
jasper gwyn e` uno scrittore. vive a londra e verosimilmente e` un uomo che ama la vita. tutt`a un tratto ha voglia di smettere. forse di smettere di scrivere, ma la sua non e` la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. jasper gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia. gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di mr gwyn. alessandro baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. muove due formidabili personaggi che a meta` romanzo si passano il testimone, e se a mr gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza.
"le sette fashion mass icons qui indagate sembrano esemplificare alcuni punti chiave dell`estetica del modernismo e insieme le prime attestazioni vestimentarie o comportamentali di idee della moda che ancor oggi tornano ciclicamente. l`icona e` cle`o de me`rode, la ballerina francese che sperimenta in modo aurorale cosa significa essere uno stereotipo visivo popolare di massa imprigionato in un cliche` da riprodurre come merce. la poesia e` charles baudelaire, l`interprete speciale della monocromia luttuosa del nero, il soggetto tra i piu` celebri dell`obiettivo fotografico dell`amico nadar. la danza e` vaslav nijinsky, l`angelo volante dei balletti russi immortalato da sir adolf de meyer. il post-colonialismo e` nancy cunard, la scrittrice ribelle e anticonformista che porta nell`arte e nella vita il credo dei negrophiles, e che si fa fotografare da man ray con i bracciali-feticcio africani che le ricoprono le lunghe e magre braccia. il gender-crossing di annemarie schwarzenbach, la piccola svizzera che tramite la fotografia di reportage cerca un posto nel mondo, ma che sa anche usare la fotografia per concedersi in immagini indimenticabilmente chic. il conformismo e` d`annunzio, lo scrittore e poeta che combatte con versi e imprese la mediocrita` borghese e la banalita` del normale, che crea vesti magiche e immaginifiche per le sue ospiti notturne, ma che nel suo personale guardaroba del vittoriale non rinuncia all`eleganza snob dettata dalla moda delle e`lite cui vuole appartenere".

fin dagli inizi della sua attivita` di studioso alfred mann ha indagato il problema della divaricazione tra teoria e pratica che dalla fine del `700 in poi e` andata sempre piu` accentuandosi, soprattutto nell`insegnamento della musica. secondo mann tale scissione nasce all`inizio dell`800 con la standardizzazione dei percorsi didattici per i musicisti, quando l`insegnamento della teoria assume una dimensione nettamente specialistica, separata dall`attivita` di chi fa la musica. questa nuova organizzazione produsse una rapidissima obsolescenza del metodo tradizionale di trasmissione del mestiere per addestramento diretto da musicista ad apprendista, basato fin dall`inizio sulla pratica, e fini` per produrre una frattura tra pratica creativa e insegnamento, laddove in precedenza, ricorda mann, "gli ambiti dell`insegnante e del compositore, del pensiero didattico e di quello creativo, erano uniti e non contrapposti". la conseguenza fu la nascita di una `forma` idealizzata di `fuga di scuola`, governata da regole precise, che divenne materia d`esame nei conservatori restando completamente scissa dalla vera pratica compositiva sia dei secoli precedenti sia di quello coevo. attraverso la prospettiva storica, che mann sviluppa in questo saggio, diviene chiaro che il significato del termine `fuga`, come quello di `forma-sonata` e di `concerto`, cambia secondo le epoche, e che non riusciamo a capirlo se parliamo della `vera fuga`.

"in questa storia la guerra e vista, per cosi dire, dalla parte dei morti, che non hanno conti da rendere e posizioni da sostenere; percio il libro, per quanto possibile, non rispecchia passioni o impegni contingenti: il suo significato prorompe direttamente dai fatti vissuti e narrati." partendo dalla propria esperienza personale e raccontando la partecipazione della divisione alpina julia alla seconda guerra mondiale - dalla campagna d?albania alla ritirata di russia - l?autore costruisce un?opera narrativa di straordinario valore, che esalta il senso della dignita dell?uomo nonostante la tragedia della guerra. protagonisti della vicenda non sono singoli individui ma l?azione corale dell?intera divisione, tanto che l?autore stesso preferisce mimetizzarsi dietro il nome inventato di italo serri piuttosto che narrare in prima persona. pubblicato nel 1963, centomila gavette di ghiaccio ebbe subito uno straordinario successo, ottenendo, l?anno successivo, il prestigioso premio bancarella. giulio bedeschi (arzignano 1915-verona 1990) alpino, medico e scrittore, cosi amava definirsi. ufficiale medico della "julia" visse la tragedia dell?armir che racconto in centomila gavette di ghiaccio, il suo libro piu celebre. nel 1966 pubblica il peso dello zaino nel quale affronta le vicende dei reduci dopo l?8 settembre 1943. tra il 1972 e il 1984 scrive due romanzi: la rivolta di abele e la mia erba e sul don. per mursia ha raccolto e curato la pubblicazione delle memorie dei soldati italiani sui fronti della seconda guerra mondiale nella serie "c?ero anch?io" nella collana "testimonianze fra cronaca e storia". tutte le opere di bedeschi sono edite da mursia.

