
nel tentativo di dare struttura e senso alla massa informe dell`universo, i pensatori dell`india piu` antica, i ritualisti del periodo vedico, si sono instancabilmente adoperati a tessere una prodigiosa ragnatela di connessioni e corrispondenze. il telaio usato per intrecciare il delicato arazzo di cio` che chiamiamo realta` era la grandiosa macchina del sacrificio, che aveva come punto focale la messa a morte di una vittima animale o vegetale. e filo conduttore di questa nuova raccolta di saggi di uno dei piu` acuti interpreti del pensiero vedico e` lo stesso dio della morte, yama (vale a dire "costrizione"): figlio del sole, ha una sorella gemella, yami, la quale gli corrisponde amorosamente come la terra corrisponde al cielo, in un rapporto che costituisce il modello indiano delle relazioni tra fratelli e sorelle. benche` immortale in quanto dio, yama fu il primo a sperimentare la morte, e a tracciare cosi` il cammino verso l`aldila`, quel regno dei mani o dei padri, moltitudine senza piu` volto, cui gli antenati accedono attraverso il rituale dello "sradda", che sancisce l`allontanamento dal mondo dei vivi mediante la dispersione dei resti e la consegna all`oblio dei loro nomi.

il volume presenta i testi postumi di schopenhauer del periodo successivo alla pubblicazione del "mondo come volonta` e rappresentazione". si tratta di riflessioni, aforismi, appunti e abbozzi riuniti in cinque "libri" che testimoniano come la vena filosofica e letteraria del giovane filosofo non si fosse esaurita dopo la pubblicazione della sua opera piu` conosciuta.

marc fumaroli, storico ma anche arguto chroniqueur, traccia della polemica che contrappose antichi e moderni a partire dal seicento un`immagine viva e articolata, dando conto non soltanto del dibattito culturale attorno alla lingua, la poesia, il teatro, la scienza, l`arte, la musica, ma anche dei complessi legami che s`intrecciavano tra i letterati di entrambi i partiti, fra questi e la societa` mondana del tempo, fra questi e il potere politico.

un`autobiografia in cui tutto il mondo politico e religioso del quattrocento e tutta la vita dell`epoca risorgono e si trasformano con l`evolversi di vicende intricate, attraversate da un testimone-attore che compone la sua vita come un`opera d`arte e al tempo stesso come un disegno della provvidenza. fu uomo curioso di ogni aspetto della vita, pronto a coglierne i tratti essenziali per proseguire sulla lunga via che lo condusse a un glorioso e drammatico pontificato. intrighi di corte, di curia e di concilio, guerre, personaggi illustri o ignoti, vizi e perfidie dei potenti: tutto viene registrato con lo stesso acume. una delle manifestazioni piu` piene del rinascimento italiano proposta nella versione integrale basata sul codice dell`ultima stesura.

le lettere comprese in questo volume dell`"epistolario" di nietzsche illuminano un periodo della sua vita tanto fecondo quanto drammatico. dopo le dimissioni dall`universita` di basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di "fugitivus errans" verso il sud, nella ricerca ossessiva della "luminosita` di un cielo sereno", la sola condizione climatica in cui egli sembra poter vivere e lavorare. ma tra il 1880 e il 1881 domina un`atroce sofferenza fisica: nietzsche si sente "come un animale alla tortura", sottoposto a una tensione quasi insostenibile.

segreta e appartata, cristina campo scomparve nel 1977, nel silenzio quasi generale di una societa` letteraria che non era ancora in grado di capirla. oggi critici e pubblico sembrano averla riscoperta, e la sua parabola esistenziale sommessa ma decisiva impone qualcosa di piu`, che vada al di la` dei frettolosi stereotipi. questa biografia, ricca anche di immagini, raccoglie le poche testimonianze edite e le moltissime inedite e sorprendenti - tratte da lettere, testimonianze e dal preziosissimo e finora sconosciuto diario del padre - sulla piu` misteriosa delle scrittrici italiane.

a quattro anni samhita arni imparo` a leggere e si trovo` fra le mani alcune tra le innumerevoli versioni del "mahabharata", l`immenso epos i cui personaggi sono da secoli noti a tutti gli indiani come gli eroi dell`"iliade" e dell` "odissea" presso di noi. a sette anni era talmente appassionata di quelle storie che inizio` a dettarne una sua versione alla nonna, rovesciando il normale corso delle cose. nel frattempo aveva anche cominciato a illustrare il suo racconto. eta` di lettura: da 9 anni.

