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"per gran parte della sua vita mia madre ha vissuto nella poverta` e nel bisogno, isolata da tutto, schiacciata e umiliata dalla violenza maschile. la sua esistenza sembrava limitata per sempre da questo doppio dominio, quello della classe e quello legato alla sua condizione di donna. eppure, un giorno, all`eta` di quarantacinque anni, si ribello` a questa vita, fuggi` e, a poco a poco, conquisto` la sua liberta`. questo libro e` la storia di quella metamorfosi." e. l.

un nugolo di piccoli puffin e` alle prese con un problema che a prima vista e` piu` grande di loro: salvare la vita a un gigante dei mari spiaggiato. eppure, a volte, basta cambiare la prospettiva con cui affrontiamo le cose. e d`improvviso, l`impresa che prima pareva impossibile diventa un successo. leggendo il libro nei due sensi, prima dall`inizio alla fine e poi dalla fine all`inizio, la storia cambia completamente. proprio come quando guardiamo ai problemi dal punto di vista giusto! "le montagne si possono spostare unendo le forze, pur se piccine." eta` di lettura: da 6 anni.

"tutta trieste stava a guardare l`alta casa bianca dove le fiamme divampavano a ogni finestra. fiamme come lingue taglienti, come rosse bandiere. (...) gli uomini neri intanto gridavano e ballavano come indiani che, legata al palo la vittima, le avessero acceso sotto il fuoco. ballavano armati di accette e manganelli." con gli occhi di branko ed evka, due bambini di origine slovena che crescono nella trieste del primo dopoguerra, boris pahor ripercorre con l`arte del racconto uno dei capitoli piu` drammatici della storia europea del novecento. in una citta` uscita divisa dalla prima guerra mondiale, in cui italiani e slavi si guardano con diffidenza, branko ed evka crescono tra i giochi e le paure dei loro coetanei, immersi nelle lingue e nelle culture della mitteleuropa. finche`, il 13 luglio del 1920, le squadre fasciste incendiano la casa della cultura slovena di trieste, il narodni dom: inizia la caccia allo straniero, e anche i giochi dei bambini devono cambiare.

durante la guerra dei balcani molti iugoslavi in fuga dalle violenze e dai nazionalismi raggiunsero, esuli, berlino. queste donne e questi uomini cercarono di preservare quello che restava della loro cultura e della loro identita`, entrambe messe a repentaglio dalla dissoluzione della iugoslavia e, al contempo, si trovarono a dubitare delle certezze con cui erano cresciuti dovendo fronteggiare un futuro nuovo e imprevisto. per chi, come l`autrice, era stato costretto alla fuga e alla precarieta` dell`esilio il bene piu` importante divennero i ricordi. ed e` per questo che, partendo da una serie di fotografie tenute in una borsa di pelle in fondo a un armadio, dubravka ugres?ic ricostruisce la vita della madre. mentre, parallelamente, racconta anche la sua storia, il suo presente e il suo passato, intrecciandola ad aneddoti di vita quotidiana, a suggestioni letterarie e a riflessioni sulla vita e la scrittura creando cosi` un collage fatto di frammenti nitidi come fotografie che, insieme, danno vita a un quadro piu` grande. un affresco storico del nostro continente tra gli orrori e le speranze del secolo passato e, al contempo, una riflessione sull`esilio e sulla scrittura come unica patria possibile. "attraversando i nazionalismi che portarono alla guerra e attuarono la `pulizia etnica`, alcuni scrittori dell`ex iugoslavia abbandonarono il loro paese. tra questi venne a trovarsi - `tra asilo ed esilio` - dubravka ugres?ic. non ha chiesto asilo politico a nessuno e considera da sempre l`esilio come una condizione naturale per chi scrive... dopo il crollo del muro di berlino, l`europa orientale ha visto poche opere letterarie come quelle di dubravka ugres?ic. pochi hanno avuto il coraggio di porre lo specchio davanti agli occhi della propria comunita` o nazione." (dalla prefazione di pedrag matvejevic)

in una nigeria agitata dalle elezioni, un commerciante fa affari vendendo parti del corpo sottratte all`ospedale del dottor menka, da utilizzare in pratiche rituali. il medico condivide la macabra scoperta con un suo caro amico dai tempi del college, che oggi e` diventato un ingegnere di rango, duyole pitan payne. duyole ama la vita mondana, e` l`anima di ogni festa in citta` e sta per assumere un incarico prestigioso alle nazioni unite a new york. e abituato a risolvere brillantemente ogni problema, ma ora sembra che qualcuno sia determinato a ostacolarne la carriera. i due amici non sanno da chi devono guardarsi, ne` quanto sia vicino e potente questo nemico, ma sono determinati a combatterlo fino in fondo. un romanzo ricco di personaggi, intuizioni, sorprendente ironia, un`avventura letteraria che racconta l`amicizia e il tradimento, in cui la fede si scontra con il cinismo degli affari mentre le ombre del colonialismo corrompono l`anima di una nazione. il premio nobel wole soyinka torna al romanzo dopo 48 anni con una storia avvincente come un giallo, che lancia un`accusa feroce contro la corruzione politica e sociale. un richiamo potente, con le armi della letteratura, contro ogni abuso di potere.