chi sa rispondere: tigre, scimmia o drago invece dei piu` consueti: pesci, leone, bilancia, alla domanda: e tu di che segno sei? eppure gradualmente i nostri orizzonti si allargano, gli affari si spostano di continente, le culture si confrontano. potremmo percio` provare a rovesciare per gioco anche il nostro modo di sondare l`imponderabile e guardare all`asia. solitamente ci si fa trarre l`oroscopo per cercar di sapere come affrontare il futuro conoscendone gia` gli orientamenti e muoversi a carpire dagli eventi tutto il profitto possibile per se` e i propri cari. c`e` pero` un altro, apparentemente piu` nobile, motivo; quando con l`indagine si ricercano informazioni non tanto sul da farsi, ma piuttosto sulla propria natura per scoprire chi siamo. dimentichi dell`imperativo eleusino che esorta a ricercare la verita` direttamente dentro di se`, `gnothi seauton`, si tende a interrogare piuttosto gli astri e le costellazioni dello zodiaco. non e` che in oriente sia molto diverso. cambiano alcuni punti di riferimento, ma l`aspirazione e`, piu` o meno, la stessa e, entrati ormai nel "secolo dell`asia", forse e` meglio premunirsi. di qui la decisione di fornire un micro manuale serio, ma non troppo, di uso generale e pronto intervento, illustrato con le raffinate, disincantate e divertenti immagini di andreina parpajola, nonche` munito di qualche indicazione per rintracciare la propria condizione in qualsiasi anno si sia nati, o si potra` esserlo per quelli ancora a venire.

gaia convento bruni e` una donna con le idee chiare. si e` creata una sorta di mondo perfetto dove gestisce con mano ferma marito e figlio e il ruolo della famiglia in paese. si ritiene una persona di buon senso e non si ferma di fronte a nulla pur di evitare che qualcosa possa turbare la quiete della sua esistenza. quando scopre che il marito vuole lasciarla per un`altra, gaia non si dispera ma reagisce per salvare il suo matrimonio. non tanto perche` ami alla follia il marito, ma perche` nella sua visione del mondo la separazione non e` ammessa. i progetti di vita reali sono stritolati dalle convenzioni e le persone cercano alternative nella doppiezza, nel replicare clandestinamente affetti e relazioni per reggere la condanna a un`ineluttabile infelicita`. gaia ne e` consapevole ed e` convinta che imporre il suo modello sia l`unica maniera per salvare le persone che ama. il problema e` che gaia non fa sconti e soprattutto non si rende conto di essere circondata da vittime, anche se non del tutto innocenti. famiglia, amiche e amici. e amanti. questo e` il mondo che gaia riunisce nel suo giardino per testimoniare al paese la perfezione del suo modello.

il dramma del protagonista, il pittore claude lantier, e` quello - scrive lanfranco binni nell`introduzione - "del rapporto con il proprio lavoro, con la durezza della materia; e` lo stesso dramma del lavoro-passione e del lavoro-fatica che zola medesimo prova quotidianamente. "l`opera" infatti non e` un romanzo autobiografico soltanto per l`ambiente che accuratamente descrive, l`ambiente piu` direttamente conosciuto da zola; e` un romanzo autobiografico soprattutto perche` testimonia l`atteggiamento dello stesso zola nei confronti del proprio lavoro letterario, ed e` proprio per questa ragione un romanzo di centrale importanza per conoscere la sua concezione del mondo e la sua poetica".

jacques-alain miller rappresenta un punto di riferimento per chiunque intenda accostarsi allo studio e alla comprensione del pensiero di jacques lacan, e fu designato da lacan stesso come l`esecutore testamentario delle sue opere, pubblicate e tradotte in tutto il mondo. quella di miller e` un`opera metodica e sistematica, capace di rendere piu` accessibile l`insegnamento del maestro francese e di sciogliere la complessita` delle sue contorsioni, senza peraltro inciampare in sterili semplificazioni. in questo volume si coglie lo sforzo di comprensione che miller compie per giungere a trasmettere a noi che leggiamo i punti di difficolta`, le impasse di fronte alle quali lacan stesso si e` trovato nell`estrarre dalla clinica una nuova logica, appoggiandosi ora alla scrittura cinese, ora alla matematica, ora alla topologia, al fine di cogliere al di la` del linguaggio, o quanto meno circoscrivere, quel punto insondabile, oscuro che abita l`essere parlante e che l`interpretazione classica non puo` raggiungere.

