






come avviene nel delta di certi fiumi, il pensiero, quando raggiunge la foce, si allarga e disperde in rivoli e piccoli stagni, ciascuno dei quali contrae in se in qualche modo l?intero corso. e quanto avviene in questo libro, in cui l?autore ha raccolto i testi degli ultimi anni, nei quali il pensiero sembra raggiungere i suoi esiti estremi, simili all?ultima mano che il vecchio pittore da alla tela che era andato dipingendo. non sorprende, allora, che i temi essenziali della sua ricerca acquistino qui un nuovo slancio e, insieme, motivi che erano rimasti non detti giungano per la prima volta alla parola, quasi che solo avvicinandosi alla foce il pensiero trovasse il suo vero inizio. "tutta l?opera di kafka non e che il tentativo di trovare un alibi che gli permetta di sfuggire all?accusa che egli stesso ha mosso contro di se. per questo, al di la della sua abilita di scrittore, egli ci appare esemplare, come se ogni sua parola ci riguardasse da vicino e mettesse in questione la nostra stessa esistenza. ognuno, infatti, deve trovare un alibi credibile per sfuggire all?autoaccusa - o all?autocalunnia - che si e fatto non ricorda ne come ne quando e della quale non riesce piu a venire a capo. e quanto kafka intende scrivendo che ciascun uomo costruisce la sua vita sulle proprie giustificazioni. ma un alibi e qualcosa di piu ingarbugliato e complesso di una semplice giustificazione. non puo consistere soltanto in un enunciato linguistico o in una dottrina, e piuttosto qualcosa cui diamo forma vivendo. e poiche siamo noi stessi ad accusarci e la querela proviene dalla nostra stessa vita, l?alibi dovra insistere sugli stessi fatti allegati dal delatore, ma senza confondersi con essi. le cose che ci non-sono si manifestano solo nella misura in cui le cose che ci sono appaiono in una nuova luce. esse non sono forse altro che questa luce - cosi reale e prezioso e il loro non esserci".

il racconto epico di un luogo quasi ultraterreno, dove il sole resta alto nel cielo per sei mesi all?anno e si eclissa nella distesa di ghiaccio per altri sei. per chiunque, guardando l?orizzonte, si sia chiesto che cosa succede se si continua a camminare verso nord. pochi luoghi sulla terra suscitano da sempre l?inquietudine e il fascino esercitati dal polo nord. per millenni, da erodoto in avanti, viaggiatori, cartografi, scienziati si sono interrogati sul punto piu settentrionale del pianeta. e fu soltanto con le prime, leggendarie spedizioni guidate da fridtjof nansen e robert peary all?inizio del novecento che molti misteri vennero svelati. erling kagge, che al polo nord ci e arrivato a piedi nella primavera del 1990, ricostruisce le principali esplorazioni tra i ghiacci e restituisce la suggestione del silenzio, il bagliore, l?incanto di un luogo mitico. "polo nord. storia di un?ossessione" e un libro su quel manipolo di visionari che ha inseguito un sogno magnifico e su un universo magico ma fragilissimo che sta mutando forse per sempre.

viviamo in un?epoca in cui duecento milioni di fotografie vengono realizzate ogni ora. la maggior parte poi viene caricata online, modificata, condivisa, archiviata nella marea infinita del visibile e del registrato insieme a miliardi di immagini generate da intelligenze artificiali addestrate sullo stesso repertorio del gia visto. nel 1840, un anno dopo l?invenzione della fotografia, il pittore paul delaroche esclamo: "d?ora in poi, la pittura e morta". la fotografia era piu veloce, economica e realistica: la sua invenzione emancipo i pittori dalla realta, aprendo la strada a tutte le forme dell?arte futura. oggi i fotografi si trovano di fronte alla stessa prova affrontata dai pittori quasi due secoli fa. possono essere altrettanto radicali? possono fare in modo che la fotografia continui a essere un testimone credibile del reale? l?immagine fotografica puo trasformarsi in qualcosa di prima impensabile? fred ritchin scrive un?analisi lucida e documentata sul destino della fotografia nell?epoca dell?intelligenza artificiale. l?occhio sintetico e uno strumento imprescindibile per interpretare criticamente il nuovo contesto visivo contemporaneo.

la parola "tecnica" evoca scenari del fare e del pensare umano che paiono oggi trasparenti, inconfutabili; in essi l?uomo come soggetto cosciente e attore rispetto sia alla storia sia alla natura. indubbiamente mai come oggi la terra e avvolta in una rete di attivita tecniche, al punto che non vi e piu luogo che non porti il segno della trasformazione umana. eppure mai come oggi l?umanita nel suo complesso appare incapace di dirigere verso una meta la propria azione: il disastro ambientale, il diffondersi delle guerre, le ingiustizie economiche si impongono a livello planetario e qualsiasi soluzione da parte dell?uomo - proprio nella sua dimensione di progettazione tecnica - pare in grado solo di accelerare l?apocalisse incombente. al momento vince la rappresentazione secondo cui non vi sia alternativa al tipo di mortifera relazione tecnica imposta dal neoliberismo; eppure essa e falsa perche rimuove la dialettica della tecnica occidentale, che non e fatta solo di dominio e di illimitata crescita economica, ma va concepita anche come emancipazione, come costruzione di un rapporto libero tra uomo e natura, e perfino come convivialita e "poiesis". il sillabario filosofico qui proposto si propone di ridare senso a parole soffocate nelle fantasmagorie del capitalismo globale. riaffermare e immaginare il significato tecnico dell?agire e del pensare dell?essere umano risponde alla necessita teoretica e politica di trasformare la nostra storia riattizzando la "scintilla della speranza" racchiusa nella sua essenza.

questo libro ripercorre in sequenza cronologica gli straordinari esiti figurativi dei primi cinquant?anni del quattrocento italiano, proponendosi di restituire l?incalzante avvicendarsi di opere e artisti in precise interazioni e conseguenze. l?obiettivo e quello di far maturare la consapevolezza che una precisa griglia cronologica e geografica non e questione meramente nozionistica, ma modello di una struttura cognitiva globale e condizione preliminare di qualsiasi tentativo di interpretazione. il racconto non si focalizza solo sui fatti maggiori, ma tenta anche di documentare, almeno per scorci improvvisi, l?infinita varieta di realta minori, eppure dotate di una loro fisionomia. le velocita di acculturazione dell?epoca erano assai disuguali a seconda dei luoghi e dei contesti, cosi come nella stessa firenze, in relazione ad ambiti diversi di committenza. l?apprezzamento di valori divergenti non e pero in contraddizione con l?enfasi posta sulle cesure innovative. cosi come ci si avvicina ai grandi cominciando a studiarne i riflessi nei minori, anche dalle resistenze e dalle dissonanze si arriva a comprendere la portata delle sperimentazioni piu radicali.

una ricetta "sbagliata" scatena il pandemonio in un prestigioso ristorante romano. solo che dalla farsa si cade presto nella tragedia, e nell?aria si spande odore di delitto. quello dell?"haute cuisine" e pero un mondo frequentato dai potenti. per le indagini serve uno come il pm melomane manrico spinori, che alla competenza unisce, in giusta dose, l?atavica disposizione a non lasciarsi intimidire. la notizia e clamorosa: i selezionati clienti del "controcorrente", pluristellato locale capitolino, sono rimasti vittime di un?intossicazione. nulla di cosi grave, in fondo, non fosse che uno di loro, un colonnello dell?esercito, dopo quarantott?ore muore. dagli accertamenti risulta che i piatti incriminati contenevano tutti psilocibina, una sostanza presente in alcuni funghi allucinogeni. ma la psilocibina non e letale, dev?essere un altro l?ingrediente che ha ucciso il militare. il caso, di cui si interessano pure i servizi segreti, si complica ancora quando i morti diventano due. costretto a interrompere le vacanze per occuparsene, manrico spinori arrivera alla soluzione del mistero con l?aiuto della sua squadra - composta unicamente da donne - districandosi con abilita tra false piste e ingerenze sospette. e avviando una collaborazione speciale con una spia molto abile e molto avvenente.

"i miei racconti sono un omaggio postumo ad alcuni autori che ho amato nell?adolescenza e dopo: verne, wells, lo swift di "gulliver", butler e altri..." "vizio di forma" e la seconda raccolta di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di primo levi. uscita nel 1971, a cinque anni dalle "storie naturali", e un?opera non solo ecologica ma ecosistemica. chimico dagli interessi enciclopedici, levi esplora le infinite possibilita combinatorie che la materia consente, ma non dimentica di cogliere le anomalie, le sfasature, i "vizi di forma" in cui si annida il germe di catastrofi piccole e grandi. la sua vena di narratore non e tuttavia apocalittica o disperata: al contrario, e mossa da una divertita curiosita per l?uomo. le invenzioni della scienza e della tecnica aprono all?eterno gioco della commedia umana possibilita paradossali, assurde o esilaranti, che levi narra con ironia e con fermezza di giudizio morale. un libro che e l?ennesima conferma di quanto primo levi, oltre che un imprescindibile testimone, sia anche un grande scrittore.

un?impresa criminale spietata e un misterioso, inquietante avversario dagli occhi viola. passano gli anni, ma hap & leonard sono sempre pronti all?azione, sempre pronti a ficcarsi nei guai. hap e ormai un uomo sposato. brett e la compagna migliore che potesse sognare, anche se non ha certo un carattere facile. e pure leonard sembra aver messo la testa a posto. questo non significa che non si immischino piu negli affari altrui. del resto, e l?unica cosa che sanno fare bene. quando minnie polson si rivolge a loro per avere aiuto, brett, non sempre diplomatica, fa saltare il lavoro. poco male, ci saranno altri casi. la sera stessa, pero, un incendio doloso riduce la povera minnie in un mucchio di cenere. spinti dal senso di colpa, hap, leonard e brett decidono di scoprire cosa e davvero successo. tutto sembra puntare sui soliti sospetti. ma con il proseguire dell?indagine un piano molto piu vasto e molto piu sinistro inizia a delinearsi.

"di storie ne servono molte, moltissime, per non diventare schiavi di un solo punto di vista". michela murgia ha scritto ogni giorno della sua vita senza mai smettere di chiedersi cosa e possibile cambiare, in se e nel mondo, inventando storie. raccontare, forse, era il suo modo preferito di pensare. per questo i racconti raccolti in "anna della pioggia" - scritti negli anni, magari letti una sera in una piazza e poi divenuti introvabili - sono pieni di luce, di vita e di idee. e restituiscono la voce mobile e folgorante di una delle piu importanti scrittrici del nostro tempo. anna corre solo quando piove, e correndo ragiona di lavastoviglie, soprammobili, pupazzi: tutto, pur di non affrontare direttamente cio da cui davvero fugge. assieme a lei, lo straripante catalogo di personaggi che animano questa raccolta di racconti include pastori laureati e portieri notturni, corridori scalzi e bambini che recitano in sardo mentre gli alleati bombardano cagliari, terroristi, bracconieri, finanzieri, pescatori di polpi e persino piante, capaci di mettere in crisi le certezze di uomini spavaldi. ci sono potenti voci di donne che prendono la parola per la prima volta: non solo morgana, ma anche elena di troia, beatrice cenci che rifiuta l?autorita di un padre abusante e odabella che sfida quella di attila, re degli unni. e ovviamente c?e michela, che racconta di quando pestava l?uva nelle vendemmie della sua infanzia rurale, o di come le sue preghiere abbiano resuscitato una delle falene allevate insieme al fratello, o ancora del perche chiunque nasca su un?isola finisca per avere un?identita in frantumi. queste storie, disseminate come gemme di un tesoro piratesco senza forziere, non sono mai state raccolte in un libro prima d?ora. perche michela murgia le ha lette ad alta voce in scuole e teatri occupati, le ha raccontate a chi andava ad ascoltarla nei festival, le ha pubblicate in diari scolastici, cataloghi di mostre, addirittura nel programma di sala di un?opera lirica. a

