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l`autore dimostra come nell`analisi del mondo fisico e dei fenomeni naturali, correlati ai due principi del movimento e della continuita`, aristotele si fondi soprattutto sul linguaggio, come medio necessario del mondo istintivo, preriflessivo e quotidiano attraverso cui l`uomo percepisce la natura. grazie alle indagini linguistiche di aristotele, wieland rivisita anche il concetto di essere, la posizione dell`uomo e del suo punto di vista in relazione all`oggettivita` della fisica.

nel volume l`autore ripercorre le tappe dell`incontro tra ricerca filosofica e ricerca psicologica e fornisce un contributo al riesame critico del concetto di credenza che occupa un posto centrale negli studi sulla mente. con l`avvento del cognitivismo sia i filosofi sia gli psicologi hanno creduto che la rappresentazione scientifica della mente e quella comune potessero essere riunificate. nel presente volume l`autore riesamina criticamente le tappe di questo cammino. concentrandosi in particolar modo sul concetto di credenza egli si interroga sul posto che esso occupa nella scienza cognitiva e giunge alla conclusione che tale concetto non puo` svolgere alcun ruolo significativo in una scienza che intenda spiegare il processo della cognizione e il comportamento.

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