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in una calda notte di primavera, una giovane donna cammina nel centro esatto della strada provinciale. e nuda e coperta di sangue. a stagliarla nel buio, i fari di un camion sparati su di lei. quando, poche ore dopo, verra` ritrovata morta ai piedi di un autosilo, la sua identita` verra` finalmente alla luce: e` clara salvemini, prima figlia della piu` influente famiglia di costruttori locali. per tutti e` un suicidio. ma le cose sono davvero andate cosi? cosa legava clara agli affari di suo padre? e il rapporto che la unisce ai tre fratelli - in particolare quello con michele, l`ombroso, il diverso, il ribelle - puo` aver giocato un ruolo determinante nella sua morte? le ville della ricca periferia barese, i declivi di ogni rapida ascesa sociale, una galleria di personaggi indimenticabili, le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro: utilizzando le forme del noir, del gotico, del racconto familiare, scandite da un ritmo serrato e da una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell`azione, nicola lagioia mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo.

al kat zet, la zona d`interesse, la vita scorre placidamente: madri che passeggiano con le figliolette, ricchi pasti serviti alla mensa ufficiali, tediosa burocrazia negli uffici, caldi incontri nelle alcove. tutto intorno un`altra vita, se questa e` vita, freme e spira, a centinaia, a migliaia, giu` per le fosse, su per i camini. ma qui, lungo il viale alberato della zona d`interesse, comprendente terreni, officine e centro residenziale delle ss, due amici d`infanzia, golo thomsen, ufficiale di collegamento fra l`industria bellica e il reich, e boris eltz, capitano valoroso e senza scrupoli, possono fantasticare sulle morbide forme della procace hannah doli, moglie dello spietato kommandant del campo, come in un qualunque caffe` del centro. il grottesco per parlare dell`orrore. amis affida quella dimensione a paul doli, che con i suoi tic, le sue ansie e le sue lascivie, incarna tutto l`assurdo del regime. della tragedia e` invece interprete szmul, capo dei sonderkommando, "gli uomini piu` tristi del lager". szmul il corvo del crematorio, szmul che traffica in cadaveri. e resta spazio, nel catalogo delle esperienze umane travolte dall`orrore, per l`investigazione dell`amore in tempo di strage, attraverso il racconto dei turbamenti passional-sentimentali dell`arianissimo golo, terza voce narrante del romanzo. ma puo` nascere qualcosa di buono sullo sfondo dei camini?

chicago, 1985. al giovane yale tishman non manca niente: ha un lavoro gratificante, una relazione stabile, un gruppo affiatato di amici. ma il mondo intorno a lui sta crollando. la nuova epidemia di aids si diffonde rapidamente anche a chicago, e yale assiste inerme alla sofferenza della sua comunita`, legandosi sempre di piu` alla sorella di un amico, fiona. trent`anni dopo fiona segue le tracce della figlia scomparsa. la ricerca l`ha condotta a parigi: qui, tra le avversita` del presente, un inatteso incontro con i ricordi le dara` l`occasione per riconciliarsi con il passato.

essere comunisti a cavriago voleva dire usare testa e mani per costruire tutti assieme il proprio cinema, la propria balera, il proprio futuro, in nome dell`emancipazione dell`umanita`. ma anche spedire un telegramma a lenin e nominarlo sindaco onorario, scontrarsi coi cattolici per il film su peppone e don camillo, disperarsi per la morte di stalin, servire lambrusco e rane fritte alla festa dell`unita`. essere comunisti era prima di tutto un sentimento: sapere di essere dalla parte giusta del mondo. massimo zamboni ci accompagna in questo viaggio nel tempo, a partire da quella piccola pietroburgo nostrana dove ancora oggi campeggia il busto di lenin, facendoci precipitare in un`epoca in cui tutto sembrava possibile, persino la rivoluzione. .

. c`e` in questo libro l`invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo. una ramificazione di storie, intrecciate come l`edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini cosi` come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale. entrate sotto l`ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.

una paura atavica e insuperabile attanaglia da sempre julian barnes, quella della propria estinzione. nessun conforto puo` venire dalla fede, all`agnostico scrittore, che fin dalla prima riga confessa: . non resta dunque che unirsi alla fitta schiera di illustri tanatofobici che l`hanno preceduto - da montaigne a renard, da rachmaninov a larkin - provando a convincersi che nel grande non c`e` niente, ma proprio niente, di cui avere paura. , scriveva jules renard quand`era giovane e in salute. . lo sa bene julian barnes, che dell`una e dell`altro ha sempre fatto ampio uso nel tentativo di esorcizzare la piu` atavica e insuperabile delle paure, quella della morte, senza mai riuscire ad addomesticarla. quali armi restano, dunque, all`agnostico scrittore che, per trovare sollievo dall`idea dell`estinzione, non puo` neppure contare sul balsamo della fede? be`, innanzitutto ricordare che, oltre a essere la piu` viscerale e antica, la paura della morte e` anche la piu` comune e condivisa. e se e` vero che , guardarsi intorno puo` aiutare. julian comincia dal suo entourage piu immediato, la famiglia di sangue - suo padre, un professore , sua madre, anche lei insegnante, ma , e suo fratello maggiore jonathan, filosofo aristotelico, ateo, asciuttamente pragmatico - trovandoli tutti piu` bravi di lui in . allarga quindi lo sguardo ai compagni quotidiani della sua vita, la sua : artisti, filosofi, compositori e soprattutto scrittori, in primo luogo jules renard, di cui ripercorre la brev

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