
chi ha inventato il lettore mp3, il tappo della bottiglia, il post-it o il bancomat? ci sono oggetti, nella nostra vita quotidiana, di cui non sappiamo piu` fare a meno, talmente indispensabili e comuni da apparire scontati. sembra che siano sempre esistiti. eppure anche la piu` semplice delle idee e` balenata per la prima volta nella mente di qualcuno, da qualche parte nel mondo, per risolvere un problema strettamente pratico. insomma un`invenzione e` frutto della creativita`, della tenacia, ma anche del caso, o perfino di un errore. e a volte e` nata in tempi piu` recenti di quanto crediamo. questo libro racconta l`affascinante storia degli oggetti d`uso comune e dei loro inventori, piccoli geni che, talvolta senza volerlo, ci hanno cambiato la vita.

una composizione verde o fiorita puo` migliorare l`aspetto di un giardino, di un terrazzo o di un patio: basta sistemare fiori e piantine nel vaso adatto e combinare forme e colori nel modo giusto. questo piccolo manuale contiene 200 idee per realizzare composizioni sia stagionali che permanenti: dai cesti pensili traboccanti di fiori estivi ai contenitori con arbusti e piante perenni. consigli semplici ed efficaci, schemi illustrativi e immagini chiare per ottenere risultati di grande impatto, sfruttando un`ampia gamma di piante diverse.

new york, 13 settembre 2008. primo ciak: nella cucina del suo luminoso appartamento di park avenue, jamie dimon - di jp morgan chase, la terza banca degli stati uniti - si versa un caffe` sperando di placare il mal di testa. ha fatto tardi alla federal reserve bank con una dozzina di suoi concorrenti nel tentativo estremo di salvare lehman brothers dal fallimento ed evitare un pericoloso effetto domino. il cast: banchieri, avvocati, finanzieri, manager, membri dei consigli di amministrazione, funzionari di governo e ministri degli stati uniti e di altri paesi, consulenti, segretari di stato. tutti i protagonisti direttamente coinvolti nei fatti che hanno portato al piu` grave crac finanziario dal 1929. con oltre cinquecento ore di interviste, documenti riservati, registrazioni audio, e-mail, appunti personali, piani di fatturazione, persino agende e note spese questo volume e` un resoconto di prima mano dei retroscena della crisi, delle manovre elaborate nei feudi dell`alta finanza e nei corridoi della politica, degli incontri segreti, delle trattative. come nelle piu` classiche tragedie greche, i protagonisti avrebbero la possibilita` di evitare la catastrofe, ma non lo fanno. le scelte dei tycoons che governano l`economia del pianeta. le passioni, le illusioni, la sete di potere di quelli che si sentono "troppo grandi per fallire".

questa introduzione a niccolo` cusano offre gli strumenti critici essenziali per intendere l`opera del filosofo alla luce delle piu` recenti prospettive storiografiche: dai primi scritti teologico-giuridici agli interessi scientifici.

"dire senso di nazionalita`, significa dire senso di individualita` storica. si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualita`, cioe` ad affermare, contro tendenze generalizzanti, il principio del particolare, del singolo. per questo l`idea di nazione sorge e trionfa con il sorgere e il trionfare di quel grandioso movimento di cultura europeo, che ha nome romanticismo". (federico chabod)

un`opera ormai classica, con la quale mazzarino ha aperto nuove prospettive di lettura dei grandi storici dell`antichita`. nel primo volume: nascita del pensiero storico - dall`"asia" di gige all`atene di pericle - erodoto e la societa` classica - da tucidide ai cinici - classicita` greca e classicismo ellenistico romano. santo mazzarino (1916-1987) e` stato ordinario di storia romana presso la facolta` di lettere di roma.

un`opera ormai classica, con la quale mazzarino ha aperto nuove prospettive di lettura dei grandi storici dell`antichita`. nel secondo volume: alessandro e il pensiero storico - utopia e mito, societa` e pensiero storico - roma e la storiografia ellenistica - polibio, la societa` di roma e la storiografia repubblicana - tra annibale e cesare - cesare e il pensiero storico del suo tempo - introduzione a sallustio e a tacito - introduzione all`eta` cristiana. santo mazzarino (1916-1987) e` stato ordinario di storia romana presso la facolta` di lettere di roma.

un`opera ormai classica, con la quale mazzarino ha aperto nuove prospettive di lettura dei grandi storici dell`antichita`. nel terzo volume: da sallustio a tacito - utopia e rivoluzione nella storiografia tardoromana - ethos e kratos nella storiografia d`eta` imperiale - livianismo classico e umanesimo cristiano - l`utopia antica, moro e machiavelli. santo mazzarino (1916-1987) e` stato ordinario di storia romana presso la facolta` di lettere di roma.


superando i confini della storia politica, ernst hinrichs ricostruisce la formazione dell`europa moderna attraverso i temi centrali della societa`, della famiglia, dell`economia, delle variazioni demografiche, della cultura, della religione.

il primo volume delle "opere filosofiche" di cartesio raccoglie "frammenti giovanili", "regole per la guida dell`intelligenza", "la ricerca della verita` mediante il lume naturale", "il mondo o trattato della luce", "l`uomo", "discorso sul metodo", secondo il testo dell`edizione adam e tannery. questa edizione e` corredata di una avvertenza, di una cronologia della vita e delle opere di cartesio, di una bibliografia dei suoi scritti, di una rassegna delle raccolte delle sue opere e di specifiche note ai testi a cura di eugenio garin.


la prima storia generale del teatro inteso non tanto come scrittura drammatica quanto come rappresentazione e spettacolo. nel medioevo sulle piazze delle citta` montano i loro spettacoli giullari, buffoni, mimi: una giocosita` profana si diffonde per le strade delle grandi e piccole citta`. se i padri della chiesa condannano il teatro, e` proprio all`interno delle chiese che nasce un`altra forma di spettacolo: il dramma sacro.

la prima storia generale del teatro inteso non tanto come scrittura drammatica quanto come rappresentazione e spettacolo. l`attore e il regista, lo scrittore e la funzione delle drammaturgie, le scuole di recitazione, la danza, la scenografia, la scenotecnica, i costumi, la moda: un panorama inedito del mondo dello spettacolo nei primi decenni di questo secolo.


il fantasma di lorenz lubota, il protagonista narrante che ritorna con la memoria alla gioventu`, e` una ereditiera tredicenne, intravista una volta. l`uomo, per seguirne lo spettro dall`inconsapevole potere, sconvolge dissennatamente la propria vita e arriva fino al delitto, riemergendo redento dopo anni a una vita da piccolo borghese, apparentemente idilliaca, ma in realta` replica piu` opaca della precarieta` esistenziale dei giorni perduti.