baldassarre embriaco e` l`erede di una famiglia di librai che, proveniente da genova, si e` stabilita nella cittadina di gibelleto, nel levante musulmano, trovando terreno fertile per i loro affari. dopo la recente morte del padre tommaso, ora tocca a baldassarre gestire il negozio di famiglia e fare fronte alle richieste dei suoi clienti. anche alle piu` strane, come quella di un libro miracoloso al cui interno verrebbe rivelato il centesimo nome di allah. un volume in grado di compiere miracoli e salvare chi lo possiede persino dall`apocalisse, che alcuni prevedono imminente, mancando pochi mesi al fatidico 1666, l`anno della "bestia". baldassarre, uomo colto e raffinato, e` scettico a riguardo ma, quando un misterioso mendicante gli dona un libro che sembra proprio il testo tanto ricercato, inizia a dubitare delle sue certezze e, quando e` costretto a venderlo a un cliente ricco e potente, decide che deve recuperarlo per poterne svelare il mistero. inizia cosi` un lungo e avventuroso viaggio che conduce il protagonista - accompagnato dai due nipoti e da una donna di cui si e` invaghito - attraverso tutto il mediterraneo e ancora piu` in la`, fino all`antica patria.

l`11 settembre 2001 il mondo occidentale viene stravolto per sempre: due aerei colpiscono le torri gemelle a manhattan. l`america e` sconvolta, la paura di altri attacchi terroristici si diffonde, ogni arabo diventa sospetto. e a partire da questo scenario che si sviluppa la conversazione - protagonista di questo piccolo quanto lucido e sentito gioiello letterario - tra tahar ben jelloun e sua figlia di dieci anni, a disagio con se stessa e con le proprie origini musulmane, di fronte a una televisione che continua a dire che "i musulmani sono tutti cattivi". rispondendo alle domande curiose della bambina, ben jelloun affronta le questioni piu` calde del nostro tempo - la guerra globale al terrore, l`integrazione in europa, il ruolo delle grandi potenze del mondo arabo - e spiega, con semplicita` ma rifuggendo ogni semplificazione, cos`e` l`islam, qual e` la differenza tra arabo e musulmano, cos`e` il fanatismo, cos`e` il terrorismo e, soprattutto, quale spazio ha la tolleranza nel mondo arabo e quali lezioni quest`ultimo ha saputo dare a tutto l`occidente. dopo il best seller mondiale il razzismo spiegato a mia figlia, tahar ben jelloun torna a raccontare ai ragazzi, e ai loro genitori e insegnanti, il mondo in cui viviamo e le sfide che li aspettano.

"`la cupa` e` lo strascico nevicato in polvere di tufo, la deriva della nostra societa`, dove la manipolazione dell`odio di massa conduce al potere. il protagonista giosafatte `nzamamorte ha celato e nascosto, sotterrato per anni, un orrore e sulle falde acquose di quell`orrore ha creato un mondo osceno e irraccontabile. quest`opera narra la deriva di un pianeta in un tempo senza creazione, senza creativita`; prima si giocava con le pietre e con quelle ci si immaginava a essere guerrieri, soldati o principi e mostri, ora quei mostri sono gia` creati e con un gesto su un touch-screen si ha la sensazione di portarli alla vittoria. in questo pensiero ho condotto una riflessione piu` grande: l`impossibilita` di essere padre senza mal ferire e senza peccato. in un mondo che definivo qualche anno fa alla deriva e ora in balia dell`arenile di una baia che non ha porto, non ha civilta`, non ha bussola, versante, senso, rotta e non ha neanche un ponte al quale attraccare, ne` posto sicuro dove emigrare. anche se fosse l`inutile pontile della mia torregaveta. creare vita, essere pronti a essere i padri, e` ancora auspicabile? la famiglia e` il termometro dell`esistenza, e` la spia che da sempre, nella sua virulente forma, ha lasciato scoperte le facciate agli scoppi delle sue crepe. dalla terra sono stati creati uomini e case. dalla pietra, dalle insidie della terra, ci difendiamo con la pietra, nella pietra ci tumuliamo. la rivolta e` il crollo. mettere sottosopra, commettere stragi o resistere ai cambiamenti per mutare quei cambiamenti stessi. un rituale di trasformazione e metamorfosi. una favola di anime, uomini e bestie che si chiude con una frana che smuove tutte le malefatte dissotterrate e nascoste."