"canta, musa divina, l?ira di achille figlio di peleo, l?ira rovinosa che porto ai greci infiniti dolori, e mando sottoterra all?ade molte anime forti d?eroi, e li lascio in preda ai cani ed a tutti gli uccelli: cosi si compiva il volere di zeus - da quando si divisero, in lite l?uno con l?altro, il figlio di atreo, capo d?eserciti, e il nobile achille". gli ultimi cinquantuno giorni della sanguinosa guerra di troia nel poema epico piu antico e famoso della civilta occidentale, ancora oggi ineguagliato nel mettere in scena l?ineluttabile ambiguita della natura umana, eroica e allo stesso tempo fragile. l?"iliade" viene qui presentata nella traduzione di guido paduano, fedele allo stile omerico e dal ritmo incalzante, che permette al lettore di cogliere il senso unitario e la forza di un?opera immortale. traduzione e saggio critico di guido paduano. introduzione e note di francesco morosi.


senegal, south carolina e palestina: il passato schiavista e coloniale, il retaggio del razzismo e l?apartheid imposto da israele nei territori occupati. tre viaggi attraverso tre continenti percorrendo le strade tracciate dalla memoria collettiva, inseguendo nuovi modi per leggere i miti distruttivi e cambiare il presente. in questo momento cruciale della storia globale, ta-nehisi coates, uno dei piu lucidi pensatori dei nostri tempi, ci invita a riflettere sulla scrittura intesa come resistenza e testimonianza. e sul suo scopo fondamentale: salvare il mondo. un libro che nasce dopo aver viaggiato, visto e sentito. perche scrivere significa immergersi dentro le cose, toccarle, osservarle senza accontentarsi delle narrazioni altrui o delle rappresentazioni parziali: e questa l?idea che guida ta-nehisi coates nelle sue esplorazioni. si parte da dakar, una meta a lungo evitata per paura del contraccolpo emotivo degli echi del passato. all?arrivo coates si rende subito conto di essere al di la di quell?oceano che ha segnato il destino della comunita nera, e sente di essere tornato a "casa", forse anche per coloro che non hanno potuto farlo. seconda tappa: chapin, una cittadina lacustre del south carolina. subito dopo il periodo di maggiore attivita del movimento black lives matter, l?autore e stato invitato da un?insegnante di una scuola locale perche alcuni genitori e docenti avevano tentato di proibire la lettura del suo memoir "tra me e il mondo". coates si prepara allo scontro, ma la visita si trasforma invece in un?occasione per riflettere sugli spazi culturali, sulla dimensione extra-istituzionale, sulle letture personali, che contribuiscono alla costruzione dello spirito critico piu rivoluzionario. il percorso si conclude in palestina. qui, ospite del festival della letteratura palestinese nel maggio 2023, coates osserva il regime di apartheid che vige su tutto il territorio. la popolazione musulmana e bloccata ai checkpoint, monitorata senza motivo, aggredita e

servirono veramente le bombe atomiche a porre fine alla guerra o vennero sganciate seguendo altre logiche e finalita? perche non fu sufficiente il precedente bombardamento incendiario di tokyo, quasi altrettanto distruttivo e crudele? uno dei maggiori storici militari al mondo, richard overy, ripercorre quei mesi drammatici, dalla guerra nel pacifico agli sforzi tecnologici e scientifici della corsa atomica, fino all?escalation che porto alla scelta di colpire hiroshima e nagasaki. sono mesi che gettano la loro ombra inquietante sull?oggi, in un tempo in cui insieme agli interrogativi etici minacciano di sollevarsi gli stessi venti nucleari. nei mesi conclusivi della seconda guerra mondiale centinaia di migliaia di giapponesi, per lo piu civili, morirono in un?ultima esplosione di violenza dal cielo. dopo aver devastato tokyo gli aerei americani iniziavano a non avere molti obiettivi plausibili a disposizione, e si decise allora di utilizzare due armi atomiche per chiudere definitivamente la guerra. da allora, il ruolo dei bombardamenti incendiari e delle armi nucleari nella lettura della resa giapponese e sempre stato oggetto di un acceso dibattito. richard overy ripensa a come dovremmo considerare quest?ultima fase del conflitto. il popolare racconto secondo cui i bombardamenti furono efficaci va inserito nel contesto piu ampio di quanto stava accadendo in giappone all?inizio del 1945. e la facile equazione "bombardamento uguale resa" non puo piu essere data per scontata. queste pagine ricostruiscono il processo attraverso il quale, nel corso di una guerra lunga e tremenda, la volonta di uccidere i civili e distruggere intere citta e diventata una cosa normale. e ci mostrano come le preoccupazioni morali si sono potute attenuare fino al punto in cui gli scienziati, gli aviatori e i politici hanno approvato una strategia di distruzione di massa che non avrebbero mai approvato prima. rivelandoci pero allo stesso tempo quale sia stato lo sforzo messo in campo per cer

"il problema era che io aspettavo i corvi, e invece arrivavano i pensieri". cosa accade quando la realta si smaglia, e lascia entrare l?allucinazione? quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? quando l?unico modo che hai per stare al mondo e vivere su un precipizio, nello "sbilico" delle cose? alcide pierantozzi si e immerso in quel precipizio, e ne e uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, "da dentro", un male che e di molti. una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all?ultima parola. o bevuta fino all?ultima goccia, come una medicina. alcide ha quarant?anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed e considerato "un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall?eloquio fluido". e un essere umano "difettoso" tra i tanti, ma i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei piu famosi psichiatri italiani: "disturbo bipolare", "spettro dell?autismo", "dissociazione dell?io", "antipsicotici", "pensieri di mancata autoconservazione"... dal suo esilio in una cittadina dell?abruzzo, dove ogni cosa sembra da sempre uguale a se stessa, alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate. le ore in spiaggia, o a sfinirsi in palestra, dove va per riguadagnare in muscoli quello che ha perso in lucidita mentale. soprattutto ci racconta - con tutta la chimica che ha in testa - cosa accade quando l?equilibrio psichico s?incrina: l?innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un?attesa non e mai davvero fermo, perche e li che arrivano i pensieri. nel suo resoconto si alternano momenti di un "prima" a milano, la citta che da sola sembrava poterlo tenere in vita, e di un "prima ancora", un?infanzia in cui tutto faceva gia troppo male ma a salvarlo c?e

dalla roma della "dolce vita" alla quieta provincia siciliana degli anni sessanta, un salto che il commissario scipione macchiavelli avrebbe evitato volentieri. ma il trasferimento e stato imposto dall?alto, e lui sa bene il perche. peccato non abbia nemmeno il tempo di ambientarsi: subito si trova per le mani una vicenda intricata, che lo mette alla prova come mai era successo. con "delitto di benvenuto" cristina cassar scalia ci regala un nuovo, irresistibile personaggio. dicembre 1964. scipione macchiavelli, giovane funzionario di pubblica sicurezza, viene trasferito dal commissariato romano "via veneto" a noto, in sicilia. ad accoglierlo, oltre a un ambiente per lui quantomeno inusuale, c?e un?indagine assai piu complessa di quelle a cui era abituato. nella capitale ha avuto a che fare con casi non troppo impegnativi; appena arrivato nell?estremo sud della penisola gli tocca occuparsi della misteriosa scomparsa di un notabile del luogo. per fortuna puo contare su una squadra di ottimi elementi, come il maresciallo calogero catalano e il brigadiere francesco mantuso. e sull?intuito di un?affascinante farmacista, giulia marineo, che raccoglie le confidenze dell?intera citta e dalla quale scipione e attratto sin dal primo momento.

il racconto lucido e coraggioso delle violenze e delle umiliazioni subite dalle donne berlinesi dopo la caduta del terzo reich. il dramma di non poterlo gridare, della vergogna ma anche del senso di colpa e punizione di un popolo che scopriva gli orrori del nazismo. "si, la guerra avanza rombando verso berlino. cio che ieri era ancora un brontolio lontano, oggi e un tambureggiare continuo... viviamo dentro un cerchio di bocche di fuoco che si restringe di ora in ora". si apre con queste immagini il diario tenuto a berlino da una giovane donna tedesca nelle drammatiche settimane che videro la conclusione del conflitto, l?arrivo dell?armata rossa, la morte di hitler e degli altri gerarchi nazisti e infine la lenta, faticosa ripresa della vita. l?autrice ha voluto restare anonima da quando il libro vide per la prima volta la luce negli anni cinquanta e fu accolto, soprattutto in germania, con un senso di fastidio, anzi, di esplicito rifiuto. decise allora di vietarne ogni riedizione finche fosse rimasta in vita. solo dopo la sua morte, avvenuta nel 2001, hans m. enzensberger ebbe l?autorizzazione a riproporlo. "una donna a berlino" ci mostra il destino - purtroppo ricorrente in ogni conflitto, anche ai giorni nostri - di migliaia di donne costrette a subire gli stupri da parte dei soldati e, senza autocommiserazione ne revanchismo, conserva la capacita di discernere e di valutare su chi ricada in ultima istanza la responsabilita della tragedia tedesca. prefazione di anna foa. introduzione di hans m. enzensberger.

da quando jhumpa lahiri si e trasferita a roma per imparare meglio l?italiano, nel 2012, la domanda "perche l?italiano?" le e stata rivolta con insistenza, e ancor di piu dopo che in questa lingua ha cominciato anche a scrivere. "per amore" e la prima risposta, la piu istintiva ma non meno vera. e come ogni amore, questo ha finito per trasformarla. da autrice e diventata anche traduttrice, dei propri testi e di quelli altrui. una metamorfosi personale che infonde grande lucidita e sentimento alle sue riflessioni sulle lingue e su quella preziosa attivita del pensiero che consente di passare dall?una all?altra, creando nuovi innesti e prospettive. fin da bambina, da quando le e venuto il dubbio su quale lingua usare in un biglietto per la festa della mamma - l?inglese imparato a scuola o il materno bengali? -, jhumpa lahiri si e posta problemi di traduzione. cosi, quando ha affrontato il rischio di tradurre le proprie parole e quelle degli altri, ha sperimentato quella particolare forma di riconoscimento di se che spesso chiamiamo destino. ma il destino ha i suoi snodi, e un percorso fatto di incontri fortuiti, scelte e occasioni. in questo caso, e un avvincente percorso intellettuale, una ricerca senza fine il cui racconto conferisce un andamento narrativo a questa intensa raccolta di saggi sulla traduzione e l?autotraduzione. nei tredici testi che compongono il libro, di cui quattro nati in italiano e nove in inglese, gli incontri sono fecondi e numerosi: in primis, quello con la lingua italiana, per amore della quale jhumpa lahiri ha scelto di vivere meta della sua vita a roma, e da cui tutto ha avuto inizio; poi quello con i romanzi di domenico starnone che l?autrice ha tradotto in inglese ("lacci", "scherzetto", "confidenza"), un?esperienza nuova ed emozionante; quello con le lettere dal carcere di antonio gramsci, un potente antidoto al confinamento della pandemia; e infine l?incontro di una vita, in un?altra lingua ancora, quello con il grande poema ovidiano,

la scoperta del problema meridionale non solo come episodio di una condizione arcaica, intollerabile nella nostra societa, ma anche come teatro di una straordinaria civilta contadina. ""cristo si e fermato a eboli" e un cardine della letteratura italiana ed europea. e la scoperta di una diversa civilta, un "viaggio al principio del tempo", il racconto di un popolo colonizzato fatto da chi, venuto dalla stirpe dei colonizzatori, si spoglia del proprio privilegio ricevendone in cambio una "lingua nuova". e un romanzo, un documento, un resoconto, un memoriale, un libro antichissimo sbocciato nel cuore della modernita. ed e un?evocazione, un discorso corale, un ponte tra mondi non riconciliati. nessun lettore puo inoltrarsi nei suoi capitoli e restare indifferente" (nicola lagioia). con una postfazione di riccardo gasperina geroni. in appendice scritti di italo calvino, carlo ludovico ragghianti e jean-paul sartre. introduzione di nicola lagioia.