la ricostruzione di questa avventura - completa di fonti e particolari, minuziosa fino alla cronaca quasi quotidiana - ci racconta un savinio operosissimo, che intanto si prepara meticolosamente con un curricolo da studente autodidatta all`illusione di elegante facilita` della sua prosa laboriosamente raggiunta, e con tratti insospettabili. che scrive per riviste e rivistine con entusiasmi e delusioni, fino ai primi riconoscimenti e successi. sullo sfondo l`infaticabile opera di consumato "agente letterario" del fratello giorgio de chirico; il sodalizio ferrarese col fratello, carra`, e de pisis; la viva stagione della nuova letteratura italiana, di papini, soffici, prezzolini, cardarelli, bontempelli.

due donne stanno sedute a chiacchierare sulla strada. passa dante alighieri. il poeta ha "carnagione scura, capelli folti, neri e ricci, come la barba". una delle due donne dice all`altra: "guarda! quello e` il tizio che e` stato all`inferno e parla degli spiriti e delle cose incredibili che ha visto laggiu`". la vicina commenta: "dici bene, mia cara. e proprio cosi`: guarda li` che barba crespa e che pelle scura gli hanno fatto venire il nero e il fumo dell`inferno". se dante era brutto, petrarca, il semprevergine, era bello e boccaccio, tondo e grasso. tra varie scintillazioni aneddotiche, l`umanista, banchiere e mercante, giannozzo manetti (1396-1459) abbrevia e rilega le biografie dei tre artefici di una luminosa rinascita culturale.

"i sanniti, celebratissimi popoli, e repubblica d`uomini grandemente bellicosi, i quali piu` volte vinsero i romani e furono lungamente concorrenti di quelli, tali solamente riuscirono a cagione d`amore e di quelle leggi che per premio dell`essere valoroso e di gran cuore, concedevano agl`innamorati giovani le donne amate da loro". comincia cosi` un racconto di marmontel (1723-1799), nell`adattamento italiano di gasparo gozzi (1713-1786). quel racconto che saverio scrofani (1756-1835) trasforma in "novella siciliana", e riambienta in una mitica erice. rifoggiandolo in cammeo neoclassico che, tra " speranze", "desideri", "trasporti" e "pensieri", fa della "qualita` sociale" di "innocenti pastori" una categoria di bellezza.

il jazz e` musica di molti, si dimostra nell`ultimo capitolo di questo libro. nella sua storia non si possono separare ne` i singoli artisti dal fiume indistinto di suonatori, ne` isolare la loro musica dalle loro vite. infatti dietro ogni jazzista c`era un bambino che sentiva un richiamo misterioso e irresistibile. e dietro il richiamo c`era una sofferenza e un`inquietudine indefinite nate quasi sempre sulla strada. per cui, raccontare la vita e lo stile di tredici grandi creatori del jazz, dagli albori agli anni settanta, non risponde alla scelta di individuare il genio isolato, ma a quella di indicare la sintesi biografico-artistica in cui si distilla sempre un intero fatidico momento spirituale dell`epopea collettiva del jazz.

il ballo che da` il titolo non ci sara`; e nemmeno la preparazione. aleggia forse l`attesa, ma come di un evento abituale, che si ripete ogni anno. per cui il ballo degli orgel e` un punto d`arrivo e si racconta invece cio` che successe, nei tempi precedenti il loro ballo, ai coniugi conti orgel, grandi aristocratici di antichissimo lignaggio. pubblicato nel 1924, un anno dopo la morte precocissima a vent`anni del suo autore, quel radiguet del romanzo-mito "il diavolo in corpo" che per generazioni ha rappresentato in letteratura l`inquieto universo delle crisi giovanili, questo suo secondo e ultimo romanzo, concluso ma non rivisto, fu sottoposto all`opera di revisione redazionale di cocteau.

"per la predisposizione di un intervento - spiega francesco indovina introducendo questo studio - nella procedura analisi-conoscenza-progetto si possono utilizzare oltre gli apporti scientifici anche quelli "letterari"? ovviamente la risposta e` si`". l`urbanistica puo` apprendere e utilizzare dagli scrittori, poeti o romanzieri che hanno raccontato le citta`, il linguaggio e trarne contributi di conoscenza. e questo - sostiene flavia schiavo - non solo e non tanto perche` ogni fonte che accresca la documentazione e` utile, ma proprio perche`, per la sua stessa struttura, la forma letteraria si avvale di uno strumento di espressione-conoscenza che puo` risultare particolarmente fecondo se trasferito all`urbanistica: la metafora.

originariamente pubblicata su "la rassegna pugliese", rivista di trani del giornalista e poi tipografo valdemaro vecchi, nel 1888, lo studio su luisa sanfelice appartiene alla stagione in cui il pensatore napoletano, come scrive il suo biografo fausto nicolino, era "quasi perennemente tuffato nell`erudizione". successivamente, la piccola "luisa sanfelice" entrera` a far parte di una raccolta di saggi piu` ampia dedicata a "la rivoluzione siciliana del 1799: biografie, racconti, ricerche".

le sue cronache di guerra sono documenti e racconti, avventurosi e storicamente veritieri, commoventi e divertenti, necessari alla memoria e avvincenti. negli anni sessanta, quando furono scritti, crearono un vero genere letterario, durato in italia quanto la vena, ardita e anticonformista, del suo creatore. in parte era il gusto per la lealta` maschile e per l`etica dei duri; in parte la capacita` di scrittura raffinatissima e facile, senza mai una levitazione magniloquente o una caduta scurrile; in parte la sua competenza in quella che una volta si chiamava "critica di guerra"; in parte era la convinzione, derivata dalla sua personale esperienza della dittatura e della guerra.

fuggito dai furori della rivoluzione giacobina in una specie di finisterre della penisola iberica con un inestimabile bagaglio, il cuore di voltaire in un barattolo, un prezioso calligrafo, dell`epoca in cui sta trionfando la tipografia, rievoca la passata gioventu`. al servizio della penna del grande illuminista, gia` vecchio nel castello di ferney, e del suo impegno di denuncia della barbarie e delle trame della superstizione, ha girato la francia come una specie di inviato speciale nell`ancien re`gime, come un detective nell`oscurantismo.

james weidenheim, nato nel 1918 a backa topola, in una regione del danubio tra l`ungheria e la serbia popolata da coloni tedeschi ai tempi dell`impero asburgico, e poi sconvolta dalle vicende successive della prima guerra mondiale, esule quando alla fine della seconda guerra mondiale quelle terre, prima ungheresi furono attribuite alla jugoslavia, ha scritto la serie dei "racconti danubiani", in cui quell`epopea tragica scorre, come in questa "una festa d`estate a maresi".

una reale comprensione della complessita` culturale del novecento richiede un`analisi di quei processi di costruzione e di consolidamento dei sentimenti di appartenenza e di coscienza critica, dietro i quali nel corso di un secolo perde spessore la nozione di storia letteraria nazionale. il saggio fornisce uno spunto per una riflessione generale sugli scambi letterari internazionali in un secolo che si caratterizza per la sua natura plurale. in primo luogo considerando il ruolo svolto dalle citta` e dalle comunita` piu` piccole che in esse operano, dai caffe` letterari ai circoli alle riviste. poi analizzando la relazione che si instaura non soltanto fra le letterature, ma anche fra queste ultime e il pensiero filosofico e scientifico del tempo.

gerusalemme, anno 6 d.c. le legioni romane sono nella citta` santa: un sacrilegio per gli ebrei. mentre le gerarchie religiose discutono sull`atteggiamento da assumere nei confronti degli invasori, il capo dei farisei viene selvaggiamente assassinato a sette giorni dalla pasqua. cucita tra le sue labbra, una pergamena che annuncia una terribile punizione divina contro israele. qualche ora piu` tardi, il capo dei sadducei, grande sacerdote del tempio, viene a sua volta assassinato. in bocca il seguito della profezia: la venuta del salvatore o il caos. trascinato dalla conoscenza dei testi sacri, filone d`alessandria, giovane filosofo ebreo, si lancia sulle tracce del misterioso assassino.

