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	scrive granet in un passo cruciale di questo libro, dove, forzando le (wilcock), fa rivivere la struttura sociale, la mitologia, la religione della cina arcaica. guidandoci attraverso un mondo popolato di animali fantastici e scandito da feste primaverili, offerte al fiume, danze sciamaniche che propiziano il contatto con gli antenati, granet ci schiude il mito di yu il grande, fondatore della dinastia hia (iii millennio a.c.), e per restituirne l`epopea ricorre a ogni genere di fonti: canti, proverbi, leggende, ma anche esili tracce celate nel canone della letteratura classica. se , la storia di yu il grande coincide con una nuova disposizione e organizzazione cosmica, un nuovo ordinamento dello spazio e del tempo - decisivo spartiacque fra due epoche. questo libro, il piu` audace di granet, si distanzia da tutte le opere maestre della sinologia (incluse quelle dello stesso granet) perche` non e` una esposizione analitica, ma una messa in scena delle primordiali immagini del mondo cinese, come se le vedessimo incidersi sul guscio di una tartaruga, alla maniera degli esagrammi dello i ching - come se la cina arcaica parlasse con i suoi passi di danza e ostentando i suoi emblemi.
 
	 
	 
	 
	una nuova luminosa edizione per uno dei testi classici del novecento che hanno rivoluzionato il modo di concepire l`arte e il campo piu` esteso e vivo dell`estetica quotidiana. quando nel 1968 gillo dorfles pubblica un volume dedicato al fenomeno del kitsch, la parola stessa, attinta dalla lingua tedesca, era ignota fuori dell`area germanofona. ma se la parola era poco diffusa, i prodotti e i comportamenti che si caratterizzavano per il loro (piu` o meno deliberato) cattivo gusto sciamavano dappertutto, sconfinando l`ambito artistico per insinuarsi in ogni aspetto della vita contemporanea, dal design alla comunicazione, dalla moda all`arredamento, dallo sport allo spettacolo. secondo dorfles il kitsch non e` pero` un concetto atemporale, legato com`e` all`idea di riproducibilita` tecnica che si e` venuta affermando con la seconda rivoluzione industriale. prima non sono mancate situazioni in cui il processo di creazione artigianale raggiungeva un certo grado di serialita`, ma senza dubbio la moltiplicazione e la diffusione tipiche delle tecnologie moderne hanno impresso al fenomeno una vitalita` inarrestabile, e subdolamente maliziosa. e questa infatti l`essenza del kitsch, esclusi certi suoi usi in chiave umoristica: gratificare l`utente con un senso di artisticita` facile, superficiale, e in definitiva artefatta, per manipolare la sua coscienza a uso delle varie propagande (politica, religiosa, consumistica). pur acutamente critica, l`analisi di dorfles resta sempre curiosa, eclettica e rispettosa degli altri, attenta a non inciampare nel moralismo e nel distinguere, all`interno di un fenomeno cosi` vasto e ormai "naturale", le sue varie sfumature e componenti. il kitsch. antologia del cattivo gusto rappresenta percio` una pietra miliare della riflessione estetica contemporanea, proprio perche` oggi dominata dal suo apparente contrario, il buon gusto imposto dal postmoderno che fa della contraffazione stessa un`arte.
