"a nessuna arte l`europeo si accosta con altrettanta diffidenza come all`arte africana. la sua prima reazione e` di negare che si tratti di arte, ed egli mostra la distanza che separa le creazioni dell`arte negra dal quadro mentale europeo con un disprezzo che non manca di formarsi una terminologia negativa. tale distanza e i pregiudizi che ne derivano rendono difficile ogni giudizio estetico, anzi lo rendono impossibile, in quanto un tale giudizio presuppone in primo luogo un processo di avvicinamento. il negro peraltro e` considerato a priori come un essere inferiore che va trattato senza riguardi, e cio` che esso propone e` condannato immediatamente come manchevole. per giudicarlo si e` ricorsi sommariamente a ipotesi evoluzioniste assolutamente vaghe. alcuni se ne servivano per esemplificare un falso concetto di primitivita`, altri rivestivano quest`oggetto senza difesa con frasi false, parlavano di popoli venuti dalla profondita` dei tempi, e cose simili. si sperava di rintracciare nell`africano una testimonianza delle origini, di uno stato che non si era mai evoluto. la maggior parte delle opinioni espresse sugli africani si fonda su tali pregiudizi formulati per giustificare una comoda teoria. nei suoi giudizi sui negri l`europeo rivendica un postulato, ossia quello di una sua superiorita` assoluta, del tutto irrealistico."
"l`opera della mia vita e` stata di `vivere` l`opera d`arte, di girarla e rigirarla sul palato del mio spirito, di meditare e sognare su di essa; poi, nella speranza di meglio comprenderla, di scriverne. [...] il regno dell`arte e` un mondo, in se` e per se`, fondato su cio` che e` attuale. ci offre, quando siamo esauriti dallo sforzo di distaccarci dalla confusione e dal ronzio dell`attuale, il riposo e il refrigerio che bramiamo prima di prendere il volo e d`innalzarci alla regione dei concetti, delle astrazioni, della matematica pura. e un regno in cui non possono trovar luogo reazioni di piacere fisico o di pena fisica, poiche` ne` quello ne` questa possono attraversarne le frontiere senza lasciare indietro ogni principio attivo. e un regno al di la` della sensazione fisica, e tuttavia e` un regno che non puo` non servire di modello e d`ispirazione a cio` che e` attuale. e il regno delle sensazioni immaginarie".
Deutsche Grammophon 1973 (ristampa). 2CD + libretto.
RCA 1994.
2CD. Archiv Produktion, 1995, DE. Contiene Lamentationes Jeremiae Prophetae, l'oratorio tedesco Nicht Das Band, Das Dich Bestricket; Warum toben die Heiden e Pasorale in LA maggiore eseguiti da Mechthild Georg (soprano), Axel Kohler (alto), Jorg Durmuller e Scott Weir (tenore), Raimund Nolte (basso) e dall'ensemble Musica Antiqua Koln diretto da Reinhard Goebel.