"romanzo extragiallo umoristico" era il sottotitolo di questo romanzo del 1934 di luciano folgore (1888-1964), che fu poeta futurista, estroso e sarcastico, sfrenato inventore di occasioni surreali e provocazioni, e scrittore di testi teatrali. e frutto legittimo della sua inventiva e` questo giallo comico: comico, forse, anche per aggirare l`antipatia che il regime fascista aveva per il giallo. ma con esso si inaugura una chiave, che avra` un certo successo in italia, fino a che qualcuno come il de angelis del commissario de vincenzi, rompendo gli indugi, non trovera` il coraggio di misurarsi con il genere vero e autentico.

"soldati da` sempre l`impressione di voler fuggire. la fuga e` una condizione della sua intelligenza e del suo spirito. sorpreso, dall`armistizio del settembre 1943, e messo allo sbaraglio per la sua attivita` politica, dovette fuggire da roma a napoli, gia` occupata dagli alleati. la fuga e` durata dal 14 settembre al 3 ottobre. prima in treno, poi in bicicletta e la bicicletta, per chi conosce soldati, e` un `amore di gioventu`` sempre felice. quello che gli capito` in quei giorni, gli uomini che incontro`, e tanti pensieri provati a quelle viste dolorose o a quegli incontri drammatici, si ritrovano adesso nel suo ultimo libro" (enrico emanuelli).

le vite di cagliostro, in questa biografia, non sono soltanto le due vite identiche o magicamente parallele: quella di alessandro cagliostro, il conte, il medico, il mago, il filantropo, l`alchimista, il massone; e quella di giuseppe balsamo il disegnatore palermitano, l`avventuriero, l`imbroglione, il ciarlatano. sono anche tutte le vite che il trasformistico conte avventuriero riusciva a costruirsi in ogni citta` europea dove andava o nella quale era costretto a rifugiarsi; e tutte le vite che gli ammiratori, attratti dal suo magnetismo, vedevano e che i detrattori da lui traditi denunciavano.

fra le piu` antiche citta` della terra - la ricerca archeologica conferma la presenza di un insediamento umano gia` nel quarto millennio a.c. - damasco fu abitata prima che sorgessero citta` come baghdad, il cairo, parigi e londra e prima che venissero costruite le piramidi. fin dalla conquista arabo-islamica del vii secolo fu un importante centro commerciale politico e militare; la sua evoluzione e` stata caratterizzata dall`intreccio tra fattori locali e storia generale dell`islam. questo volume cerca di cogliere gli aspetti piu` salienti di tale intreccio, facendo riferimento alle numerose fonti sia di epoca classica sia di epoca moderna. geografia, storia, arte e scienza di una citta` unica e straordinaria.

protagonisti del libro sono il malinconico e brusco commissario boffa, e la sua spalla, l`amico senza nome che racconta in prima persona quello che capita. in una cittadina marchigiana, in un palazzo frutto della speculazione politico-edilizia, e` uccisa un`anziana signora solitaria e dal passato fuggente. secondo boffa, l`assassino non puo` che provenire da quel condominio di appartamenti, abitati dal ceto medio emerso negli anni del miracolo economico. la vedova, l`impiegato di concetto, il commerciante, l`ingegnere scapolo, il giovane perdigiorno ed eccentrico, il farmacista, le loro famiglie e i loro segreti: tutti si odiano, ma uno e` l`assassino.

giulio angioni, antropologo dell`universita` di cagliari, e` scrittore di romanzi e racconti, di ambientazione sarda, in cui ritorna una specie di malinconia delle origini, di inquietudine delle radici che si esprime anche in questo giallo: "assandira", dal nome di un agriturismo, gestito da un figlio, ritornato con moglie da un emigrazione lontana, e da un padre pastore, meta di turisti in cerca di una teatrale e impudica ricostruzione dell`antica vita agropastorale, che viene dato alle fiamme per consumare un vero e proprio dramma di difesa identitaria, mostruosa mescolanza di moderno ed arcaico.

nell`appartamento del centro di buenos aires, abitato da eveline, donna sola e anziana, piombano improvvisamente una bambina di otto anni, di nome aime`e, e sua madre hanako. madre e figlia sono accompagnate da un messaggio e da un vitalizio per il loro mantenimento, mandati dal fratello di eveline, il nonno della piccola aime`e partito per il mondo decenni prima. hanako e` giapponese; muta, per una meningite infantile, e` cultrice esperta dell`arte di comporre fiori, l`ikebana. nient`altro che questo riesce a sapere delle due donne, eveline, e nessuna notizia verra` piu` del fratello. passano molti anni, eveline e` morta, aime`e ha creato una solida attivita` di fioraia d`ikebana, ma, un giorno, da new orleans riceve una lettera...

"tra le parole che il fascismo aboli` e che noi vorremmo ora riporre in grande onore c`e` anche la parola forse". naturalmente, col termine "fascismo", pancrazi - critico letterario, osservatore di costume, commentatore di idee riassumeva tutti gli stili da regime, contro cui si scontrava la sua opera, di liberale, per l`affermazione della liberta`. e sono gli stili da regime come si andavano gia` ripresentando negli anni quaranta (l`intolleranza, la professione di idee che diventa propaganda, lo stato interventista in questioni culturali, l`ipocrisia moderatista, la critica letteraria retorica e fine a se stessa), l`obiettivo della paziente e acuta profondita` di questi scritti pieni di "forse".

nella citta` di vetro, palermo, accadono fatti inspiegabili e crudeli. tra effetti illusionistici, strane apparizioni, diffuse superstizioni, animali bionici, agisce una setta, gli `schiacciatori di teste`: uccidono in modo atroce. non c`e` un piano leggibile, le morti piombano su persone accomunate solo da una certa sensibilita`. indaga ersilia, giovane vedova, minacciata e controllata dagli assassini, ma inspiegabilmente risparmiata. intorno scorrono i giorni normali, ma tesi e resi frenetici, angosciosi, da un senso di pericolo da ultimi giorni dell`umanita`.

