
in questo volume sono raccolti i libri delle storie naturali che trattano della zoologia, e delle conoscenze degli antichi sugli animali. cosi` in queste parti del celebre testo enciclopedico, l`opera piu` vasta a noi pervenuta di tutta la letteratura latina, vengono descritti aspetti, comportamenti, aneddoti curiosi di infinite varieta` di animali. plinio, animato da una vivacissima curiositas che lo porta a indagare anche i fenomeni piu` strani e sconosciuti, si lascia guidare nella ricerca scientifica dal pensiero stoico, che vede la natura come derivazione diretta e inalienabile dell`uomo. da qui nascono la sua accettazione degli animali come fonte di divertimento nelle gare al colosseo, e come materiale per i sacrifici, ma anche alcuni passi interessanti, come quello sul progresso, considerato come elemento negativo perche` allontana l`uomo dalla natura, o sulla tecnologia, destinata inevitabilmente a spezzare l`equilibrio naturale e a generare il "mostruoso". la traduzione del testo e` preceduta dall`introduzione di francesco maspero, che ha curato anche le note e gli apparati.

fra i miti della modernita`, insieme a faust, amleto e don chisciotte, ce don giovanni, nato dalla fantasia del frate spagnolo tirso de molina. antieroe per eccellenza, ha come maligna specialita` quella di scegliere una donna, possederla e subito dopo abbandonarla, coinvolgendo nelle sue beffe gli amici, i parenti e l`autorita` reale, irridendo non solo all`onore, ma anche all`amicizia, alla parola data, all`ordine sociale e all`autorita` religiosa. don juan brucia d`impazienza, corre da una parte all`altra della commedia veloce come un vento, ambisce all`istante e non all`eternita`. eppure l`effimero burlador de sevilla, questo campione della lotta contro il tempo che fugge, diventera` uno dei personaggi piu` raccontati dalla letteratura, dal teatro e dalla musica degli ultimi quattro secoli.

il genio vario, poliedrico, multiforme e rinascimentale di leonardo non aveva costruito un quadro ordinato e gerarchico di ambiti disciplinari in cui ordinare le sue riflessioni: arte, curiosita`, studi scientifici e nozioni tecniche, che pure sono tutte cose che si trovano negli scritti, nelle note e nei disegni vinciani. leonardo aveva una visione organica della natura e una concezione dinamica degli interessi dell`uomo e dell`artista, per cui nelle sue note troviamo la riflessione critica mescolata alla curiosita` e all`osservazione scientifica.

composto tra il 1595 e il 1596, "riccardo ii" e` il terzo dei sette drammi che compongono il ciclo delle "storie inglesi". riccardo e` un esteta, piu` incline a meditare sulla natura di sovrano che a occuparsi di problemi di governo, proprio mentre l`inghilterra sta attraversando una grave crisi politica. incapace di imporre la propria volonta` ai nobili faziosi, subisce il fascino della personalita` del cugino enrico di lancaster, soprannominato bolingbroke, che pure egli sente come una minaccia. riccardo lo esilia, cosi`, con un futile motivo per ben "sei rigidi inverni" dall`inghilterra. ma bolingbroke, torna in patria, sconfigge il re e dopo averlo fatto rinchiudere nel castello di pomfret, dove sara` fatto assassinare, viene incoronato re enrico iv.

una storia enciclopedica e universale: questo e` il territorio in cui diodoro si avventura per trent`anni della sua vita, nella convinzione che lo storico debba raccontare in un unica narrazione le azioni di tutti gli uomini. "la biblioteca storica" ripercorre cosi` le vicende della civilta` umana dalle sue origini mitiche fino all`epoca di cesare, in cui tramontava la repubblica romana e nasceva l`impero. i primi tre libri, contenuti in questo volume, presentano come premessa alla successiva trattazione la storia, i miti e le leggende dei principali popoli del mondo conosciuto, dagli egizi agli assiri, dai medi agli indiani e ai popoli del golfo arabico.

giove assume le sembianze di anfitrione e giunge a tebe accompagnato da mercurio, che ha preso a sua volta le sembianze di sosia, servo di anfitrione. alcmena, che pensa di avere accanto suo marito, lo accoglie nel talamo. il vero anfitrione arriva all`alba, mentre il falso se ne va. si viene cosi` a creare una situazione intricatissima in un girotondo vorticoso di veri e falsi anfitrione-sosia, in cui il vero anfitrione comincia a nutrire seri dubbi sulla fedelta` della moglie. la commedia si conclude all`improvviso con la notizia che alcmena ha partorito due gemelli, uno figlio di giove e l`altro di anfitrione.

dopo la battaglia di canne, in cui i romani furono sconfitti, annibale si ritira a capua. intanto la vittoria di annibale fa si` che gli alleati romani si distacchino via via da roma, cominciando dalle citta` siciliane (siracusa). inoltre i cartaginesi impegnano i romani su altri fronti: in spagna, in macedonia, in illiria. annibale fa suoi alleati anche filippo di macedonia e gerone di siracusa. sebbene i suoi uomini migliori fossero morti e l`italia meridionale si fosse ribellata e nonostante la superiorita` dimostrata da annibale nelle battaglie in campo aperto, roma non volle accettare la sconfitta, raccolse tutte le sue forze e si preparo` alla riscossa. questa comincio` con la conquista di siracusa da parte del console claudio marcello.

mentre atene e` sconvolta da una ventata di giustizia di piazza, pisetero ed evelpide fuggono dalla citta` nella speranza di trovare l`antichissima citta` degli uccelli che, secondo il mito, in tempi remoti regnavano incontrastati sulla terra. una citta` felice che pero` mutera` in modo radicale, diventando un grottesco e deformato doppio di atene quando in essa, su suggestione di pisetero, verranno introdotte le leggi degli uomini.

le storie e le leggende che circondano i "mitici" eroi eponimi delle due piu` importanti citta` del mondo antico: atene e roma. teseo, che per conquistare la capitale dell`attica dovette vincere le terribili arti magiche della matrigna medea, e successivamente uccidere il minotauro, sconfiggere le amazzoni (e ne sposo` la regina, ippolita), partecipare all`impresa degli argonauti, e svolgere un`attivita` di legislatore e di riformatore religioso. altrettanto drammatica e` la storia di romolo: figlio di marte e di rea silvia, assassino del fratello all`atto della fondazione di roma, predone di donne ai danni del popolo dei sabini, re guerriero di un popolo di esiliati da altre citta`, ma al tempo stesso legislatore sia in campo religioso sia civile.

che cos`e` la santita`? cos`e` la pieta` religiosa? quali azioni degli uomini sono gradite agli de`i e quali no? e sempre possibile identificare "santita`" e "giustizia"? ecco alcuni dei temi dibattuti in questo dialogo, uno dei piu` antichi, tra socrate e l`indovino eutifrone. un esempio di come il pensiero e il dubbio socratico riescano a mettere in crisi i luoghi comuni e i valori dati per scontati nell`atene del v secolo a. c. un dialogo in cui domina ancora la figura di socrate con la sua azione volta alla ricerca di una verita` ormai sommersa da falsi valori.

