
"recita dell`attore vecchiatto" comprende la risistemazione di larghe parti di due opere che celebrano la figura di attilio vecchiatto, grande attore shakespeariano, ma al contempo amara metafora della situazione attuale del nostro paese: "recita dell`attore vecchiatto nel teatro di rio saliceto" e "sonetti del badalucco nell`italia odierna". l`intervento di celati e` molto profondo e riunifica autenticamente le due opere in un nuovo testo compatto e toccante. "attilio vecchiatto (1910-1993) e` stato un attore italiano di fama internazionale, ammirato da laurence olivier, jeanne moreau e molti altri. dopo trent`anni di tourne`e in sud america, sbarcato nel 1965 a new york, aveva creato il suo piccolo teatro shakespeariano, in un quartiere italiano del bronx. invitato in francia nel 1976, aveva portato in giro i suoi adattamenti shakespeariani in molti paesi europei, ottenendo notevoli successi. nonostante la notorieta` all`estero, in italia, al suo ritorno assieme alla moglie carlotta, nel 1988, non e` riuscito a trovare lavoro da nessuna parte, tranne che nel piccolo teatro di rio saliceto." (gianni celati)

nexus contiene elementi autobiografici e racconta di come miller si sia trovato a poco a poco fuori gioco dal proprio matrimonio. la moglie mona (june nel romanzo) stabilisce difatti una relazione sempre piu` intima con un`altra donna: anastasia (jean). la nuova coppia abbandona miller a se stesso per fuggire insieme a parigi. ma a un certo punto mona ritorna da lui di propria volonta`. insieme decideranno di tornare ancora una volta a parigi, la citta` tanto amata dallo scrittore americano fin dagli anni trenta.
siamo a parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell`alta borghesia. dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuita` la portinaia rene`e, che appare in tutto e per tutto conforme all`idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. invece, all`insaputa di tutti, rene`e e` una coltissima autodidatta, che adora l`arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. poi c`e` paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno, per l`esattezza). fino ad allora continuera` a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre. due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l`uno dell`impostura dell`altro si incontreranno grazie all`arrivo di monsieur ozu, un ricco giapponese, il solo che sapra` smascherare rene`e e il suo antico, doloroso segreto.

durante la seconda guerra mondiale, alla vigilia dello sbarco in normandia, il capitano john reisman riceve l`incarico di formare una squadra speciale per una pericolosa operazione dietro le linee nemiche, scegliendo dodici uomini che la corte marziale ha condannato all`impiccagione o a dure pene detentive. assassini, ladri, stupratori: sono i dannati dell`esercito americano. il compito di reisman e` istruirli nel minor tempo possibile nelle tattiche della guerriglia e dello spionaggio, per poi paracadutarli sul suolo francese la notte prima del d-day con l`obiettivo di sabotare la macchina bellica nazista. in inghilterra, gli uomini di reisman ricevono un duro addestramento, ma soprattutto si confrontano con i loro demoni e con l`incerta possibilita` di un riscatto sociale. le probabilita` di portare a termine la missione e farla franca sono una su un milione, ma i dodici condannati non hanno certo niente da perdere... da questo teso romanzo di guerra, cruda riflessione sulla condizione umana, e` tratto il film del 1967, diretto da robert aldrich, con lee marvin e charles bronson.

con le mani tremanti per l`emozione, elisa lesse velocemente ad alta voce... "ildegarda von bingen vissuta nel medioevo, intorno all`anno mille. compose inni al signore raccolti in un`opera chiamata `sinfonia dell`armonia delle rivelazioni celesti`. insegno` medicina, teologia e scrisse trattati di scienza...". eta` di lettura: da 8 anni.

"anziche` lo scrittore," ha detto una volta roberto bola?o "mi sarebbe piaciuto fare il detective privato. sicuramente sarei gia` morto. sarei morto in messico, a trenta, trentadue anni, sparato per strada, e sarebbe stata una morte simpatica e una vita simpatica". simpatica, eppure segnata gia` dalla sconfitta e dalla follia, dissipata e bohe`mienne, esaltante e allucinata, dopata di sesso, poesia, marijuana e mezcal, e` sicuramente la vita dei protagonisti di questo libro, che enrique vila-matas ha descritto come "il viaggio infinito di uomini che furono giovani e disperati, ma non si annoiarono mai". "i detective selvaggi" e` infatti il romanzo delle loro avventure, ed e` quindi un romanzo di formazione; ma e` anche un romanzo giallo nonche`, come tutti quelli di bola?o, un romanzo sul rapporto tra la finzione e la realta`. un libro, ha scritto un critico messicano, "simile a uno stadio dove la gente entra ed esce in continuazione", e dove, come avviene in 2666, si incrociano e si aggrovigliano, spesso contraddicendosi, le "versioni" di un`infinita` di personaggi (tutta gente che "on the wild side" non si e` limitata a farci un giro): poetesse scomparse nel deserto del sonora e puttane in fuga, ex scrittori di avanguardia e magnaccia imbufaliti, architetti vaneggianti e poliziotti corrotti, cameriere libidinose e poeti bisessuali, e poi avvocati, editori, neonazisti e alcolizzati...