unico plausibile parallelo a jane austen, ivy compton-burnett (1892-1969) passo` una vita in apparenza priva di eventi, a londra, mentre intorno a lei si accumulavano le catastrofi della storia. ma non di esse parlano i suoi romanzi, che sono tutti contrappunti su un altro genere di catastrofi: quelle che avvengono ogni giorno in qualsiasi interno borghese. e quale migliore occasione di nefandezze di un`eredita`? soldi, sesso e famiglia: una miscela, la piu` esplosiva, che non manchera` di agire.

un libro, nato dall`"affetto per le vecchie memorie napoletane", che ci aiuta a capire napoli e le sue disparate vicende.

da qualunque cosa fuggisse, andrea severi, e qualunque cosa andasse a cercare in grecia, adesso che, nell`ovattato, inquietante silenzio di una clinica svizzera passa le notti a scrivere, tentando con una sorta di accanimento febbrile di ricostruire il racconto di quel viaggio per poter ritrovare in esso un filo logico e rassicurante, gli eventi di quelle settimane gli appaiono, a mano a mano che procede nella narrazione, come un`oscura sequenza di segni il cui senso rimane del tutto indecifrabile. attraverso il suo racconto il lettore scoprira` come quello che gli era sembrato all`inizio un piacevole incontro con una donna bella e le sue tre figlie, si sia trasformato in una sorta di incubo, in una trappola.

lo "gnomone" di cui si parla in questo libro non e` quello stilo, piu` o meno monumentale, la cui ombra indica l`ora solare, ma un semplice strumento matematico: una figura geometrica, piana o solida, che aggiunta a un`altra ne genera una simile. si tratta quindi di una tecnica, ampiamente diffusa nell`antichita`, atta a ingrandire o rimpicciolire una forma conservandone l`aspetto. lo gnomone non aveva solo importanza geometrica. dalla semplice operazione di correzione "gnomonica" di una figura sono dipesi infatti la stessa nozione di numero, la definizione di vari concetti dell`analisi e alcuni tra i principali algoritmi numerici e algebrici della matematica.

una meticolosa ricognizione romanzesca di quella vasta terra dove i rapporti amorosi si fondano sulla tortura non meno che sul piacere.

racconti spesso molto brevi, dedicati a un qualche "caso" della vita quotidiana nella funesta regione dei lager della kolyma: un`occasione di abbruttimento, depravazione, assurdita`, barbarie, abiezione, pieta`, solidarieta`, coraggio, lotta per la sopravvivenza, resa, morte; una qualsiasi delle occasioni che hanno segnato il destino di milioni di esseri umani (decine di milioni: non conosceremo mai il loro numero) nella russia sovietica. nulla riscatta l`orrore di questo macabro mondo, neanche la natura, che con la sua asprezza sembra allearsi con gli aguzzini per facilitarne il compito, una natura maligna che ruba le ultime briciole di umanita`. eppure a quella natura salamov sa dare anima in subitanei, velocissimi squarci visionari, e la cosa crudele che circonda i prigionieri prende vita e testimonia di una lotta tra forze primordiali in cui l`uomo e` soltanto timida comparsa. ognuno, dopo aver letto questo libro, sperimentera` la morbosa ossessione del pane che ispira le cronache dei campi di concentramento. ma si chiedera` anche perplesso da dove, da chi venga a salamov quella tenera ironia che a tratti illumina l`universo torturante che gli diede in sorte la storia. "i racconti della kolyma" apparvero per la prima volta in volume nel 1978 in occidente e nel 1992 in russia.

concepito insieme a "medioevo fantastico", "risvegli e prodigi" completa in prospettiva temporale la straordinaria ricerca di baltrusaitis sui temi del mostruoso, del grottesco, del demoniaco, del fantastico e la loro raffigurazione nell`eta` di mezzo. lo stupore che coglie il lettore di "medioevo fantastico" nello scoprire i piu` inaspettati apporti d`oriente ai repertori iconografici occidentali si rinnova davanti alle sorprendenti dimostrazioni della ininterrotta sopravvivenza del fantastico e al suo speciale rifiorire in seno al gotico, in piena epoca di "realismo" medioevale. ne risulta una sorta di carta fisica dell`arte medioevale europea.

nel romanzo possiamo vedere gli effetti devastanti che un manoscritto libertino puo` avere su di una giovane intellettuale newyorchese. la sovrapposizione tra vita vera e imitazione di un personaggio letterario innesca tutta la trama di questo romanzo dell`autrice della notissima lettera d`amore.



tre donne (e una quarta nell`ombra) sono al centro di questi racconti in vario modo d`amore, usciti per la prima volta nel 1964. tre destini eccentrici, accomunati dal segno di un`anomalia palese o profonda. la muta, la troppo bella, l`insignificante e opaca, tutte si concedono, senza darsi. perche`? e` in questo mistero e nell`incapacita` maschile a penetrarlo, il filo che lega le loro sorti.