"per giamblico, la figura del filosofo coincide ormai con quella del teurgo, che accompagna lo sforzo intellettuale con la magia e l`occultismo. coronamento della filosofia e` infatti il diretto e sovrarazionale contatto con la divinita`, in un cosmo popolato di demoni del bene e del male..." cosi` i due studiosi cortassa e maltese inquadrano la figura di giamblico, nato a calcide in celesiria e morto intorno al 330 d. c. filosofo neoplatonico, personaggio discusso e inquieto, mescolo` nei suoi scritti razionalita` e irrazionalita`, ricerca della verita` e dell`occulto. in quest`opera, curata da claudio moreschini, giamblico ci parla dei grandi misteri della religione egizia, una religione che aveva fatto della morte il cardine sul quale ruotava ogni cosa.

il diario che quasi quotidianamente michel de montaigne scrisse dal 5 settembre 1580 al 30 novembre 1581 nel corso del lungo viaggio che lo porto` da beaumont-sur-oise ad attraversare l`italia fino a roma, che raggiunse il 3 novembre 1580, per tornare infine nella sua tenuta di montaigne, nelle vicinanze di bordeaux. quello dell`autore degli essais puo` essere considerato come il primo grande viaggio compiuto da un intellettuale a scopo formativo, e da questo diario derivano infatti tutti quelli che autori come goethe, heine, mommsen, de sade, montesquieu, stendhal scriveranno sulle loro esperienze in italia.

in questo libro lo storico ripercorre quella terra - l`acaia - che aveva dato in un remoto passato il suo nome a tutta la grecia, quando achei e troiani combattevano sotto le mura di ilio. e un viaggio pieno di malinconia, dove al ricordo della gloria passata si mescola la tristezza per il presente e la consapevolezza che quella terra dove gli de`i parlavano agli uomini e` stata invasa, sconvolta e ridotta in schiavitu` prima dai macedoni e poi dai romani. citta`, divinita` della terra, dei boschi e del mare, l`oracolo di ermes, a fare, che da` ancora i suoi responsi ambigui ai mortali; e poi le statue: quelle dell`eta` arcaica dallo strano e crudele sorriso e quelle dell`eta` classica che rappresentano gli de`i sotto spoglie umane.

vegezio fu un alto funzionario imperiale della corte di costantinopoli durante il iv secolo dopo cristo, ai tempi di teodosio il grande. convertitosi al cristianesimo, scrisse questa opera articolata in quattro libri - utilizzando e collegando le fonti piu` diverse latine e greche - dedicata all`antica arte della guerra e alla potenza militare romana in un periodo in cui gli eserciti imperiali passavano di sconfitta in sconfitta sotto l`urto delle popolazioni barbariche. rimpianto di una gloria passata, desiderio di sicurezza, tentativo utopico - lo imitera`, ad esempio, niccolo` machiavelli - di rifondare una tradizione che ormai era diventata null`altro che un topos letterario.

i "carmina burana" (una raccolta di circa 250 componimenti poetici rinvenuti in un codice risalente al xiii secolo) costituiscono uno dei momenti piu` significativi della poesia del basso medioevo. conosciuti soprattutto per la riduzione musicale che ne fece carl orff, sono spesso liquidati come canti goliardici dedicati ai temi della taverna e dell`amore carnale. in realta` i "carmina burana" costituiscono un documento importantissimo per ricostruire alcuni momenti della storia medievale vista dalla parte dei "chierici", gli studenti che si trasferivano da un`universita` all`altra e riversavano in questi testi la loro contestazione nei confronti delle autorita` e della chiesa.

in questo dialogo platone affronta due temi: l`origine del mondo e la natura dell`anima umana. la realta` (o l`illusione) nella quale viviamo altro non e` che il riflesso di un mondo superiore, in cui regna il puro essere, non soggetto a mutamenti o variazioni. il nostro, invece, e` dominato dal divenire ed e` opera di un "demiurgo" che cerco` di ripetere come meglio poteva la visione che aveva avuto di quella perfezione. di qui tutte le contraddizioni che il filosofo deve superare per giungere alla contemplazione del vero e del bello. e poi le diverse inclinazioni, le contrastanti passioni cui puo` cedere l`anima umana, la leggenda di atlantide, la negazione dell`invidia degli de`i per la fortuna umana, la musica e la ginnastica come medicina dell`anima.

"tutto e` bene quel che finisce bene" e` l`avventura tormentata della bella elena, accolta nella ricca dimora dei conti di rossiglione dopo la morte del padre, uno stimato medico e fedele servitore della prestigiosa casata. ispirandosi liberamente alla nona novella della terza giornata del decameron di boccaccio, shakespeare racconta le intricate peripezie d`amore della giovane elena per bertram, il figlio ed erede del conte, che pero` non intende nemmeno prendere in considerazione l`eventualita` di una relazione con una donna di rango inferiore.

il volume (canti xlll-xxiv) contiene la prima parte della spedizione di dioniso contro gli indiani: dopo due dotti cataloghi delle forze dionisiache, divise in "mortali" e "divine", si prosegue con la storia dell`amore infelice di inno per la ninfa cacciatrice nicea, con scontri caratterizzati da gesta paradossali e "miracoli" di dioniso, con momenti di accoglienza del dio da parte di vari ospiti (brongo, stafilo), e con altri, invece, di violenta opposizione (licurgo), fino al superamento del fiume ldaspe dopo una grande battaglia. l`introduzione e` dedicata alla fortuna delle dionisiache (e, piu` in generale, di nonno), dai "nonniani" del v e vi secolo agli scrittori del novecento.

accanto a omero i greci collocavano, come loro secondo grande poeta, il beota esiodo. con lui si schiude una sfera sociale ben diversa dal mondo dell`aristocrazia e dalla sua cultura: se omero mette anzitutto in piena luce il fatto fondamentale che ogni cultura muove dalla formazione di un tipo d`umanita` aristocratica, in esiodo si rivela la seconda grande sorgente della cultura: il valore del lavoro. il titolo "le opere e i giorni", che i posteri diedero al poema gnomico di esiodo, lo dice perfettamente. l`eroismo non sta soltanto nella lotta dell`eroe cavalleresco con l`avversario che l`osteggia in campo, ma anche nella lotta silenziosa e tenace del lavoratore con la dura terra e con gli elementi. completano questa edizione il poemetto pseudoesiodeo "lo scudo di eracle" e il cosiddetto "certame", opera anonima che narra la leggendaria gara poetica tra esiodo e omero.



due giovani innamorati, un lenone cinico e prepotente, un marito sciocco, uno schiavo, pseudolo, che sciogliera` le pene d`amore con l`astuzia. l`opera prediletta di plauto.