una giovane istitutrice cui e` affidata la cura di due bambini; una governante dall`aspetto bonario; una grande casa immersa nella campagna inglese in un immenso parco: due misteriose e silenziosissime presenze. questa e` l`ambientazione del racconto di henry james "giro di vite", caratterizzato da una strategia testuale e narrativa che anticipa i procedimenti del romanzo del novecento.

poche volte il titolo di un romanzo riesce a rendere con tanta efficacia l`intrinseca conflittualita` delle tematiche che vi si dipanano. il treno nella stanza: percorso e attesa, blocco e fuga, piani opposti e inconciliabili, ma ugualmente coesistenti e contemporanei, che caratterizzano la vita del protagonista della vicenda, ma che certamente vanno allargati alla condizione in genere della vita umana. l`autore riattraversa con la tecnica del flash-back il suo cammino, la sua formazione, rivedendo quelle che sono state le coordinate piu` incisive del proprio essere, sempre alla ricerca di una risposta che sfugge, ma che, proprio perche` e` inafferrabile, diventa tanto piu` incalzante. sogno e realta` si sovrappongono e si contrappongono. il senso della limitatezza, scandito da quella stanza: i due tavoli, la sedia ed altre poche suppellettili per l`arredo danno il senso del confine della vita, ma in quella stessa stanza penetra un fascio di luce solare che filtra attraverso le fessure di un`imposta, quasi a voler rompere la compattezza del buio. i rumori dell`ambiente esterno procedono quasi di pari passo con gli impulsi piu` improvvisi, e sono proprio quegli stessi rumori che riportano il protagonista alla sensazione del sopraggiungere di un treno. il treno, quindi, come fluire rapido del tempo a cui il protagonista vuole dare un senso, un significato, una collocazione scandita. traspare questa tensione a mettersi alla prova, a volte solo il bisogno di colmare un vuoto e magari autoassolversi. ma da cosa?

franco loi, superato il traguardo degli ottant`anni, rivive il profondo legame con la sua citta`, milano, e con un`italia in crisi, con la consapevolezza del disagio dell`uomo contemporaneo ma anche con una indistruttibile speranza nel futuro: "ah italia scunda, che nissun po` ve`d, / italia che laura e se despera, / italia sensa gloria e sensa me`d, / te`ra d`un diu scundu sensa paura, / mi te cunussi e cerchi el giuss del cre`d / che te`gn inse`ma i gent denter la scura. (ah italia nascosta, che nessuno puo` vedere, / italia che lavora e si dispera, / italia senza gloria e senza possedimenti, / terra d`un dio nascosto senza paura, / io ti conosco e cerco il succo del credere / che tiene insieme le genti dentro l`oscurita`)".

negli ultimi anni l`interesse verso il fenomeno delle crisi d`impresa si e` acuito a seguito della crescente frequenza di casi di insolvenza e di indebolimento della capacita` di sopravvivenza di numerose imprese. questo contributo affronta il tema delle crisi cercando di fornire un modello concettuale utile alla comprensione, alla diagnosi ed alla prognosi delle situazioni di crisi aziendali, qualificate come situazioni di squilibrio della formula strategica. un secondo obiettivo dello studio e` proporre un inquadramento delle principali tecniche di previsione delle insolvenze e delle crisi aziendali, al fine di metterne in luce potenzialita` e limiti applicativi. un ulteriore scopo del lavoro e` quello di prendere in rassegna le procedure giuridiche di risanamento attualmente rese disponibili dall`impianto normativo italiano. il lavoro si chiude con una rassegna di esperienze e di casi d`imprese sottoposte a procedure concorsuali. il testo si rivolge a studenti iscritti a corsi di laurea o di specializzazione di materie economiche e manageriali, a consulenti e professionisti chiamati a fronteggiare situazioni di crisi ed avviare procedure di risanamento, oltre che a imprenditori e manager direttamente o indirettamente coinvolti in situazioni di crisi.

un matrimonio finisce, per henry miller. un nuovo matrimonio inizia, per henry miller: e` quello con la sensuale, misteriosa ballerina mona (o june? anche il nome sfugge a ogni possesso). grande protagonista letterario della rivoluzione sessuale, miller in questo romanzo abbandona ogni freno e ci narra gli incontri ardenti e tumultuosi con le molteplici donne della sua vita, nella cornice di una societa` americana messa provocatoriamente a nudo. un romanzo dove il sesso serve a contestualizzare riflessioni filosofiche e psicologiche, una pietra dello scandalo messa al bando per quindici anni negli usa, dove il libro fu pubblicato solo nel 1965.

l`anno e` il 1939: henry miller, scrittore maledetto e amatissimo, torna negli stati uniti dopo un decennale "esilio" francese. il suo intento e` andare alle radici dell`americanita`, nella cultura e nella natura - maestosa, materna e feroce, commovente nel suo abbraccio onnicomprensivo. il suo fu un grande viaggio che lo porto` a incontrarsi e scontrarsi con un campionario di esseri umani vasto come gli stati uniti stessi. in questo libro miller ci racconta come erano gli usa negli anni quaranta, facendoci scoprire che per molti aspetti non erano tanto diversi dalla superpotenza che ancora oggi ben conosciamo: grandi affari e umane piccolezze, mass media che addormentano e incitano, inquinamento fuori controllo ma anche possibilita` di lavorare duramente costruendo il proprio sogno. un paese divenuto un "incubo ad aria condizionata" in cui uomo e natura non hanno piu` molto da dirsi ma continuano a convivere in un matrimonio indissolubile.