"amore cieco" narra una storia fondata su sentimenti elementari, come l`amore e la vergogna, ma stravolti e riscoperti come nuovi per l`angolo peculiare sotto cui si presentano.



manifestando appieno la sua vocazione di scrittore-detective, sciascia ci consegna con "cronachette" una teoria di microritratti memorabili, dal primo seicento al nostro secolo. si tratta quasi sempre di figure misconosciute e dimenticate: cosi` e` per don alonso giron, contemporaneo di tasso che uccise "a quattro mani" un adolescente e che, scovato e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di zurbaran; cosi` e` per don mariano crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a modica, fu a capo di una "puzzolente e carnale eresia" e quindi costretto in segrete fra le cui mura urlava giorno e notte; o don giuseppe butta`, testimone dell`impresa dei mille, avversatore di garibaldi, ridotto a "piccolo uomo incerto".

chiara d`assisi, che fiancheggio` francesco nel suo itinerario spirituale e ne fu l`erede piu` antentica, ci ha lasciato alcuni scritti fra i quali emerge un esile epistolario diretto ad agnese di praga. figlia del re di boemia, agnese aveva rinunciato, per una vita consacrata, a una serie di nozze regali, e in particolare a quelle con l`imperatore federico ii. attratta dalla fama di chiara, scelse la nuova formula di vita istituita da francesco e ispirata a una poverta` radicale. pur trattando delle concrete difficolta` che incontrava l`impostazione francescana di rinuncia a ogni possesso, le lettere di chiara si elevano al livello di sottili speculazioni contemplative. inoltre e` l`unico carteggio medioevale fra due donne.

il libro parallelo al "mondo come volonta` e rappresentazione", dove schopenhauer parla delle questioni piu` alte e delle piu` piccole con una stupefacente capacita` di convincere.

chi sia mehmet gayuk e` un mistero che si aggiunge ad altri misteri: nato sul bosforo intorno al 1891, sarebbe morto verso il 1940, dopo aver vissuto nell`ombra, da modesto funzionario statale, ignaro di aver scritto un capolavoro. ma sara` mai esisitito il "poe`te inconnu"? o e` soltanto una delle tante maschere dietro cui si nasconde, per il nostro maggior piacere, il burattinaio ceronetti? poco importa, in realta`. perche` fin dai primi versi il lettore viene afferrato in una rete inestricabile di malie. fuori, la storia insaguina le sponde del mar nero, mentre fra le chiuse mura del gineceo vivono le donne cantate da gayuk: "quelle segnate dall`eros, in grado di accendere fuochi di poesia e di desiderio".

una libreria tinta di rosa, sulla costa atlantica degli stati uniti. una bella libraia, divorziata senza rimpianti e appassionata del suo mestiere. un variegato ventaglio di clienti e commessi. infine, una lettera d`amore che sbuca fra la posta. non si sa chi l`abbia scritta, non si capisce a chi sia rivolta. ma quelle parole si insinuano nella mente della libraia e creano una serie di eventi. fino alla sorpresa finale.

scritto fra il 1863 e il 1865, quasi in contemporanea con la sua pubblicazione a puntate sul romanzo parigino "la presse", "la sanfelice" segna il ritorno di dumas al successo popolare e costituisce un addio e un omaggio alla amatissima citta` di napoli dove lo scrittore era arrivato al seguito del suo amico giuseppe garibaldi e aveva vissuto per quattro anni.

ne ha attraversati di mondi, il professor elwin ransom, nei primi due volumi della "trilogia cosmica" di c.s. lewis, che qui si conclude. e i racconti delle sue avventure si sono intrecciati, per gli amici riuniti ogni giovedi` sera nell`appartamento dell`autore al magdalen college di oxford, con i capitoli del "signore degli anelli" che j.r.r. tolkien sta contemporaneamente componendo. ma ora ranson, dopo tanti viaggi in universi misteriosi e remoti, e` tornato sulla terra, nel micrcocosmo apparentemente ristretto e realistico di una piccola universita`... e proprio qui si svelera` il vero tema magico di tutta la trilogia: il risveglio di merlino.