il culto fallico, cioe` il culto della forza primordiale da cui deriva la vita, affonda nella notte dei tempi ed e` diffuso in tutto il mediterraneo, ma il genere letterario e` tipicamente latino. esso imponeva l`anonimato e i carmina di questa raccolta sono anonimi, ma sappiamo che grandi poeti latini come catullo, ovidio, tibullo composero dei priapea. i temi sono la potenza e l`irrazionalita` dell`impulso sessuale, sconce punizioni toccate ai malfattori, beffe a sfondo osceno, maledizioni, ritratti satirici e anche indovinelli, sempre con l`uso dei termini piu` diretti e crudi. testo latino a fronte.

la vicenda e` una delle piu` note della mitologia greca: oreste, per vendicare la morte del padre agamennone, uccide la madre clitemnestra e il suo amante egisto. dopo il terrribile delitto oreste e` perseguitato dalle erinni, che lo portano alla pazzia: la follia deriva dal pensiero ossessivo del crimine ma anche dalla paura della pena che gli sara` comminata: la condanna a morte. testo greco a fronte.

non si puo` dire di conoscere il teatro greco se non si sono lette, assieme ai grandi tragici, anche le opere di aristofane e menandro. in questo volume e` riunito il teatro comico greco superstite e ancor oggi rappresentato nei teatri di tutto il mondo: gli undici capolavori di aristofane, insuperabili per vis polemica, esuberanza del linguaggio e invenzione drammatica, e le opere di menandro, iniziatore di una commedia che tralascia le grandi battaglie politiche e ideologiche per ripiegare sugli affetti e sui valori individuali, antesignana e ispiratrice del moderno teatro borghese. come e forse piu` delle tragedie, l`evoluzione del genere comico rispecchia il percorso spirituale di un`intera civilta`. i testi sono preceduti da un saggio di guido paduano, scritto appositamente per questa edizione. una selezionata bibliografia guida il lettore nella sterminata letteratura critica. le traduzioni, sempre briose e aderenti al salace linguaggio comico greco, sono opera di specialisti del teatro antico, tra cui lo stesso paduano, alessandro grilli e rosanna lauriola.

educatori d`immoralita`, cattivi maestri che "come prostituti" offrono il loro sapere a chiunque sia disposto a pagarlo, spregiudicati, ipocriti e capziosi: fin dall`antichita` i sofisti hanno goduto di pessima fama, e bisognera` aspettare le parole di hegel e piu` tardi di nietzsche per rivalutare "i veri maestri della grecia antica". ma i sofisti, personaggi controversi e sfuggenti, ribelli e temerari, furono i protagonisti della vita culturale ateniese del v secolo a.c. e diedero vita al primo grande movimento filosofico della storia dell`antichita`, mettendo in crisi l`ordine di valori e i presupposti teorici del pensiero antico. in questo volume sono raccolte le testimonianze dei maggiori sofisti, da protagora a gorgia, da crizia ad antifonte, ne vengono spiegate le rivoluzionarie concezioni filosofiche e politiche, e la varieta` delle problematiche etiche e metafisiche. nell`introduzione sono illustrati i principali temi toccati dai sofisti e la complessita` dei loro riflessi nella storia del pensiero occidentale.

il romanzo ha come titolo completo "vanity fair: a novel without a hero", ovvero "la fiera della vanita`: un romanzo senza un eroe". la vera protagonista della storia e` infatti la societa` con le sue contraddizioni: apparentemente si esalta la condotta secondo moralita`, ma in realta` di ogni cosa si reclama solo l`apparenza e vittorioso e` sempre il piu` furbo, mai il piu` buono. a rappresentare i due tipi di condotta due personaggi femminili: l`ingenua, pura e ricca amelia sedley e l`arrivista, povera e intelligente becky sharp. il filo dell`ipocrisia leghera` la scalata sociale della prima all`esistenza inutilmente votata alla rispettabilita` della seconda.

al centro esatto della nostra cultura si trova "la divina commedia". un capolavoro in tre cantiche - inferno, purgatorio e paradiso - unanimemente considerate tra le piu` straordinarie creazioni della storia dell`umanita`. giunto a meta` della propria esistenza, un uomo ottiene di poter visitare da vivo l`aldila`: questo e` lo spunto, semplice e geniale, da cui prende forma l`affresco di dante. la sua rappresentazione di cielo e terra si ispira ai modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali ma si rivela allo stesso tempo profondamente rivoluzionaria. una percezione nuova e disincantata della storia in un racconto che abbraccia il corso dei secoli, testimoniando di una profonda comprensione della realta` umana. un`immensa architettura, una cattedrale di versi edificata per raccontare il nobile e l`ignobile di ogni creatura, la vittoria e la sconfitta, il dramma e la tenerezza. il viaggio ultraterreno di dante e` la perfetta metafora di ogni avventura umana, sempre in bilico tra magnificenza e miseria, tra smarrimento e redenzione.

scritto da dostoevskij in soli ventotto giorni per rispettare la scadenza di un contratto, "il giocatore" racconta la storia di un giovane precettore con la passione del gioco, ma in realta` e` l`ennesima acuminata esplorazione del grande russo nei meandri dell`animo umano. tra baroni tedeschi, conti italiani, gentlemen inglesi e la straordinaria invenzione narrativa della nonna del generale, la "baboulinka", tutti riuniti intorno al tavolo da gioco, si dipana una vicenda che pone sempre al centro di tutto il demone dell`azzardo e quello della vita.

l`amore, l`erotismo, l`avventura, le risate, la perdita, il dolore: il satyricon contiene tutti gli ingredienti che cerchiamo in un romanzo. e lo fa dalla distanza di circa duemila anni. aprire il volume di petronio e` come entrare in una gelateria e affondare la mano nuda nella vaschetta del pistacchio. salvo poi, con stupore e sospetto, accorgersi che la temperatura del gelato e` bollente.

alternando i colori cupi della tragedia a quelli brillanti di una commedia ironica, lo "ione" mette in scena l`incontro della principessa ateniese creusa con il figlio adolescente, da lei abbandonato alla nascita per tenere segreto lo stupro di cui e` stata vittima. autore della violenza e` apollo, dio della verita` oracolare, che ha salvato il bambino e lo ha fatto crescere nel suo santuario di delfi. nell`intreccio si susseguono equivoci, rivelazioni, un avvelenamento e una condanna a morte sventati in extremis. il riconoscimento tra madre e figlio, voluto dalla provvidenza divina ma favorito dal caso, garantisce alla fine, non senza ombre, la felicita` dei protagonisti. l`introduzione e il commento evidenziano, nell`originale disegno di questa moderna tragedia "a lieto fine", i modi in cui la drammaturgia di euripide dissacra il mito di fondazione di atene e della stirpe ionica.