"ecco il tempo degli assassini" e` il rintocco che chiude mattinata d`ebbrezza nelle "illuminazioni" di rimbaud. ed e` la frase che intitola, con una polivalenza di significati, della quale rimbaud e` solo in parte responsabile, questo saggio scritto da miller per il centenario della nascita del poeta. la normale richiesta del lettore di cose critiche, quella di imparare a leggere meglio un artista, vi e` notevolmente soddisfatta: in queste pagine si vede, raffigurato con spavalda icastica, a volte anche settaria, chi sia stato rimbaud, per quale vocazione e destino per quale intreccio di circostanze personali e concause legate al suo tempo egli abbia dovuto scrivere cio` che ha scritto." (giacomo debenedetti)

il presente volume ripropone un saggio uscito vent`anni fa, approfittando della ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di d`annunzio, costruito sull`intento di rivendicare l`importanza del tutto primaria che narrativa e teatro hanno avuto nell`opera del vate, non secondari alla produzione in versi. una vana e inutile disputa tra i vari generi si supera riconoscendo che c`e` in lui una emissione primaria non ancora caratterizzata nell`un senso o nell`altro. all`inizio di tutto si riscontra una indifferenziata onda energetica, quasi il big bang dell`astrofisica, che d`annunzio e` pronto a modulare a seconda dell`estro e delle esigenze del momento, salvo poi rituffarsi, come atto finale, nel notturno, ritrovando lo scorrimento omogeneo e lineare di partenza. in secondo luogo, il ricorso smodato di d`annunzio al piacere dei sensi e agli amori a ripetizione va collegato al grande insegnamento freudiano che ci invita a recuperare cariche energetiche dal polo dell`eros, fonte continua di innovazione e di creativita`. infine, anche l`ostinato impegno dannunziano sui temi della politica ha consonanze del tutto attuali, perfino interpretabili in termini positivi, come ha dimostrato l`impresa fiumana, un`operazione non certo priva di ambiguita` e di ombre, in cui pero` la migliore critica recente ha intravisto un presentimento della successiva rivoluzione del 1968.

carlo, re dei franchi, ha ripudiato ermengarda, figlia di desiderio, re dei longobardi. ermengarda torna dal padre e chiede di potersi chiudere in convento per trovare conforto nella preghiera. un messo di carlo intima a desiderio di restituire le terre tolte al pontefice. il re risponde sdegnosamente e la guerra e` dichiarata. alcuni duchi longobardi sono pronti a tradire. nel campo dei franchi giunge il diacono martino a rivelare l`esistenza di un valico che permette a carlo di prendere di sorpresa i longobardi. adelchi si difende strenuamente; intanto ermengarda, muore in convento a brescia. un traditore apre ai franchi le porte di pavia, ultimo rifugio dei longobardi. giunge, morente, adelchi che ha deciso di combattere fino all`ultimo.

nell`arco della sua lunga esistenza, goethe ha scritto oltre duemila poesie: uno sguardo retrospettivo su quest`opera sterminata puo` suscitare un senso di sgomento anche nel lettore piu` accorto, e poteva quindi essere azzardata l`idea di selezionare cento poesie per celebrarne il duecentocinquantesimo anniversario della nascita. la scelta compiuta dal curatore appare convincente poiche` riesce a condurre il lettore nella estrema molteplicita` di stili, temi e modalita` della lirica goethiana.

dai tempi di descartes, le scienze dimostrative sono ritenute il regno della razionalita`, mentre tutto cio` che non e` dimostrabile viene relegato nell`ambito dell`irrazionale. cosi` l`etica, la sociologia, il diritto, la psicologia, la retorica sono rimaste escluse dalla logica in senso stretto. la teoria dell`argomentazione si propone di reintrodurre la razionalita` nelle scienze dell`uomo che operano con mezzi di prova non dimostrativi. i problemi connessi con l`argomentazione interessano varie discipline: dalla letteratura alla sociologia, dal diritto e alla psicologia. la teoria dell`argomentazione li affronta da un proprio punto di vista come logica delle scienze non dimostrative. con una prefazione di norberto bobbio.

