienze trionfali. mentre l`italia degli anni trenta cammina tronfia verso il baratro della guerra, oberdan baciro danza il suo impacciatissimo balletto con il desiderio, fino a un beffardo ultimo atto. lelio luttazzi sa essere meravigliosamente leggero. di quella leggerezza gioiosa e immaginifica che e` l`antidoto all`opacita` del vivere. con una lingua spigliata e volutamente de`mode`e, strizzando l`occhio ai romanzi libertini, ci consegna un singolare affresco d`epoca che svela lo spirito irriverente nascosto sotto la gonnella dell`italia piu` severa. una storia briosa e imprevedibile come la migliore delle sue improvvisazioni jazz.

scritto nel 1906 e considerato il romanzo di esordio di musil, la storia, di ispirazione autobiografica, narra attrverso crudi episodi sadomasochistici e avventure intellettuali, il momento di passaggio dall`adolescenza alla virilita` nella crisi della societa` mitteleuropea. come scrisse lo stesso musil, in quest`opera risiede la chiave dell`"uomo senza qualita`": l`assenza di sentimento, di morale e di "esperienze" di toerless, lo rende nostalgico, vuoto. parabola di profonda attualita`, nei tratti psicologici del giovane protagonista si delinea il fiero e consapevole rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto "ideologico" e alla noia esistenziale di molti giovani di oggi.

cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? pochi forse hanno sentito nominare la transnistria, regione dell`ex urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno stato. in transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalita` era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. nel quartiere fiume basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". la scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". ma l`apprendistato del male e del bene, per la comunita` siberiana, e` complesso, perche` si tratta d`imparare a essere un ossimoro, cioe` un "criminale onesto". con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtu` di una buona ma non perfetta padronanza dell`italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, nicolai lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l`altruismo convivono con naturalezza.

"i pensieri sono esentasse. ma danno delle noie" e` l`aforisma di kraus che da` il titolo al primo dei sette capitoli in cui e` strutturata l`opera. la penna al vetriolo del celebre autore satirico si confronta in questo volume con i temi piu` scottanti della sua attualita` che e` anche la nostra: la politica (che "da` le stesse emozioni di un romanzo giallo"); le donne (che "sono casi limite"); i vizi e le virtu` umane (che "sono imparentati come carbone e diamante"); l`arte (che "serve ad asciugarci gli occhi"); la sua vienna (dove "si vive per mangiare ma si fa la fame") e infine se stesso ("quando mi faccio tagliare i capelli, ho paura che il parrucchiere mi tagli via anche un pensiero"). precursore del "woodyallenismo", e` ritratto qui in tutto il suo stile e dispiegamento di idee, con un verve capace di coinvolgere anche i lettori completamente digiuni della sua arte che, il filosofo sgalambro descrive cosi`: "se karl kraus avesse scritto "il capitale" lo avrebbe fatto in tre righe".

i quattro dialoghi che costituiscono la settima tetralogia di platone, pur non essendo tra i piu` famosi, presentano molteplici motivi di interesse, "l`ippia maggiore" indaga una nozione fondamentale, il bello (kalon), concludendo in maniera apore`tica. "l`ippia minore", anch`esso apore`tico, affronta temi socratici legati alla questione dell`involontarieta` del male. "lo ione", che vede protagonista un rapsodo interprete di omero, tratta il tema della poesia come ispirazione divina e delle sue pretese di costituirsi come un`arte. "il menesseno, orazione funebre per i caduti in guerra, costituisce, in quanto prestazione retorica, un unicum nel corpus platonico. in passato ridotti al rango di satire scherzose prive di contenuto filosofico, questi dialoghi sono stati variamente riconsiderati dalla critica nell`ultimo cinquantennio. una valutazione adeguata della loro importanza dipende in gran parte dalla possibilita` di inquadrarli nel complesso della filosofia platonica. a questo proposito entrano in gioco criteri ermeneutici relativi al modo in cui leggere platone, su cui da sempre ha luogo lo scontro tra interpretazioni contrapposte. i dialoghi qui considerati risultano interessanti non solo per i loro contenuti strettamente teorici, ma anche in quanto elementi essenziali di un piu` ampio progetto, filosofico-pedagogico e letterario, in cui si dispiega compiutamente l`arte drammatica di platone.