un uomo, un artista in procinto di inaugurare la prossima mostra, cerca sollievo dalla crisi di comunicabilita` col suo mondo, rifugiandosi nell`isola di favignana. e nell`isola, a contatto di una piccola colonia di esuli come lui, ma per ragioni simili e lontanissime come sono le ragioni umane: a sfiorare le loro avventure, scopi, renitenze e sconfitte, illusioni e desideri, si consuma una specie di processo di totale estraniazione, "un`afasia in direzione inversa" che tocca la malattia, forse la morte.

in "innocenza", penelope fitzgerald inscena una commedia degli errori che si svolge, spandendosi nei mille rigagnoli della giornata, tra chiara ridolfi, deliziosa e intraprendente creatura benefica, di nobile famiglia fiorentina fatta di originali decaduti, e il suo amato salvatore rossi, giovane medico, di brillanti speranze e povere origini, che ha deciso di non dipendere sentimentalmente da nessuno e si e` dotato di una tenera corazza di cinismo. i due candidi amanti non riescono in nulla per assenza assoluta di malizia, ma li circondano gli amici pieni di risorse o ingenui, i parenti animati dei piu` benevoli istinti: e tutto serve solo a dimostrazione di come le migliori intenzioni aiutino ad allontanare gli obiettivi.

un lungo dialogo realizzato nel 1967 e poi rimasto sepolto nell`archivio de "l`unita`", di cui roggi era ai tempi il corrispondente moscovita. si puo` cosi` leggere un eccezionale autoritratto dell`urss attraverso i ricordi di una delle teste pensanti del formalismo russo.

spigolature - aneddoti, episodi singolari, piccole cose capitate nel corso dei grandi eventi, e piccoli eventi capitati ai grandi protagonisti interrompendone o deviandone l`avventura - raccolte in quantita` impressionante tra quelle lasciate cadere sul terreno della grande storia mentre questa passava. e raccontate senza soggezione e senza pathos, ma con un effetto di ironia leggera che sorge inevitabile e spontanea dalla sensazione di guardare, per cosi` dire, faccia a faccia gli attori della storia di sicilia prima e dopo l`unita`, nel quadro dell`italia e dell`europa in cambiamento.

emile zola (1840-1902) scrisse nel 1864 "sidoine e me`de`ric" - il gigante e il nano, opposti in tutto, nel fisico e nell`intelletto, che girano il mondo in cerca di una terra e trovano il regno dei felici dove e` regina primavera; per poi finalmente comprendere che il mondo va accettato cosi` com`e`, senza idealizzarlo e senza averne orrore - breve romanzo, evidentemente influenzato dalla tradizione della satira utopistica e filosofica che corre da rabelais a voltaire e swift, che fa parte dei "racconti a ninetta" e precede tutte le opere maggiori e piu` caratteristiche del grande scrittore francese, ma ne preannuncia la grande forza di immaginazione e la sensibilita` idealistica.

constance fenimore woolson (1840-1894) fu apprezzata da henry james che colse in lei la volonta` di rappresentare gli sconfitti della guerra di secessione. questo libro, almeno secondo una interpretazione di un testo dai complessi sottintesi, discende dalla medesima volonta`. in un paese sulle montagne del nord carolina, subito dopo la guerra di secessione, vive una quieta comunita` dominata dalla figura imponente del maggiore, intorno a cui orbitano l`esistenza e l`attenzione della famiglia - la seconda moglie e il figlio di secondo letto - quando giungono a casa la figlia di primo letto del maggiore e un giovane artista dal passato ignoto.

di famiglia ebrea, alberto vigevani descrive la tragedia del suo mondo alla maniera del "crescere impercettibile, lento di una lunga onda che tutto va a sommergere". la "lettera al signor alzheryan" e` il ritratto, conservato teneramente nella memoria di un ragazzo, di un personaggio a suo modo poeta, in un tempo perduto al di la` di una cesura irrevocabile. una figura alla proust, un banchiere cosmopolita, elegante e lieve, fortunato: tipico abitatore di quel remoto ambiente ebraico tra le due guerre. un mondo troppo luminoso e complesso perche` il ragazzo possa inquadrarlo senza abbagliarsi, se non sullo sfondo, solidamente e piu` pacatamente borghese, della sua famiglia.

un diario, un giornalino di quelli che si scrivevano una volta da parte dei fanciulli lontani per motivi di studio dalle famiglie, sia per tenerle aggiornate degli avvenimenti capitati sia per fornire una testimonianza tangibile, attraverso la perizia nel comporre, dell`andamento del proprio percorso di formazione. ma il carattere straordinario di questa memoria lunga un anno consiste nel fatto che a vergarla giorno per giorno, in quel 1822 ad asti dov`era trasferito proveniente da chieri, fu un undicenne ebreo. questo diario parla, con la voce intelligente del suo autore, di una generazione incuneata tra la liberta` dal ghetto portata dalla rivoluzione francese e da napoleone e il ritorno al ghetto con la restaurazione del 1815.

kurt vonnegut su questo libro: "un piccolo capolavoro, americano al cento per cento". significa che conserva la lezione del grande gatsby di scott fitzgerald e insieme la spiccata impressione di certi film americani alla meta` del novecento, quando parlano della giungla metropolitana, del mondo dei giornali e dello spettacolo. al manheim, il narratore che ha il tono distaccato e in fondo simpatizzante del nick testimone, appunto, del grande gatsby, ci racconta in presa diretta perche` corre sammy, la sua ascesa nel mondo dei media da fattorino di redazione a produttore hollywoodiano. il ritmo del racconto e` quello del reporter capace di dare solennita` alla cronaca di eventi quotidiani e trasferire in essi il senso della storia.

commedie del corteggiamento, satire del sentimento: e` dell`autrice stessa la definizione di questi racconti di donne, d`ambientazione raffinata e in cui il sesso maschile e` relegato sullo sfondo, in un ruolo al massimo di oggetto della sensibilita` tutta al femminile della protagonista, dei suoi giochi mentali o del capriccio. l`assoluta femminilita`, infatti, era una delle caratteristiche di questa scrittrice, che conobbe un vastissimo successo agli inizi del novecento e a cavallo dell`oceano, tra l`italia di origine e il mondo anglosassone dove le vicende di una vita movimentata e indipendente l`avevano messa. il volume raccoglie cinque racconti scritti direttamente in inglese, pubblicati ora per la prima volta in italiano.

per mme de stael "non c`e` nulla di piu` piacevole che la lettura di un testo di isabelle de charrie`re". in rapporti con tutta l`europa che conta, questa singolare autrice ci fornisce uno dei ritratti piu` convincenti di cosa significasse la vita prima del 1789. il tema dei racconti e` la vita difficile dell`amore femminile in mezzo alle convenzioni del conformismo. nel primo una madre racconta senza enfasi a una cugina del lavoro instancabile di decifrazione in cui consiste la mondanita` per maritare una figlia. nel secondo una donna sposata a un uomo perfetto, racconta a un`amica il modo in cui tutte le speranze e le migliori intenzioni muoiono. il terzo e` un triangolo isoscele, tra una sartina, un apprendista commerciale e una nobildonna.

gian carlo fusco era un personaggio indimenticabile in vita: irrefrenabile, ammaliatore, generoso di se` fino alla dissipazione, alla stregua di quei malati di vagabondaggio, inimmaginabili vecchi, che non possono fermarsi senza essere sopraffatti dalla tristezza. in quanto scrittore era un grande raccontatore di storie euforiche e portatrici misteriosamente di tenaci malinconie perche` tratte dal suo sconfinato bacino di esperienza vissuta. questo libro e` la storia, dichiaratamente autobiografica, di una stagione con l`amico bubu`, un marsigliese ai limiti della mala, compagno di sbronze e di nottate. con lui decidono di trasferirsi da milano alla roma della dolce vita in cerca di una diversa fortuna.

