c`e` una trappola pronta a scattare per giova`, guardia giurata di partanna mondello. la sorella mariella ha dato in affitto il di sua proprieta`. purtroppo i due affittuari trovano scuse e pretesti (non del tutto infondati) per non pagare il canone e cio` scatena in famiglia la consueta tragedia farsesca. la madre antonietta, la zia mariola, la vicina mariangela e persino il padre infermo spingono giova` a fare qualcosa, qualsiasi cosa, quando un fatto ben piu` grave si aggiunge al danno morale e a quello economico. gli affittuari, i sedicenti fratelli mormile, sono caduti in un agguato e mariella e` stata fermata dalla polizia scatenando oltretutto una ridda di maldicenze. lo stile del duplice omicidio e` quello classico mafioso, eppure e` proprio lo zzu, il boss della borgata, a dare ordine a giova` di fare chiarezza. solo sullo sfondo si muovono le forze dell`ordine, che tutti i protagonisti della vicenda considerano un potere ostile, incapace di penetrare gli arcani del quartiere. a spalleggiare giova` in questa nuova indagine sara` il figlio del padrino, l`infido giampaolo. inspiegabili indizi e ulteriori cadaveri arrivano a complicare la situazione, mentre giova` sempre piu` si rende conto di essere su un piano inclinato che porta al disastro. , riesce a capire un attimo prima di finire in trappola. la e` lo schiaffo che si da` all`asino, utilizzandolo come capro espiatorio finale di una lunga catena di soprusi. al termine della quale, anche questa volta, si trova giova` di dio - investigatore riluttante ed esca umana -, un giufa` immerso nel contesto della mafia di piccolo cabotaggio, onnipresente nelle zone dove lo stato sembrerebbe aver fatto un passo indietro. un romanzo ricco di dialoghi da commedia brillante che portano il lettore a sorridere, salvo poi accorgersi che c`e` poco da sorridere, in questo , come lo ha definito con perfetta diagnosi goffredo fofi.
la rubrica "taccuino di un vecchio sporcaccione" debutta sulle riviste underground statunitensi nel maggio del 1967. cronista di eccezione e` charles bukowski, che in questa raccolta - estrapolata dalle sue migliori pagine - ci accompagna con la consueta lucidita` dissacrante dai rivoluzionari anni sessanta ai disincantati anni ottanta. gli scenari cambiano ma bukowski rimane sempre fedele e leale a se stesso. e bukowski, bellezza! bukowski! e non ci si puo` fare niente, se non amarlo e continuare a leggerlo.
mentre da ogni parte vengono a cadere - o per lo meno oscillano pericolosamente - i presupposti di ogni legge, il pensiero tende sempre piu a concentrarsi, in ogni ambito, sulla legge stessa. e questa una condizione al tempo stesso originaria e cronica del moderno: qualcosa che sembra sempre succedere per l?ultima volta - e invece continua a succedere ogni giorno. massimo cacciari ha posto al centro di questo libro tale situazione paradossale e sfuggente, all?interno della quale tuttora viviamo. e, all?interno del nostro secolo, ha isolato, negli ambiti piu diversi - dalla riflessione matematica (brouwer) a quella giuridica (schmitt), dalla pratica letteraria (kafka) a quella pittorica (malevic, mondrian, klee), dal pensiero artistico (florenskij sull?icona) a quello religioso (rosenzweig) -, alcuni casi esemplari di quell?ostinato cozzare contro la stessa parola: legge. ma non si tratta qui di scoprire influenze nascoste o contatti. l?ambizione e ben piu radicale: ogni volta si individuano sconcertanti isomorfismi fra gesti di pensiero che appartengono a regioni lontane. e cosi anche repliche e opposizioni trasversali. si comincera dal contrasto irriducibile fra il nomos di carl schmitt, legato a un territorio e radicato in esso, e la legge di franz rosenzweig, che impone un perpetuo esodo ed esilio da tutto cio che e ancorato a una terra. in quel contrasto si danno gia i termini che risuoneranno poi in tutto il libro. ma il centro non puo che essere kafka. e qui, sottoponendo a un?analisi serratissima i testi (e soprattutto l?impianto stesso del processo e del castello), cacciari e riuscito in un?impresa davvero improbabile: dire qualcosa di nuovo su kafka. da questo centro si irraggiano le fila di altri capitoli, tesi ogni volta a mostrare di quali ordini, di quali straordinarie decisioni sia capace una condizione, come quella nostra, sottratta a ogni presenza e affermabilita della legge. questo libro segna l?ingresso in una regione dai confini oscuri dove il pri
