





la personale esperienza carceraria di massimo mila e` consegnata in queste lettere alla madre, nel riuscito tentativo di creare un ponte tra il dentro e il fuori: una sorta di zattera su cui si carica tutto il fardello accumulato nelle lunghe ore di inazione. piu` di altri compagni di carcere (foa, bauer, rossi, giua), l`universo che le lettere di mila dischiudono e` privato, personale, poco incline a occuparsi delle cose del mondo: specchio del carattere di un uomo che "e` abituato a vivere molto di piu` di cio` che ha dentro di se`, che di quanto e` al di fuori", e che quindi "non e` cosi` sensibile ai mutamenti esteriori della vita come lo e` chi e` abituato a stimare sopra tutto i beni esterni".


il volume si divide in cinque sezioni: la prima, d`argomento autobiografico, evoca gli anni universitari di mila, le sue prime prove letterarie (sette poesie scritte in carcere), le esperienze di regina coeli e ventotene, la guerra partigiana. la seconda sezione contiene una testimonianza di mila polemista spregiudicato: sul cinema neorealista, sui rapporti fra gl e pci, sulle elezioni del 18 aprile 1948, sull`insegnamento della religione nella scuola di stato. la terza sezione contiene interventi d`argomento musicale. le ultime sezioni sono rispettivamente dedicate a mila giornalista e ai suoi maestri e compagni di strada, tra cui alcuni ritratti di augusto monti, nello rosselli, leone ginzburg, giaime pintor e primo levi.



questo volume raccoglie e ordina, a cura e con un`introduzione di pietro gelli, tutti gli scritti verdiani di mila, comparsi, oltre che nel libro giovanile "il melodramma di verdi", nei successivi "la giovinezza di verdi" (1974) e "l`arte di verdi" (1980). l`opera di mila e` insieme biografia e analisi critica, ed e` un testo di riferimento per gli studiosi, per gli appassionati di musica e per i comuni lettori.


bartok e` un compositore dalla personalita` complessa: uno studioso di canti e danze popolari, ma anche un suscitatore di incubi, brividi e misteri; uno sperimentatore di suoni, un evocatore di violenza musicale: e` stato definito di volta in volta un tardo-romantico, un impressionista, un espressionista, persino un neo-classico. il bartok di mila e` l`artista che cerca continuamente la propria vita, sotto la spinta di una inesausta tensione etica: "un compagno di strada" che e` vicino all`uomo comune nel duro apprendimento del mestiere di vivere, che ne condivide illusioni e speranze, errori e delusioni.

specialista di mozart, di verdi e di brahms, massimo mila ha affrontato con il coraggio intellettuale che gli era proprio anche l`insidioso terreno della polifonia quattrocentesca, affascinato com`era dalla voce del suo artista piu` insigne, guillaume dufay (1400 ca.-1474), il compositore franco-fiammingo che aveva trovato nella corte dei duchi di borgogna un ambiente congeniale. artista di transizione, tipico esponente dell`autunno del medioevo, o artista "moderno", dopo il quale la musica non sara` piu` la stessa? alla luce di questo interrogativo mila ripercorre il profilo biografico del compositore, delinea la parabola della sua produzione sullo sfondo dei principali eventi del quattrocento musicale europeo e passa poi a un`ampia disamina delle opere.