erri e paolo sono entrambi napoletani. sono diventati amici. anche se paolo vive e lavora in california. erri comincia a scrivere, e paolo risponde. ne nasce una sequenza di missive in cui si parla di dna, di orologio circadiano, di olfatto, dei ritmi che cadenzano le risposte del corpo e della psiche alle sollecitazioni ambientali, e piu` in generale all`universo. gli studi di paolo sassone-corsi hanno a che fare, per l`appunto, con i geni clock che producono proteine all`interno di ogni cellula, accendendo risposte cicliche che governano le nostre funzioni fisiologiche. de luca interroga, sollecita, provoca l`amico lontano. sassone-corsi cerca sintonie, spiega, si sottrae alla condizione segregata e oscura dello scienziato. con leggerezza il clima fraterno del carteggio prende la forma di un`avventura dello spirito, erri e paolo sanno entrambi che la nettezza di certe risposte scientifiche corre accanto a un mistero che e` ragione del sapere ma anche condizione umana. "perche` siamo qui?" e` pur sempre la domanda e la risposta che poesia e scienza continuano a condividere.

il volume racconta il confronto tra la politica costantiniana, la tradizione imperiale romana e le grandi tradizioni religiose mediterranee. nel tessuto della citta` antica a lungo le appartenenze religiose si erano sovrapposte e intrecciate, con scambi fecondi e convergenze inattese. vi prendevano parte piena anche i fedeli cristiani, sempre piu` numerosi. quando sanci` la pace religiosa, costantino scelse il dio cristiano come protettore dell`impero e garante della coesione sociale. non volle sottomettergli a forza gli altri culti e fedi poiche` pensava che nella concordia e nel tempo tutti si sarebbero convinti della sua verita`. governo` i culti tramite la legge e cerco` netti confini nella dottrina e nella pratica tra le diverse comunita` religiose. il suo progetto fu in parte assecondato e in parte contrastato da cristiani, pagani ed ebrei. del precario equilibrio di antico e di nuovo realizzato in quei decenni restano testimonianze evidenti nelle immagini auliche e di uso comune negli interventi urbanistici e architettonici dell`imperatore a roma, costantinopoli e gerusalemme. il mondo costantiniano duro` poche generazioni. l`esigenza delle autorita` cristiane di definire in modo certo l`appartenenza dei fedeli, la loro volonta` di affermare la propria liberta` dal rapporto imperiale e la mancanza di imperatori della levatura politica e culturale di costantino, in grado di governare la complessita` religiosa, ne causarono la fine.


il libro si compone di cinque parti, dedicate rispettivamente al padre della gestalt - fritz perls -, alla prassi, alla teoria, alla trasmissione e alla spiritualita` della gestalt. di grande ispirazione quest`ultima, in cui naranjo porta alla luce la trama nascosta di quelle che definisce "filosofia implicita" e "spiritualita` implicita" della gestalt: filosofia e spiritualita` vissute nella pratica, piu` che concettualizzate, e che i contemporanei di perls non riconobbero facilmente. perls ne emerge come spirito fortemente `dionisiaco`, naturalmente portato a spingersi oltre i limiti del conosciuto e a rompere le forme prestabilite, e la gestalt come forza potenzialmente dirompente e innovatrice, ma al tempo stesso come consapevolezza del `qui e ora`, e dunque lucidita`, attenzione, `spirito apollineo`. e in questa sintesi tra forze opposte che naranjo individua la vera essenza della gestalt, non una semplice tecnica terapeutica che `funziona`, ma una via di realizzazione implicitamente spirituale, che permette all`essere umano di sollevarsi dal cieco mondo passionale alla condizione aperta della coscienza pura.

il volume, che si giova dei contributi di svariati studiosi, e` diviso in tre parti. nella prima (teoria) si analizza la relazione tra esperienze traumatiche e sviluppo dei sistemi cognitivi, affettivi, rappresentazionali e relazionali del se`, e vengono sottolineati gli effetti negativi del trauma sui principali parametri della salute psichica, nonche` sullo sviluppo dei centri neuronali implicati nella regolazione affettiva. nella seconda parte (ricerca) vengono presentati studi originali, di natura teorica ed empirica, sulla complessa relazione che intercorre tra qualita` delle esperienze di attaccamento e sviluppi traumatici. nella terza parte, infine (clinica), emerge la linea portante del volume: la rottura, nell`individuo, della rappresentazione di se` e del proprio rapporto col mondo, tipica del trauma, viene messa in rapporto con un deficit nelle capacita` di mentalizzare i vissuti emotivi. in ragione di tale deficit, gli autori sostengono la necessita` che il trattamento delle sindromi post-traumatiche sia orientato a incrementare la mentalizzazione, sviluppare le capacita` di identificazione ed esplorazione delle emozioni, lavorare sugli stati mentali attuali e sviluppare la capacita` di abitare il proprio corpo. prefazione di philip m. bromberg.
il lankavatara sutra ha antichi legami con lo zen, che risalgono al giorno in cui bodhidharma ne consegno` una copia al suo discepolo hui-k`o, dicendogli che conteneva tutto quel che aveva bisogno di sapere. cosi` "l`insegnamento al di la` delle parole" trovo` la sua scrittura, che godette nel tempo di una fortuna continua. questa e` la prima traduzione condotta sulla versione cinese di gunabhadra, con un ricco apparato di note che aiutano a comprendere questo importantissimo sutra della scuola yogacara.