per quanto dietro le quinte, suso cecchi d?amico e stata una protagonista del cinema italiano per oltre mezzo secolo, dall?immediato dopoguerra fino ai primi anni duemila. ha scritto piu di centoventi sceneggiature per registi come de sica, visconti, antonioni, comencini, monicelli e tanti altri. per dare un?idea dell?opera complessiva di suso, ma anche per dare un?idea della varieta delle scritture per il cinema, caterina d?amico e francesco piccolo hanno scelto quattro sceneggiature, sei soggetti e un trattamento (che e una via di mezzo tra il soggetto e la sceneggiatura), e anche un racconto focalizzato su un solo personaggio (la nadia di "rocco e i suoi fratelli") e una lettera al regista michalkov in cui c?e gia l?idea di "oci ciornie" per come verra poi effettivamente realizzato. insomma, il volume si propone come ritratto di una grande scrittrice ma anche come repertorio delle forme di scrittura cinematografica. l?intento e quello di rivalutare la scrittura per il cinema, finora considerata unicamente ancillare nei confronti del lavoro registico. gli sceneggiatori sono stati e sono scrittori "tout court". questo vale senza alcun dubbio per suso e tanti suoi colleghi che hanno costruito, insieme ai registi, la leggenda del cinema italiano del dopoguerra. un discorso a parte meriterebbe il fatto che ai tempi di suso "la fortuna di essere donna" non si abbinava al fare fortuna nel mondo del cinema (attrici a parte). il caso di suso e stato piu unico che raro nel mondo della sceneggiatura italiana. oggi la situazione e molto diversa, ma la carriera di suso va considerata per certi versi pionieristica da questo punto di vista e dunque porta con se un valore aggiunto. da film come "bellissima" e "speriamo che sia femmina" a una sceneggiatura e tre soggetti inediti, il campione qui proposto spazia dai lavori piu noti a quelli sconosciuti e copre pressoche l?intero arco della carriera di suso. con un apparato di foto tratte dai film, dai backstage e dall?archivio di

che cosa significa essere taiwanese oggi? vedere il nome del luogo in cui vivi comparire in cosi tanti telegiornali, la maggior parte dei quali afferma che, se ci sara una terza guerra mondiale, e li che avra inizio? ascoltare gruppi di esperti, commentatori e politici parlare di te e dei tuoi concittadini come di un "problema"? venire salutati come una delle economie cruciali del mondo perche producete i semiconduttori piu avanzati, sui quali il resto del pianeta fa affidamento? sapere che, cio nonostante, il novanta per cento dei leader di quei paesi non riconosce il vostro come tale? e che, soprattutto, siete considerati - per un caso alla nascita - al centro della sfida geopolitica probabilmente piu seria del xxi secolo? ecco perche taiwan, pur essendo un?isola cosi piccola, conta molto piu di quello che sembra e tenerla d?occhio diventa importante. in questo senso il libro di kerry brown e sicuramente una guida indispensabile e tempestiva.

una studentessa indiana siede su una panchina del jardin di san miguel de allende, in messico, quando una sconosciuta le si avvicina con entusiasmo, certa di riconoscere in lei la figlia della sua vecchia amica rosarita, la pittrice, incontrata li tanti anni prima. c?e un errore, protesta la giovane, sua madre non si chiamava rosarita, non e mai stata in messico e non ha mai dipinto. la sconosciuta e forse un?imbrogliona? per scoprirlo dovra lanciarsi in un viaggio trasognato fra passato e presente, realta e mistificazione, fin nel cuore dei segreti che possono separare, o unire, una madre e sua figlia. bonita e una giovane studentessa di delhi in viaggio in messico per imparare lo spagnolo. seduta su una panchina del jardin di san miguel de allende, all?ombra della maestosa cattedrale, si gode l?estraneita di un luogo mai visitato. non conosce nessuno li, e nessuno la conosce. eppure un?anziana donna in abiti tradizionali, loquace ed eccentrica, l?avvicina con accalorata familiarita, affermando di rivedere in lei la figlia della sua cara amica, rosarita, conosciuta proprio li tanti anni prima, quando rosarita era arrivata dall?india, come ora sua figlia, per seguire la sua vocazione di pittrice sotto la guida dei maestri locali. bonita prova a dirle che si sbaglia: sua madre si chiamava sarita, non rosarita, non era mai stata in messico e soprattutto non aveva mai dipinto in vita sua. ma la sconosciuta non intende ragioni e le sue melodrammatiche perorazioni aprono una breccia nelle certezze della giovane. bonita e ora costretta a scandagliare i suoi ricordi famigliari in cerca di indizi: lo schizzo di una donna e di una bambina in un luogo non dissimile da san miguel, scatoloni carichi di fogli poi andati perduti, una lunga assenza materna. e, benche ormai sospetti che la sconosciuta non sia che un?imbrogliona, accetta di lasciarsi trascinare in un viaggio dalle nuove traiettorie, attraverso la capitale e fin sulle coste del pacifico, sulle tracce di quei maestri

questa nuova edizione include un saggio inedito di furio jesi: il mito "padrone di sempre". nel 1968, incoraggiato da un lettore come italo calvino, jesi consegnava alle stampe quello che possiamo oggi definire un vero classico della letteratura saggistica. un?idea mitologica, diceva kerenyi, somiglia al bocciolo di un fiore: capace di schiudersi e svilupparsi, racchiude anche e forma in se un mondo. letteratura e mito contiene non solo i primi studi jesiani su rilke, o anticipa, nelle pagine sulla dimensione collettiva delle mitologie, il tema politico di spartakus, ma custodisce gia nel titolo l?espressione compiuta di un?inimitabile maniera compositiva. inserendo direttamente gli "elementi mitici fra il materiale letterario", jesi riunisce in un nucleo coeso e organico le figure di cesare pavese, di novalis e hoffmann, o di ezra pound, colto nel suo contegno parodico di fronte al mito; scrivendo infine il suo capolavoro, offre nel saggio sul romanzo di apuleio la cifra abbreviata e luminosa della sua stessa opera.


"ho sedici anni, sono immortale, ho un amore, e non c?e mare che possa resistere alle mie bracciate, alle mie astuzie". esistono molti modi per guardarsi indietro e raccontare cosa si e stati. ernesto franco ne ha messo a punto uno tutto suo, per lampi, travestimenti, epifanie. il narratore di queste pagine ha mille forme e mille voci, a volte sparisce e a volte occupa l?intera scena: ora e un bambino travestito da corsaro nero, ora il padre che gioca a batman con il figlio; ora e marito, ora amante, ora ragazzo e militante negli anni settanta. e poi ladro, dottore, cecchino, editore, rivoluzionario russo, killer serale di topi... attraverso questa girandola di personaggi, ernesto franco ci racconta tutte le persone che siamo se ci osserviamo da vicino, fondendo vita immaginata e vita vissuta in un bricolage mitico, letterario ed emozionante. questo singolare autoritratto di fantasia e una scommessa narrativa che sfida l?esperienza individuale per farsi letteratura, trascendendo cio che esiste di piu intimo e personale, cioe il racconto della propria vita, per rivolgersi proprio a tutti. alla base di "sono stato" c?e l?intuizione di interrogare e ripercorrere, senza remore ne pudore, i molti volti e le molte fisionomie della persona con cui l?autore ha intrattenuto negli anni la frequentazione piu duratura: se stesso. e cosi i frammenti di un?esistenza riaffiorano e sfilano davanti ai nostri occhi in un elenco toccante di ricordi, di evanescenze sognate e di istanti vagheggiati. su questo palcoscenico dell?immaginazione la memoria gioca a nascondino con la letteratura, tra seminari lacaniani e pomeriggi d?amore, pranzi di natale a base di hashish e scuole di recitazione, componendo un ritratto mobile e intenso di uno scrittore, di un editore, di un uomo, a cui il destino ha consegnato la qualita rara di saper tenere insieme grazia e passione. ernesto franco ha convocato le moltitudini - anche quelle letterarie - che lo hanno accompagnato nel corso della sua vita, tr

questo volume riflette la fase creativa, compresa tra "il mondo magico" (1948) e "morte e pianto rituale" (1958), nella quale ernesto de martino lavora a consolidare il proprio sistema di pensiero, fondato sulle nozioni-chiave di presenza umana nel mondo e di reintegrazione della crisi esistenziale. i saggi qui raccolti testimoniano dell?intenso fervore speculativo che si riverbera anche nelle opere scaturite dalle indagini etnografiche condotte nel medesimo lasso di tempo. in questa cornice risulta pregnante, in particolare, il vasto insieme di inediti, che consentono al lettore di penetrare nell?atelier dello studioso, che ando interrogandosi lungo l?arco della sua vita su alcune idee guida che sostanziano, pur da diverse angolature e per improvvise illuminazioni, tutta la sua opera. nel corpus affiorano i lineamenti di una teoria generale della religione d?impronta laica, pervasa da una forte tensione umanistica. e plausibile riconoscere in esso gli scritti preparatori di un saggio rimasto incompiuto, animato dall?intento di penetrare la funzione e il senso profondo di ogni fenomeno religioso. per de martino "tutte le religioni nascono dalla esperienza della presenza che non si mantiene davanti alla storia (che si angoscia della storia) e costituiscono un modo culturale di permettersi la storia attraverso la mediazione della destorificazione". la destorificazione religiosa tende a occultare alla coscienza i momenti piu rischiosi dell?esistenza, stendendovi sopra il velo protettivo intessuto di miti e di riti risolutori: e questo allo scopo di mantenere in vita la presenza, difendendola dall?urto devastante di situazioni gravide di crisi. allo storico delle religioni spetta il delicato compito di disvelare il dramma umano sotteso alla trasfigurazione simbolica.

un romanzo sconvolgente che a ogni pagina ci fa chiedere con paura: "siamo noi il male assoluto?". martin plunkett possiede un?anima nera che conosce un solo piacere: procurare alle sue vittime una morte lenta e dolorosa. da anni percorre l?america seguendo rotte casuali alla caccia di coppie da massacrare e mutilare. i media gli hanno affibbiato vari soprannomi, ma il vero nome di martin plunkett e morte. la sua mente brillante e contorta e un luogo orribile da esplorare, mentre la sua follia riflette quella di un?intera nazione. l?assassino e in viaggio. e non c?e nessun posto dove nascondersi. coinvolgente e terrificante al tempo stesso, "l?angelo del silenzio" entra nel cuore spietato di un serial killer in un modo e con uno stile che sono propri di james ellroy.

luca mercalli ha scritto un libro che in italia ancora mancava e di cui si sente l?urgenza: una storia del clima del belpaese. lo ha composto con la passione del divulgatore e la competenza del climatologo, servendosi dell?immenso patrimonio di informazioni sul clima del passato che l?italia conserva, in gran parte ancora da esplorare. i progressi della paleoclimatologia ci fanno immaginare il desolato panorama dell?ultima glaciazione e il ritrovamento della mummia otzi illumina millenni di clima alpino. dai fatti leggendari dell?antichita - come il passaggio di annibale sulle alpi innevate e le piene del tevere nella roma imperiale - alle cronache dei diluvi altomedievali; dai primi strumenti meteorologici inventati nel cuore della piccola eta glaciale agli eventi climatici che hanno segnato il novecento. e cioe, per esempio: le valanghe sui soldati della prima guerra mondiale, il gelo e i nevoni del 1929 di felliniana memoria, l?alluvione del polesine del 1951 e quella di firenze del 1966 fino agli ultimi freddi del 1985 prima dell?irrompere del riscaldamento globale alle soglie del xxi secolo, che sta cambiando profondamente la penisola.