francia sec. xvii. cirano ama rossana, ma non osa confessarle il suo amore, afflitto dal suo enorme naso. suggerira` pero` a cristiano, un giovane e bel cadetto, le parole che conquisteranno la ragazza. i due giovani si sposano, ma il conte di guisa, che ama segretamente rossana, fa partire per l`assedio di arras i cadetti da lui comandati, tra cui cristiano e cirano. durante la lontananza, rossana riceve splendide lettere d`amore, firmate da cristiano, ma dettate da cirano, che la fanno sempre piu` innamorare. i due decidono di dirle, al ritorno, la verita`, ma cristiano muore, rossana si ritira in convento e cirano solo ferito a morte le dira` la verita`. (prefazione di luigi lunari e introduzione di roberto bracco)

i "poemi conviviali" sono sintesi felice di un`idea archeologica della poesia e dello sconfinato amore che pascoli ebbe per il mondo classico e la sua anima profonda. frutto unitario e compatto, pubblicati prima in rivista, separatamente, nascono poi come volume nel 1904, dando forma a un progetto di "rivitalizzazione" del mito, della letteratura e della storia. partendo da lontano, dalla fondazione della poesia, toccano figure chiave del mito, della storia, del pensiero, per giungere al punto di non ritorno della classicita`, segnato dal crollo di un mondo e di un immaginario e dall`irrompere sull`orizzonte della storia di una nuova rivelazione. combinazione raffinata di materia classica e dell`inquieto linguaggio pascoliano, i "poemi conviviali" ci sono offerti, nella lettura di maria belponer e di pietro gibellini, come uno dei momenti fondanti del linguaggio poetico del novecento.

nella sua lotta appassionata contro la poesia vuota e accademica, nella sua resistenza contro gli eruditi di corte, foscolo e` stato il primo intellettuale a denunciare quella spaccatura fra teoria e pratica, fra pensiero e azione, che sarebbe diventato il tarlo non solo della letteratura, ma di tutta la societa` italiana. le sue liriche, e i sepolcri innanzitutto, si rifanno ai modelli piu` prestigiosi della tradizione classica, ritrovando l`autorita` che la voce dei poeti aveva nelle comunita` antiche: una voce potente, intrisa di passione e d`immaginazione, di umano dolore e umana pieta`. cosi`, se le prime rime oscillano tra le occasioni mondane e le inquietudini giovanili, l`inno mai finito alle grazie, posto al termine del suo percorso creativo, celebra i fondamenti eterni della politica e della morale. versi impetuosi e cristallini, che il commento di matteo palumbo permette di scoprire attraverso una lettura capillare del testo e della tessitura poetica che lo governa.

personaggi misteriosi, mostri crudeli, sacrifici rituali e "riti terribili" popolano questo testo complesso e affascinante che con la violenza delle sue visioni ha sedotto lo stesso jung, a cui si deve il merito di averlo sottratto a un oblio millenario. scritto agli inizi del iv secolo, visioni e risvegli raccoglie quattro brevi trattati di alchimia, il piu` famoso dei quali, sulla virtu`, descrive con toni onirici e fantasiosi i diversi gradi di un rito di iniziazione. dell`antica storia di questi testi, ricchi di aneliti mistici ed echi religiosi, parla nell`introduzione angelo tonelli, che analizza anche i legami tra l`alchimia greca e la psicologia dell`inconscio di jung.

il volume prende in esame l`architettura e l`urbanistica, la scultura, la pittura e la ceramica, illustrandone non solo le evoluzioni estetiche e tecniche, ma anche il loro profondo legame con le vicende storiche, politiche e socio-economiche dell`epoca. l`architettura raggiunge il massimo splendore grazie all`equilibrio fra perfezione tecnica e gioco delle proporzioni matematiche. la scultura e` profondamente rinnovata da personalita` come mirone, fidia, policleto. infine nella pittura assistiamo alla formazione e apogeo dello stile classico, che ha al suo centro la rappresentazione plastica della figura umana, e agli esordi dell`espressionismo, con una pittura ricca di chiaroscuri e in uno spazio che comincia a vivere.

dopo la pubblicazione de "la scala a chiocciola", yeats desiderava scrivere poesie di un genere nuovo e raggiungere un pubblico piu` vasto, una poesia che esprimesse "il carattere e la sensibilita` di una nazione, ma senza fini politici". in questa sua ultima raccolta, conscio della sua ormai prossima morte, il poeta irlandese e` spinto quindi dall`urgenza di "dire" quanto piu` possibile. e per questo che rivisita in un`ampia prospettiva spazio temporale 2500 anni di storia, in poesie in cui il senso eroico della tragedia del mondo occidentale si contrappone alla capacita` orientale di guardare la vita con quieto distacco, e in cui tradizione e modernita` si fondono nello sforzo estremo di comunicare al mondo il senso profondo dell`arte e della conoscenza.

giudicato oltraggioso e scandaloso, processato, censurato, messo all`indice, proibito: questo l`itinerario della storia degli amori tra una nobildonna, connie chatterley, e il guardacaccia mellors. un libro che presenta una nuova fisiologia del rapporto tra uomo e donna, in base alla quale essi possono conoscersi nella loro essenza piu` vera, reale e spirituale solo attraverso un sesso vissuto come mistica comunione e fusione reciproca. un romanzo che pone in primo piano la prevalenza dell`istinto sul comportamento dettato dalle regole sociali e dalla morale corrente.

seneca termino` di scrivere questa sua opera nel 64 d.c. quando, come lui stesso dice, "la vecchiaia lo incalzava alle spalle" e, caduto in disgrazia presso nerone, aveva dovuto lasciare la vita politica attiva. le "questioni naturali" - divise in otto libri, ciascuno dedicato a un argomento particolare - intendono fare il punto su quanto la ricerca scientifica ha assodato fino a quell`epoca e di ogni fenomeno preso in esame si da` una descrizione, se ne enumerano cause ed effetti, se ne riportano le diverse interpretazioni, tracciandone la storia. ma non mancano neppure i riferimenti d`ordine morale: si denuncia, infatti, la corruzione del tempo, si esorcizza la paura della morte con la conoscenza scientifica, si annuncia un diluvio universale.

la seconda parte di uno dei piu` ambiziosi e complessi poemi epici che mai siano stati scritti: la guerra di dioniso in india contro il re deriade e il suo trionfale viaggio di ritorno dall`asia alla grecia dove sara` accolto come dio dagli altri de`i nell`olimpo. un poema affascinante e misterioso; la summa del sapere di una civilta` avviata a un inesorabile declino e della mitologia greca; un inno al dio della follia e dell`ebbrezza. un`edizione commentata che offre la possibilita` di affrontare un poema che, nelle intenzioni dell`autore, doveva idealmente concludere quella grande avventura della mente e dello spirito che aveva avuto inizio con l`"iliade" e l`"odissea".

nei 15o7 johannes pfefferkorn, un ebreo convertito spalleggiato dai teologi dell`universita` di colonia, pubblico` un libello ferocemente antigiudaico: tra le sue proposte, privare gli ebrei della loro identita` culturale confiscandone i libri sacri. allo sconsiderato disegno si oppose uno dei massimi umanisti tedeschi, johannes reuchlin, che, a sostegno delle sue tesi, pubblico` le "lettere di uomini illustri" da lui ricevute, altri dotti si affidarono invece alle armi del comico, e composero, a ideale controcanto della prima raccolta, le "lettere d`uomini oscuri". scritte in un latino maccheronico, queste lettere sono per molti versi un`anticipazione del riso beffardo di rabelais, e potrebbero davvero definirsi l`armata brancaleone del rinascimento tedesco.

