
per anais nin saranno anni difficili, questi primi anni quaranta a new york, anni di frustrazione e di isolamento, ma anche di maggior consapevolezza di se` e quando il terzo volume del diario si chiude, sull`anno 1944, la nin e` ormai una scrittrice nota e ammirata negli stati uniti. in europa e nel mondo infuria la guerra e nel diario ne arrivano continui gli echi, a suscitare reazioni smarrite e impotenti. contro la distruzione e l`orrore della guerra, come contro orrori piu` vicini e domestici - la situazione dei neri, le malattie o il bisogno di denaro da parte dei suoi protetti - anais nin tenta di costruire un suo mondo "vivibile", fatto di amicizia e di amore, di cure sollecite per le persone che le sono piu` care.











aveva venticinque anni, yasmina reza, quando ha scritto questa pie`ce, e ci si stupisce, rileggendola oggi, nel vedere a che punto avesse gia` affinato i suoi strumenti: una scrittura da cui viene espulso tutto il superfluo (, come lo chiama lei); un ritmo scandito da pochissimi elementi (le pause, i momenti di buio); la capacita` di far intuire allo spettatore (e al lettore) gli stati d`animo dei personaggi, e le dinamiche che si stabiliscono tra loro, mediante gesti minimi, frasi in apparenza anodine, scambi di occhiate; e la strepitosa abilita`, che e` solo sua, nel mescolare il registro del comico e quello del tragico. perfino, come in questo caso, nelle ore successive alla cerimonia con cui tre fratelli, insieme alla ex compagna di uno di loro e a uno zio munito di consorte, hanno seppellito il padre nel giardino di casa. quello a cui assisteremo sara` l`affiorare di conflitti latenti, antiche gelosie, dolori e rancori la cui rimozione ha provocato piaghe mai rimarginate. il velo sui segreti di famiglia si solleva a poco a poco - o si lacera con violenza - davanti agli occhi del lettore (e dello spettatore), fino alla catarsi. e sullo sfondo una domanda: ma papa` se la faceva o no la signora della pedicure?

a meta` degli anni venti in un teatro viennese andava in scena broadway, una dark comedy impreziosita da . tra queste, ne spiccava una , che . alfred polgar, che era tra il pubblico, ne rimase folgorato. tanto che a distanza di anni - quando quell`attrice, assurta a fama mondiale, era ormai diventata il simbolo stesso del divismo cinematografico - scrisse questo ritratto ispirato, vera e propria ecfrasi dell`opera d`arte vivente che era marlene dietrich. con quella leggerezza di tocco che lo aveva reso celebre nella vienna di inizio novecento, polgar dipinge magistralmente i tratti che hanno fatto di dietrich un fenomeno unico: un viso ; una voce , e che ; il portamento inconfondibile di chi - e una personalita` che si riflette nei personaggi da lei interpretati: .

in una stanza disperatamente vuota una donna culla su una sedia a dondolo una bambina di pochi mesi. ha l`impressione di avere commesso qualcosa di terribile, ma non ne e` certa, tutti i suoi ricordi sono sfocati. contempla la piccola quasi si aspettasse da lei una risposta, una rivelazione. poi, un bagliore: ha quarantadue anni, ha abbandonato il bel marito che l`ha lasciata per un`altra e si e` rintanata li`, in un appartamento spoglio, in un quartiere dov`e` una straniera. il giorno prima ha ucciso a coltellate il suo analista, incapace di alleviare le crisi di terrore di cui soffre, in segreto, da tre anni. di quel che e` stata - ambiziosa direttrice della comunicazione, moglie e figlia devota - non le resta che un nome, viviane elisabeth fauville, regale e fragile relitto di un`esistenza inappuntabile, della scrupolosa obbedienza alle leggi dell`abitudine e della necessita`. certa solo del delitto che ha commesso, e del colpo di grazia che non potra` tardare, viviane esce dai binari che guidavano il suo destino, si addentra in una parigi oscura e parallela, affonda in un gorgo di insostenibile angoscia - sino all`esplosivo epilogo.

"sono violenti e perfidi assassini. sono mutanti e omosessuali lussuriosi. sono guerrieri di un mondo a venire e sono giovani. soprattutto giovani. sono i ragazzi selvaggi, creature di un romanzo apocalittico". (tommaso pincio)

kindaichi kosuke, detective di fama tutto logica e conoscenza della natura, viene avvisato per lettera che una tragedia sta per travolgere l`illustre famiglia degli inugami. kosuke si precipita a nasu, paesino tra le montagne giapponesi in riva a un idillico lago. e` il 1949 e li`, nel suo palazzo, e` appena spirato il magnate d`industria inugami sahee, il re del tessile. attorno al letto di morte sta raccolta la folla degli eredi, divisi da odi reciproci: le tre figlie, avute da donne diverse, e i loro tre figli, nipoti del vecchio. e la bella tamayo, che pero` non ha legami di sangue con gli inugami, e` la nipote del prete shintoista che accolse sahee quando era un giovanissimo vagabondo, misero e senza futuro. per questo e per le sue virtu`, tamayo e` stata amatissima, al contrario dei parenti. il testamento del patriarca non puo` pero` essere aperto finche` manca all`appello il quarto nipote, sukekiyo, ancora prigioniero di guerra. e quando finalmente sukekiyo si presenta, coperto da una maschera che nasconde il suo viso deturpato da una bomba, il contenuto del testamento sgomenta tutti: la guida dell`impero industriale andra` a tamayo a condizione che sposi uno dei tre nipoti; in caso di morte della giovane, invece, gran parte del patrimonio spettera` a un figlio segreto, e solo la parte restante ai nipoti. e` come una sentenza, una maledizione: omicidi rituali, segnati dai tre simboli del casato - l`ascia, il koto e il crisantemo -, eliminano i pretendenti, personaggi oscuri si muovono per il paese, le identita` di ciascuno si celano e si confondono. in questo ginepraio, kindaichi - che e` basso, trasandato e un po` buffo, ma che brilla per doti deduttive - esplora piste sempre diverse, abbraccia e abbandona ipotesi di colpevolezza che improvvisi cambi di scena smentiscono. mentre odio, invidia, onore ferito si mescolano sotto i suoi occhi in un amalgama melmoso. la maledizione degli inugami contiene la chiave del grande giallo, ovvero l`avvicendarsi senza res