"vivere e narrare. l?essere umano, in quanto "animal narrans", si distingue dagli altri animali per il fatto che narrando realizza nuove forme di vita. la narrazione ha la forza del nuovo inizio. lo storytelling, di contro, conosce solo una forma di vita, quella consumistica". le narrazioni sono in crisi da tempo. ridotte ad ancelle del capitalismo, si trasformano in storytelling e lo storytelling, ormai ubiquo, scade nella pubblicita, nel consumo di informazioni. l?accumulo di notizie ha preso, insomma, il posto delle storie. dati e informazioni, pero, frammentano il tempo, ci isolano e ci bloccano in un eterno presente, vuoto e privo di punti di riferimento. a diventare impossibile e la felicita stessa. perche la vita, con tutti i suoi imprevisti, inciampi, tentativi ed errori, incontra la pienezza solo quando puo essere condivisa e tramandata all?interno di una narrazione collettiva.

due piccoli gioielli che testimoniano la straordinaria modernita dello stile di tacito e della sua riflessione sull?imperialismo romano. cornelio tacito, il piu importante storico di roma e l?ultimo grande scrittore di prosa latina classica, produsse i suoi primi due libri nel 98 d. c., quando la liberazione dalla tirannide di domiziano pose fine a quindici anni di forzato silenzio. la vita di giulio agricola, un ritratto dell?amato suocero, il piu famoso governatore della britannia, e l?occasione per portare i lettori ai confini del mondo conosciuto e tratteggiare l?epopea di un funzionario imperiale nell?attivita di romanizzazione, fino a quando fu travolto dal lato oscuro del potere. con "la germania", lo storico torna nelle terre del nord per descrivere le bellicose tribu germaniche che sfuggivano al controllo di roma e, come gia nell?"agricola", mettere a confronto i costumi dei cosiddetti barbari con la decadenza e la corruzione della roma imperiale attraverso un continuo gioco di rispecchiamenti e contrasti tra passato e presente, vicino e lontano. l?edizione e completata da un ricco apparato di note e da un?introduzione che contestualizza i due testi e ne approfondisce i temi in rapporto con analoghe problematiche della modernita.

il mito di fetonte narra la storia di un ragazzo arrogante che, per dimostrare di essere figlio del sole, ottiene dal padre un diritto che non gli spetta, quello di guidare il suo carro fiammeggiante. incapace di reggerlo, brucia la terra e viene punito con la morte. questo mito parla di noi, racconta la nostra superbia antropocentrica, la nostra cecita di fronte al riscaldamento globale e alla distruzione dell?ambiente. fetonte rivela dunque l?hybris dell?uomo moderno che si crede figlio di dio, arrogandosi il diritto di spingersi sempre piu avanti, certo della propria superiorita. anche questa volta maurizio bettini dimostra come il mito antico abbia la straordinaria capacita di mettersi subito "in contesto", di connettere i gangli narrativi a temi e problemi che sono propri dell?oggi, prefigurandoli nelle sue fascinose vicende.

l?oppio e uno dei farmaci piu antichi e potenti. la sua vasta diffusione come sostanza psicoattiva e invece molto piu recente, e risale in gran parte a quando l?impero britannico ha fatto del suo commercio dall?india verso la cina uno strumento di dominio. in modo avvincente e rigoroso, amitav ghosh ci mostra come l?oppio sia all?origine della ricchezza di alcune delle piu grandi aziende mondiali e di molte delle famiglie piu influenti d?america. spaziando tra la storia della botanica, le mitologie del capitalismo e le ripercussioni sociali e culturali del colonialismo, "fumo e ceneri" rivela il ruolo fondamentale che una piccola pianta ha svolto nella creazione del mondo come lo conosciamo, un mondo che ora si trova a un passo dal baratro. un giorno, bevendo una tazza di te nel suo studio di calcutta, come ha fatto migliaia di volte in passato, amitav ghosh prende coscienza di una rimozione collettiva, quella della grande presenza della cina nella vita e nella storia del suo paese. molteplici sono i motivi per cui fino a quel momento gli era sfuggita, e ognuno di loro va ad alimentare l?ampio e sfaccettato discorso che sviluppa in questo saggio: i rapporti tra i due giganti asiatici non sono sempre stati pacifici, ma soprattutto sono stati a lungo mediati da un terzo molto incomodo: l?impero britannico. cio che rende il quadro ancora piu inafferrabile e che l?oggetto principale dei traffici fra gran bretagna, india e cina sono i prodotti ricavati da due piante dall?aspetto innocuo, "camellia sinensis" e "papaver somniferum": il te e l?oppio. come "la grande cecita" e "la maledizione della noce moscata", questo libro e un diario di viaggio, ma anche un memoir e un?escursione nella storia economica e culturale del mondo. amitav ghosh qui si concentra sul ruolo dell?oppio, forte di vent?anni di ricerche sul tema. con il suo incredibile talento nel tessere insieme i fili narrativi, un po? alla volta ci porta a vedere come il commercio di questa sostanza al contempo sal

in una los angeles sensuale e violenta, fatta di feste in piscina e musica new wave, vodka e cocaina, bret easton ellis racconta la sua storia piu personale, emozionante e oscura. nel 1981 bret ha diciassette anni e frequenta l?ultimo anno alla elitaria buckley, la scuola della gioventu dorata di los angeles. un mondo falso e perfetto ma tutto sommato piacevole, almeno finche in autunno arriva in classe robert mallory, un ragazzo tanto affascinante quanto disturbato e perverso, nei confronti del quale bret sviluppa una vera e propria ossessione. ma cosa nasconde robert, e qual e il suo legame con il pericoloso serial killer che sta imperversando in citta, e che sembra deciso a colpire anche il gruppo di amici di bret? sexy, inquietante, ambiguo, violento, "le schegge" e una delle piu lucide riflessioni su memoria e desiderio, verita e narrazione di questi nostri tempi paranoici e puritani.


"a uccidere le persone non erano i proiettili, le lame, i pugni in faccia. erano i sentimenti. soprattutto i sentimenti trascurati. a volte lasciati al freddo, a congelare. a volte abbandonati sulle rive di un lago, nel mezzo del nulla. lasciati li a invecchiare, a imbizzarrire". un omicidio, un hotel di lusso pieno di sospettati e un colpevole apparentemente in trappola. ma, come gamache ben sa, un predatore messo all?angolo e il piu pericoloso di tutti. e estate e armand gamache e sua moglie stanno festeggiando il loro anniversario di matrimonio in uno degli alberghi piu eleganti del quebec. ma non sono soli. anche la facoltosa famiglia finney e arrivata per rendere omaggio al capofamiglia. e mentre il caldo aumenta e l?umidita si avvicina, un violento temporale lascia dietro di se detriti e macerie, ma anche un cadavere. tocchera a gamache dissotterrare segreti e rivalita sepolti da tempo e trovare il colpevole. il quarto titolo della serie dell?ispettore capo gamache e di three pines.

e da tutta la vita che matteo lesables accompagna in giro per il mondo statue, sarcofagi, papiri. per il suo ultimo incarico scorta la sfinge - un "blocco di sabbia tenuto insieme dal tempo" - fino a shanghai, la citta che piu di ogni altra abita nel futuro. li, tra grattacieli e profezie, l?incontro con una donna gli fara capire davvero quello che ha perso quando ha scelto di restare fedele a se stesso. "in cina c?e un proverbio per rimproverare chi non conosce il valore di quello che gli passa sotto gli occhi: comprare un cofanetto e dare indietro le perle. io e una vita che compro cofanetti per dare indietro le perle". nel corso della sua lunga carriera, matteo lesables ha trasportato per le mostre e i musei di tutto il mondo sarcofagi, gioielli, statue, papiri, persino intere tombe, bighellonando solitario per camere d?albergo e serate di gala. questo viaggio in cui accompagna in cina l?antichissima sfinge, fiore all?occhiello del museo di torino, e l?ultimo incarico delicato prima di avviarsi verso il congedo. ma una settimana a quelle latitudini e piu rivelatoria e pericolosa di una vita intera: nel formicaio di shanghai, lesables incontra una donna. qualcosa, nello sguardo, nel corpo e nei movimenti di qi - "un?aria di malizia negli occhi che mi fa sospettare una certa dose di mistificazione anche nei discorsi piu sinceri" - lo riporta al passato, a rimpianti e tenerezze che credeva di aver insabbiato per sempre. in particolare la presenza di quella donna gliene ricorda un?altra, sara: l?amore perduto per orgoglio, o per poco coraggio, o perche a volte proprio non si ha la stoffa per essere felici. insieme a qi berra piu di un bicchiere di vino, osservera un uragano abbattersi sulla citta dalla finestra del suo hotel, nuotera tra le antiche rovine della grande muraglia sommersa e - suo malgrado - si trovera al centro di un intrigo eco-terrorista. quest?ultima trasferta, per lesables, sara l?occasione per spingere un po? piu lontano la solitudine a cui si e co

seymour baumgartner, vedovo da dieci anni, non si e mai rassegnato alla perdita dell?amata moglie anna. nonostante le malinconie e gli acciacchi dell?eta, pero, baumgartner e una persona affabile e generosa. passando gran parte del tempo a lavorare nel suo studio, intreccia una buffa e disperata trama di relazioni con le persone che si affacciano alla sua porta, finche in un sogno, o visione del dormiveglia, incontra anna, che gli rivela di essere bloccata in una terra di mezzo tra il mondo dei vivi e l?aldila: e l?inguaribile nostalgia del marito a impedirle di concludere il suo ultimo viaggio. per liberare anna, con logica ineccepibile, baumgartner decide di far procedere la sua vita e si butta in una relazione sentimentale con una loro vecchia amica. un libro semplice e lineare, in cui paul auster propone ai lettori il suo personaggio forse piu simpatico ed empatico, un uomo che al termine della vita si interroga sulle cose essenziali, inciampando e andando a sbattere come in una vecchia comica malinconica.


il ghiaccio e tanto solido quanto sfuggente, puo tramutare in polvere una montagna e affondare la piu grande nave mai costruita dall?uomo, eppure basta che la temperatura della terra si alzi ancora di qualche grado per farlo sparire per sempre dal mondo naturale. max leonard ci racconta la storia della civilta attraverso un punto di vista che rischiamo di non poter piu conoscere; un appassionato canto d?amore per quanto stiamo perdendo in questi tempi di stravolgimenti climatici: il freddo. quand?e l?ultima volta che avete visto davvero del ghiaccio? ormai di rado lo possiamo osservare nella gran parte delle nostre citta, durante inverni sempre piu caldi. mentre dappertutto i ghiacciai stanno letteralmente scomparendo: esempio plastico e drammatico del cambiamento climatico. e il "semplice" cubetto che mettiamo in una bibita non lo notiamo neanche, lo diamo cosi per scontato da diventare invisibile; invisibile come il costo energetico che ha produrlo e conservarlo. ma non c?e nulla di scontato nel ghiaccio: e anzi un elemento che definisce la civilta umana tanto quanto il fuoco. una sostanza curiosa e paradossale, che esiste e non esiste, e puo diventare uno specchio attraverso cui vedere noi stessi da un?angolazione nuova e inaspettata. il ghiaccio ha influenzato il nostro sviluppo dalle profondita della preistoria, ha accompagnato gli agricoltori e i pastori nomadi e ha iniziato a essere sfruttato come risorsa quando sono emerse le prime grandi civilta. senza il ghiaccio, la scienza non avrebbe fatto molti dei suoi passi in avanti, non potremmo nutrirci come facciamo oggi ne sottoporci a molte delle terapie mediche che ci salvano la vita. senza il ghiaccio, le metropoli, le campagne e gli oceani sarebbero molto diversi e i nostri musei e biblioteche non conserverebbero molti dei capolavori che piu amiamo. max leonard traccia in queste pagine una storia culturale, naturale ma soprattutto umana. sulla scia dei grandi scrittori di natura, intreccia i racconti delle e

c?era aria di rivoluzione in italia, tra il secondo dopoguerra e gli anni settanta, e gli scrittori, come spesso e accaduto, l?avevano avvertita prima del tempo e prima degli altri. pasolini, calvino, caproni, fortini, roversi, flaiano, parise, arbasino, moravia, eco: alcuni dei nostri massimi autori del novecento hanno realizzato versi d?autore per musica contribuendo in maniera decisiva alla nascita del cantautorato e della canzone impegnata in italia. non solo. questa vicenda e anche la dimostrazione che per oltre un ventennio l?intellighenzia letteraria nostrana ha saputo rappresentare un punto di riferimento decisivo, intellettuale e politico, per la sperimentazione entro l?intero spettro del sistema delle arti, rivolgendosi a tutti gli strati sociali ed emanando una potente influenza sulle nuove generazioni, che in quegli anni erano quelle dei giovani de andre, guccini, dalla, tenco, endrigo, marini, de gregori, margot galante garrone, gaber, vanoni, jannacci, battiato, branduardi, pietrangeli, solo per citare alcuni dei nomi piu noti e brillanti qui presenti. una storia sottovalutata da entrambe le parti nei decenni come fosse "letteratura leggera" per musica leggera, a volerla racchiudere in una formula; una storia su cui ancora si e detto poco e spesso male. e forse arrivato il momento di metterla bene a fuoco e raccontarla.