fra l`aprile e l`ottobre 1882 friedrich nietzsche, allora all`apice della sua creativita` ma ignoto al pubblico piu` vasto, la giovane e affascinante russa lou von salome` e il filosofo paul re`e furono legati da un sodalizio vibrante, fonte di innumerevoli pettegolezzi, ricostruzioni, interpretazioni. il fatto centrale e piu` significativo di questo rapporto triangolare fu che nietzsche riconobbe in lou l`unico essere femminile che avrebbe desiderato iniziare alle sue scoperte. questa lacerante vicenda si e` dispiegata davanti ai nostri occhi solo in anni recenti, allorche` ernst pfeiffer ha potuto radunare tutti i documenti: lettere, ma anche testimonianze laterali.

con iniziatica maestria jung seppe disseminare di verita` preziose le sue numerose interviste, rilasciate nel corso di vari decenni, mentre apparentemente si piegava alle esigenze della divulgazione. oggi tali interviste si leggono come un sottile controcanto alla sua opera.

il sergente franz schirmer nel 1806, gravemente ferito in battaglia, trova rifugio presso la famiglia locale dei dutka. eccoci improvvisamente trasportati in uno studio legale del novecento dove l`avvocato george carey viene incaricato di scovare il destinatario della favolosa eredita` di amelia schneider johnson, vedova schirmer. carey dovra` spostarsi nello spazio e nel tempo in un`altalena di flashback che lo porteranno a scardinare le serrature di molti armadi della memoria storica, cavandone scheletri perturbanti come quelli legati al periodo nazista.

da un`isola caraibica di fulgida bellezza si puo` anche fuggire. e in un`isola simile si puo` anche morire. l`agonia di un fratello malato di aids e` di per se` un`esperienza atroce. ma se questo fratello non lo vedi da vent`anni, se questo fratello non l`hai mai amato, puoi essere risucchiato in un gorgo di estraneita`, di colpe, di ricordi pieni di rancore. e` quel che accade a jamaica kincaid: l`enigma di un uomo che muore scatena in lei, piu` che dolore, l`implacabile rovello di chi si e` lasciato alle spalle una vita di miseria, abbandono e ostilita`, marchiata da un inesorabile senso di sconfitta.

questa storia quasi intollerabilmente scarna di una passione devastante - che ha per teatro uno scalcinato distributore di benzina su una statale a pochi chilometri da san francisco, per ostacolo un marito rozzo e brutale e per via di fuga nient`altro che la tenebra - ha stretto, e continua a stringere, con i suoi lettori lo stesso patto di sangue che lega i suoi protagonisti, portando spesso anche i primi (per girare "ossessione" luchino visconti svendette i gioielli di famiglia) alla rovina. il perche` lo si capira` leggendo, e fatalmente arrendendosi fin dal primo incontro, come frank chambers, a cora, uno dei piu` temibili e vessatori fantasmi femminili che abbiano mai abitato le pagine di un romanzo: nelle parole dello stesso cain, neppure una donna, ma "il desiderio fatto realta`".

forse mai come in questo libro del 1953 landolfi si e` azzardato a parlare di se stesso. e naturalmente non poteva farlo che nel modo piu` paradossale, alternando e mescolando la confessione da romanzo russo, la provocazione e la mistificazione. il risultato e` il ritratto di un personaggio, pronto a tutto "pur di non vivere", e disposto a trovare fugaci compromessi per attraversare le lande della noia solo se aiutato dalle complici potenze delle donne e del gioco. potenze soccorrevoli che presto si riveleranno persecutorie e riattizzeranno il desiderio di una perenne fuga.

nell`anno 1888 sulle banchine delle stazioni ferroviarie indiane si vendeva un modesto fascicolo di racconti firmato da un ignoto ventitreenne: ruyard kipling. cosi` si rivelo` quella "voce di rauca sirena" che avrebbe incantato il mondo.

come jules e jim e` la storia di due amici che amano la stessa donna, "le due inglesi e il continente" e` quella di due sorelle che si innamorano dello stesso uomo. anch`essa scritta con la "penna d`acciaio freddo e acuto" (f. truffaut) di un maestro dei sentimenti.

nella parigi leggendaria degli anni venti, mentre gertrude stein battezzava la generazione perduta e joyce, seduto al gypsy bar, si concedeva "qualche periodo completamente irlandese di malinconia e disperazione", un cronista sardonico affilava l`arte sottile della memoria. in questi ricordi vengono "snidate" le verita` piu` sfaccettate di un nucleo di scrittori (ezra pound, t.s. eliot, francis scott fitzgerald e jean cocteau) che la fama ha ormai quasi schermato ai nostri occhi.

