




un certo bernie, "scrittore della domenica", decide di trarre un romanzo da un fatto di cronaca nera. l`occasione gli viene offerta da un titolo di giornale: "famigerato bruto dimesso dal carcere. cabot wright torna a brooklin". e` un giovane finanziere che ha commesso circa trecento violenze carnali su cui si puntano gli occhi dell`industria culturale che nella sua vicenda intravede il soggetto ideale per un best seller. trovato un editore, bernie sente l`esigenza di documentarsi, ma cabot non ricorda piu` nulla. il libro resta cosi` incompiuto, ma offre l`occasione per una ricerca della verita` che non ha niente a che vedere con quella dell`editore e della societa`.













simbolo antico delle liberta` comunali, il carroccio ha una sua storia e una sua leggenda. durante le battaglie il carroccio era lo strumento simbolico carico degli elementi araldici delle truppe imperiali. ma aveva anche la funzione di suggerire un minimo di ordine a truppe poco allenate e poco disciplinate. il libro da` ampie informazioni sulla terminologia con cui era indicato questo strano oggetto, miscuglio tra macchina da guerra e simbolo araldico e soprattutto illustra la fortuna del carroccio nella cultura popolare, nel fiorire di leggende, nella storiografia.










la nobile e potente famiglia romana che, alla fine del cinquecento, vide la maggior parte dei suoi membri finire di morte violenta. Con I Cenci - che «non sono ancora il Teatro della Crudeltà, ma lo preparano» -, rappresentati al Théâtre des Folies-Wagram in prima di gala il 6 maggio 1935, Artaud rinnova il mito, immergendolo nella disperazione esistenziale e nella crudeltà del suo tempo, sorta di grido d'allarme per l'imminente distruzione della civiltà.

Una situazione lineare: due soli personaggi, Rebecca e Devlin, marito e moglie, che si affrontano per ritrovare il senso del passato. Un confronto che si fa presto scontro nell`affrontare incubi e tradimenti, desideri inconfessabili e violenze represse, aggressioni vere e immaginarie. "Ceneri alle ceneri" ha debuttato a Londra nel settembre 1996, per la regia dello stesso Pinter, ottenendo un gran successo di critica e di pubblico.







da almeno vent`anni si parla di riformare la costituzione dell repubblica italiana, e oggi il dibattito sembra coinvolgere tutti i partiti. a cinquant`anni dalla sua promulgazione il volume offre un quadro sull`argomento, facendo il punto sul dibattito attuale. costituzionalisti e giuristi, economisti, politici, filosofi, raccontano ognuno dal proprio punto di vista la "loro" repubblica, ricostruendo il dibattito degli ultimi anni in una sorta di bilancio politico, economico e storico che offre una base per una descrizione meditata sull`esigenza di riformare lo stato.





oltre l`impianto urbanistico e lo stile architettonico a lei proprio, ogni citta` presenta i suoi elementi d`identita`, il suo volto, i tratti fisiognomici che ne fanno un`entita` riconoscibile e unica e che nel corso del tempo hanno dato un`impronta alla vita dei suoi abitanti. questa raccolta di saggi, scritti per un vasto pubblico, introduce alla scoperta degli aspetti esemplari di alcune citta` in una prospettiva non solo architettonica, ma aperta allo studio di elementi collaterali e non secondari, come la storia e la vita economica e sociale.








fin da piccola, higuchi ha deciso di diventare una scrittrice, ma la sua vocazione si scontra con mille difficolta`, da quelle economiche e sociali, a noi piu` comprensibili, a quelle di un`organizzazione culturale per noi difficile da intendere. higuchi vuole scrivere nel raffinato stile heian, che la tradizione riserva alla letteratura "alta" praticata solo dai maschi. ridotta alla poverta` dalle sue stesse ambizioni, higuchi inventa una letteratura di inusitata novita`, che fonde la tradizione stilistica della cultura ufficiale con materiali narrativi di pulsante realismo. arriva cosi` al successo, ma muore a soli 24 anni. carla vasio ricostruisce le sue vicende biografiche, visitando i luoghi in cui e` vissuta e traducendo brani dei suoi racconti.

Come le foglie è una commedia di Giuseppe Giacosa. Venne rappresentata per la prima volta al Teatro Manzoni di Milano il 31 gennaio 1900 dalla compagnia Tina Di Lorenzo-Flavio Andò.
È una commedia drammatica a lieto fine, in cui la giovane protagonista trova l'amore dopo avere pensato al suicidio assillata dalla pesante situazione economica familiare.



al contrario dell`ingegnere stefano de il carcere o del professor corrado de la casa in collina, il protagonista de il compagno non e` un intellettuale. qui pavese immagina un giovanotto piccolo-borghese, scioperato e incolto, messo di fronte alle proprie responsabilita`. pablo, chiamato cosi` perche` suona la chitarra, vive a torino, la citta` in cui e` nato, ma soffre il disagio esistenziale di un`epoca, tra la guerra di spagna e la seconda guerra mondiale, in cui il regime fascista continua a perdere presa sul popolo e quel consenso entusiasta che era stato fonte di sicurezza inizia a creparsi. pablo cerca di chiudere gli spiragli, di colmare quelle mancanze ideologiche che causano spaesamento e disagio. lascia torino alla volta di roma, e qui, nella confusione, s`inventa una disciplina, per tornare alla citta` natale piu` motivato e deciso a fare effettivamente qualcosa. il compagno non e` il miglior libro di pavese ma uno dei piu` commoventi, lo stesso autore ne il mestiere di vivere lo riconosce, parlandone con vibrante compostezza : "8 ottobre 1948. riletto, ad apertura di pagina, pezzo del compagno. effetto di toccare un filo di corrente. c`e` una tensione superiore al normale, folle, uno slancio continuamente bloccato. un ansare."



un libro articolato, con una compresenza di generi poetici diversi, dal lirismo della quotidianita` (i piccoli segni, le percezioni di una realta` "impoetica") ai poemetti civili, che intendono ritrovare in modi nuovi l`andamento ragionativo e affettivo di pasolini.















Sigillato.





una riflessione in sedici tappe sul romanzo: le sue conquiste, la sua vitalita`, le sue prospettive.


il monologo di una donna di fronte ai giudici di un immaginario tribunale: un`autodifesa che diventa un forte atto d`accusa verso una societa` incapace d`ascolto; ma anche una riflessione sull`ambiguita` del linguaggio. scritta per il teatro, "la deposizione" si affida a una unica voce recitante: e` quella di una donna accusata di ben sette delitti, probabilmente immaginari. in questo testo tadini torna a imterrogarsi sulle contraddizioni e le violenze segrete che segnano il nostro tempo.