"in nessun altro paese quanto in italia il nord e mutevole, fluttuante e incerto. tutti dicono: "e piu a nord". e vero che siamo un paese del sud dell?europa, tuttavia in nessun altro luogo come qui si usa indicare con tanta insistenza il nord". da quando e andato a vivere nel nord del nord, abbandonando la pianura emiliano-romagnola, marco belpoliti e affascinato dal mistero di quel luogo, insieme concreto e sfuggente. e come gia in "pianura", piu che nel raggiungimento di una meta, il senso del suo vagabondare sta negli incontri avvenuti lungo la strada. e nello scambio intellettuale e umano con fotografi, artisti e scrittori amici - veri e propri spiriti-guida - che belpoliti individua il suo nord, la sua bussola sentimentale e poetica. dove si trova esattamente il nord? e che cosa significa, nel nostro paese? e forse una pura invenzione? ne dante ne petrarca hanno mai usato questa parola, in caso di necessita l?avrebbero chiamato settentrione. allora quando si e cominciato a parlarne? partendo da questi interrogativi su un concetto relativo e quanto mai sfuggente, marco belpoliti traccia i contorni di un territorio definito dalla storia, dalla geografia, dai ricordi personali e letterari: un territorio che da milano, sua citta elettiva, si estende alla brianza, a monza e a bergamo, ma anche al mare del nord e persino al mar nero. su questi luoghi belpoliti posa uno sguardo "geologico", che include i massi erratici lasciati da ghiacciai milioni di anni fa e si proietta verso un futuro (forse) distopico, in cui a causa dei cambiamenti climatici l?adriatico sommergera la pianura padana rendendo la brianza un?amena localita di mare. ma il suo e al contempo uno sguardo attento al mondo dei piccoli animali - coccinelle, pipistrelli, corvi, salamandre - che di stagione in stagione trovano rifugio vicino a casa sua, o addirittura in casa sua; attento, soprattutto, alle persone che ha avuto la fortuna di frequentare. tra queste alcuni protagonisti della vita culturale it

"l?angoscia si aggira come uno spettro. solo la speranza puo farci recuperare quel vivere che e qualcosa in piu del sopravvivere". il libro piu sentito e vivo di una delle grandi voci critiche di questi anni. un saggio che vibra di indignazione, ma anche di fiducia. e dove si sente l?urgenza dell?utopia. stiamo barattando l?empatia, la solidarieta, la stessa capacita di pensare e di raccontare la nostra esistenza con un eterno presente sovraccarico di informazioni disorientanti, ansie da prestazione, solitudine. eppure ci sono ancora spazi d?azione e pensiero, altri modi di vivere. e a innervarli e la forza della speranza. una forza che non si esplica nell?attesa, ma apre la strada alla rivoluzione. attraverso un confronto - un vero e proprio corpo a corpo - con alcuni dei maggiori pensatori del novecento, byung-chul han traccia una topografia di questo concetto e del suo potere salvifico. perche chi spera sa che l?ultima parola - su di noi e sul mondo - non e ancora stata detta.

"il passato e cosi, vero? credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi li ad aspettarti". un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. la famiglia barnes e nei guai. la concessionaria di dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. la moglie imelda, nel frattempo, si e messa a vendere i gioielli su ebay, la figlia adolescente cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e pj, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. che cosa e andato storto per i barnes, al punto da mandare tutto in rovina? al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneita, "il giorno dell?ape" e un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.

la vita di eilis lacey a long island, accanto al marito tony, ai due figli adolescenti e a una famiglia italo-americana troppo ingombrante, all?improvviso e andata in pezzi. ma tornare in irlanda dopo vent?anni significa per eilis ritrovare una madre che non l?ha mai perdonata, le amicizie di una giovinezza ormai tramontata, e poi lui, jim farrell, l?amore che avrebbe potuto essere e non e stato. sapra trattenerla questa volta il freddo mare d?irlanda? sapra trattenerla jim? nella casa di eilis lacey, a long island, suona il campanello. alla porta c?e uno sconosciuto, irlandese come lei, che viene a portarle una notizia sconvolgente. la vita di eilis negli ultimi vent?anni e scorsa piuttosto tranquillamente: i due figli ora adolescenti, larry e rosella, il marito idraulico tony, e nelle casette adiacenti due dei suoi cognati, enzo e mauro, con le rispettive famiglie, oltre alla torreggiante suocera francesca. una tipica famiglia italo-americana degli anni settanta, che lavora, mangia, dorme, decide, vive insieme, molto presente e disponibile ma almeno altrettanto voluminosa e invadente. per quella famiglia, per quell?uomo, tony fiorello, vent?anni prima a enniscorthy, in irlanda, eilis ha lasciato un mondo intero: una madre ora anziana che non ha mai accettato la separazione dalla figlia, i tre fratelli che le sono rimasti, jack, pat e martin, dopo la morte dell?amata sorella rose, l?amica d?infanzia nancy, e poi quell?uomo, jim, di cui si era innamorata troppo tardi. ora le parole dello sconosciuto alla porta la spingono a riconsiderare le sue scelte di allora. si avvicina l?ottantesimo compleanno di sua madre, e un?ottima occasione per tornare in irlanda e cambiare aria per un po?. i suoi figli la raggiungeranno a breve e conosceranno quel mondo che scorre loro nelle vene e di cui nulla sanno. a enniscorthy, eilis ritrova un modo di vivere, di pensare e di amare che non era sopito in lei. ritrova gli affetti di un tempo e, con una chiarezza acuita dalla distanza e

uscito a puntate sulla rivista "russkij vestnik" ("il messaggero russo") tra il gennaio 1871 e il dicembre 1872, "i demoni" nasce come immediata reazione a un fatto di cronaca, il cosiddetto "caso necaev". il 21 novembre 1869, a mosca, i membri di una cellula terroristica della narodnaja rasprava (giustizia sommaria del popolo), guidati da sergej necaev, avevano assassinato il loro compagno ivan ivanov, colpevole di insubordinazione e sospettato (a torto) di tradimento. fedor dostoevskij, in esilio volontario a dresda, apprende la notizia dai giornali russi e subito decide di accantonare i progetti letterari piu o meno grandiosi che gli affollano la mente, per scrivere un romanzo-pamphlet ispirato proprio a quella vicenda sanguinosa. intende mettervi in caricatura la nuova generazione dei nichilisti, fanatici e brutali, ma anche denunciare il loro legame con gli irresponsabili "padri", i "liberali idealisti", gli occidentalisti e i socialisti degli anni quaranta per cui lui stesso aveva simpatizzato, prima dell?arresto e dei lavori forzati. "sto scrivendo una cosa tendenziosa", scrive all?amico a. majkov il 25 marzo 1870, "ho voglia di essere sferzante. i nichilisti e gli occidentalisti strilleranno che sono un retrogrado! e vadano al diavolo, diro la mia, fino all?ultima parola". ma la composizione dell?opera e tormentosa e procede tra difficolta con l?editore e ripensamenti. dostoevskij inventa un narratore (il "cronista") che partecipa marginalmente all?azione, la trasporta in una sonnolenta citta di provincia, inserisce un complesso intrigo amoroso e una folla di nuovi personaggi, alcuni buffoneschi, altri luminosi, per ciascuno dei quali elabora un linguaggio, uno stile particolare. cosi col tempo il libello satirico diventa potente, profetico romanzo di idee, nera tragedia. e soprattutto grandiosa riflessione sul problema che sempre tormenta l?autore, quello della ricerca di dio e del male. nei demoni-nichilisti che seminano caos e violenza, il male assume tan

"lettere a bernini" si svolge interamente in un afoso giorno d?estate dell?anno 1667. in scena, nel suo studio di scultore, pittore e architetto, il vecchio gian lorenzo bernini, la massima autorita artistica della roma barocca. bernini e infuriato con francesca bresciani, intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella fabbrica di san pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro. nell?infuriarsi con la donna, bernini evoca l?ombra dell?odiato rivale, francesco borromini, il geniale architetto ticinese. ma con l?inaspettata notizia del suicidio di borromini, la furia cedera il passo alla pietas e al riconoscimento del valore dell?opera del collega. del resto, chi puo comprendere fino in fondo la grandezza di un artista? il suo rivale. il suo avversario. il suo simile. attraverso una drammaturgia in cui la voce monologante dell?attore e quella di bernini si rincorrono e sovrappongono senza soluzione di continuita, come scolpendo nel vuoto presenze, figure e ricordi, l?opera di martinelli ritrae il grande artista, ma anche l?uomo irascibile e violento, scaltro e cinico nel servire il potere, e ci mostra un seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della scienza nuova e l?attuale imbarbarimento, sempre piu incombente.

la fine dello shogunato raccontata dal maestro del romanzo storico giapponese. tokugawa yoshinobu venne nominato shogun nel 1866, mantenne la carica poco piu di un anno e la sua rinuncia fu il passo definitivo verso la restaurazione del potere imperiale, segnando la fine di un?istituzione politica che aveva governato il giappone per secoli. figura storica contraddittoria, yoshinobu e stato apprezzato per la sua intelligenza, per la sua cultura e raffinatezza, per le grandi capacita retoriche nell?oratoria, ma politicamente fu attendista in maniera esasperante, restio a prendere qualsiasi decisione importante; evito sempre di scendere in campo contro i suoi avversari, anche quando le condizioni potevano essere favorevoli, tenendosi sempre pronta una via di fuga (ma lasciando morire i piu stretti e fedeli collaboratori). il romanzo di shiba ryotaro racconta questo personaggio affascinante in maniera equilibrata, ma racconta anche, attraverso le figure della sua corte e delle famiglie piu importanti, la fine della societa feudale e l?inizio del giappone moderno.

"era quello il problema, quando le donne si disamoravano; il velo di romanticismo che avevano davanti agli occhi cadeva, e quando guardavano oltre erano in grado di leggerti dentro". dall`autrice di "piccole cose da nulla" e "un`estate", una fotografia inquieta e perturbante delle relazioni tra uomini e donne. un giorno, tornando dal lavoro, cathal trova la casa vuota. eppure era tutto pronto per il matrimonio, che cosa e` andato storto? soprattutto, di chi e` la colpa? una scrittrice prende possesso della residenza dove trascorrera` un breve ritiro, la stessa in cui heinrich boll ha lavorato ai suoi diari. sembra lo scenario perfetto, almeno fino a quando la presunzione di un uomo non gettera` un`ombra su quei giorni. una "donna felicemente sposata" cerca un`avventura, vuole provare il sesso con un altro. ritrovera` il brivido dell`eccitazione, ma a quale prezzo? con una maestria che ricorda i grandi della forma breve - da anton cechov a alice munro - claire keegan intesse tre storie nelle quali la violenza e` sempre appena fuori dall`inquadratura, eppure finisce per soffocare ogni cosa, tranne la purezza della scrittura.

le meraviglie di una civilta` dimenticata riemergono da una serie di nuovi scavi, e si mostrano scintillanti davanti ai nostri occhi increduli. in pagine riccamente illustrate, avvolte dal fascino misterioso dell`era che riportano alla luce, paolo matthiae ci guida, trasmettendoci tutta l`emozione della scoperta fatta sul campo, attraverso le stupefacenti rovine di un tempo perduto e ora ritrovato. la siria e` comparsa tardi da protagonista nel grande scenario dell`archeologia orientale, dominato prima dall`egitto e poi, dall`ottocento, dalla mesopotamia; e solo negli ultimi decenni di quel secolo di straordinarie esplorazioni ebbero inizio gli scavi nell`area siriana. nel novecento si sono poi susseguite clamorose scoperte che ci hanno restituito un`inedita immagine del territorio siriano nell`antichita`: nel 1929 a ugarit sulla costa del mediterraneo, nel 1933 a mari sul medio eufrate e nel 1964 a ebla nella siria interna. gli egizi, creatori della piu` antica, complessa, durevole e splendida civilta` tra quelle affacciate sul mediterraneo, consideravano la siria negativamente singolare per la mutevole situazione climatica, per la costante frammentazione politica, per la bizzarria dei grandi fiumi, eufrate e tigri, che avevano un corso, a differenza del nilo, da nord a sud, e utile solo per rifugiarvisi, come accadde a sinuhe, o per crearvi un impero, come fecero i thutmosidi. ma la siria, proprio per la sua conformazione geografica, e` stata protagonista nel iii millennio a.c. della seconda urbanizzazione della storia dell`umanita` a scala planetaria, indipendente dalla presenza di una valle alluvionale. la siria dell`eta` del bronzo ha reso piena verita` al detto che "citta`" e` sinonimo di "civilta`" e ha fatto si` che la citta` divenisse un modello universale di illimitata versatilita` nella storia della terra.