le memorie di cui stendhal disse che erano per lui "come le confessioni di rousseau, ma scritte in altro stile e con maggior franchezza".



il rapporto di naipaul con la terra, l`india, da cui i suoi antenati partirono un secolo fa per trinidad e` sempre stato molto teso, aspro, oscuro: "per me l`india e` un paese difficile. le sono al tempo stesso troppo vicino e troppo lontano". ma proprio questo sentimento di consanguineita` e insieme di opposizione sembra avere acuito lo sguardo dello scrittore, conferendogli il dono di una percezione snebbiata di cui molto raramente gli occidentali sono capaci in india. e l`occhio, in questo libro, segue quasi ossessivamente le tracce e i sintomi di una sola realta`: l`antica, non rimarginata ferite che, anche dopo l`indipendenza, sembra condannare l`india a uno stato di cronica inadeguatezza.


a partire da qualche antica pendenza coniugale irrisolta, colette imbastisce una vicenda di debiti e crediti che oppone il seduttore herbert d`espivant alla bella e non piu` giovane ex moglie julie. le schermaglie, i battibecchi, i reciproci inganni dei due danno luogo a una commedia in quattro atti, da cui l`autrice lascia a poco a poco trasparire un impietoso autoritratto.

nel secondo tomo della "letteratura italiana contemporanea" solmi integra il panorama di oltre mezzo secolo di vita del nostro novecento, dalla prima guerra mondiale sino agli inizi degli anni ottanta, con nuove testimonianze e interventi, spaziando dal dibattito sulla critica letteraria alle riflessioni di teoria letteraria e di estetica. completa il libro una breve serie di "note su autori stranieri".

il testo piu` importante del periodo russo di nabokov.

il primo e piu` celebre tentativo di chiarire i motivi profondi che sono alla base di un fenomeno che sembra superare le capacita` di comprensione umana: i campi di concentramento nazisti.

constant racconta qui i primi vent`anni della propria vita: la nascita, l`educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, sino alla fuga in inghilterra. il narratore non risparmia il sale dell`ironia neppure alla sua persona e ai suoi amori. dal suo beffardo umorismo si salva solo l`amica di sempre, cui sono dirette le bellissime lettere dall`inghilterra che completano il volume.


gia` quando talleyrand viveva erano leggendari i suoi bons mots - una battuta sussurrata a un`amica con aria noncurante, uno strale lanciato a un avversario politico attraverso una tavola imbandita, una risposta piazzata al momento giusto per togliersi dai piedi un postulante -, destinati a riverberarsi di salotto in salotto e di corte in corte, fino ad assumere lo status di certe sentenze anonime che tutti ricordano ma di cui nessuno saprebbe indicare l`origine. cosi` accadde che nel 1829 henri de latouche, singolare poligrafo di cui spesso scorgiamo la sagoma dietro le quinte del romanticismo francese, ebbe l`eccellente idea di raccoglierli e di pubblicarli in un delizioso libretto che la finzione letteraria vuole inviato da una misteriosa madame de *** a un`altrettanto misteriosa contessa di..., la quale rispondera` a sua volta con un florilegio di motti e aneddoti folgoranti significativamente intitolato "il rovescio della medaglia". il libretto apparve mentre talleyrand stava preparando il suo ultimo capolavoro: la sua uscita dalla scena del mondo. mai riproposto in francia dopo la prima edizione (che era gia` assai confidenziale), l`album perduto merita un posto accanto a quei preziosi "libri portatili" in cui lo spirito francese, da la rochefoucauld a chamfort, ha cristallizzato il meglio di se`, e al tempo stesso ci introduce al genio di uno dei rari esseri che, nel mondo moderno, hanno capito i segreti - fisici e metafisici - della politica e del potere.







szczypiorski e` un maestro della narrazione polifonica. qui sembra che la sua arte abbia raggiunto il culmine. parlano molte voci: un ebreo addetto ai crematori di auschwitz, un agente della gpu, un ufficiale nazista, un perseguitato del regime comunista, una donna "bella come la polonia", oltre a una folla quasi anonima di "figli delle tenebre". voci che rievocano quello che hanno visto, compiuto e subi`to nei decenni cruciali fra l`insorgere della pestilenza nazista e il crollo dei regimi staliniani. dall`intreccio delle loro deposizioni, che si smentiscono e si confermano a vicenda, pare di scorgere un paesaggio di macerie, e insieme il profilo del tempo, non ancora concluso, in cui vi era solo la "storia insaziabile e sinistra".


