
in un tempo non troppo lontano non esistevano le grandi catene di moda a basso prezzo e ogni famiglia che ne avesse la possibilita faceva cucire abiti e biancheria da una sarta: a lei era spesso dedicata una stanza della casa, nella quale si prendevano misure e si imbastivano orli ma soprattutto si sussurravano segreti e speranze. la voce narrante di questo romanzo e una sartina a giornata nata a fine ottocento, una ragazza di umili origini che impara da sola a leggere e ama le romanze di puccini ma piu di tutto sogna una macchina da cucire, lucente simbolo di indipendenza economica. cucendo, la sartina ascolta le storie delle persone che la circondano: la marchesina ester, che studia la meccanica e il greco antico; miss lily rose, giornalista americana anticonformista; le sorelle provera con i loro scandalosi tessuti parigini; assuntina, la bimba selvatica... in una societa rigidamente divisa per censo anche per la sartina arrivera il momento di trovare il suo posto nel mondo, con la sola forza dell?intelligenza e delle sue sapienti mani. bianca pitzorno in queste pagine da vita a una storia antica di emancipazione percorsa da uno sguardo modernissimo. narrare della sartina di allora significa parlare delle donne di oggi e dei grandi sogni che dovrebbero diventare invece diritti: alla liberta, al lavoro, alla felicita.
















il moravia saggista racchiude in questo libro il meglio della sua produzione artistica. machiavelli, boccaccio, pavese, maupassant, tutta una serie di rapidi incontri e distesi, di riletture o di esperienze nuove, sino al celebre saggio su manzoni e l`ipotesi di un realismo cattolico che impose a suo tempo una nuova angolatura nella lettura dei `promessi sposi`. ogni lettura o rilettura chiarisce anche gli aspetti piu` oscuri del testo, facendone risaltare con chiarezza nuovi aspetti e volti inediti.
























un interprete ossessionato dalle cascate, al limitare dell`abisso della propria mente, vaga per le strade caotiche di shanghai. un viaggiatore sovraccarico di suoni, colori e rumori di varanasi incontra sulla riva del gange un gigante che disquisisce sulla natura di una goccia d`acqua. un bambino che lavora in una cava di marmo in portogallo abbandona il suo posto per addentrarsi in un mondo diversissimo dalla sua greve quotidianita`. ventuno storie raccontate da un`unica voce narrante per distrarre il lettore dal nostro mondo e spingerlo al limite, per lasciarci trasportare da un flusso di pensiero che conduce verso l`imprevisto con una forma imprevista.

fin dal volo degli uccelli in cui gli antichi scrutavano il futuro o dalle fiere che dante incontra avventurandosi per la selva oscura, gli animali sono affascinanti allegorie del nostro vivere, ma "nella loro grande famiglia a cui anche noi umani apparteniamo, ci sono quelli che sentiamo piu` simili a noi", scrive bianca pitzorno: ed e` proprio un sentimento di profonda affinita` a percorrere queste pagine in cui creature della terra, dell`aria, dell`acqua intrecciano le loro esistenze con sorprendente naturalezza. l`autrice di questo memoir e` nata e cresciuta in una sardegna dove campagna e citta`, terra e mare sono ancora un continuum e una bambina curiosa puo` passeggiare in piazza all`ora dello struscio accompagnata dal germano reale quaquarone, tenere sotto il banco di scuola la tartaruga andrea o covare sotto l`ascella un uovo di canarino convinta di vederne nascere un pulcino. ma il racconto non si ferma nel frinire della campagna sassarese, segue la sua protagonista umana negli anni dell`universita` a cagliari, in quelli milanesi - dove a topi e pipistrelli si sostituiscono felini capaci di rispondere al telefono e rane dal meraviglioso color verde smeraldo - e nei viaggi in paesi piu` o meno lontani dove s`incontrano vipere francesi, galline eritree, coccodrilli cubani. i colori, le abitudini, i misteriosi linguaggi della folla di creature con cui la protagonista vive incredibili avventure sono evocati con rispetto, quasi che bianca pitzorno si consideri un`extraterrestre alla pari desiderosa di fare amicizia con i veri abitanti del pianeta su cui trova ospitalita`. "a chi smeraldi e a chi rane" e` un`autobiografia intellettuale antiretorica, commovente e spassosissima che ci fa riflettere in modo profondo sul nostro essere umani.







trenta donne che parlano di se stesse, trenta racconti che testimoniano ancora una volta l`impegno `femminista` di alberto moravia, un impegno che lo ha portato a costruire una serie di ritratti di donne indimenticabili, dove condizione sociale e condizione femminile appaiono piu` che mai connesse in un unico grande problema morale. `boh` - che e` anche il titolo di uno dei racconti - diventa qui l`espressione di una perplessita` che la donna non cessera` mai di ispirare al proprio compagno, scioglimento ironico di una drammaturgia consumata in secoli di soggezione e incomprensione.

quando clara nasce, il suo destino e` gia` segnato: nel suo nome la bambina porta il ricordo di un`altra clara, la giovane sorella della madre che e` scomparsa tragicamente, lasciando il marito luigi per sempre legato a una felicita` perduta. spinta quasi inconsapevolmente dall`amore che prova per lo zio luigi, si sostituisce al ricordo della moglie, ne ripropone l`immagine, ne ripete gli atteggiamenti e le parole, ne indossa i vestiti fino a diventare il doppio vivente dell`altra clara. cosi`, offrendo il suo corpo e la sua mente, come un`altra se stessa consuma in una rapida fiamma il fuoco che la distrugge.



joshua jeavens, un giovane ingegnere proveniente da una famiglia plebea che si e` prefisso una missione, pulire le acque del tamigi, che si e` trasformata in una vera ossessione; un matrimonio con una ragazza bellissima ma troppo ricca e con un padre burbero e ambiguo; gli slums pericolosi e malsani dove vive un`umanita` umiliata ed offesa; l`incubo del colera; l`improvvisa e misteriosa scomparsa della moglie e la disperata ricerca; un finale agghiacciante e sorprendente.




