nel mondo verde di edrevia gli alberi parlano e camminano, a volte battibeccano, si amano, scrivono libri e li custodiscono in biblioteche splendenti, organizzano feste che durano settimane, si commuovono di fronte ai tramonti. ma quando la loro casa e` in pericolo, minacciata dalla crisi climatica, gli alberi possono anche decidere di partire e andare lontano, alla ricerca di risposte e soluzioni, di nuove alleanze e diversi orizzonti. e poi, dopo tanto viaggiare, scelgono di riferire ai compagni tutto cio` che hanno visto attraverso il piu` antico e prezioso dei metodi: il racconto. dalla penna sapiente e giocosa di stefano mancuso, una nuova avventura ecologica che riguarda il destino del nostro pianeta. e quindi di tutti noi. gli abitanti di edrevia sono divisi in clan, e ognuno di loro abita in una zona ben precisa: le alture dei gurra, la pianura dei dorsoduro, la valle dei cronaca, le colline dei guizza e dei terranegra. e` una societa` in pace, quella degli alberi, con le sue assemblee moderate e intelligenti, i suoi tempi millenari, i suoi rituali e i suoi continui scambi d`informazioni attraverso le radici. da qualche tempo, pero`, gli equilibri dei clan sono minacciati dalla crisi climatica: laurin, lisetta e pino, i nostri amatissimi eroi, questa volta dovranno uscire da edrevia e avventurarsi nel mondo di fuori, alla ricerca di una nuova casa per la tribu` degli alberi. un viaggio avventuroso e spericolato, pieno di incontri e di imprevisti. sara` l`occasione per scoprire nuove societa` e nuovi modelli di vita, per attraversare deserti e scalare montagne, per mangiare dolcetti deliziosi e farsi nuovi amici che parlano dialetti incomprensibili. in una parola, per abbracciare il diverso. perche` se c`e` una cosa che gli alberi sanno fare - e che provano a insegnarci - e` adattarsi. con il suo secondo romanzo, stefano mancuso torna ad aprirci le porte del suo mondo verde, allargandone ancora i confini: alla divertentissima comunita` della macchia e a quell

alla morte del padre, peter e ivan vedono sconvolto il precario equilibrio della loro esistenza. nascono nuovi amori, esplodono vecchie ruggini, si creano inedite alleanze. e in questo interludio si intravede la vastita` potenziale di ogni vita. a parte il fatto di essere fratelli, peter e ivan koubek sembrano avere poco in comune. peter e` un avvocato di dublino sui trent`anni - affermato, abile e apparentemente irreprensibile. ma, ora che gli e` morto il padre, prende farmaci per dormire e si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse: il primo, imperituro amore, sylvia, e naomi, una studentessa universitaria per cui la vita e` un`unica lunga barzelletta. ivan e` un campione di scacchi ventiduenne. si e` sempre considerato uno sfigato, un paria, l`antitesi del suo disinvolto fratello maggiore. ora, nelle prime settimane dopo la perdita del padre, incontra margaret, una donna piu` grande che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive - l`opportunita` di scoprire quante cose un`unica vita possa contenere senza per questo andare in pezzi.

un cappotto smarrito, un biglietto con una scritta sinistra, un elenco da decifrare e, infine, un omicidio. ma dietro a uno dei casi piu` complicati per armand gamache e la sua squadra, si nasconde qualcosa di ben piu` inquietante e minaccioso di un delitto. una serie di telefonate squarcia la quiete di una calda mattina di meta` d`agosto: qualcuno e` riuscito a rintracciare armand gamache, capo della omicidi della surete`, mentre siede con la moglie nel giardino sul retro della loro casa. armand, che si rifiuta di rispondere, sa perfettamente chi lo sta cercando. ma quella chiamata e` solo il primo, inquietante, segnale di una sequenza di eventi che stravolge l`estate della piccola comunita` di three pines e che culmina in un`agghiacciante scoperta. determinato a scovare il responsabile di quegli episodi, gamache dovra` intraprendere una caccia all`uomo che lo portera` oltre i confini del quebec, sulle tracce di un`entita` imprevedibile. se non dovesse riuscire a catturarla, le conseguenze per tutta la regione sarebbero disastrose.

chi puo` essere tanto folle da commettere un omicidio alla luce del sole? e` quello che si domanda armand gamache di fronte al corpo di cc de poitiers uccisa durante uno degli eventi sportivi piu` amati in quebec. e` arrivato natale e three pines si e` trasformato in un luogo incantato ricoperto di neve. ma quel momento di festa viene infranto da una tragedia. una spettatrice della tradizionale partita di curling del 26 dicembre e` stata uccisa: incredibilmente, inverosimilmente folgorata in mezzo a un lago ghiacciato. e nonostante la grande folla, non ci sono testimoni ne` indizi. con la compassione e il coraggio che lo contraddistinguono, gamache scavera` sotto la superficie idilliaca della vita del villaggio per dissotterrare pericolosi segreti a lungo sepolti e rendersi conto di come un inverno in quebec non sia solo bellissimo, ma anche letale.

il romanzo in cui entra in scena uno dei personaggi piu` amati del crime internazionale: l`ispettore capo della surete` du quebec, armand gamache. e` la vigilia del giorno del ringraziamento quando l`ispettore armand gamache giunge sulla scena di una morte sospetta in un paesino a sud di montreal, three pines. jane neal, una maestra in pensione che coltivava rose e dirigeva il gruppo parrocchiale femminile, e` stata ritrovata senza vita tra i sentieri del bosco che circondano il villaggio. in molti usano arco e frecce per cacciare i cervi e non puo` che trattarsi di un incidente. ma gamache non si lascia ingannare. dietro la bellezza e la serenita` di three pines, si agita un che di sinistro. e quello di jane neal e` stato un omicidio, ne e` certo. adesso non resta che indagare.

la piu` famosa antologia degli scritti di roberto longhi usci` nel 1973, curata da gianfranco contini, nei "meridiani" mondadori. ora quella stessa scelta di scritti viene riproposta in un`edizione completamente rinnovata. ogni saggio longhiano viene introdotto da uno storico dell`arte specialista dell`argomento trattato: in questo modo i saggi vengono contestualizzati nel percorso di studi di longhi, con riferimenti alle eventuali mostre da cui scaturivano, e soprattutto vengono evidenziate le intuizioni del critico che hanno influenzato gli studi successivi e che "fanno testo" ancora oggi, o viceversa gli atteggiamenti critici (e le proposte di attribuzione) che sono stati superati nel tempo. piu` di trenta gli studiosi che hanno collaborato a questa nuova edizione, e piu` di cinquanta le immagini a colori riprodotte. rispetto all`edizione di contini, questa e` dunque piu` focalizzata sul valore e sull`attualita` dei saggi di longhi dal punto di vista storico artistico, ma cio` non vuol dire dimenticare i pregi della sua scrittura, cosi` sostanzialmente intrecciati al discorso critico. molte delle introduzioni ai saggi evidenziano come le intuizioni critiche di longhi fossero tutt`uno con le metafore che usava e con il suo stile a volte arduo ma sempre affascinante. ma c`e` anche uno scritto introduttivo di lina bolzoni che, tra le altre cose, mette in luce la vena teatrale della lingua di longhi, che gli permetteva di essere straordinariamente icastico nelle sue descrizioni e nelle sue valutazioni, tanto piu` se limitative. se oggi caravaggio e` considerato uno dei grandi artisti di tutte le epoche, se morandi e` una delle vette della pittura italiana del novecento, lo dobbiamo al magistero critico di longhi. ma leggendo o rileggendo i saggi di questo libro si potra` vedere quanto ampio sia stato il raggio dei suoi studi e quanto innovative siano state le sue posizioni su tutta la storia dell`arte italiana.

"la guerra era di nuovo sui giornali, il fiume sempre piu` in magra ne restituiva le vestigia. era riapparso un semicingolato tedesco. era riemersa una chiatta di cinquanta metri. erano tornati alla luce ponti di barche bombardati dagli inglesi. alla fine di luglio, la secca aveva esposto le rovine del vecchio ponte tra ostiglia e revere. ilario non aveva potuto vederlo. ormai se n`era andato". e` l`estate del 2022, il po non e` mai stato cosi` basso. la morte di ilario nevi, partigiano, artista, intellettuale ferrarese di fama nazionale, scoperchia un segreto mantenuto per quasi cent`anni, attraverso le tragedie del novecento e gli sconvolgimenti del nuovo millennio. un segreto che ne nasconde altri, incastonati nel passato e annidati nel futuro, e ogni rivelazione e` in realta` un nuovo enigma. antonia, nipote di ilario, vuole dare un senso a cio` che sta scoprendo. andra` fino in fondo, ricostruendo la storia non solo di una vita, ma di un insospettato intrico di esistenze. dalla guerra di liberazione nel delta alle lotte per i diritti e per l`ambiente, "gli uomini pesce" e` un omaggio al grande fiume e alle sue terre. un romanzo maestoso, una saga in cui la storia e` tutt`uno con le vicende dei protagonisti, innervata nei loro amori, nelle loro avventure, negli incubi peggiori e nei sogni piu` belli.

il 29 agosto 1949, quattro giorni dopo la nascita di martin amis, i sovietici realizzano il loro primo test nucleare e comincia la cosiddetta "deterrenza". e` l`inizio di una nuova fase della storia, in cui tutti noi abitanti del pianeta terra siamo diventati "mostri di einstein". i cinque racconti "preapocalittici" di questa raccolta, scritta a meta` degli anni ottanta, mostrano con feroce lucidita` come da quella fase, a distanza di 75 anni, l`umanita` non abbia ancora trovato il modo di uscire. i racconti che compaiono in questa raccolta, pubblicata per la prima volta nel 1987, potrebbero essere definiti "preapocalittici", perche` a martin amis non interessa tanto indugiare nella descrizione di una terra devastata da un`ipotetica guerra nucleare, ma guardare alla realta` che lo circonda attraverso la lente della sempre incombente minaccia atomica. se solo si prendesse sul serio la portata del rischio rappresentato dalla strategia apparentemente razionale ma fondamentalmente assurda della deterrenza nucleare, sostiene l`autore nella sua introduzione, allora la mostruosita` della vita di ogni giorno apparirebbe in tutto il suo grottesco orrore. ed ecco dunque le sarcastiche, agghiaccianti invenzioni narrative di questi cinque racconti: un erculeo immigrato polacco capace di sollevare a mani nude un`automobile sceglie di non vendicarsi degli autori di un brutale assassinio per non dare il suo contributo a "una disgrazia eterna. se li avessi ammazzati, sarei ancora forte. ma bisogna pure che qualcuno faccia il primo passo". lo schizofrenico dan viene ospitato dallo zio ned nella sua casetta sul lago nella speranza che quell`idillio rurale lo riporti alla ragione; ma all`origine della sua schizofrenia c`e` il lavoro di "papa`, uno dei padri dell`era nucleare", e quella e` una schizofrenia da cui non si guarisce. e poi troviamo rivisitazioni del mito di andromeda, fra queste pagine, e scorrimenti veloci della storia del nostro pianeta. troviamo perfino un`inquietante p

con la stessa energia narrativa de "la malnata", beatrice salvioni ci trasporta ancora nell`italia fascista. e ci fa guardare il mondo con gli occhi di due ragazze tormentate e ribelli, inseparabili, che la storia vuole tenere lontane. una sedicenne corre a piedi nudi per la strada. e` notte, indossa solo una sottoveste, e corre disperata per la citta` deserta. e` delusa, piena di rabbia, perche` ha scoperto di essere stata tradita, e da qualcuno che mai avrebbe creduto potesse ingannarla. si apre come uno squarcio, questo romanzo terso e furioso. siamo a monza, nell`aprile del 1940. da quattro anni francesca non sa piu` nulla di maddalena. la sua amica e` stata rinchiusa in manicomio, e mai ha risposto alle lettere che lei le ha spedito. francesca crede sia per risentimento nei suoi confronti. in fondo, e` sempre toccato a maddalena il ruolo della reietta, della malnata. ma adesso ha subito uno scossone anche la vita di francesca, che e` fuggita di casa ed e` andata a vivere da noe` tresoldi, destando scandalo. sua madre la accusa di essere una degenerata, una malacarne. poi, finalmente, maddalena torna. e` piccola e magra, come non fosse mai cresciuta, e si finge l`adolescente coraggiosa di sempre; ma francesca lo vede, che e` diversa. che cosa e` successo in manicomio? intanto, l`italia entra in guerra. tra la fame e la paura delle bombe, ogni giorno diventa piu` difficile. e arriva il momento di scegliere da che parte stare.