comici e divertenti, dai toni leggeri e talvolta sboccacciati, i drammi satireschi venivano rappresentati nell`antica grecia alla fine di ogni trilogia tragica, allo scopo di alleggerire i racconti spesso feroci e cupi delle tragedie. protagonisti di queste storie avventurose, buffe parodie delle tragedie piu` famose, erano eroi e mostri mitologici. polifemo, l`orribile orco omerico, nel ciclope di euripide diventa un elegante gentiluomo di campagna, mentre satiri e sileni sono i maldestri seduttori di danae nei pescatori, o i goffi atleti negli spettatori. in questo volume sono raccolti e tradotti i piu` importanti frammenti dei drammi satireschi, corredati da un ampio apparato di note e da una dettagliata introduzione.

retore, conferenziere, libellista, poligrafo, luciano e` una delle figure piu` singolari della letteratura greca. questo volume raccoglie tre libelli - "i filosofi all`asta", "il pescatore o i redivivi", "la morte di peregrino" - che attaccano i filosofi e i loro sistemi. nel primo libello, nessun filosofo si salva, ne` socrate, ne` pitagora, ne` il cinico diogene; nel secondo, i filosofi trascinano luciano in tribunale, ma quest`ultimo si difende confondendo gli accusatori; nell`ultimo vengono esposti al pubblico ludibrio gli pseudo taumaturghi e santoni che ricavano denaro facendo leva sul misticismo irrazionale diffuso in quel tempo.

di autore ignoto, ma per molti secoli attribuita a seneca, l`octavia e` una tragedia di ambientazione romana, l`unica praetexta che sia sopravvissuta integra di tutto il teatro latino. mette in scena la fine del matrimonio tra ottavia, figlia dell`imperatore claudio, e nerone, un matrimonio al limite dell`incesto e turbato dagli assassini che avevano determinato l`ascesa di nerone sul trono imperiale. ottavia, sorellastra e moglie di nerone, condannata all`esilio, assiste impotente al precipitare degli eventi.

dieci drammi teatrali che esprimono il tormento dell`anima russa nei cupi anni dello stalinismo. se da un lato bulgakov fu in un certo qual modo "protetto" da stalin, dall`altro lotto` vanamente perche` le sue opere teatrali venissero rappresentate. delle dieci contenute in questo volume soltanto quattro poterono essere messe in scena, le altre vennero implacabilmente respinte dalla censura. i giorni drammatici della rivoluzione, la farsa tragica dell`esistenza quotidiana, il "realismo socialista", personaggi come puskin e molie`re: ecco soltanto alcuni degli argomenti di queste dieci gemme teatrali. con un`introduzione di anatolij smeljanskij, l`edizione completa dell`opera drammaturgica dell`autore russo.

due sorelle, panegiride e panfila, da piu` di due anni prive dei loro mariti, epignomo e panfilippo, anch`essi fratelli e partiti in cerca di fortuna; il padre delle due donne, antifone, che vuole convincerle a lasciare i mariti e risposarsi; un parassita affamato, un servo che annuncia il ritorno dei due uomini; la riconciliazione con il suocero, i festeggiamenti finali. come sempre, la trama della commedia plautina e` ricca di colpi di scena, di finzioni, di raggiri e di beffe; come sempre avvince il lettore con la sua carica di satira e di comicita`.

metastasio (1698-1782), il piu` celebrato poeta italiano del suo tempo, visse alla corte di vienna come poeta cesareo. la sua produzione letteraria, che include versi, canzonette e melodrammi, ebbe vastissima diffusione europea, e una lunga influenza sulla tradizione poetica successiva. il volume raccoglie un`antologia esaustiva del poeta italiano.

il dialogo sulle leggi, probabilmente lasciato incompiuto per il sopraggiungere della morte, rappresenta un punto d`arrivo del pensiero platonico. in quest`opera, dove platone sembra maggiormente disilluso sulla possibilita` di realizzare una perfetta forma di governo, vengono delineate le leggi secondo le quali il filosofo puo` guidare una nuova comunita` politica e realizzare comunque la migliore forma di governo.

benche` prive dei due libri iniziali, le "storie di alessandro magno" costituiscono l`unica opera in latino dedicata completamente alla figura del grande macedone e alla sua spedizione in oriente. l`autore non e` pero` identificabile con sicurezza, ne` si sa esattamente in quale periodo visse, anche se ormai gli studiosi tendono a riconoscerlo nel quinto curzio rufo, cui accennano plinio il giovane e tacito, che raggiunse i vertici della carriera militare e politica nella prima meta` del i sec. d.c. le "storie" presentano la figura del protagonista con un taglio del tutto particolare. infatti, pur conservando all`interno della narrazione una propria aura epica, dell`eroe classico il macedone denuncia grandezze e debolezze, qualita` e difetti.

sensuali, maliziose, imprevedibili. in queste appassionanti lettere d`amore, scritte tra il ii e il v secolo d.c., si raccontano i corteggiamenti, i baci, le gelosie, i tradimenti, le attese felici e rovinose, le malinconie degli amanti in un abile intreccio di variazioni e ribaltamenti, che spesso conferiscono alla narrazione il respiro di una novella. impreziosite da dotti richiami mitici e letterari, queste epistole fittizie appartengono a un genere erotico che ebbe una straordinaria fortuna in eta` antica e bizantina. l`introduzione, scritta a quattro mani da conca e zanetto, guida alla comprensione delle lettere e ne sottolinea gli aspetti stilistici rilevanti e i raffinati riecheggiamenti letterari.

specchio di virtu` e di devozione religiosa, justine racconta alla sorella juliette, dopo una lunga separazione, le proprie disavventure. la narrazione si trasforma in un vertiginoso viaggio tra frati licenziosi, impenitenti falsari, losche mezzane, aristocratici viziosi: un percorso iniziatico attraverso l`esperienza del libertinaggio, che si snoda circolarmente in discorsi, classificazioni ed enumerazioni. pubblicato anonimo nel 1791 e subito dichiarato fuorilegge, justine fu sottratto all`oblio cui lo destinava l"`inferno" della biblioteca nazionale di parigi negli anni trenta e consegnato alla tradizione letteraria del novecento.

creando il personaggio dello scienziato che, tentato da mefistofele, vende la propria anima in cambio di giovinezza, sapienza e potere, goethe ha dato forma a un simbolo dell`umanita`, divisa tra bene e male, sete di conoscenza e consapevolezza del limite, dannazione e redenzione. il volume offre questo classico nella traduzione di manacorda, che alterna prosa e poesia, e contiene un saggio di thomas mann che introduce il volume. nato come lezione tenuta nel 1939 all`universita` di princeton, il testo ripercorre i contrasti alla radice dell`opera: il sostrato popolare e il debito nei confronti della tradizione letteraria, il registro ironico e la tensione verso l`indeterminato, l`anima nordica e il respiro universale.