corte`s aveva della storia una visione disperata: per lui "l`umanita` era una nave sballottata per il mare senza meta, carica di una ciurma sediziosa e volgare, reclutata a forza, che balla, canta a squarciagola, finche` l`ira di dio la precipita in mare in modo che torni a regnare il silenzio". la capacita` di dare degli eventi cui assisteva una interpretazione cosi` lucida gli consenti` di percepire come nessun altro il vero senso dell`enorme opera di rimozione che l`europa stava mettendo in atto per il tramite della prosperita` economica, del progresso tecnico e del positivismo che contrassegnarono gli ultimi decenni del xix secolo.

la sacralita` di queste leggi e` tale che la tradizione le attribuisce a manu, mitico figlio di brahma, capostipite dell`umanita`. qeust`opera ci racconta come si e` formato il mondo e quale e` il dharma, la "legge" che lo governa: legge insieme naturale e sociale, che ritroviamo nelle prescrizioni per il sacrificio come in quelle che riguardano i "quattro stadi" dell`esistenza. ma al tempo stesso siamo di fronte a un codice che elenca i piu` svariati delitti e le ragioni per cui vengono condannati, cosi` permettendoci di seguire in ogni dettaglio il modo in cui era articolata la vita nell`india antica.

l`analogia e` un processo intellettivo fondamentale e tuttavia quanto mai misterioso. la scienza ne ha sempre diffidato. eppure l`analogia continua ad agire a tutti i livelli. l`autore ne ha voluto rovesciare la prospettiva, affrontando il tema dall`interno di una pionieristica indagine sui modelli computazionali della creativita` umana. ma per programmare un calcolatore in vista di un qualsiasi risultato, bisogna definire i processi con tanta rigida precisione che non e` piu` lecito parlare di creativita`. qui si evita la trappola facendo entrare in campo le "analogie fluide": il percorso creativo diventa un navigare a vista, scrutando in ogni direzione. l`attivita` di pensiero ha una natura parallela.

questo e` il primo dei sei volumi che presentano l`intera opera di schopenhauer. sono state messe a disposizione le carte manoscritte lasciate dal filosofo, dando accesso per la prima volta al suo laboratorio e consentendo di osservare momento per momento quello che egli stesso definisce "il processo di fermentazione" del suo pensiero, la genesi della sua filosofia.

"dopo trentasei anni rileggo lolita di vladimir nabokov, che ora adelphi ripresenta... trentasei anni sono moltissimi per un libro. ma lolita ha, come allora, un`abbagliante grandezza. che respiro. che forza romanzesca. che potere verbale. che scintillante alterigia. che gioco sovrano. come accade sempre ai grandi libri, lolita si e` spostato nel mio ricordo. non mi ero accorto che possedesse una cosi` straordinaria suggestione mitica". (pietro citati)

tutto l`ottocento fu segnato da una figura misteriosa: kaspar hauser. il 26 maggio 1828 appare all`improvviso una strana creatura, con aria smarrita, che offre al primo che incontra una lettera indirizzata a un capitano della locale guarnigione. chi e` questo trovatello che non parla, non capisce e che nel giro di pochi mesi parla e scrive in modo coerente, dipinge, va a cavallo? un abilissimo impostore o addirittura un principe del baden, vittima sacrificale di inconfessabili intrighi dinastici?

e` una raccolta di appunti, vergati negli anni che precedono e seguono la pubblicazione di massa e potere. alle riflessioni si alternano parentesi narrative, com`e` nello stile di canetti.



mille libri di avventure ci hanno narrato del giovane eroe che arditamente parte, forte soltanto della propria fede in un alto destino, alla conquista di terre e mari impervi e lontani. ma immaginiamo che l`eroe sia un qualunque ragazzo freudianamente turbato da vendicative insicurezze, guardiamolo trascinare verso un mare nero perche` interamente coperto di blatte un padre reso imbelle e una fanciulla sadicamente abbandonata a un fantasioso quanto riprovevole oltraggio, ed eccoci penetrati, attraverso il racconto che da` titolo al volume, nell`universo ironico e surreale, crudelissimo e blasfemo di cui landolfi regge con accanita destrezza le fila, sino alla descrizione dettagliata degli amori fra un minuscolo verme e l`eroina lucrezia.