l`avventurosa ricostruzione della biografia intellettuale e soprattutto umana di due giganti del pensiero: ibn sina, noto come avicenna, e biruni. due personalita` poliedriche che hanno segnato le vicende culturali, politiche e non solo di un`era troppo poco ricordata: l`illuminismo perduto del mondo arabo. questa storia inizia agli albori dell`anno mille, in una regione dell`asia centrale oggi sul confine fra il turkmenistan e l`uzbekistan. ed e` la storia di biruni e avicenna, i due piu` luminosi e geniali protagonisti di una stagione intellettuale straordinariamente feconda e affascinante, sempre troppo poco indagata, se non da una ristretta cerchia di esperti. una stagione la cui eredita` ha segnato il dibattito filosofico e scientifico dei secoli successivi fino ai tempi presenti. biruni, per lungo tempo chiamato il da vinci dell`xi secolo, fu un pioniere degli studi trigonometrici, matematici e astronomici, e arrivo` a formulare ipotesi che avrebbero in qualche modo influenzato galileo, newton e persino einstein e la sua concezione della relativita`. avicenna si districo` fra le scienze naturali e quelle filosofiche, riconfiguro` la teoria della conoscenza aristotelica, concependo un posto per il divino al suo interno, ed e` ancora adesso considerato da molti il padre della medicina moderna. starr riporta alla luce, con una scrittura vivida e avvincente, a beneficio di un pubblico piu` ampio, le vite dei padri di quello che e` stato in seguito definito il "rinascimento islamico", e lo fa raccontandoli prima di tutto come esseri umani, immersi nella carne e nel sangue del proprio tempo.

un "viaggio sottopelle" verso la prima e la piu grande poetessa della letteratura occidentale e cio che di lei non muore. lei che credeva non ci fosse niente di piu bello di cio "che si ama". saffo e stata una ragazza di lesbo, una figlia e una madre. ha diretto cori di giovani coetanee, ha insegnato loro a cantare e a danzare. forse ha persino sussurrato al riparo delle stanze chiuse i segreti del piacere femminile. ha educato alla bellezza le signorine bene nella lesbo della fine del vii secolo a. c. poi ha dichiarato di non voler piu vivere, e si e tuffata dalla rupe bianca di leucade, innamorata perdutamente del barcaiolo faone. ha insegnato a generazioni di giovani scrittrici il coraggio di far sentire la propria voce. e stata omosessuale, bisessuale, persino un?icona lgbt. la sua leggenda, nata quando era ancora in vita, si e nutrita delle ombre e dei vuoti che circondano i frammenti arrivati sino a noi e ha alimentato una inesauribile fioritura di interpretazioni letterarie e artistiche.

champton e` il tipico villaggio sonnacchioso della campagna inglese. ma quando un ragazzo viene assassinato sull`altare di una chiesetta sconsacrata, il reverendo investigatore daniel clement e` costretto a mettere da parte le beghe di paese e occuparsi del fattaccio. il canonico daniel clement e` angustiato dall`idea che la parrocchia caschi a pezzi, dalla sensazione che sua madre, gli nasconda qualcosa, nonche` dalle continue discussioni con i fedeli. in piu`, e` arrivato chris biddle, il pastore evangelico con cui clement dovrebbe collaborare, anche se, per quanto si sforzi, non riesce a digerirlo. ma il precario equilibrio del paesino e del reverendo vanno definitivamente in pezzi di fronte a quello che sembra a tutti gli effetti un omicidio rituale. delicata, ironica e molto british, dopo "delitto all`ora del vespro" torna la serie culto diventata fenomeno editoriale nel regno unito.

una scelta dei versi essenziali di patrizia cavalli che da` corpo a una delle voci poetiche piu` necessarie del nostro tempo. ci sono poeti che hanno il dono prezioso di dare una immediata, irresistibile felicita` a chi li legge. patrizia cavalli e` senz`altro tra questi. non importa di che cosa parli: se di risvegli lenti tra le lenzuola mattutine o della pasta che va scolata in fretta, all`istante giusto - tutto cio` che questa lingua poetica nomina sembra toccarci immediatamente, come se rivelasse ogni volta, nel modo piu` esatto, qualcosa che ci appartiene e che forse abbiamo solo dimenticato. e non importa definirla: e` semplice, eppure e` anche ricca, complessa, variegata; e` saggia e filosofa, ma anche istintiva, innamorata, visionaria. e` comica e tragica, dolorosa. capace di rimanere sempre se stessa - e, solo cosi`, di sorprenderci ogni volta. tutti gli strumenti critici e interpretativi, di fronte ai suoi versi, sembrano cadere - e non e` detto che sia un male. quel che resta da fare, allora, e` semplicemente leggerla.

se per un certo periodo "il capitale" e` potuto sembrare un testo superato, gli attuali andamenti delle societa` e dell`economia mondiale sembrano invece avvalorare alcune intuizioni di marx. del resto, la teoria marxiana del capitale resta una delle poche a proporre spiegazioni organiche a molti dei fenomeni storico-economico-sociali in atto. dunque un grande classico e insieme un`utile chiave di lettura del mondo contemporaneo. il primo libro, l`unico scritto integralmente da marx, e` dedicato all`analisi del processo di produzione del capitale, esamina la base dei meccanismi economici delle societa` moderne, la loro complessiva struttura di funzionamento. e` un testo che ha avuto una genesi travagliata e molte edizioni, vivo marx e postume. partendo dalla piu` recente edizione storico-critica, viene qui tradotta la quarta edizione tedesca del 1890, messa insieme da engels tenendo conto degli appunti di marx e delle sue postille alle edizioni precedenti. dando pero` in apparato le varianti significative delle prime tre edizioni tedesche e della traduzione francese. molte le variazioni nella struttura del libro e nell`elaborazione concettuale di alcuni nodi importanti, come la distinzione tra valore e valore di scambio, tra lavoro e processo lavorativo, o riguardanti la teoria del plusvalore. d`altronde quella di marx era una riflessione in fieri, perennemente provvisoria, in costante elaborazione. e questa nuova traduzione permette per la prima volta di seguirne gli sviluppi, gli scarti e i ripensamenti.

giorgio bassani, romano bilenchi, italo calvino, giorgio caproni, piero chiara, beppe fenoglio, franco fortini, ada gobetti, primo levi, luigi malerba, alberto moravia, cesare pavese, vasco pratolini, giulio questi, mario rigoni stern, marcello venturi, renata vigano`, elio vittorini, andrea zanzotto: la guerra partigiana vista e raccontata dai maggiori scrittori italiani. racconti di guerra e morte, di vilta` e coraggio, di gioia e disperazione, di pericoli e stragi, di anni cupi e difficili scelte: attraverso le prose avvolgenti di questi testi esemplari, ci viene restituito il senso di un periodo storico che ha fondato l`italia repubblicana e l`atmosfera di un passato che ancora oggi ispira la nostra democrazia. "per tutti gli autori di questa antologia la liberta` di raccontare nelle forme che ciascuno riteneva piu` opportune la guerra civile e` stata strettamente intrecciata con l`impossibilita` di sottrarsi alla scrittura. in entrambi i momenti, durante il conflitto e a guerra terminata, la resistenza rappresenta una scelta che non si sceglie: proprio come non si decide dove e quando nascere, il proprio padre e la propria madre". (gabriele pedulla`)

"raccontami, musa, dell`uomo versatile che vago` tanto, dopo aver distrutto la sacra rocca di troia; vide molte citta` di uomini e ne conobbe la mente e nel suo animo soffri` molte pene per mare, lottando per la sua vita e il ritorno dei suoi compagni". la guerra di troia e` finita. gli achei hanno vinto anche grazie all`ingegno di odisseo che ora desidera soltanto tornare a itaca. eppure, prima di approdare alla sua amata terra, il destino ha preparato per l`illustre eroe altri ostacoli da superare. rileggere l`odissea in questa edizione, figlia degli studi di un grande grecista, significa cogliere l`omogeneita` narrativa del grande poema, mettere in rilievo come mai prima la figura di omero, lo stretto rapporto con l`iliade al di la` di tutte le questioni omeriche discusse in passato. dunque, si riparte da omero, l`autore alla base della letteratura occidentale, il grande archetipo di tutte le nostre narrazioni.

"un bambino viene picchiato" e`, a dire di freud, "la rappresentazione fantastica" che si ritrova con sorprendente frequenza in chi ricorre al trattamento analitico, mettendo cosi` in luce quello che nel linguaggio attuale viene chiamato fantasma inconscio. lacan si era occupato di questo aspetto gia` da tempo poiche` aveva notato che la costituzione del desiderio del soggetto trova il suo supporto, il suo sostrato immaginario nel fantasma, nella cui formula e` indicato, con la lettera a, l`oggetto in cui prende posto cio` di cui il soggetto e` privo simbolicamente. in questo "seminario" lacan fa un passo in piu`: per il soggetto non c`e` altra entrata nel reale se non attraverso il fantasma. per questo motivo il fantasma svolge, in un`analisi, la funzione di un assioma e vi figura in modo costante. cosa che permette a un analista di trovare il bandolo per una corretta direzione della cura. per illustrare tutto cio` lacan ricorre al gruppo matematico di felix klein sul quale applica il cogito cartesiano, appositamente modificato per il tramite delle leggi del logico-matematico de morgan.

il 10 giugno 1924, cento anni fa, avvenne il barbaro assassinio di giacomo matteotti per mano fascista. il modo migliore per ricordarlo, oggi, e` presentare le sue idee e le sue convinzioni. questo volume contiene un discorso molto importante del deputato socialista, "contro ogni forma di violenza", tenuto alla camera dei deputati il 31 gennaio 1921. si tratta della prima analisi organica, non di carattere esclusivamente locale, attraverso la quale matteotti denuncio` il clima di violenza che si era instaurato in italia. questo discorso da` il titolo al libro, perche`, mai come oggi, le sue parole meritano di essere sottolineate. arricchiscono il volume altri due testi che analizzano la violenza fascista da angolature diverse, per riflettere sulle sue dinamiche e sulla sua natura. il primo e` la denuncia dello squadrismo nel polesine, una delle terre in cui esso nacque e prese piede. l`altro si oppone all`eversione fascista contro le istituzioni, contro il parlamento, contro lo stato liberale, una volta che mussolini si insedio` al governo chiedendo i pieni poteri. il deputato socialista sviluppa qui riflessioni sui concetti di democrazia e dittatura, ancora oggi molto attuali. conclude il volume un acuto saggio del curatore, davide grippa, che contestualizza il rapporto tra matteotti e la non violenza.

cinque momenti della vicenda interiore politica e letteraria di goliarda sapienza, una scrittrice troppo in anticipo sui tempi. se normalmente si intende l`autobiografi a come il racconto retrospettivo del proprio vissuto a partire da un punto d`osservazione nel presente, goliarda sapienza reinventa il genere, immaginando una scrittura che accompagna a intermittenza lo scorrere della vita. "lettera aperta", il romanzo d`esordio, e "il filo di mezzogiorno" raccontano la turbolenta nascita di una scrittrice che ha fatto di tutto per non diventarlo: goliarda e` la bambina guerresca che non cammina mai perche` corre sempre, ma e` al contempo la donna adulta che la ricorda. in "io, jean gabin" la protagonista e` ancora goliarda bambina, ma il filtro questa volta e` l`identificazione con l`icona virile e anarchica del cinema francese. i due romanzi successivi, "l`universita` di rebibbia" e "le certezze del dubbio", vedono un cambio di stile e di prospettiva: l`io autobiografico si mette in disparte prestando la sua voce alle donne incontrate a rebibbia e poi nel "carcere fuori dal carcere" della metropoli romana, in cui vaga alla ricerca della sorellanza intuita e ormai perduta. a scorrere le pagine appassionanti di questa autobiografia sorge un sospetto: e se tutte le contraddizioni alla fine si rivelassero coerenza? coerenza di verita` e bellezza dell`insieme della sua opera.

a los angeles e` una notte afosa, quella in cui marilyn monroe muore di overdose e di solitudine. lo stesso giorno la polizia libera una starlette che era stata rapita. tra le due storie c`e` un collegamento, cosi` pensa un detective corrotto, con la passione per le droghe, maestro del ricatto. quando si tratta di scavare nel torbido, la persona giusta da chiamare e` freddy otash. ha spiato marilyn per conto di jimmy hoffa, il discusso capo del sindacato dei camionisti, e adesso dalla polizia lo incaricano di indagare sulla sua morte. una cosa delicata, perche` persone molto in alto, a washington, potrebbero avere a che fare con la scomparsa dell`attrice piu` famosa del mondo. per qualche oscura ragione, che forse c`entra con l`amore, freddy decide di andare fino in fondo. anche a costo di mandare in frantumi un`icona, anche a costo di trasformare in incubo il sogno della citta` degli angeli.