"ada con gli occhi stellanti" e` una sorta di romanzo d`amore e insieme di formazione attraverso la corrispondenza giovanile (1908-15) fra uno dei padri costituenti e la sua futura sposa. un libro dal titolo evocativo che e` al tempo stesso diario di una passione ma anche resoconto appassionato di scoperte culturali e filosofiche.

dopo questo libro, e dopo il film che ne ricavo` john houston, l`immagine "giungla d`asfalto" e` entrata nel linguaggio di tutti i giorni: il misto di ansia e disperazione prodotto dell`homo homini lupus delle metropoli convulse. e ansia e disperazione dominano questo noir classico. riescono a filtrare, pur dal modo antisentimentale con cui il racconto intende presentare un caso di vita autentica criminale, pur dalla cupa obiettivita` che fanno di "giungla d`asfalto" il prototipo di diritto dei romanzi criminali a base sociologica, per i quali il delitto e` il risultato inevitabile di condizioni di vita miserabili o disgregate.

personalita` quanto mai complessa ed eclettica, paresce, nato in svizzera alla fine dell`ottocento, viaggia per tutta europa e non solo, continuando a vagare per il resto dell`esistenza tra scienza, pittura e scrittura. il sole 24 ore lo ha definito un "artista di grande inventiva e felicita`".

per questo libro vallejo e` stato definito l`anti-houellebecq, probabilmente per la fiducia nella conversazione umana che il suo personaggio incarna. madame angeloso, ultrasessantenne "impressionante per statura e peso", ex proprietaria d`albergo, e` travolta da un treno nella sua vecchia renault dove vive da quindici anni. tre persone, che non la vedono da allora, la ricordano: il figlio che la odia, la fedele figlioccia polacca, un cliente innamorato. e dal ritratto di uno strano angelo, naufrago e rifugio di naufragi, si scopre quanto c`e` dentro una matrona di quelle locande un po` appartate.

sospinto dalla curiosita` per il sensazionale, e dalla necessita` di sbarcare il lunario, il giovane jules verne comincia a indagare sull`omicidio di uno spiritista. e inciampa su altri due cadaveri, ognuno col medesimo rituale. nella parigi di napoleone iii - quartieri haussmanniani della nuova borghesia e bassifondi dell`ultima plebe, mode mesmeriste e tecnologia - jules scopre en passant il gusto per l`avventura e per le invenzioni.

ottocento. su un passo appenninico sorge un`antica locanda, chiamata il palazzo del papa, perche` le eminenze che attraversano il valico vi fanno sosta. durante il soggiorno di un influente cardinale, si consuma un delitto, un fatto, evidentemente, passionale. ma cio` che si occulta e` un disegno diverso, che diventa - come sempre nelle opere di micheli simbolismo del congegno della storia: nel caso il tramonto del papa re.

. dopo il suo primo libro, "tacchino farcito", alda bruno si conferma capace di costruire, con l`umorismo della crudelta`, una sorta di antisaga familiare.

la presenza del cibo non e` stata tanto notata dalla critica letteraria. ora che la cucina e` di moda si presta un`attenzione maggiore a come gli scrittori trattano del cibo, e gli scrittori ci perdono piu` tempo. questo libro e` un esame del modo in cui i libri hanno trattato il cibo. ne escono divertenti conferme: .

il piu` anziano, e longevo, dei fratelli goncourt, fu un bulimico collezionista. alla sua morte, la sua casa d`artista, in cui fu probabilmente inventato il moderno arredamento d`interni, ando` all`asta con tutta la collezione, per finanziare il celebre omonimo premio. quest`opera fu scritta come ingegnoso catalogo: ma e` una guida di stanza in stanza, un percorso nella memoria, una meravigliosa autobiografia degli oggetti.

"il padre degli orfani" e` un altro giallo morale di soldati. ed e`, sottotraccia, una rilettura moderna della prima novella del decameron attraverso la rochefoucauld, e attraverso pascal: tra giansenismo e gesuitismo. il racconto ha avuto in cesare garboli il suo miglior lettore: "non so perche` la critica soldatiana abbia sempre negletto questa cenerentola, sia pure a favore delle grandi sorelle. magistrale studio di psicologia, il ritratto di antonio pellizzari, il protagonista, e` non il cartone ma il modello, si direbbe, del futuro alessandro rora` della "busta arancione", il falso devoto, il roseo e livido omosessuale complicato, torturato, introverso, domatore e fustigatore inflessibile dei suoi istinti."

"con un sogno nel bagaglio" e` in primo luogo la relazione di un viaggio che luigi pirandello fece in portogallo nel settembre del 1931. l`occasione fu l`invito, in qualita` di ospite d`onore, del quinto congresso della critica drammatica e musicale che un intellettuale portoghese, antonio ferro, aveva organizzato a lisbona con l`idea di renderlo "itinerante" in modo da far balzare il suo paese alla ribalta della stampa internazionale. il libro, frutto di lunghe ricerche in archivi pubblici e privati e ricco di documenti inediti, rende conto di un importante e dimenticato avvenimento culturale dove paradossalmente si dibatte` di liberta` d`opinione e di indipendenza della critica in un paese che stava precipitando nella dittatura.

nel 1917, quando usciva questo racconto della scrittrice, giornalista e attivista dei diritti civili susan glaspell (1876-1948, premio pulitzer per il teatro nel 1931), le giurie americane erano composte di soli uomini, per cui le due contrapposizioni che propone questo poliziesco diventano allegorie di una ingiustizia: un delitto viene commesso e, parallela all`indagine stoltamente guidata dallo sceriffo con un testimone, si svolge quella condotta dalle due mogli, che svelano il colpevole grazie alla loro capacita` di leggere particolari solitamente invisibili ai maschi, ma non lo denunciano, assumendosi anche il compito di giudici, di una giustizia dell`empatia e dell`attenzione, opposta a quella maschile del diritto formalistico.

john ruskin (1819-1900), storico e critico, partecipo` a questa conferenza nel 1864, sul tema della lettura e dei libri, ma in realta` intervenendo, in trasparenza, sulla polemica viva allora intorno al contrasto tra la ricchezza materiale delle societa` industriali appena nate e la loro poverta` spirituale, a ribadire le sue dottrine, celebri e determinanti in tutto l`ottocento: l`arte come atto di intuizione e fantasia prodotto dall`unita` organica tra individuo natura e collettivita`, e il capitalismo delle macchine considerato responsabile della rottura di questo magico equilibrio.

un manager, in una pausa dell`esistenza, riflette sulla lunga esperienza che lo ha portato, nonostante le eresie e le scomodita` del personaggio, a capo di importanti imprese. lo scavo inizia con la raffigurazione della vita ordinaria: ministorie di quando l`equilibrio, che e` forse la dote primaria del manager, esplode. seguono i ricordi dell`infanzia, in un paesino dell`entroterra di rimini, un aura nostalgicamente felliniana. il viaggio nell`esperienza si chiude sul piano proprio di cio` che potrebbe definirsi spunti per una teoria critica dell`impresa; interventi e proposte centrati su quelle situazioni topiche in cui risaltano i paradossi di una logica dell`organizzazione che dimentica di avere a che fare con esseri umani.