scendendo a capofitto per i rami delle generazioni, clelia riesce a trovare il suo posto sull`asse del tempo: ha una data d`inizio, il 1914, e persino una capostipite, la nonna franca, giunta dalla russia a napoli. innamorata della vita, ricca di passione e di ideali, clelia cresce con i piedi piantati nella provincia e lo sguardo rivolto alla citta`. quando clelia incontra gianni non ha dubbi su cosa fare: insieme trovano quarantadue metri quadri in cui sostenersi "l`un l`altra come due carte da gioco poggiate in piedi". per mantenersi lavora come maschera in un teatro, e proprio in teatro fara` presto carriera. appagata dal successo, clelia sembra non accorgersi di scegliere sistematicamente il "male minore". il nuovo romanzo di valeria parrella ha l`energia e il coraggio delle storie necessarie. la storia di clelia procede di pari passo con quella dell`italia, e ci restituisce il ritratto di un paese che ha progressivamente rinunciato al pubblico per il privato, all`etica per il guadagno, ma che con ostinazione ciascuno di noi continua ad amare "come si amano solo le cose che vengono prima di noi e dopo di noi resteranno". senza dismettere la voce intima e sensuale che le e` propria, valeria parrella narra la perdita di contatto tra cio` in cui si crede e il modo in cui si agisce, fino alla consapevolezza che "le cose non si compiono all`improvviso, ma all`improvviso le vedi nel loro intero".

Il bugiardo è una commedia scritta da Carlo Goldoni ispirata alla Verdad sospechosa dello spagnolo Juan Ruiz de Alarcón. Fu rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1750 e fu stampata a Firenze nel 1753.

un poemetto che riscopre e reinventa l`innologia mariana. trenta canti, ciascuno di sette quartine di endecasillabi fittamente e variamente rimati: aldo nove ha trovato una forma chiusa e una misura che evocano litanie senza tempo, ma paradossalmente, con questa forma e con questa misura, riesce ad articolare un percorso di straordinaria liberta` espressiva, come se la sintassi del verso venisse forgiata ex novo a ogni canto e a ogni quartina. della tradizione medievale mantiene la caratteristica di affrontare temi ardui con il massimo della semplicita`: e questo grazie alla figura di maria, nodo incandescente della cultura e dell`immaginario. attraverso di lei nove descrive visioni cosmogoniche, sonda quei pochi barlumi di eterno percepibili da chi eterno non e`; dall`altro lato, di maria esalta soprattutto lo stupore, l`umilta`, le caratteristiche di donna concretamente viva nel suo presente storico, simbolo di tutti i presenti storici e possibili. il suo destino di incrociare senza volerlo condizione umana e realta` misteriose piu` grandi di lei, se non un esempio, e` una parabola che parla a tutti, laici e credenti.

"ogni sera, il padre di robert louis stevenson raccontava a se stessso avventure di pirati, di ladri, di briganti e di veccchi marinai. il figlio faceva lo stesso: la sera si raccontava storie d`avventura, e le sognava nelle ore notturne. quando, nel settembre 1881, comincio` a scrivere `l`isola del tesoro`, gli parve di attingere a un patrimonio famigliare." inizia cosi` il saggio di pietro citati che introduce questa edizione del romanzo piu` popolare di stevenson e le avventure dell`hispaniola, di long john silver, l`ammutinamento, i pirati...

e un mattino di novembre. nella sala di uno dei piu` prestigiosi college di oxford, centinaia di persone aspettano l`inizio di una conferenza. dopo qualche minuto entrano - nel silenzio generale - decine e decine di pecore. bianche, lanose, ordinate, moderatamente belanti. le guida filippo cantirami, giovane economista italiano, che come nulla fosse comincia il suo intervento sulla crisi dei mercati. inizia cosi` il nuovo romanzo di paola mastrocola. quella incredibile invasione di pecore gettera` nel caos i genitori cantirami, convinti che il figlio modello sia a stanford a finire un dottorato, e che si ritrovano all`improvviso spiazzati e in ansia. cosa combina fil, dov`e` finito, chi e` veramente? e chi e` quel suo compagno jeremy con il quale ha stretto un patto, che cosa si sono scambiati i due ragazzi, qual e` il loro segreto? fil sembra sparito nel nulla, perduto in un mistero. imprendibile. e intanto, sullo sfondo, la crisi dei nostri giorni. ma raccontata da lontano, come guardando il presente dal futuro, tra una cinquantina d`anni. filippo cantirami, il giovane rivoluzionario della mastrocola, e` un ragazzo privilegiato, un personaggio scomodo, di questi tempi: eppure e` lui - in virtu` dei suoi pensieri, dei suoi silenzi, dei suoi gesti e delle sue scelte - che pagina dopo pagina ci apre al sogno di una vita diversa. un sogno che ci porta a riflettere sull`idea di tempo e sulla possibilita` di metterla in discussione, di ripensarla.