"uno dei piu` bei romanzi moderni che io conosca e` jules et jim di henri-pierre roche`": cosi` scriveva nel 1954 il giovane francois truffaut, che quasi dieci anni dopo avrebbe portato sullo schermo la vicenda inaudita e folgorante dell`armonioso triangolo che, nei primi anni venti, aveva avuto come protagonisti lo stesso roche`, lo scrittore austriaco franz hessel e la moglie di quest`ultimo, helen. e fu ancora il regista francese a tentare di promuovere la stampa almeno parziale dell`infinita serie di taccuini (330 in tutto) su cui roche` aveva annotato, dal 1901 alla morte, ogni dettaglio della propria vita e dei propri incontri. un catalogo in cui sfilano picasso e gertrude stein, duchamp e cocteau, picabia, satie e georges braque.

questo "tour de france" e` un vagabondaggio di cui lo stesso richard cobb ha fissato le tappe con capricciosa imprevedibilita`, ma sempre attraverso territori che ha lungamente battuto. cosi` ci si trova a errare per le strade di parigi, bruxelles, le havre, marsiglia, bayeux e roubaix, ma anche della provincia inglese, dove cobb e` cresciuto e ha imparato le regole del suo mestiere. ma aspettano il lettore anche incursioni nella vita privata di robespierre e incontri con ambigui e affascinanti personaggi della parigi notturna, inchieste su criminali del primo ottocento e divagazioni sul calendario rivoluzionario francese. con puntate infine verso mondi che gli storici ortodossi preferiscono ignorare: quelli di queneau, pagnol, rene` clair e simenon.

la "biblioteca" (falsamente attribuita ad apollodoro, famoso storico ed erudito del ii secolo a.c.) e` il piu` grande manuale di mitologia greca della antichita`, summa inesauribile di saghe e leggende di dei e di eroi, dalle origini del mondo alla morte di ulisse, che confluiscono in una selva di racconti e di varianti derivati da fonti molteplici e disparate, letterarie, poetiche e di tradizione folklorica. a quest`opera james frazer (uno dei padri dell`antropologia culturale) dedico` un ampio commento che contiene una ricca gamma di interpretazioni di natura etnografica, folklorica, storica e religiosa. nel riproporre la "biblioteca" accanto alla versione del testo greco, gli si e` accostata l`appendice al testo scritta da frazer.

maestro riconosciuto e venerato, ma anche occultato, della linguistica americana, harris ha sempre manifestato l`esigenza di introdurre la matematica nello studio della propria disciplina. ed e` una struttura matematica l`ordinamento gerarchico delle parole cui egli ricorre per dare conto della frase corretta e sensata. inoltre harris mostra costante attenzione per il significato: a sintassi e semantica va a suo giudizio attribuito un identico peso. ed e` proprio tale atteggiamento che gli permette di gettare luce sugli aspetti irriducibilmente paradossali del linguaggio: questo strano oggetto dove un supporto altamente formalizzabile (la sintassi) sostiene l`efflorescenza dei significati, che sfugge tuttora alle gabbie formali.

"l`onorevole", quasi un morality play, percorre in tre atti folgoranti, sanciti da una chiusa beffarda dove pirandello sembra incontrare brecht, la vicenda di un modesto professore di liceo benedetto (e moralmente dannato) da una repentina elezione al parlamento e poi da una lunga carriera politica fatta di meschinita` e menzogne, intrighi e compromessi, cedimenti e tradimenti pubblici e privati. "l`onorevole" (1965) e la "recitazione della controversia liparitana dedicata ad a. d." (1969) sono testi originali scritti appositamente per il teatro. solo in apparenza diverso il caso dei "mafiosi" (1965), radicale rifacimento della commedia dialettale di giuseppe rizzotto e gaspare mosca "i mafiusi di la vicaria" (1862), apologia della mafia stravolta consapevolmente.

dalla creazione al diluvio: in questo primo volume della monumentale opera di louis ginzberg sono intessute e raccontate di nuovo le innumerevoli storie, le parabole, le divagazioni che la tradizione ebraica ha elaborato e tramandato in margine al testo biblico. ricercatore appassionato, nei primi anni del secolo ginzberg comincia a studiare, catalogare, organizzare l`immenso materiale delle leggende ebraiche: individua e vaglia tutte le possibili fonti, dalle piu` note e classiche sino alle minime ed eccentriche, confronta varianti, interseca e riunisce momenti ed episodi, e con un sottile lavoro di analisi e sintesi giunge a dar vita a uno straordinario corpo di narrazioni organiche, corredato da un vasto apparato critico.

questo volume dell`epistolario copre un quinquennio fondamentale nella vita di nietzsche. dopo la stesura della nascita della tragedia e delle considerazioni inattuali, egli comincia ad avvertire il peso della filologia come mestiere e avvia quel processo di emancipazione della metafisica e di ricerca della "liberta` di pensiero" che lo allontanera` definitivamente da schopenhauser e da wagner.