"la giornata di luigi xiv, nella sua regolarita`, e` stata descritta numerose volte - avverte l`autrice nella premessa - da primi visconti, da dangeau, da sourches, da spanheim, da saint-simon. tuttavia, questi testimoni si rivolgevano ai contemporanei e omettevano quindi di parlare di cio` che era noto a tutti ma che noi ignoriamo". inoltre l`iconografia, i quadri e i ritratti, "con la scusa di celebrare un avvenimento speciale" spesso finivano col non rappresentare la semplice quotidianita` del sovrano. insomma, cio` che manca sono spesso i dettagli, troppo ovvi per essere riportati. ma sono appunto questi dettagli - il significato perduto di un gesto, l`uso di un oggetto dimenticato, la sensazione diversa del tempo e dello spazio, un modo di rivolgersi all`aiutante o al subordinato, la smorfia o il profilo di famiglia di un viso, un`ambizione oggi inspiegabile, un onore o uno sgarbo, le modalita` di un`attesa, il fantasma del passato in un`esistenza, presenze e assenze avvertite - a dare la continuita` vissuta, la vivacita` del quotidiano. l`autrice li rintraccia, tramite cio` che ha definito una "caccia" e un gioco, e li usa come il filo per ricucire in un`unica trama di momento in momento le scene e i dialoghi desunti da tutte le cronache, le piu` note e le piu` segrete.

i saggi riuniti in questo volume testimoniano un interesse verso la produzione poetica spagnola del novecento fino ai primi anni del terzo millennio, interesse rimasto costante lungo il corso dell`attivita` scientifica di maria caterina ruta. i poeti collegati ai movimenti dell`avanguardia storica europea che in spagna sono riuniti sotto la definizione di "generazione del `27", sono stati la chiave di uno dei movimenti piu` importanti della produzione poetica iberica. dalla sua capacita` di coniugare modi espressivi innovativi con la lezione dei poeti dei secoli d`oro, furono esaltati i caratteri fondamentali di ogni possibile linguaggio poetico. dalla riflessione dell`autrice deriva un approccio ai testi attento al ritmo, alla musicalita`, alla presenza o assenza di regolarita` strofiche e metriche, alle figure retoriche. con la nascita dell`era industriale si impose l`esigenza di una ricerca di immagini che restituirono il cambiamento sociale e tecnologico, realizzatosi nei primi decenni del nuovo secolo. i campi metaforici furono estesi a tutti gli ambiti del vissuto, accostando mondi prima molto lontani, allo scopo di creare un oggetto poetico nuovo, dotato di vita propria, non piu` riflesso mimetico della natura, ma prodotto originale della creativita` umana. l`efficacia di questa lezione rimane attuale per tutto il xx secolo, anche se le alterne vicende storiche ridestarono periodicamente tensioni realistiche.

"sapevo che proprio da copenaghen, un religioso e archeologo danese aveva intrapreso un viaggio, alquanto misterioso verso napoli, la calabria e la sicilia. dei suoi rapporti con l`italia meridionale fidavo di trovare qualche documento negli archivi di copenaghen. la ricerca ha dato dei frutti, come vedremo nelle pagine che seguono. ma non e` stato facile vedere le carte che cercavo. per quelle custodite nell`archivio massonico ho dovuto avere pazienza, cercarmi la strada e superare un`iniziale riservatezza, ma alla fine sono riuscito a vedere anche quelle." nico perrone in questo libro ricostruisce la storia del religioso e archeologo danese munter che venne segretamente a napoli e a palermo nel settecento per prendere contatti e unificare le fila della locale massoneria, e sostenere i disegni piu` illuminati di quei liberi muratori e giacobini italiani che saranno poi i protagonisti delle congiure antiborboniche e repubblicane da gaetano filangieri a mario pagano a melchiorre delfico a giuseppe albanese; una missione speciale sconosciuta che svela aspetti inesplorati della rivoluzione napoletana del 1799, e da porre agli inizi del risorgimento.

con "piccolo cesare", del 1929, siamo all`origine stessa del romanzo criminale. assieme a "giungla d`asfalto", l`altro capolavoro di burnett, costituisce il modello e l`icona di ogni narrazione della giornata del gangster: "brulicante, sporca, fracassona, freneticamente viva" come la metropoli moderna, suo ambiente naturale. da entrambi i romanzi, infatti, vennero insuperabili classici della cinematografia realistica americana; espressioni gergali nacquero dalle perfette metafore dei due titoli, capaci di sintetizzare in un`immagine l`intero universo criminale. ed e` interessante notare che, nati dall`osservazione dichiaratamente oggettiva, "verista" della realta` sociale, i due romanzi hanno certamente influenzato perfino la saggistica sociologica sull`argomento, almeno nelle scelte espressive e nella ricostruzione delle atmosfere. "piccolo cesare" e` il ritratto di un boss, rico bandello, nell`arco della sua avventura: eccezionalmente capace, inesorabilmente freddo, professionalmente estraneo a ogni valutazione etica, straordinariamente fortunato. l`intenzione dichiarata dell` autore era di descrivere l`immagine del mondo vista con gli occhi di un gangster" raccontando la storia "in modo che l`azione stessa parlasse". ma c`e` anche qualcosa di piu`. tacito ed evidente come una scultura, c`e` un tipo umano in tutto il suo spessore psicologico; e in tutta la sua tragedia: essere comunque sconfitto, dover sempre ricominciare.

e la storia di una modesta famiglia artigiana di mineo, in provincia di catania, narrata da tre componenti, il padre pietro, cioe` il sarto della stradalunga, sua sorella pina, il figlio undicenne peppi. la narrazione si articola in tre parti distinte che si intersecano e si contraddicono, completandosi a vicenda. il libro riflette la condizione sociale di miseria secolare della sicilia negli anni cinquanta, ma lo fa in modo originale, lontano dagli schemi narrativi allora consueti. mentre la spinta del neorealismo si andava esaurendo si intensificavano i tentativi di percorrere nuove strade, e certamente "l`esperimento"di bonaviri era tra i piu` originali.