quando la pace dei boschi e` percorsa da un fremito improvviso di rabbia silvestre, e di notte le volpi sembrano mettere sotto assedio il villaggio, forse bisognerebbe credere a una premonizione. in quel villaggio svizzero che vive da sempre in armonia, tutti e mille gli abitanti si sentono scrittori. ma l`uomo che sta arrivando e` il diavolo in persona. le sue sembianze, neanche a dirlo, sono quelle di un editore. . la letteratura e` un affare molto serio per questo borgo svizzero stretto in una vallata quasi soffocata dalle montagne: si narra che goethe di ritorno dall`italia vi trascorse una notte per via di un guasto alla carrozza su cui stava viaggiando. addirittura tre locande, a lui intitolate, si contendono il vanto di averlo ospitato. inoltre, dal prete anzianissimo che redige le sue memorie alla ragazzina un po` sciocca autrice di filastrocche, passando per il borgomastro, tutti gli abitanti del paese si sentono scrittori e ambiscono a essere pubblicati. spediscono romanzi per posta e per posta ricevono i rifiuti dagli editori. c`e` poco da scommettere, quindi, sul talento di queste mille anime. finche` il diavolo fa il suo solenne ingresso in scena: . si professa grande editore e dice di voler aprire proprio li` una filiale della sua prestigiosa casa editrice. chi non e` disposto a un patto col diavolo pur di veder pubblicato il proprio romanzo? l`unico che sembra in grado di capire la pericolosita` della situazione e` padre cornelius, mandato dalla diocesi in aiuto del vecchio parroco. ma forse nasconde anche lui qualche ombra. paolo ma

Disponibili i numeri: 1 (1966) 2- 3 - 4 (1967) 5 - 6 - 7 (1968) 8 -9-10 (1969) 11 - 13 (1970) 14-15-16 (1971) 17-18-19 (1972) 20-21-22 (1973) 24 (1974) 27-28 (1975) 29-0-31 (1976) 32-33 -34 (1977) 35-36-37 (1978) 38-39-40 (1979) 41-42-43 (1980) 44 (1981) 47-48 (1982) €10,00 a rivista.

la ricostruzione della nascita e del crollo del sistema schiavistico nelle americhe come elemento determinante della supremazia di tutto il capitalismo occidentale. per piu` di tre secoli, la schiavitu` nel mondo atlantico fu il principale motore che alimento` l`espansione del capitalismo, dando vita a un micidiale sistema economico, politico e sociale da cui tutto il mondo occidentale traeva vantaggio. in quel periodo, il nuovo mondo divenne il crogiolo di una serie di tragici esperimenti: con la colonizzazione, le miniere d`argento, il sistema agricolo delle piantagioni, la schiavitu` razziale. il prodotto del lavoro schiavistico genero` imperi, favori` nuove culture di consumo, finanziando la svolta verso un assetto industriale dell`economia mondiale. gli afflati rivoluzionari di fine ottocento incrinarono questa , dando il via ai grandi movimenti di emancipazione di haiti nel 1804, delle colonie britanniche nel 1833-38, degli stati uniti negli anni sessanta dell`ottocento e di quelli brasiliani e cubani vent`anni dopo. ma soprattutto, secondo l`originale prospettiva dell`autore, dal movimento antischiavista trassero forza molti degli ideali politici e sociali di eguaglianza e liberta` del mondo contemporaneo.

dan ha buoni motivi per andarsene e buoni motivi per restare. in attesa di decidere, tiene la valigia pronta. nel suo dibattersi, sembra non rendersi conto che, se il problema ce l`hai dentro, non c`e` contesto in grado di salvarti. jamie e` affascinato dallo spazio e sogna di fare l`astronauta, ma vive tra le pecore in una remota comunita` montana. seppure non nel modo in cui sperava, uno scostante ospite di passaggio gli aprira` le porte di quel mondo inaccessibile. evgeny si sente a disagio nell`ufficio di londra in cui ha appena cominciato a lavorare. per sua fortuna e sfortuna, la sostanza capace di trasformarlo magicamente in una macchina infallibile e` in vendita a ogni angolo. in "vie di fuga" naomi ishiguro racconta di persone normali che lottano per liberarsi da vincoli reali e mentali. le loro storie, come quelle di angela carter prima di lei, hanno pero` anche qualcosa di fantastico, che si manifesti in un dettaglio - come un enorme orso giocattolo che con la sua muta ed enigmatica presenza ha il potere di scuotere un matrimonio - o in una conclusione che la razionalita` non puo` spiegare. l`elemento fiabesco diventa centrale nella storia in tre parti che scandisce la raccolta. qui, sullo sfondo di un regno in cui il prototipico palazzo del re convive con la periferia industriale dismessa, l`umile ma distinto acchiapparatti chiamato a porre fine a un`infestazione senza precedenti si trova invischiato in una faida familiare i cui protagonisti, a dispetto del titolo nobiliare, soffrono e feriscono il prossimo come la gente del popolo. in una lingua controllata e precisa, economica ma capace di tocchi poetici, naomi ishiguro racconta di persone in trappola, ma offre a loro, e ai lettori, la liberta` del volo.

