

riconsiderare l`esperienza comunista non significa per schiavone dimenticare il significato storico e teorico di quella "formazione" alla politica che ha segnato diverse generazioni nel mondo intero. il percorso dell`autore e` duplice. da un lato si propone di rivisitare i capisaldi del pensiero marxista, dall`altro analizza l`evoluzione della sua forma-partito. protagonista del libro e` anzitutto il partito comunista italiano: la sua fisionomia ricorda negli anni del dopoguerra piu` un "esercito accampato in territorio nemico" che un luogo di democrazia. ma le sue aperture sulla societa`, rigenerata dalla fine del fascismo e dalla ripresa economica, ne fanno un ambito privilegiato di partecipazione civile ed etica.

nelle dimensioni di un saggio breve, schiavone si propone di tracciare un bilancio dell`italia contemporanea dopo un secolo di vita unitaria. tre i capitoli in cui e` diviso il libro. il primo affronta le grandi questioni nazionali, considerandole come l`esito di un lungo cammino, che puo` rimandare ad epoche lontane: l`identita` collettiva, la modernizzazione, etc. nel secondo capitolo si discutono tre tesi. primo: esiste un "carattere" degli italiani. secondo: lo stato unitario si e` costituito in una stagione culturalmente modesta. terzo: lo scarto fra le stratificazioni millenarie del carattere e l`improvvisata fragilita` delle istituzioni spiega la debolezza delle classi dirigenti. il terzo capitolo capovolge la prospettiva.