protagonista di questo romanzo e` un professore universitario che intraprende un viaggio nel salento, la terra delle "tarantate", incuriosito da una tradizione che conosce attraverso le pagine di ernesto de martino, il maggiore antropologo italiano del novecento che al salento ha dedicato la fondamentale opera "la terra del rimorso". ma chi sono le tarantate? sono le contadine che, morse da un ragno (la "taranta") durante la raccolta del grano, colte da lancinanti dolori e smanie, sarebbero curabili solo con la musica ritmata di tamburelli e violini che le fa danzare senza sosta. la narrazione corre pero` anche su un secondo binario: siamo nel 1959 e questa volta protagonista e` proprio ernesto de martino, ritratto, insieme alla sua e`quipe, negli stessi luoghi e nelle stesse circostanze. nell`alternanza fra la prima e la seconda narrazione, molti sono i confronti impliciti: il salento come luogo di transito dei disperati del mondo e il salento come pezzo del sud chiuso e immobile, il disturbo psichico senza tutele efficaci e quello gestito nel nucleo parentale, un certo disfacimento della struttura universitaria e una diversa concezione del sapere accademico, una sessualita` all`insegna dell`omoerotismo che dirompe e un`altra sessualita` all`insegna del ritegno.

nel 1956 fusco conobbe a venezia il cardinale angelo roncalli; fu un amico giornalista a presentarlo all`allora patriarca della citta` lagunare. insieme si recarono al palazzo patriarcale: fu un incontro come fra vecchi amici, roncalli offri` del buon vino bianco, converso` amabilmente, non si mostro` preoccupato della "laicita`" di fusco, lo ringrazio` addirittura per un articolo malizioso che il cronista aveva dedicato ai frati francescani. a quell`incontro ne seguirono altri, tutti cordiali, come fra vecchi amici, il cardinale raccontava episodi della sua vita, aneddoti su santi, affrontava discussioni sulla chiesa, sempre sorridente e a tratti ironico; incontri che dovettero segnare profondamente fusco se il 4 giugno del 1963 si ritrovo` con migliaia di persone in piazza san pietro nel corteo che accompagnava la salma di giovanni xxiii.

queste pagine, tratte dal "dizionario dei sinonimi" del 1867, riproducono le singole voci che descrivono le variegate forme del bello e del brutto. l`attenzione e` rivolta anzitutto alla bellezza dello stile e del parlare. la condanna del vuoto artificio si accompagna all`elogio della naturalezza e genuinita` popolari. ecco allora che lo stile puo` essere colto, puro, forbito, terso, leggiadro, ornato, venusto, elegante, bello (ma la gradazione puo`, secondo i casi e i gusti, variare). c`e` poi la bellezza del corpo, dell`atteggiarsi, del vestire: e qui tommaseo prende di mira uomini e donne di mondo, quanti badano ai fronzoli e non pensano alla sostanza ("la donna tenta abbellirsi con istranii ornamenti, i quali, non che imbellirla o rimbellirla, la deturpano piu` che mai"). la femminilita` elogiata da tommaseo e` semplice e modesta: ma trapela qua e la` una certa debolezza per una piu` ambigua fascinazione ("v`e` una certa bellezza che fa paura"). e se la bellezza sta "nella proporzione e nell`ordine delle parti, e nel colorito della persona"; leggiadria, "nel moto o nella mossa o in quell`atteggiamento che di poco precede o segue alla mossa".

giacomo, un professore, e` l`unico di sette tra fratelli e sorelle a essere rimasto nel sud, in un piccolo paese siciliano nel settecentesco palazzo di famiglia, dotato di una biblioteca di trentamila volumi. la morte dei genitori in un incidente d`auto mentre tentavano di raggiungere esledon - una sorta di shangri-la, (il luogo immaginario dove il tempo si e` fermato) di cui si hanno vaghe notizie e dove la giornata e` fatta di 32 ore - lo ha turbato piu` di quanto non voglia ammettere, tanto piu` che, non essendosi opposto al pericoloso viaggio, si ritiene un po` responsabile della sciagura. e ora giacomo, nel silenzio delle notti solitarie, sente parlare i libri della vecchia biblioteca; dapprima e` un bisbiglio, poi fanno udire parole umane. esledon e` nominata piu` volte. lo stesso protagonista dubita da principio delle proprie facolta` mentali. espone il caso ai fratelli e a uno psichiatra, ma nessuno sembra prenderlo sul serio. finalmente le autorita` locali, dopo un`inchiesta, decidono che non sono parole quelle che giacomo ha sentito, ma rumori dovuti all`invasione di strani parassiti che minacciano la sopravvivenza della biblioteca e dell`intero edificio. cosi` il protagonista e` costretto ad abbandonare il palazzo e i libri, che verranno provvisoriamente accatastati sul vicino colle, protetti alla meglio da tettoie in lamiera. intanto proprio da esledon giunge il nonno di giacomo, che tutti credevano morto, mentre i libri sulla collina continuano a parlare al vento.

in un`epoca in cui le autobiografie erano un genere molto popolare, questa autobiografia di uno dei piu` prolifici autori vittoriani, e forse dell`intera storia delle lettere, ebbe un grande successo. ragion per cui puo` considerarsi un modello esemplare del suo genere e del suo tempo. "scrivendo queste pagine, che, in assenza di un titolo migliore, saro` costretto a chiamare l`autobiografia di una persona cosi` insignificante come me, la mia intenzione non sara` tanto di parlare dei piccoli dettagli della vita privata, quanto di raccontare quello che io e forse altri intorno a me abbiamo fatto nel campo letterario, di narrare i miei fallimenti e i miei successi cosi` come sono avvenuti, con le loro cause, e le opportunita` che la carriera letteraria offre": nulla di personale, insomma, sembra dire il grande trollope. e infatti racconta la sua vita come se parlasse di un terzo, senza soggettivita`: la vicenda di un bambino povero e sfortunato, figlio di una famiglia colta e non oscura di origini, ma bislacca e fallimentare, e l`avventura del suo farsi avanti nella vita fino al successo la gloria e il denaro, grazie alla metodica applicazione del proprio talento e ad una inflessibile volonta`. quasi fosse un romanzo vittoriano: come un intreccio controllato e razionale evolve ordinatamente verso il suo esito edficante e moralmente giustificato.

nella sua celebre sintesi sull`impero bizantino georg ostrogorsky cita piu` volte un testo greco, "di grande valore", per la storia sociale di bisanzio, fatto conoscere nel 1960 da ihor sevcenki. si tratta di un`opera assai singolare: un breve dialogo, protagonisti del quale sono i ricchi e i poveri dell`impero bizantino che si immaginano riuniti a convegno per discutere della loro condizione. cosi` la struttura del testo come lo sviluppo del tema del dialogo formano una sorta di "unicum" nel panorama della trattatistica bizantina. scritto in greco nel 1343 il dialogo di alessio macrembolite puo` considerarsi un classico del pensiero politico medioevale. nulla o quasi si sa della vita di alessio macrembolite; la sua famiglia apparteneva all`aristocrazia di costantinopoli. scrisse carmi e molte altre opere tra cui il "discorso storico" (1348).

