
"[...] certo e` che quando uno passa il fiore del proprio tempo in un torrido studio a dipingere mettiamo un bottone, come faccio io, allora il dubbio sorge d`essere una mummia, un uomo delle caverne, alienato dal proprio tempo. ma e` solo un dubbio [...]: all`uomo d`oggi, all`uomo col quale m`intrattengo colla mia pittura, l`avventura spaziale e` ancora profondamente estranea, mentre il bottone, eh, il bottone e` cucito solidamente al tessuto dell`esperienza d`ognuno... il ruolo degli artisti poi, incluso quelli d`"avanguardia" non e` quello di indovini o di veggenti, ma quello antico di cronisti del proprio tempo, e il nostro tempo, ammettiamolo, e` ben lontano dalla luna, per lo meno al livello dell`uomo comune" (domenico gnoli).

questa raccolta di lettere dei macchiaioli non e` solo un documento artistico, ma e` anche e soprattutto uno spaccato della societa` e della storia dell`italia del secondo ottocento. le guerre d`indipendenza e l`orgoglio nazionale fanno da sfondo al vernacolare racconto di una delle prime avanguardie artistiche italiane. i giovani che si ritrovano attorno ai tavoli del caffe` michelangelo di firenze sono studenti appena usciti dalle accademie, sono letterati, musicisti, scrittori, sono uomini pieni di entusiasmo, di idee e di passioni. "l`arte e` un sentimento non un mestiere", afferma fattori. e bastano queste poche parole per esprimere lo stato d`animo di un`epoca, per riassumere la ricerca di una pittura che vuole essere espressione del sentire piu` che del fare e che, anche se sembra guardare ai vicini d`oltralpe, in verita` non puo` dimenticare i secoli che l`hanno preceduta. la "macchia", dunque, non vuole accontentare l`occhio ma il cuore, non vuole cogliere una fugace impressione, ma essere un fedele resoconto della piccola quotidianita`. non ci sono eroi, ma uomini; non ci sono battaglie, ma retrovie, non ci sono prodezze, ma il semplice e commuovente cammino di tutti i giorni: e` li` che si manifestano l`epicita` e le ansie del mondo.