che l`arte sia un piacere e` un`idea cosi` lontana dalle piu` recenti manifestazioni e tanto poco dichiarata da non essere oggi nemmeno pensata. questo saggio pone in primo piano il piacere da ricercare nelle quattro arti visive -la pittura, la scultura, l`architettura e il design- cominciando a proporsi come una guida per la loro conoscenza. renato de fusco e` professore di storia dell`architettura all`universita` di napoli. dal 1964 dirige la rivista "op. cit." di selezione della critica d`arte contemporanea.

dopo aver brevemente ripercorso la storia della filosofia della religione, italo mancini organizza la sua trattazione secondo i seguenti capitoli: forme spurie, la forma pura, ermeneutica o strutturalismo, l`essenza della religione, la fede come evento, teoria della parola di dio, teoria degli eventi fondatori, il principio della creazione, quale fondamento, l`utopia della filosofia della religione. riproduzione a richiesta dell`edizione: marietti, 1991 (filosofia 19) isbn 88-211-8623-7

passo passo, a poco a poco, dal piu` piccolo al piu` grosso, la formica, il ragno, la lumaca, il camaleonte, lo scoiattolo, il ratto, l`ermellino, il riccio, il kiwi, il coniglio, il suricato, l`armadillo, il castoro, il varano di komodo, il fennec, la lontra, il koala, il tasso, il lemure, il gatto, la gallina e il gallo, la volpe, lo scimpanze`, la pecora, il cane (bracco), la capra, l`otaria, la tartaruga, il formichiere gigante, la gazzella, la pantera, la iena, il lupo, il maiale, il leone, il cinghiale, l`orango, il lama, il pinguino imperatore, l`orso, lo gnu, il canguro, il gorilla, il toro e la mucca, l`antilope, l`orso polare, l`asino, il cervo e il cerbiatto, l`ippopotamo, il cavallo e la giumenta, il bisonte, lo struzzo, il rinoceronte, il dromedario, l`elefante, la giraffa avanzano in fila per due... ma dove vanno? eta` di lettura: da 3 anni.

le lettere e gli articoli di cento specie di amori raccontano il tempo di grazia trascorso da padre alberto in cambogia, dal 2001 al 2011. la sua missione e` a prey veng, piccolo capoluogo di provincia, 100 km a est della capitale phnom penh, sulla via che porta verso il vietnam del sud. padre alberto comincia da zero perche` nessun prete cattolico ha abitato prima in quella citta` e nessuno lo attende, se non un manipolo di cristiani, quasi tutti di origine vietnamita. ciononostante accoglie la destinazione con molto entusiasmo e impegno, quasi come chi raggiunge un punto di non ritorno ed e` chiamato a giocarsi tutto. questa condizione genera in lui la volonta` di andare non oltre, ma verso l`evidenza povera delle cose, e fare in modo che la fede diventi sguardo nuovo, impulso conoscitivo, del mistero di dio e del mistero dell`uomo. i testi qui raccolti sono il frutto di . proprio lo stare a prey veng, senza strutture o tradizioni precedenti il suo arrivo, persuade padre alberto a obbedire alle limitazioni imposte dalla realta`, e lo porta a scoprire che quella stessa realta` non e` : e` molto di piu`.

in queste storie zen, raccolte e narrate dal maestro taisen deshimaru (alcune di esse risalgono a duemilaseicento anni fa), la straordinaria carica di umorismo e la potenza dello spirito fecondo dello zen trovano una perfetta esemplificazione. perche`, senza dubbio, ciascuna di esse ci apre una porta e racconta un modo di vedere la realta`. la storia e la leggenda qui sfociano in una verita` profonda e racchiudono un significato eterno. dice un proverbio zen che, quando ci viene indicata la luna, dobbiamo guardare quest`ultima e non il dito che ce la mostra: ecco un buon metodo da seguire anche nella lettura di questo libro.

