



una buona pratica preliminare di qualunque altra e` la pratica della meraviglia. esercitarsi a non sapere e a meravigliarsi. guardarsi attorno e lasciar andare il concetto di albero, strada, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo. esercitare la meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura. questo e` un libro disordinato. e l`autrice ha scelto di lasciarlo cosi.

"non esiste genio senza una vena di follia", sentenziava seneca. e anche la musica rock ne sa qualcosa, potendo vantare una lunga lista di "folli" e follie passate alla storia, di cui si e` sempre nutrita per creare opere immortali, performance eccezionali ed emozioni contrastanti - non senza gli eccessi che l`hanno resa cosi` celebre e seguita. da chi ha lasciato piccoli e grandi capolavori prima di una fine tragica o evitabile, a chi per tutta la carriera ha convissuto con i propri demoni piu` o meno nascosti, non di rado il processo creativo del rock e` stato indotto ed esasperato da un uso spregiudicato di sostanze stupefacenti e alcol, oltre che da inquietudini, angosce e traumi irrisolti. molti musicisti, per questo, hanno gettato la spugna perche` perseguitati dalle proprie ossessioni; tanti altri invece hanno proseguito tra alti e bassi in precario equilibrio, continuando a regalarci preziosi segni della loro arte. dal fondatore dei pink floyd, syd barrett, al genio dei beach boys, brian wilson, dalle sregolatezze di amy winehouse ai traumi di sinead o`connor, dalle fobie di mike patton alle follie estreme di gg allin, la lista e` lunga e suggestiva, e nasconde la parte piu` intima e tormentata della musica rock. quella che l`ha resa unica. prefazione di gianni maroccolo.