ogni ossessione a sferopoli e` gia` stata catalogata, qualsiasi mito o superstizione trova conferma, i sogni sono moneta corrente, la letteratura e` l`unica divinita`. nella geografia immaginaria e nella filologia fantastica di questo libro puo` capitare che il carteggio fra una padrona di casa e un inquilino precipiti in un contrappasso metafisico, e che al calar delle tenebre i teschi si raccolgano intorno a quello fra loro piu` loquace; che il tema assegnato da un maestro elementare susciti un maleficio, o che un esame universitario sia l`occasione per uno studente impreparato di esibirsi in uno sfoggio linguistico ultraterreno. a furia di passeggiare rimirando ogni angolo di questa dimensione, al turista potrebbe venire fame: e` allora che scoprira` quanto da bambino mozart andasse pazzo per il gorgonzola, e solo dopo aver messo in tasca una ricetta per la coda alla vaccinara potra` proseguire la visita. non mancheranno le dispute: se si e` fortunati si incontreranno gli otto rabbini piu` potenti del mondo pronti a sfidarsi in una gara di golem, o due parroci rivali disposti a tutto pur di raccogliere i funghi migliori. dopo la di leggenda privata, michele mari torna a una delle forme piu` congeniali: il racconto. con la fiducia affabulatoria di chi, esplorando le infinite possibilita` del genere, sa di poter sorprendere - oltre i suoi lettori - prima di tutto se stesso. benvenuti a sferopoli. il visitatore che dopo aver percorso la strada provinciale 921 si perde in queste lande dovra` armarsi di coraggio, mettere in sonno la ragione e accettare il fascino sinuoso dell`ignoto. si sprigiona da queste pagine una cartografia del possibile, in cui smarrirsi e` forse l`unico modo per salvarsi. una collezione di fantasmi, sogni, superstizioni e chimere letterarie: da sempre michele mari distilla nella forma breve l`essenza stessa della sua poetica.

messina, 1977. aurora, figlia del fascistissimo silini, ha sin da piccola l`abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. giovanni e` sempre stato lo scavezzacollo dei santatorre, ce l`ha con il padre e il suo "comunismo che odora di sconfitta", e vuole fare la rivoluzione. i due si incontrano all`universita`, e pochi mesi dopo aspettano gia` una bambina. la vita insieme pero` si rivela diversa da come l`avevano fantasticata. perche` la frustrazione e la paura del fallimento possono offendere anche il legame piu` appassionato. perche` persino l`amore piu` forte puo` essere tradito dalla storia.

. inizia cosi` un libro la cui lettura assomiglia a un viaggio sulle montagne russe: attraverso pagine di sincerita` quasi insostenibile, ironiche e spiazzanti, fuani marino affronta le tenebre dei suoi rimossi. e se la vecchiaccia che davvero odia fosse lei stessa? come un canarino nella miniera, fuani marino sente prima di tutti l`atmosfera tossica in cui siamo immersi ogni giorno, fatta di crescente disagio psichico, fatica, ansia diffusa. vecchiaccia e` un dispaccio dal fronte della fragilita`. quella di tutti. tutto e` cominciato con un tweet. aprile 2020, l`italia e` nel pieno del lockdown imposto per arginare la pandemia di covid. e fuani marino pubblica un tweet in cui si chiede a cosa siamo disposti a rinunciare per difendere le fasce piu` anziane della popolazione. apriti cielo: migliaia di repliche indignate, richieste di cancellazione, politici e giornali che lo riprendono additandola a esempio di egoismo e follia radical chic. l`episodio, le reazioni e le conseguenze mettono in moto in fuani marino una serie di riflessioni che si trasformeranno in un viaggio interiore nel proprio passato, nella psiche e tra i suoi fantasmi; ma anche esteriore, nella societa`, quella italiana in particolare, e nell`ambigua centralita` che riserva agli anziani, da una parte celebrati, dall`altra marginalizzati, da una parte ancora padri-padroni (alcuni) la cui sola presenza blocca il cambiamento, dall`altra risorse da sfruttare e dimenticare (molti). quello che all`inizio sembrava uno sfogo contro i , diventa una dolorosa presa di coscienza da parte dell`autrice: da cosa nasce questo passo falso? da quali traumi, da quali episodi del suo passato origina quel fastidio? e cosa nasconde, qual e` la paura a cui non riesce a dare un nome? e se la vecchiaccia che davvero odia fosse lei stessa? ancora una volta fuani marino parte da se`, dalla sua