e` un viaggio all`interno di un universo che fumaroli rifiuta di ricondurre alla comoda ma generica etichetta di barocco: le tappe principali sono rappresentate da alcuni grandi, da guido reni a caravaggio a poussin, ma interessanti appaiono anche le soste di fronte alle incisioni delle scuole di anversa e di parigi, agli arazzi dei gobelins. la loro lettura permette di ricostruire l`intero tessuto culturale del secolo, chiamando in causa tutte le arti e tutti i generi di discorso, dalla poesia frivola di marino a quella dotta di urbano viii, dalle favole di la fontaine alle ricerche in ambito musicale dettate dalle restrizioni del concilio di trento, dai trattati di eloquenza alle raccolte di prediche dei grandi artefici della riscossa cattolica.


il primo libro di elsa morante, una raccolta di racconti edita nel 1941, si intitolava "il gioco segreto". pubblicato quando l`autrice non aveva ancora trent`anni, esso ebbe un tiepido successo di stima e si merito` qualche benevola parola di incoraggiamento. la stessa morante lo dimentico` in gran parte e concorse a farlo dimenticare, riferendolo sempre alla propria preistoria. quando nel 1963, al culmine della maturita` e del successo, pubblico` "lo scialle andaluso", molti dei racconti del "gioco segreto" furono esclusi dalla nuova raccolta e cestinati. in questo libro "il gioco segreto" viene rivalutato non solo come prezioso incunabolo, ma come una fonte di luce nascosta che si irradia su tutta l`opera della morante e ne illumina il percorso sotterraneo.

nel volume roth volle raccogliere il meglio dei suoi scritti giornalistici: una trentina di feuilleton apparsi per la maggior parte nella "frankfurter zeitung". e` una veloce panoramica delle esperienze fatte da roth a vienna e in germania, ma anche in francia e in albania: "figure e sfondi", come dice il sottotitolo. tra le "figure" sfilano i personaggi della vita d`albergo che sarebbe diventata la vita stessa di roth, gli oscuri colleghi in giornalismo, le ombre indaffarate che partecipano a un solenne ma effimero congresso: profili che un giorno acquisteranno nome nei romanzi di roth. tra gli "sfondi" emerge un ricordo che diviene una pagina memorabile: l`addio a tutto un mondo, con i funerali di francesco giuseppe.

gli scritti dell`autore affrontano i temi piu` svariati: da maria antonietta ai sette dormienti, dai giardini ai tappeti, dall`uso delle metafore al lessico mistico. le vicende e la morfologia delle civilta` appaiono sempre come una mutevole costellazione di "intersignes", fino a comporre una "storia gnostica, quella che ci manca". massignon fu egli stesso un mistico e un uomo d`azione, coinvolto nelle operazioni piu` segrete sulla scena del medio oriente, un po` sulla falsariga di lawrence d`arabia, da lui venerato. massignon e` stato colui che ha compreso l`unita` e la misteriosa tensione interna fra le tre religioni del libro, accomunate dalla figura di abramo: ebraismo, cristianesimo, islamismo.

prendendo spunto dalla apparente follia di giorgio iii, bennett ha dato voce agli intrighi comici e sinistri che in quegli anni si svilupparono rigogliosamente attorno al re. non vi e` traccia, in queste pagine, della penosa cartapesta che di solito contrassegna il teatro di ricostruzione storica. da pitt a fox, da giorgio iii al suo malevolo primogenito, il principe di galles, tutti parlano e agiscono con una vivezza che lascia stupefatti. la vicenda finisce per disegnare un perfetto apologo sul delirio non solo dei potenti, ma innanzitutto di coloro che gli vivono accanto.

fra il 1918 e il 1924 haarmann massacro` 27 giovani, con i quali aveva avuto rapporti sessuali, azzannandoli alla gola e bevendone il sangue. i resti mutilati delle vittime venivano da lui venduti e gettati nel fiume. a lungo nessuno se ne accorse e quando ebbe inizio il processo, tra il pubblico, c`era anche theodor lessing, uno dei piu` radicali critici della cultura della germania di allora. lessing fu l`unico a capire haarmann, mostro predestinato. dietro il caso criminale, volle scandagliare una di quelle oscure "anomalie della natura" in cui si intrecciano "la vita amorosa e il desiderio di morte, la volonta` di annientare l`altro e la volonta` di essere annientati". ma seppe anche cogliere cio` che faceva di haarmann una creatura dei suoi tempi.