tragedia di grande efficacia teatrale e tra le poche che riscossero un immediato successo, questa e` una delle ultime e piu` amare opere di euripide. eteocle e polinice, figli di edipo e suoi eredi, decidono di spartirsi il potere su tebe e di regnare un anno a testa. terminato il proprio anno, eteocle si rifiuta pero` di consegnare il trono al fratello che, forte dell`appoggio del suocero adrasto, re di argo, pone l`assedio alla citta`. tebe sara` salva, ma esito ineluttabile dell`odio tra eteocle e polinice sara` il fratricidio, che segna l`ingloriosa fine della dinastia maledetta dei labdacidi, mentre edipo, vecchio e cieco, andra` in esilio accompagnato dalla figlia antigone.

dall`ira di achille ai funerali di ettore: il primo e piu` famoso poema epico dell`umanita`, che celebra eroi, battaglie, imprese valorose di un passato di smisurata e perduta grandezza. ma non solo. l`iliade e` anche il poema dell`eterna contraddittorieta` dell`uomo, il poema dell`inesorabilita` del destino, il poema che piu` di tutti ha saputo legare la gloria alla morte, l`ira alla passione, l`immortalita` alla fragilita` umana.

andre` gide (1869-1951). figlio unico, molto ricco, educazione rigidissima. sposa la cugina, viaggia in africa e nel 1908 fonda la "nouvelle revue francaise", una delle piu` influenti riviste culturali europee. si impegna politicamente, pubblica romanzi di grande intensita` narrativa e morale (l`immoralista, la porta stretta, le segrete del vaticano) e, un libro dopo l`altro, impegna tutto se stesso nell`esplorazione sistematica della sua identita`. nel 1947 vince il premio nobel.

nel 1970 pier paolo pasolini curo` personalmente un volume di "poesie vecchie" tratte da "le ceneri di gramsci" (1957), "la religione del mio tempo" (1961) e "poesia in forma di rosa" (1964). considerava questa scelta come "un atto conclusivo di un periodo letterario per aprirne un altro" e su richiesta di livio garzanti ne scrisse l`introduzione, intitolandola "al lettore nuovo". l`antologia - qui riedita integralmente con l`aggiunta di una breve nota proponeva un volume di poesie a sei anni di distanza dall`ultima raccolta pubblicata.

scrittore dalla stile inarrivabile, filosofo-moralista profondo ed efficace, acuto lettore della crisi morale e religiosa del suo tempo, seneca rimane, nella memoria collettiva, soprattutto il consigliere di nerone. per riuscire a comprendere a tutto tondo un personaggio a prima vista cosi` contraddittorio, si rende necessaria un`indagine che abbracci tutta l`eta` di seneca, dagli anni di tiberio a quelli della tirannide neroniana. in questo libro l`indagine dell`autore si e` orientata soprattutto verso il pensiero di seneca, la sua adesione convinta e totale alle dottrine stoiche, il suo impegno a coglierne continuamente i risvolti morali e pratici.

si sa molto poco di tacito, il grande autore romano delle "storie" e degli "annali". eppure questo lucidissimo testimone di un`epoca di grandi splendori e grandi efferatezze ha un fascino che sfida i secoli. con questa biografia grimal offre un ritratto particolareggiato del grande storico della roma imperiale, ricostruendo il suo itinerario umano e lo sviluppo delle sue concezioni politiche, tra le fazioni e le lotte di potere del primo secolo dell`era cristiana.

il volume e` un`autoantologia curata dallo stesso poeta nel 1970 come "atto conclusivo di un periodo letterario". nel cd allegato sandro lombardi legge pier paolo pasolini, esplorandone la grammatica e il ritmo, le stratificazioni del significato e la musicalita`, i rimandi letterari e le tonalita` stilistiche.

tra il 2002 e il 2004, di fronte al progressivo degrado della situazione politica italiana, e piu` in generale indignato per quello che giudicava un pericoloso imbarbarimento del nostro paese, giovanni raboni reagi` nella maniera a lui piu` congeniale: da poeta. chi conosce l`impegno civile e morale di giovanni raboni non si puo` sorprendere delle posizioni politiche che emergono da questi versi, in piccola parte gia` pubblicati su alcuni giornali e che hanno trovato una diffusione sorprendente anche via internet. meno prevedibile, forse, che queste posizioni potessero ispirare in maniera diretta e immediata, una lirica di taglio cosi` esplicitamente politico, immersa nell`attualita`. postfazione di patrizia valduga.

ritrovando, a distanza di quasi mezzo secolo, l`ispirazione evangelica di alcuni suoi testi giovanili, giovanni raboni ripercorre in questo poema teatrale il racconto della vita e della morte di cristo. lui, il protagonista, e` assente o, almeno, non si vede; a parlare sono gli altri, i comprimari, quelli che c`erano, ma soltanto dopo, a prodigio o delitto consumato, acquistano una consapevolezza innocentemente o colposamente frammentaria degli eventi che li hanno sfiorati, dell`evidenza e del mistero di cui sono spettatori.

"l`edipo re" di sofocle, da cui "edipo il tiranno" di holderlin, e` uno dei vertici dello spirito umano. e la tragedia dell`uomo che spinge la sua ansia di conoscenza fin dentro l`oscurita` del fato, per scoprire la verita` del dolore umano, che mette in discussione ogni regola, ogni legge, ogni potere. holderlin proprio su questo punta la sua attenzione: sull`uomo che, spinto dall`ansia di conoscere lo smisurato, fa della ricerca la sua grandezza, ma anche la sua rovina. le traduzioni da sofocle sono l`ultimo lavoro di cui holderlin vide la stampa. la traduzione dell`"edipo re", criticata e addirittura irrisa all`inizio dell`ottocento, si e` rivelata successivamente un`opera di immensa poesia, su cui hanno scritto pagine memorabili benjamin, heidegger e brecht.

il "discorso" sui costumi degli italiani, scritto nel 1824 e pubblicato per la prima volta solo nel 1906, e` uno dei piu` alti, ardui e lucidi esempi della capacita` di penetrazione dello sguardo dell`etnologo e del filosofo morale e politico giacomo leopardi, una delle figure toreggianti del diciannovesimo secolo. come osserva nell`introduzione salvatore veca, lo sguardo antropologico di leopardi coglie, "con inesorabile freddezza e lontananza e con intensa empatia, alcuni dei tratti di lungo periodo propri della societa` italiana, sullo sfondo del contesto europeo". questi tratti "sono quelli familiari e riconoscibili in un identikit che abbiamo la responsabilita` civile di continuare a tracciare, non per conservare il passato che non passa ma semplicemente per prendere sul serio il difficile compito mai finito di progettare la modernita`, a quasi due secoli di distanza dal magistrale portrait di giacomo, nostro contemporaneo".