tutto avviene e si consuma nel corso di una sola giornata e, come spesso accade nell`opera della scrittrice, il fulcro intorno a cui si snoda la vicenda e ruotano i personaggi ha le apparenze di un banale evento quotidiano. clarissa dalloway, protagonista del romanzo, e` intenta ai preparativi di una festa che offrira` in serata agli amici. l`altro polo narrativo e` il giovane septimus warren smith, reduce di guerra, che un graduale rifiuto del mondo poi degenerato in follia condurra` al suicidio poche ore prima della festa di clarissa. la notizia della morte di septimus giunge alla protagonista proprio nel corso della festa, che diventa cosi` la scena in cui la rappresentazione apparentemente anodina trova senso e suggello.

questo libro vuole ricordare e tramandare le ricette di una cucina povera e semplice; i medicamenti ingenui ma efficaci sperimentati dai nostri vecchi che confidavano nelle capacita` terapeutiche di erbe ed arbusti per sanare i tanti malanni; le costumanze del tempo tramandate con intelligenza e caparbieta`; i proverbi che rispecchiavano ed ancora rispecchiano l`andamento della vita. la ricerca e` stata attuata attraverso interviste con le persone anziane, affinche` il passato non venga dimenticato e possa ancora essere di insegnamento.

e possibile per una giovane donna diventare l`erede di una storia e di una famiglia tutta al maschile? si`, se si e` "inclini all`amore" e se si possiede l`arte del racconto, l`arte di avvincere con le parole. parole che restituiscono un secolo, il novecento, nelle sue trasformazioni, nelle sue euforie e nelle sue tragedie. si comincia con milovan, il nonno di arianna, che sul finire dell`ottocento insieme ad altri cinque compagni parte da un piccolo paese sperduto del montenegro per andare a fare fortuna prima in europa e poi in america. di questo viaggio milovan sara` protagonista ma anche narratore, educando all`arte affabulatoria il figlio vladimir (il futuro padre di arianna) che a dodici anni, a seguito dell`occupazione tedesca e italiana, entra nelle forze partigiane di tito per seguire il suo personale dio, il fratello mihailo. a vladimir verra` amputato un braccio per lo scoppio di una granata, ma alla fine della guerra ritrovera` l`amore e scoprira` la poesia, di cui diventera` uno splendido interprete. nella jugoslavia socialista, con i suoi riti e le sue stravaganze, nasce la primogenita di vladimir, arianna. e quello tra il padre poeta e la figlia appassionata di libri sara` un amore smisurato, divertente, pieno di magia. cresciuta, arianna si innamora di un giovane architetto, figlio di un generale del controspionaggio. sara` grazie alle indagini di quest`ultimo che arianna scoprira` un terribile segreto che il padre le ha tenuto nascosto...


"il 9 gennaio 1993 jean-claude romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. l`inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor piu` difficile da credere, che non era nient`altro. da diciott`anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. e stato condannato all`ergastolo. sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. di immaginare che cosa passasse per la testa di quell`uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un`autostrada o nei boschi del giura. di capire, infine, che cosa, in un`esperienza umana tanto estrema, mi abbia cosi` profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (emmanuel carre`re)


a roma, in una societa` agitata da una lotta continua e spesso subdola che non faceva alcun conto dei sentimenti "l` amicitia" era anche un`arma politica, non solo un sentimento basato sulla simpatia reciproca. nato insieme alle altre grandi opere filosofiche durante il periodo di forzato ritiro dalla vita politica, il "de amicitia" e` il tentativo di cicerone di superare questo concetto utilitaristico per riscoprire un`amicizia fine a se stessa, fondata sulla "virtus" e quindi ancorata a valori etici e personali. emanuele narducci esplora nel saggio introduttivo il concetto di "amicitia" a roma e il significato profondo di quest`opera nell`insieme della produzione ciceroniana.

il cofanetto, oltre al libro, contiene un mazzo di quarantaquattro carte che rappresentano gli angeli suddivisi in base alla loro semplice schiera gerarchica. leggendo il libro il lettore stabilisce per prima cosa qual e` o quali sono gli aspetti della propria esistenza che desidera migliorare o nei quali ritiene di avere bisogno di una guida, di protezione e, in seguito, attraverso le carte, puo` instaurare i primi contatti con il proprio angelo custode. entrando poi in perfetta sintonia con quest`ultimo, potra` contare per sempre sulla sua illuminante presenza al proprio fianco.













macbeth e banquo, generali di duncan, re di scozia, incontrano tre streghe che salutano macbeth come futuro signore di cawdor e poi re, banquo come progenitore di re. lady macbeth spinge il marito ad uccidere duncan giunto nel loro castello, mentre i figli del re riescono a fuggire. nominato re, macbeth elimina banquo, dalla cui ombra sara` pero` perseguitato. interroga poi le streghe che gli profetizzano che non sara` mai vinto da "nato da donna" e che regnera` finche` la foresta di birnam non si muovera`. malcolm e macduff muovono contro macbeth che fa ucccidere la moglie e i figli di macduff. lady macbeth impazzisce e si uccide, il marito e` ucciso da macduff (tolto anzitempo dal ventre materno), mentre l`esercito avanza, coperto da rami e fronde.