nell`estate del 1991, in un soffocante appartamento di new york, un gruppo di immigrati russi si riunisce attorno al letto di morte di alik. artista fallito ma carismatico, uomo energico innamorato dei piaceri mondani, amato da donne e uomini in egual misura per la sua gioia di vivere, umanita` e forza, e` costretto a letto da una malattia che non da speranza. nonostante tutto, pero`, e` capace di rallegrare anche quella che e` diventata la sua veglia funebre. mentre alik attende la sua ora, i suoi cari ricordano le esperienze condivise e la vita vissuta prima di lasciare il paese natale, discutono su quale donna fosse l`amante preferita del malato o se dovessero battezzarlo, mentre tengono d`occhio quello che sta accadendo nella loro vecchia patria, quell`unione sovietica, che, come alik, si trova ad affrontare la fine. ludmila ulitskaya, una delle piu` grandi autrici russe, cattura, con umorismo e grande profondita` psicologica, la complessita` delle emozioni umane. un romanzo che racconta la vita attraverso la morte e l`amore attraverso la perdita, e anche come, nell`esilio, ognuno cerchi a modo suo una patria.

un uomo e` al volante. guida senza sapere davvero dove sta andando. ha effettuato diverse svolte a sinistra, altrettante ne ha fatte a destra, fino a ritrovarsi di fronte a un bosco, lungo un vecchio sentiero sterrato segnato da profondi solchi. il sole e` gia` calato, nevica e fa molto freddo: qualsiasi altra persona sarebbe gia` tornata su strade e pensieri piu` tranquilli e sicuri. ma il protagonista di questa storia si e` gia` inoltrato nel fitto della boscaglia, e la macchina rimane bloccata nel fango. mentre cerca aiuto nel bosco, perdendosi inevitabilmente, nell`oscurita` un bagliore lo sorprende... "non mi ero mai comportato peggio di cosi`, prima rimanere bloccato con la macchina e poi entrare nel bosco in cerca di aiuto, come era potuto venirmi in mente di trovare aiuto nel bosco, in quella selva oscura, che razza di idea, no, era un errore chiamarla idea, era piu` una trovata improvvisa, una cosa del genere, che mi era balzata in testa cosi`. una sciocchezza. pura follia. stupidita`. pura e semplice stupidita`." un uomo sperduto nella natura, un incontro improvviso e misterioso, una storia potente del premio nobel per la letteratura 2023, che indaga in maniera selvaggia e poetica gli enigmi del nostro animo.

quando, in punto di morte, goethe mosse il suo indice dal basso verso l`alto, i testimoni che gli erano vicini rimasero sorpresi: per secoli questo gesto e` rimasto emblematico e inspiegabile. oggi, grazie alla suggestiva ricostruzione di pietrangelo buttafuoco e di francesca bocca-aldaqre, possiamo coglierne il senso: si tratta di un gesto simbolico della shahada, la testimonianza di fede che ogni musulmano deve compiere in punto di morte per riaffermare di credere nel dio unico. attraverso una lunga e approfondita ricerca negli archivi e negli epistolari di goethe, seguendo le testimonianze di coloro che gli furono piu` vicini, gli autori raccontano la scoperta e l`avvicinamento del grande scrittore tedesco all`islam, rintracciandone l`influenza nell`opera poetica, teatrale e saggistica. un`influenza vissuta pero` in modo estremamente peculiare e del tutto attuale, e che testimonia della capacita` di goethe di fondere nella sua riflessione elementi filosofici e religiosi appartenenti alla tradizione occidentale come a quella araba e medio-orientale, dando cosi` forma a un pensiero coerente e vitale. sotto il suo passo nascono i fiori offre al lettore non soltanto una ricostruzione della vita di goethe - dalla sua prima lettura del corano nel 1770 alla morte nel 1832 - e uno studio delle sue opere maggiormente ispirate dalla religione musulmana, ma anche l`occasione di riflettere sulla suggestione di un futuro europeo legato a "un islam mitigato dai cieli del mediterraneo", un orizzonte di pace verso il quale, secondo gli autori, il poeta oriento` le sue piu` profonde tensioni personali e intellettuali.

daniel stein nasce nel 1922 in una famiglia ebrea polacca. intelligente e dotato, inizia gli studi e, insieme al fratello, sogna di trasferirsi in palestina. il suo grande talento per le lingue e la sua astuzia gli permettono di sopravvivere all?olocausto. costretto a fare da interprete e traduttore per la gestapo, riesce ad approfittare della sua posizione per salvare molti ebrei. scoperto, si salva miracolosamente dalla fucilazione, combatte con i partigiani contro i tedeschi e, dopo la guerra, si converte al cristianesimo. prende i voti, entra nell?ordine dei carmelitani scalzi e si trasferisce finalmente in israele, dove continuera ad aiutare gli altri, vivendo in fede e lavorando per promuovere l?ecumenismo in un contesto complesso. questo romanzo polifonico, composto da lettere, interviste, diari, articoli di giornale e atti giudiziari, racconta la storia di un eroe indimenticabile la cui figura, ispirata alla vita di oswald rufiesen, rappresenta una luce e una speranza in tempi difficili. ludmila ulitskaya ci regala un romanzo ricco, doloroso e, al contempo, divertente, che e anche una riflessione su ebraismo e cristianesimo, fede e umanita, coraggio e le conseguenze da affrontare per restare umani, nonostante tutto.

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