e una tarda estate berlinese, verso la meta` degli anni settanta. approdato a un`inerte maturita`, willie chandran viene scosso dai proclami idealistici della sorella sarojini e, gettandosi alle spalle l`educazione londinese e un ventennale, indolente soggiorno in africa, decide di tornare nell`india nativa per abbracciare la causa di un gruppo di guerriglieri separatisti. da quel momento non gli verranno risparmiate esperienze e disillusioni di ogni tipo: nelle remote foreste di tek del dhulipur, base dei ribelli-terroristi, si imbattera` in una comunita` di cattivi maestri imbevuti di maoismo-leninismo e di ottusi psicopatici, per i quali uccidere un "agricoltore agiato" e` un meccanico esercizio di tiro al bersaglio; nelle prigioni statali ritrovera` gli stessi contadini "dai luminosi occhi neri" gia` traditi dai ribelli, e condividera` con i detenuti camerate di cemento senza mobili, dove lo spazio a disposizione di ciascuno non va oltre una stuoia; e, una volta rientrato a londra (tra i rassicuranti mattoni rossi della "citta` giocattolo" di cricklewood), la civilta` occidentale gli si rivelera` sfibrata dalle nevrosi, riassunte nella parabola di roger, l`amico avvocato che lo ha fatto scarcerare e che vive una profonda crisi sentimentale e finanziaria.
dentro e` la sintesi di un incontro fra tre artisti, tre amici, di diversa provenienza culturale e disciplinare, accomunati da uno sguardo teso verso una sorta di lateralita`. uno sguardo che nello scorrere delle pagine prende forma attraverso il collage, il testo e la fotografia, posizionandosi al tempo stesso "dentro" e a "lato" della rappresentazione, amplificando e moltiplicando i punti di visione, creando tra opera e spettatore/lettore uno spazio tanto reale quanto indefinito, quasi un luogo che porta in se` altri luoghi. un avvicinamento a paesaggi interiori caratterizzato dalla semplicita` e dall`istintiva potenza di una riflessione sedimentata nel tempo.
"il vento e il melograno" rappresenta un approfondimento critico relativo ai maggiori fotografi israeliani attivi negli ultimi trent`anni e costantemente presenti in numerose manifestazioni internazionali. si tratta di una selezione di artisti, tra i molti che hanno contribuito allo sviluppo della scena di israele, in grado di evidenziare un fenomeno creativo che oltrepassa, a causa del suo spessore culturale, della varieta` di stili e poetiche, i confini nazionali. il risultato di questa ricerca sul campo durata alcuni anni, basata su ripetuti incontri nonche` su lunghe visite agli studi dei fotografi, ha cosi` evidenziato la vivacita` e le innumerevoli sfaccettature di un movimento fotografico tra i piu` prolifici, stimolanti e moderni del panorama contemporaneo.
"questo libro e` un viaggio, una storia aperta, una riflessione in cui le fotografie sono parole sussurrate per ricordare quell`europa che ci vuole uguali e diversi, uniti nella nazione sognata e costruita dai nostri nonni e dai nostri padri per noi e per i nostri figli. questo libro e` il racconto lieve di un`europa attraversata come una citta`, in cui i treni sono metropolitane e le capitali semplici fermate. e la testimonianza di un occhio curioso che cerca delle risposte in un`europa sempre piu` intorpidita e che non sa piu` farsi domande. dopo "almost europe", un viaggio ai limiti dell`europa, "still europe" vuole essere un viaggio che parte dall`europa per andare verso l`europa stessa, al centro dell`idea su cui poggia. vecchia quanto la civilta` ma giovane e ingenua come una bambina, l`europa di luca nizzoli toetti e` fatta, prima di tutto, di persone che si muovono, si incontrano, dialogano e imparano a conoscersi." (dal testo di francesco acerbis)
tangeri mito, citta`-teatro, citta`-cinema. ma anche: citta`-imbroglio, citta`-contraffazione. e questo "scenario tra realta` e finzione", questo "decoro cinematografico" che ho tentato di portare all`immagine in questo lavoro, che mi ha assorbito per cinque anni. come nei miei precedenti lavori su asmara e casablanca, il mio approccio fotografico al paesaggio urbano prende le distanze dalla semplice documentazione per disegnare un ritratto immaginario, quasi onirico, della citta`. la citta` che ho fotografato - che ho voluto evocare attraverso le mie immagini - non esiste. o, per meglio dire, esiste all`incrocio tra la citta` reale, che ho realmente percorso, e l`immagine di tangeri che porto in me, fatta di miti, di racconti letterari e cinematografici."
chi desidera sapere - nel senso innanzitutto di vedere - come e` fatto il mondo, oggi e l`altro ieri, non ha che da aprire questi reportage di naipaul, che coprono quattro decenni e abbracciano quattro continenti, soffermandosi anche in luoghi-crocevia come la trinidad. empatico e spietato al tempo stesso, naipaul vede in molti degli scenari che attraversa un`irrisolta concentrazione di modernita` e decadenza, esito di una continuita` deviante tra il periodo coloniale e i governi-regimi successivi. cosi` e` in un`india disseminata di villaggi anonimi semi o sottosviluppati e di stazioni ferroviarie che la notte rende . o in un congo-zaire - quello della dittatura di mobutu, - che si riverbera, al di la` dell`oceano, in tanti frammenti dell`. o, ancora, in un`argentina velleitaria e impoverita, predata e predatoria, archetipo di tutte le dittature latino-americane che hanno imparato come parte della . l`effetto finale, anche grazie a una prosa capace di alternare lunghi indugi descrittivi e improvvise sintesi aforistiche, e` una contemporanea compressione e dilatazione del mondo.
questo libro, tributo alla memoria paterna edito in occasione del trentesimo anniversario della morte di cesare zavattini, raccoglie le fotografie scattate da suo figlio arturo in un lungo percorso di affettuosa frequentazione esistenziale e intellettuale. nel testimoniare un periodo importante della nostra storia culturale, attraverso le presenze, accanto a cesare zavattini, di uomini quali vittorio de sica, paul strand e hazel kingsbury, david alfaro siqueiros, e l`evocazione di imprese di rilievo quali la creazione del libro un paese, o la realizzazione del film il tetto, le fotografie introducono al rapporto di straordinaria complessita` intercorso, nella dimensione quotidiana, tra un figlio e un padre che hanno dedicato tanta parte della loro vita alle immagini. queste sono accompagnate da brevi scritti di gianni berengo gardin, francesco faeta, giacomo daniele fragapane, virgilio tosi, che evocano il mondo zavattiniano negli anni documentati, ponendo l`accento sul rapporto personale che ciascuno degli scriventi ha intrattenuto con i suoi protagonisti.