"la presente edizione dell`intera opera poetica di mallarme`, corredata di traduzione e commento, si propone di contribuire a far partecipe il maggior numero di lettori italiani della difficile e schiva bellezza di questa poesia. il commento utilizza gli apporti piu` rilevanti della critica mallarmeana, sulla base di una lettura personale (che consiste, necessariamente, d`innumerevoli riletture) costantemente tesa nello sforzo di raggiungere, di auscultare il poeta, e lui solo. la traduzione, condotta sull`edizione de "la ple`iade", e` nata dalla mia personale esigenza di comprendere mallarme` attraverso un`attenzione e una tensione di lettura superiori al normale, quali, cioe`, una traduzione di poesia le richiede. il criterio fondamentale cui mi sono attenuta e` stato quello d`una fedelta` globale al poeta, che dedicandosi scrupolosamente alla traduzione dell`opera sua, andasse assorbendone di pari passo i modi espressivi, il gusto, i vizi e le manie, cercando di ottenere effetti simili con mezzi simili; che fosse, in sostanza, una sorta di imitazione di mallarme`." (luciana frezza)

variamente legata, nelle prove piu` giovanili, al gusto di elegante sperimentazione e insieme al culto dei classici che caratterizza l`area veneta di fine settecento, e nel 1797 intensamente coinvolta nella nuova situazione rivoluzionaria, la poesia foscoliana matura intorno al 1800 una straordinaria densita` e fermezza di scrittura in cui si declina il mito dell`eroe sconfitto e disingannato, in attesa di morte. in seguito, fra i "sepolcri" e" le grazie", foscolo tenta percorsi piu` complessi, nella direzione, suggerita soprattutto dagli antichi, di un discorso poetico che esplori la condizione umana e le sue chances, oltre il male storico. nel suo insieme un`esperienza fra le piu` alte nella poesia europea del tempo e pure sottilmente aperta sull`oggi.

dopo la traduzione fortemente interpretativa di franco fortini, ecco una versione integrale dell`opera poetica, pubblicata postuma, di proust, che mira a restituire la musicalita` del testo e a reintegrare in italiano le assonanze con la ricerca.

a immagini cupe e malinconiche, il poeta affianca i temi della bella giovinezza, della passione per la vita effimera, dell`amore. e tutto va a costituire una raccolta fortemente unitaria, nonostante la varieta` degli argomenti e dei toni, che passano dal riso burlesco alla violenza dell`ironia, dagli accenti velenosi al lirismo.

una satira irriverente e provocatoria pubblicata nel 1914, l`anno stesso in cui prendeva il via l`immane massacro di tutta una generazione. una commedia degli inganni che coinvolge una banda di truffatori tra francia e italia, maestri del raggiro e del travestimento; dei borghesucci cattolici convinti di dover accorrere dalla provincia francese a liberare il papa, a roma, dalla presunta e terribile prigionia in cui lo costringerebbe la massoneria nei "sotterranei del vaticano"; scienziati ferocemente atei e positivisti, bensi` di facilissima e altrettanto fanatica conversione alla fede; scrittori che della fede sono i portavoce, ma sono mossi dalle peggiori delle vanita` e lui, lafcadio, il figlio segreto e ribelle di tanta ipocrita societa` borghese.

il ritratto di un uomo e di un`intera generazione in cinque racconti: l`antieroe pecorin e il suo alter ego maksim maksimyc. una pietra miliare nella storia del romanzo russo dell`ottocento. "un eroe dei nostri tempi e` proprio un ritratto, ma non di una persona: e` il ritratto che nasce dai vizi di tutta la nostra generazione, nel pieno del loro sviluppo. mi direte ancora che un uomo non puo` essere cosi` malvagio e io vi diro` che se avete creduto alla possibile esistenza di tutti gli scellerati tragici e romantici, perche` non credete alla realta` di pecorin? dite che la morale da tutto cio` non ne guadagna? agli uomini han dato fin troppi dolciumi; percio` il loro stomaco si e` guastato: servono medicine amare, verita` irritanti". (dalla prefazione).

"il dio del mill non e` un

"se si segue lo spirito di blake nelle varie fasi del suo sviluppo poetico e` impossibile considerarlo un naif, un selvaggio, il selvaggio prediletto degli ipercolti. svaporata la stranezza, la sua peculiarita` si dimostra quella di tutta la grande poesia: qualcosa che si trova (non sempre) in omero, in eschilo, in dante e in villon, e profondo e nascosto nell`opera di shakespeare; e anche, sotto forma diversa, in montaigne e in spinoza. si tratta, semplicemente, di una peculiare onesta`, un`onesta` che, in un mondo troppo timoroso di essere onesto, risulta particolarmente terrificante. e un`onesta` contro cui cospira tutto il mondo, perche` e` sgradevole. la poesia di blake ha la sgradevolezza della grande poesia. niente che si possa dire morboso o anormale o perverso, niente di tutto cio` che testimonia la malattia di un`epoca o una moda, ha queste qualita`; la possiedono solo quelle cose che, dopo uno straordinario travaglio di semplificazione, rivelano l`essenziale debolezza o la forza essenziale dell`animo umano." (thomas stearns eliot)

una sontuosa festa da ballo, il lusso della villa di una famiglia parigina, un uomo in compagnia di una giovane dama, e poi un bizzarro centenario che compare d`improvviso come presenza inquietante in tanto splendore, eppure circondata di premure e rispetto. non puo` che suscitare la perplessita` degli ospiti, che si interrogano sulla sua vera identita`. inizia cosi`, come un racconto del mistero, questo breve romanzo di scene della vita parigina di balzac. protagonista ne e` un giovane scultore francese di belle speranze, ernest jean sarrasine, il quale a meta` del settecento si reca a roma e qui fa la conoscenza della celebre cantante zambinella. sara` un incontro folgorante e dagli esiti drammatici, in un mondo dove la realta` non e` quella che appare, i diritti dell`arte prevalgono su quelli dell`individuo e, per chi e` ignaro delle regole del gioco e della societa`, il sesso e la passione possono condurre in terreni liminari tra i generi, e schiudere le porte del ridicolo o del terrore. la novella, che e` un piccolo gioiello per eleganza di scrittura e per la ricchezza di spunti che offre, che se ne dia una lettura in chiave psicoanalitica o come discorso sull`arte, da alcuni e` considerata uno dei capolavori della come`die humaine; ha comunque suscitato l`interesse critico di autori come georges bataille e michel serres, e ha indotto roland barthes a dedicarle un intero saggio, "s/z".

"sapienza e` una condizione dello spirito, un modo di essere, e non un insieme di contenuti che si ritengano veri e saggi. il sapiente e` radicato nella sorgente delle cose, e dell`esperienza sapienziale possono farsi testimonianza scritta o orale parole, come quelle di eraclito, parmenide, empedocle in occidente, e delle upanishad o dello chuangtzu in oriente, che vibrano della risonanza mistica da cui sorgono. a differenza della filosofia, la sapienza e` un modo di essere, non di pensare, ed e` frutto del se`, mentre la filosofia lo e` dell`ego. i sapienti greci non erano uomini di scrivania, come forse amerebbero dipingerli a propria immagine e somiglianza gli esangui ermeneuti contemporanei, bensi` individui che intraprendevano una via di continua ricerca di se stessi, all`insegna del motto delfico gn?thi sauton, e da questa pratica di ricerca spirituale venivano trasformati fin nelle intime midolla, come i sapienti d`oriente. nel versante orientale, la sapienza e` un immenso commentario intorno alle folgorazioni mistiche e alle formulazioni religiose dei veda, che trovano sistemazione nelle upanishad. diversa e` la sapienza greca, in cui fioriscono personalita` spiccate, con maggiore differenziazione di linguaggio e di pensiero. ma i temi di fondo sono gli stessi, e con ogni evidenza la madre della sapienza d`oriente e d`occidente e` una sola e la medesima, benche` da essa germoglino frutti ben diversi."