"l`inferno del maggiore lager, del lager per antonomasia e` disegnato nella sua estensione e profondita`, le sue istallazioni descritte con rigore catastale, l`iter del detenuto minuziosamente tracciato, dalla sosta sulla banchina ferroviaria al forno crematorio. ma il passato e` solo una delle dimensioni dell`oratorio di weiss: l`altra, meno avvertibile per la sua stessa mobilita` e ambiguita`, e` quella del presente, del modo in cui quel passato e` rivissuto, atteggiato. all`evocazione dei fatti compiuta dagli scampati, corrispondono le interpretazioni, le prese di posizione degli imputati e di molti , che depongono a piede libero. questo aspetto dell`istruttoria, se anche meno emozionante, ha una forza di rivelazione, anzi di denuncia, stupefacente".














sospeso tra la tragedia e la commedia, tra il popolo e la nobilta`, questo nucleo originario del mito di don giovanni presenta gia` tutti i caratteri e le tematiche propri della letteratura da esso scaturita: tanto la sfida del coraggio e dell`esuberanza vitale agli ombrosi misteri della morte e della religione, quanto la rovinosa e definitiva sconfitta dell`orgoglio.

il "diario" di anna frank viene tradotto negli stati uniti nel 1952, dove e` accompagnato da una prefazione di eleanor roosevelt, vedova del presidente scomparso nel 1947. le entusiastiche accoglienze critiche spingono un uomo di teatro, meyer levin, a proporre a otto frank un adattamento teatrale. il padre di anna finisce per accettare proprio a seguito delle insistenze di eleanor, che lo convince dell`opportunita` di far conoscere il testo anche attraverso il teatro e il cinema. occorreranno tuttavia altri tre anni prima che il "diario" venga affidato alla penna di due drammaturghi, albert hackett e frances goodrich. un adattamento teatrale rappresentato ininterrotamente da quarant`anni sui palcoscenici di tutto il mondo.

racconta andre` gide che un giorno del maggio 1942, a marsiglia, mentre stava per imbarcarsi per la tunisia, ebbe un incontro con jean-louis barrault, che gli propose di ridurre per le scene "il processo" di kafka. sul momento, gide gli oppose una serie di obiezioni perche` le difficolta` dell`impresa erano per lui insormontabili. ma la proposta del grande attore-regista continuo` a far presa su di lui se e` vero che, tornato in patria nel 1945 decise di affrontare l`impresa con entusiasmo. nasceva cosi` uno spettacolo straordinario, che messo in scena il 10 ottobre 1947, non ha dominato soltanto quella stagione teatrale ma si e` imposto come modello di reinterpretazione teatrale di un testo letterario della complessita` e sottigliezza del capolavoro kafkiano.

il monologo di una donna di fronte ai giudici di un immaginario tribunale: un`autodifesa che diventa un forte atto d`accusa verso una societa` incapace d`ascolto; ma anche una riflessione sull`ambiguita` del linguaggio. scritta per il teatro, "la deposizione" si affida a una unica voce recitante: e` quella di una donna accusata di ben sette delitti, probabilmente immaginari. in questo testo tadini torna a imterrogarsi sulle contraddizioni e le violenze segrete che segnano il nostro tempo.

rifacendosi ad alcune situazioni caratteristiche del teatro comico, l`autore ci presenta un giudice laico di una citta` padana del cinquecento che, indagando imprudentemente in merito a un furto avvenuto in un luogo sacro, finira` per urtare gli interessi delle autorita` ecclesiastiche e provocarne la reazione. dovra` dunque vedersela con loro e anche con alcuni diavoli che, maliziosamente, gli trasformeranno la vecchia serva in una splendida maggiorata.

"quando cominciai a pensare alla gatta cenerentola pensai spontaneamente ad un melodramma: un melodramma nuovo e antico nello stesso tempo come nuove e antiche sono le favole nel momento in cui si raccontano. un melodramma come favola dove si canta per parlare e si parla per cantare o come favola di un melodramma dove tutti capiscono anche cio` che non si capisce solo a parole. e allora quali parole da rivestire di suoni o suoni da rivestire di parole magari senza parole? quelle di un modo di parlare diverso da quello usato per vendere carne in scatola e percio` quelle di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una una e le parole e le frasi sono le esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, di violenze fatte e subite allo stesso modo da tutti. quelle di un altro modo di parlare, non con la grammatica e il vocabolario, ma con gli oggetti del lavoro di tutti i giorni, con i gesti ripetuti dalle stesse persone per mille anni cosi` come nascere, fare l`amore, morire, nel senso di una gioia, di una paura, di una maledizione, di una fatica o di un gioco come il sole e la luna fanno, hanno fatto e faranno".