un`opera unica nel panorama della letteratura antica a cui corrisponde un`impalcatura teorica di straordinaria audacia. il de rerum natura si propone, insieme, come modello dell`universo infinito teorizzato da epicuro, e come `manuale per l`uso` di un mondo i cui fenomeni eterogenei sfidano da sempre la ragione dell`uomo e lo costringono a paure e credenze irrazionali e tormentose. confessando quest`ambizione senza confini lucrezio si impone una sfida narrativa che nessuno prima di lui aveva accettato: come si imposta la narrazione del ? come articolare in libri, in versi, in una trama, la massa infinita dello spazio, della materia, del vuoto? il poema stesso, la relazione che esso instaura con i suoi lettori-discepoli, divengono - e` inevitabile - il primo e decisivo banco di prova delle teorie che propugna. con l`introduzione di alessandro schiesaro e l`apparato di note di carlo santini.

scritto su commissione in due mesi nell`ottobre 1885 per superare un periodo di difficolta` economiche, questo racconto e` passato in proverbio come una profetica rappresentazione del "doppio", delle scissioni della personalita` di cui e` stato ricco il novecento. ma per fruttero e lucentini la vera controparte di jekyll non e` hyde, con la sua indefinibile mostruosita`, ma utterson, il legale, l`amico di jekyll. questo borghese austero, avaro di parole, poco incline ai sentimenti, incarna il controllo della ragione, in opposizione alle inquietudini faustiane del dottor jekyll, all`oscura fascinazione per un`avventura distruttiva in cui mettera` in gioco tutto se stesso.

dal 1890 al 1936, anno della sua morte, luigi pirandello non ha mai smesso di scrivere racconti. le varie raccolte via via pubblicate (che nel 1922 confluiranno, dopo opportune scelte d`autore, nelle novelle per un anno) ne comprendono oltre duecentocinquanta. questa antologia ne propone al lettore trentadue. e una scelta rigorosa, che ambisce offrire una chiave di lettura molto precisa dell`"archivio dell`inventivita`" pirandelliana, all`insegna dei conflitti non risolubili, delle istanze non conciliabili, dei valori contrapposti, che simultaneamente guidano le azioni dei protagonisti di questi racconti. prima fra tutte, la contraddizione, sommersa e profonda, tra la vita e la morte. introduzione, bibliografia, commento a cura di lucio lugnani.

cinque momenti della vicenda interiore politica e letteraria di goliarda sapienza, una scrittrice troppo in anticipo sui tempi. se normalmente si intende l`autobiografi a come il racconto retrospettivo del proprio vissuto a partire da un punto d`osservazione nel presente, goliarda sapienza reinventa il genere, immaginando una scrittura che accompagna a intermittenza lo scorrere della vita. "lettera aperta", il romanzo d`esordio, e "il filo di mezzogiorno" raccontano la turbolenta nascita di una scrittrice che ha fatto di tutto per non diventarlo: goliarda e` la bambina guerresca che non cammina mai perche` corre sempre, ma e` al contempo la donna adulta che la ricorda. in "io, jean gabin" la protagonista e` ancora goliarda bambina, ma il filtro questa volta e` l`identificazione con l`icona virile e anarchica del cinema francese. i due romanzi successivi, "l`universita` di rebibbia" e "le certezze del dubbio", vedono un cambio di stile e di prospettiva: l`io autobiografico si mette in disparte prestando la sua voce alle donne incontrate a rebibbia e poi nel "carcere fuori dal carcere" della metropoli romana, in cui vaga alla ricerca della sorellanza intuita e ormai perduta. a scorrere le pagine appassionanti di questa autobiografia sorge un sospetto: e se tutte le contraddizioni alla fine si rivelassero coerenza? coerenza di verita` e bellezza dell`insieme della sua opera.

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