"lungi dall`essere poco teatrale, re lear puo` ben dirsi l`opera piu` teatrale di shakespeare, e cio` nel senso che in essa il linguaggio del drammaturgo raggiunge la sua piu` alta, e specifica, intensita` ed espressivita`. ne` poteva essere diversamente. nel dramma, composto intorno al 1605 (poco dopo l`0tello e pressoche` contemporaneamente al macbeth) e dunque nel momento in cui piu` profonda era la sua riflessione sull`uomo e sulla sua condizione, shakespeare crea un linguaggio la cui `teatralita`` e` suprema perche` suprema e` la funzione che ad esso viene affidata; un linguaggio che, volendo esplorare e conoscere il movimento e le ragioni della vita, ha cosi` approfondito e arricchito le proprie specifiche risorse e qualita` da aver bisogno, come mai prima, del proprio elemento naturale, il teatro." (dalla prefazione)

"l`insurrezione di milano", testo fondamentale del risorgimento e opera di un cattaneo in esilio, e` molto piu` di una mera cronaca degli eventi: riesce a trasfigurare quanto avvenne in quelle convulse giornate in una penetrante analisi del "ventre" politico di una - non ancora nata ma gia` percepibile nazione. spesso la storiografia ufficiale (per lo piu` vicina a casa savoia) ha ritratto in maniera agiografica l`anelito del popolo verso la liberta`, un anelito sicuramente presente ma mescolato a interessi economici potentissimi. le pagine lucide e infuocate di cattaneo (allora a capo del consiglio di guerra) ci fanno rivivere quelle giornate piene di passione civile come un vero e proprio "documentario" in presa diretta. ma, allo stesso tempo, ci ricordano le profonde aspirazioni federaliste (nel senso piu` nobile del termine) del suo autore, uno dei primi a sognare un`italia unita nelle sue differenze, cuore pulsante degli stati uniti d`europa.

il giorno della liberazione di roma dentro gli occhi di un ragazzino. una storia raccontata per trent`anni, poi ramificata nella memoria e nella fantasia, dove il bombardamento di san lorenzo puo` stare accanto alla leggenda del barbiere dalle mani belle e il rastrellamento del quadraro si trasforma nella parabola delle mosche pacifiche e perfette. nelle pagine di ascanio celestini, cosi` come nei suoi spettacoli, non resta che arrendersi all`incantesimo della grande narrazione. il testo nasce da una storia vera raccontata all`autore dal padre, gaetano celestini detto nino. lo spettacolo "scemo di guerra" ha esordito alla biennale di venezia e questo libro non e` il testo dello spettacolo ma una versione romanzesca dello stesso spunto.

un enigmatico finanziere, del cui patrimonio non si conosce l`origine, e un regista ebreo da anni inattivo si incontrano in un luogo imprecisato, a meta` tra un hangar e un mattatoio, per discutere di un progetto comune: mettere in scena il mercante di` venezia. in comune hanno un`ossessione: shylock, uno dei grandi personaggi shakespeariani. mentre scorrono le scene delle prove e gli esilaranti paradossi del mercante di venezia, immaginato dal regista con una strana compagnia tragicomica, si delinea una partita sottile e inquietante in cui entrambi i personaggi vogliono cambiare a loro modo il finale di shakespeare. un teatro nel teatro in cui regista e impresario si alternano a interpretare la parte di shylock e ognuno vede messa in discussione la propria identita`. il tutto in un avvincente collage che, sul tema del denaro e dell`arte, intreccia le parole di shakespeare con i testi della cultura ebraica e quelli dell`odierna cultura pop.

i versi di roberta dapunt si snodano tra angoscia e armonia. da un lato c`e` un percorso tormentato attorno a inquietitudini religiose, preghiere che non placano, immagini di morte, dall`altro il senso di sacrale purezza che risiede nella terra, nei ritmi della natura, nella vita di montagna e nei suoi riti che legano insieme le persone, i loro gesti senza tempo, gli animali il silenzio. ne risulta un passo irregolare, febbrile e pacato insieme: una sapienza zoppia che permette di attraversare una realta` multiforme senza schematizzarla in moduli precostituiti e automatici.

omissioni come cose non dette o non fatte, come montaliane "occasioni" sprecate. la prima raccolta poetica di ottavio fatica e` un libro di dissipazioni, un libro in cui anche la disperazione viene "buttata via" a colpi di ironia. fuoco, dramma, crogiolo, ribollire sono parole ricorrenti della raccolta, a indicare le accensioni della vita, ma contemporaneamente la certezza che le fiamme si spengono nell`"immortalita` dell`estinzione" da il senso della distanza verso le cose, il senso del comune destino: "una pietra sopra come unica cura".

quella di galluccio e` una poesia che tende a far affiorare "il lato rovescio del pensiero" attraverso vari modi: slittamenti semantici, spazi deformati, visionarieta` onirica. in questo contesto entra in gioco anche una serie di metafore tratte dal linguaggio matematico che rimandano a un mondo di certezze e di perspicuita` continuamente disatteso. come nella poesia dedicata a georg cantor, vera e propria cerniera a meta` del libro, dove alcuni aspetti di pensiero del grande matematico diventano l`occasione per una percezione diretta e acuta della complessita` e del "confronto terreno fra infiniti". i versi di galluccio muovono da una ferita esistenziale che trova espressione in varie forme di disagio quotidiano, dilatandosi e trasformandosi in simboli capaci di spostare verticalmente le immagini, le distanze, i nodi irrisolti. senza fare esplicitamente una poesia metafisica, galluccio recupera tutta la pregnanza di scorie e residui della realta` interiore ed esterna, come se il prolungamento di questi dettagli potesse condurre, non tanto a risposte pacificanti, ma a nuove domande, a nuovi problemi che nessun teorema sembra in grado di risolvere.

il piu` noto dei testi incompiuti di brecht e` stato per lungo tempo un riassunto di poche righe pubblicato all`interno delle sue opere complete. heiner muller ha consultato gli archivi di berlino e ha scoperto centinaia di pagine di appunti legati al soggetto "fatzer". brecht vi lavoro` tra il 1927 e il 1932 scrivendo quasi seicento pagine di appunti, frammenti, scene complete e note teoriche in cui sviluppava una nuova idea di teatro. il dramma e` ambientato nella germania degli anni della prima guerra mondiale, johann fatzer e tre commilitoni nascondono il proprio panzer e scappano a muhlheim, una citta` segnata dalla fame e dal malcontento sociale.