arrivato alla soglia dei novant`anni, dopo aver affascinato i suoi lettori con i segreti della storia, della musica e della religione, corrado augias racconta l`avventura di una vita, la sua. e con grande talento di narratore, evoca l`infanzia in libia, il ritorno a roma, l`incubo dell`occupazione tedesca, il collegio cattolico, i primi passi nel giornalismo, e poi "telefono giallo" e "la repubblica". e` un racconto che ha il calore e l`empatia della conversazione tra amici: la vita s`impara, ci dice augias - soprattutto se non si perdono mai la curiosita` intellettuale e la passione civile. a quasi novant`anni, corrado augias e` un prezioso testimone del cambiamento. l`italia di oggi - esclusi gli eterni vizi nazionali - assomiglia poco a quella di ieri. augias ci racconta l`infanzia passata in libia al seguito del padre ufficiale della regia aeronautica; la guerra e i bombardamenti; l`incubo di una feroce e lugubre occupazione; gli anni in un collegio cattolico, per lui che oggi si confessa ateo. e poi la vita professionale, il giornalismo, i libri, le fortunate circostanze che lo hanno reso partecipe di tre eventi importanti nella vita culturale del paese: la nascita della direzione centrale programmi culturali della rai; la fondazione del giornale "la repubblica" nel 1976, il rilancio di raitre nel 1987. l`invenzione di alcuni fortunati programmi televisivi da "telefono giallo" a "babele", da "citta` segrete" alla piu` recente creatura "la gioia della musica", ultimo programma ideato per la rai prima del passaggio a la7 ancora una volta con un fortunato programma di cultura: "la torre di babele". accadimenti che sono pero` solo la parte pubblica di un percorso che ha una componente intima ancora piu` interessante: il lungo apprendistato a una matura dimensione d`intellettuale. agli eventi che hanno scandito la sua vita, augias affianca le letture di cui s`e` nutrito e dalle quali ha "imparato a vivere". da tito lucrezio caro a renan, da feuerbach a freud e poi s

l`umanita` ha le sue asprezze, la sua violenza nei confronti del mondo. e il nuovo libro di mariangela gualtieri si apre e si chiude con poesie che toccano il tema di questa ruvidezza. in una poesia ci si augura che "miglioreremo / siamo qui da poco. / ancora non capiamo / e ci agitiamo troppo. / ancora guerreggiamo". ma nelle poesie civili che chiudono la raccolta l`indignazione sembra prevalere. all`interno di questa cornice, pero`, c`e` il tesoro del selvatico, ci sono segni del sacro, c`e` soprattutto il miracolo del silenzio, in cui "tutto e` un enigma felice / voce senza voce. tutto dice / di si` mentre tace". molte di queste poesie sono punteggiate dalla presenza di animali, domestici e non, quasi presenze angeliche, tramiti per "penetrare le segrete cose". ma un altro filo conduttore della raccolta e` dato dal tempo, un`entita` che ci segna, ci modella, ma che prima o poi "scavalchiamo" per raggiungere "il tutto che rotola / intero. il sontuoso / niente del cielo". piu` che negli altri suoi libri, qui mariangela gualtieri ci parla della fine, che e` fine dei singoli corpi, fine delle "maschere", ma anche continuita` della vita. modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, il suo e` un invito all`attenzione e all`ascolto del visibile e dell`invisibile.

alla oltraggiosa eta` di centotrentatre` anni, enrico ha polverizzato due record: e` l`uomo piu` vecchio del mondo, e proprio per questo il piu` odiato. gli altri nascono, vivono e muoiono, lui invece no, continua imperterrito a esistere. per il resto del genere umano e` un`ingiustizia, un sopruso, un problema da risolvere in fretta. tra programmi di protezione, attentati e complotti, nuove nipotine, amori tardivi e nude proprieta` che non finiscono mai, la lunghissima esistenza di enrico e` sempre piu` in bilico sull`orlo dell`abisso. ma lui, troppo vecchio anche per preoccuparsi, si siede in poltrona e fischietta, ci fa ridere e commuovere, rievoca le sue mille vite e respira a pieni polmoni tutto il tempo che gli rimane. enrico e` un maestro elementare in pensione, un uomo comune che ha avuto un`esistenza comune. e` vecchio da morire, ma ancora piuttosto arzillo: le sue analisi farebbero invidia a quelle di un cinquantenne. insomma, ci sarebbero tutti gli ingredienti per una vecchiaia infinita, pacifica, senza scossoni. perche` allora se ne sta asserragliato nel suo appartamento e non puo` nemmeno uscire a fare una passeggiata? il problema e` questo: enrico e` con tutta probabilita` l`uomo piu` detestato del pianeta. ogni giorno davanti a casa sua si organizzano picchetti e manifestazioni di protesta, con migliaia di persone che gridano il proprio risentimento nei suoi confronti. lui continua a respirare mentre gli altri continuano a morire, e questo e` un oltraggio imperdonabile. la sua diversita`, come spesso accade con le diversita` in generale, non viene tollerata. e cosi` il nuovo matusalemme trascorre le proprie giornate assistito dalla badante-vestale eunice, dalla geriatra-paleontologa maria e dall`ispettore gizzi, che si occupa della sua sicurezza. ma ormai anche le istituzioni sopportano a malapena la presenza di enrico, diventato suo malgrado un grattacapo di ordine pubblico. marco presta e` uno dei pochi scrittori "umoristi" del nostro tempo, capace d

in "sud e magia", uno dei piu` noti ma anche piu` fraintesi saggi di ernesto de martino, trovano saldatura le due principali dimensioni del percorso umano e intellettuale del grande etnologo. da un lato, il de martino storiografo e teorico, che individua la magia come tematica cruciale per la critica al positivismo delle scienze umane e per la costruzione di un`etnologia storicista; dall`altro, quello politico e militante, che affronta la "questione meridionale" attraverso il confronto diretto e vissuto con il mondo contadino del mezzogiorno d`italia. de martino torna a interrogarsi sulla peculiarita` culturale del magismo, la cui funzione risiede nella capacita` di difendere la presenza umana dall`urto di potenze avverse che minacciano di annientarla. la prima sezione del volume, "magia lucana", offre in tal senso un ventaglio di casi che rendono palpabile il significato della risoluzione magica di situazioni critiche della piu` varia natura. nella civilta` occidentale, connotata dalla svolta razionalista impressa alla propria storia, la dimensione magica ha finito per risultare un fattore residuale, un segno di arretratezza le cui radici affondano nella durezza delle condizioni economico-politiche. per questo il materiale documentario relativo al magismo lucano costituisce nella prospettiva demartiniana uno stimolo importante per misurare la partecipazione del pensiero meridionale all`alternativa tra magia e razionalita`, tra incantesimo e scienza. qui risiede l`obiettivo del volume dove, in funzione della sua realizzazione, l`autore amplia notevolmente il proprio campo d`indagine, estendendolo con esiti originali al cattolicesimo meridionale e al pensiero illuministico napoletano quale si affermo` nella seconda meta` del settecento.

"fenoglio con questi racconti conferma il suo universo narrativo di langhe e resistenza, ma soprattutto narra di uomini e donne che dietro la scorza della loro miseria e del loro carattere covano un male di vivere e un ribollire di sentimenti che non riescono a dire" (marco balzano). "nella valle di san benedetto", "l`addio, il gorgo", "l`esattore", "il paese", "il signor podesta`", "l`affare dell`anima". ecco alcuni titoli dei racconti riuniti in questo volume secondo la data di composizione: quelli non compresi in raccolte d`autore, pubblicati in rivista dallo stesso fenoglio o editi dopo la sua scomparsa. oltre alle storie partigiane, sette in tutto, il cui nucleo tematico fu inaugurato dai "ventitre giorni della citta` di alba", la parte piu` cospicua del volume e` costituita dai racconti "langhigiani", che tra vari progetti occuparono fenoglio prima e dopo "il partigiano johnny". dietro a essi sta l`enorme lavoro dello scrittore piemontese, dai primi anni cinquanta fino ai suoi ultimi giorni: i personaggi e le vicende raccontati riportano a un paesaggio esistenziale che, attingendo a una memoria parentale o collettiva, rivela stralci di vita di una provincia per sempre perduta. con le schede ai singoli racconti e la cronologia della vita e delle opere.

scriveva primo levi che niente e` piu` necessario della conoscenza per evitare il ripetersi della tragedia, soprattutto se essa prende forma lentamente nella progressiva seduzione delle masse. a un secolo di distanza da quando adolf hitler dettava il suo manifesto politico in una cella di landsberg am lech, quelle pagine sono diventate uno dei simboli del male assoluto, e come tali sottoposte all`anatema laico che ne ha fatto un libro proibito. ma questo cono d`ombra, figlio di una freudiana rimozione, ha contribuito ad accrescerne la mitologia fino a quando, nel 2016, la germania ha deciso di consentirne nuovamente la distribuzione in libreria proprio per smontarne la leggenda e percepirne gli echi nel presente, con la consapevolezza che niente puo` distruggere l`orrore piu` del senso critico, e dunque la riconversione del mostro nei perimetri della realta`. si`, perche` "mein kampf" e` in fondo solo l`autobiografia di un trentacinquenne delirante alla ricerca di capri espiatori e di sfoghi esistenziali, con l`aggravante pero` di una spiccata propensione all`empatia, agli albori di un novecento che nel carisma avrebbe eletto la propria apoteosi. da questa formula, ripetibile e tuttora emulata a ogni latitudine, discende l`urgenza di confrontarci ora piu` che mai con un testo mai morto, capace di riproporsi sotto marchi e colori diversi soprattutto in un`epoca in cui la propaganda si e` ramificata online, e ci raggiunge ormai capillarmente. dopo molti anni di ricerca e di scrittura, notomizzando parola per parola del testo originario, con l`innesto di centinaia di discorsi e dichiarazioni dello stesso hitler, stefano massini ci consegna la sua biopsia del testo maledetto, un feroce distillato in cui la religione nazista di rabbia e paura, il culto dell`io e l`esaltazione della massa ci appaiono in tutta la loro forza di potentissimo deja`-vu.

cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno? ci si riesce mai veramente? e, soprattutto, cosa cerchiamo per noi nello stare vicino a chi soffre? houston e` la citta` che da sempre risolve problemi, e lo fa con slanci grandiosi e ambizioni smodate. e cosa c`e` di piu` ambizioso che curare una malattia che sembra incurabile? percio` e` li` che cristina accompagna la sua amica vera, bellissima e piena di luce, che dalla vita ha ricevuto un colpo basso a cui non si rassegna. e forse anche cristina e` in qualche modo in cerca di una cura. un racconto pieno di intelligenza, che si affida alla leggerezza per provare a dire cosa siamo, e cosa possiamo essere, davanti al dolore degli altri. certe persone hanno con la sofferenza un rapporto confidenziale, e cristina si e` sempre considerata una di queste. empatica, sentimentale, ma anche bravissima a farsi in quattro per dimostrare che la realta` puo` essere ridente, nonostante tutto. la malattia di luca - marito, padre di sua figlia, amore simbiotico che ha fatto retrocedere a sfondo ogni altra cosa - l`ha attraversata cosi`, sul viso un`espressione rassicurante e spiritata che non riesce a togliersi di dosso neanche ora che luca sta bene. chi non sta ancora bene invece e` vera, "l`amica zucchero", che dopo anni di compromessi faticosi con la malattia vuole andare nel posto in cui la cura si affronta con lo stesso piglio ardimentoso della corsa allo spazio, ispirata dalla stessa megalomania: houston, la citta` che risolve problemi. e chi meglio di cristina puo` starle accanto? cosi` comincia il viaggio di queste due amiche quarantenni, che hanno costruito il loro legame sulla capacita` di raccontarsi la vita e di farla piu` divertente di com`e`, senza dover mai scegliere tra profondita` e frivolezza. la bellezza e` il loro principio di realta`: se agli altri serve come evasione, a loro ricorda esattamente cio` che conta, perche` nella bellezza c`e` anche celebrazione della vita, curiosita`, immaginazione e gioco. ma adesso ver