"nato ad atene nel 430 circa a.c., senofonte fu discepolo di socrate e, appartenendo a una famiglia agiata, milito` nella cavalleria ateniese anche sotto il governo dei trenta tiranni. [...] le vicende biografiche di senofonte si intrecciano, dunque, con le vicende storiche di sparta, di cui egli fu un grande ammiratore". (dall`introduzione di domenica paola orsi).

"era un`anima troppo ardente per accontentarsi della realta` della vita", dice a proposito di una sua eroina stendhal. i modi per non accontentarsi della realta` della vita, gli stratagemmi usati dall`immaginazione o dall`intelligenza per riuscirvi - cioe` le illusioni, le chimere, le utopie, le speranze - sono analizzati in questo libro attraverso fonti letterarie, narrative, poetiche, meditative della cultura occidentale. e tra le molte interessanti sorprese, vi e` quella che delle varie epoche forse la piu` sensibile al ruolo delle illusioni e la piu` pronta a riflettervi fu l`illuminismo, l`eta` della ragione, cioe` di quella facolta` che impone un approccio al reale apparentemente opposto al vagheggiar chimere. ma questa notizia in apparenza contraddittoria suggerisce quale sia la direzione di ricerca di questo studio di vastita` e profondita` inedite sul suo argomento. non vi e` contrasto od opposizione tra la ragione che giudica e conosce e l`illusione che allarga gli orizzonti.

come mai paolo ciulla, pittore ricco di talento, giramondo curioso di nuove esperienze artistiche e esistenziali, fini falsificatore internazionale di banconote? la risposta va cercata in questo libro che cerca di strappare dall`oblio un eroe inattuale, a meta` tra un personaggio di vitaliano brancati e un avventuriero settecentesco incalzato dalla malinconiain tutte le tappe della sua corsa terrena.

passeggia per le circostanze della sua vita, come si passeggia per le vie di una citta`, l`io narrante di cornia, lasciandosi riflettere sulle mille cose che gli capitano durante l`esistenza esattamente al pari del disoccupato camminatore che fantastica automaticamente su cio` che vede accadere agli angoli delle strade. e uno spettatore puro di se stesso. il suo modello segreto di osservazione sta tra monsieur hulot e bouvard e pe`cuchet: un composto di innato senso del comico e dell`assurdo, di sensibilita` accesa verso il carattere fluido dell`esistere e candida voglia di afferrare un senso che non c`e`. eppure dalla sua ossessione ingenua e febbrile di onnicomprensione discende una capacita` di penetrazione psicologica che riesce, in realta` in poco e come parlando d`altro, a tratteggiare efficacemente personaggi e situazioni fino a comporre trame umane fittissime pur nella loro occasionalita` minimalistica. nel suo dinamismo "le pratiche del disgusto" ha la velocita` dell`invettiva. ma con un centro di gratitudine e rimpianto. si tratta dell`amicizia, grandissimo mistero: piccoli episodi richiamano all`io narrante la catena di sue amicizie, cosi` diverse, cosi` ariose o anguste, tutte sospese come oasi o come colline verdi sul deserto del conformisno di vite legate, che per quanto lo si esplori in lungo e in largo appare solo uguale e desolante.

"so bene che ai lettori interessa solo cio` che riguarda il grand`uomo al cui servizio mi ha condotto il destino per sedici lunghi anni durante i quali non mi sono praticamente mai separato da lui". i ricordi di constant, valet de chambre di napoleone, posseggono una particolare amabilita` piu` settecentesca che ottocentesca (malgrado iniziati a pubblicare a partire dal 1830). il narratore e` un puro testimone di tutto cio` che vide dal colpo di stato del 18 brumaio 1799 alla caduta dell`imperatore, e non celebra se stesso. il gossip e il sensazionale sono naturalmente estranei dai suoi interessi; come pure esclusa e` di giudicare il ruolo storico e di spiegarne l`enigmatica grandezza. niente vizi privati e pubbliche virtu`, in altri termini, ne` servo encomio e codardo oltraggio. constant fa cio` che sa fare, cioe` raccontare giorno per giorno il napoleone intimo e segreto perche` lontano dagli occhi estranei, che si offriva genuino alla sua cura: cosi` realizzando l`impresa romanzesca straordinaria di restituirci quello che il personaggio storico vela: l`uomo. cio` non significa che imperatore e battaglie, audacie del genio e costrizioni delle circostanze siano esclusi, che manchino colpi di scena ed episodi sconosciuti e sorprendenti, che siano censurati i tratti scabrosi e tragici, solo che sono visti, appunto, dalla chambre, da dove napoleone il grande usciva e tornava a ritirarsi un uomo semplice.

"presentare virgilio al lettore moderno, conquistargli un pubblico, non e` compito facile. ma a cosa servono mai i poeti, se i loro testi non vengono letti? solo a leggere testi su di loro? in tal caso essi son persi. i poeti antichi non hanno bisogno tanto di una introduzione, quanto, piuttosto, d`una guida: di un`istruzione per l`uso, che richiami l`attenzione su quanto di insostituibile ci e` rimasto di loro. non esiste altro poeta romano che si sia tanto avvicinato alla poesia pura quanto virgilio, e cio` in virtu` d`una religio nel senso originario, romano, del termine."

fosco maraini (1912-2004), antropologo, fotografo, orientalista, alpinista e scrittore, si cimento` anche con giochi linguistici, testi inventivi e poesie; a lui si deve uno dei piu` noti libri di viaggio del secolo scorso, "segreto tibet", e lo studio e la conoscenza dell`universo giapponese e di vari popoli dell`asia. nei suoi viaggi esploro` molteplici universi, endocosmi ed esocosmi, per usare sue parole, cioe` mondi di dentro e mondi di fuori. una lettera mai spedita, ritrovata nelle carte postume, fornisce alla figlia toni il materiale e l`occasione per un carteggio immaginario eppure vero col padre, e in questo dialogare si fonda il filo conduttore del suo libro. un ripercorrere vite contemporanee e parallele, unite da eventi concreti, da memorie e ricordi; e, sul piedistallo di quella lettera, altre lettere tra figlia e padre, con documenti e testimonianze inedite, emergono dall`archivio di famiglia e dalle loro esperienze, separate ma comuni, che essi andavano correndo. dagli anni vissuti in sicilia (fosco sposo` topazia alliata, pittrice e nobildonna siciliana) e dalle lontananze orientali, sino al loro ritorno in italia. sullo sfondo, il secolo di una famiglia proveniente da un triangolo spaziale che riassume un continente e una cultura, quella di artisti, scrittori, intellettuali e viaggiatori. cosi` si apre uno degli archivi segreti dell`esperienza e storia culturale d`europa.