un ragazzino di quindici anni, di "un midwest intorno a roma", tutte le mattine compra il giornale e ne conserva ogni copia con cura religiosa. perche` su quel giornale scrive qualcuno, un signore ormai ottantenne, che ammira come il suo personale grande gatsby. il ragazzino ruba la macchina da scrivere del nonno e inizia a mandargli lettere firmandosi una volta alessandro manzoni, un`altra volta karl marx. e quando la penna piu` prestigiosa del "corriere della sera" gli risponde pubblicamente nella sua rubrica, il ragazzino - che si chiama paolo di paolo - non crede ai propri occhi. poi un giorno squilla il telefono di casa, e una voce profonda e imperiosa dice: "sono montanelli". e soltanto uno degli episodi raccontati in questo libro che e` il sentito omaggio a un maestro del novecento. ma cosa ci puo` insegnare, oggi? che le speranze nascono dalle idee, innanzitutto. che la liberta` e` solitudine, perche` l`indipendenza e il successo dipendono sempre dalle proprie scelte. che per guadagnarsi spazio nel mondo serve essere ostinati e, mentre il mondo cambia, cambiare rimanendo se stessi. che si puo` sbagliare idea, accusare il colpo e ripartire da zero. nella scrittura precisa e avvolgente di di paolo, la vita inimitabile di montanelli diventa un film di cui godersi ogni scena: quelle piu` eroiche, quelle che strappano sorrisi, ma anche quelle che fanno discutere. con un`unica certezza: montanelli non ha mai voluto mettere d`accordo nessuno.

limonov non e` un personaggio inventato. esiste davvero: "e` stato teppista in ucraina, idolo dell`underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a manhattan, scrittore alla moda a parigi, soldato sperduto nei balcani; e adesso, nell`immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. lui si vede come un eroe, ma lo si puo` considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. e se carre`re ha deciso di scriverlo e` perche` ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, limonov, non solamente della russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". la vita di eduard limonov, pero`, e` innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. perche` carre`re riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. ma mai, assolutamente mai, mediocre. che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di new york dopo essere stato piantato dall`amatissima moglie o si lasci invischiare nei piu` grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui e` fatta la sua anima", limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo...

una storia poetica e rivoluzionaria, un romanzo sui sogni capaci di cambiare il mondo. il postino di girifalco e` un uomo schivo e solitario, che ha il dono di saper imitare le grafie altrui e coltiva il vizio di entrare nelle vite dei compaesani leggendo le lettere prima di recapitarle. cosi` un giorno, mentre il lento scorrere della vita di provincia prosegue imperturbabile, una novita` spunta inattesa dal sacco della posta: una lettera insolita, senza mittente, chiusa con un sigillo di ceralacca. una carta d`amore, di quelle preferite dal portalettere, che ha tutta l`aria di nascondere un mistero. e il 1969, l`uomo sta per compiere il primo passo sulla luna, e il postino di girifalco, come un moderno mercurio messaggero degli dei, si prepara alla sua missione: svelare una sciagurata passione e salvare il paese dai traffici loschi del sindaco, che vuole vendere il lussureggiante monte covello per farne una discarica.

storie di paese: tante, brevi, alcune cortissime, qualcuna piu` lunga, sull`onda del raccontare dei tempi in cui non c`era la televisione e la gente dialogava piacevolmente da una ringhiera all`altra, sotto i portici, la sera nelle stalle, sui treni dei pendolari, nei caffe` e nelle osterie. storie di vita quotidiana, descrizioni di stati d`animo, oppure di avvenimenti che hanno lasciato il segno, come quelli vissuti durante l`ultima guerra o le vacanze, ma anche storie di amori appena sbocciati che non hanno fatto in tempo a maturare, oppure di passioni intense travolte dagli eventi. con un linguaggio il piu` possibile vicino al raccontare schietto e disinvolto della gente di paese, che spesso, per dare piu` tono al discorso, ricorreva al dialetto, l`autore raccoglie storie di vita quotidiana: il dipinto di un mondo che non c`e` piu`.


margherita, pipolo, francesco, il professore sono alcuni dei "matti" che simone cristicchi ha incontrato durante il servizio civile in una casa famiglia di roma. le incredibili storie di queste persone, piene di tic e di talenti inaspettati, vittime di tremende ossessioni ma anche di creativita`, sono entrate nella sua produzione musicale (centro d`igiene mentale e` il titolo della sua tourne`e) e ora diventano anche l`esordio narrativo del giovane cantautore romano. simone cristicchi e` il ragazzo ricciuto che ha fatto ballare l`italia intera sbeffeggiando biagio antonacci e il sistema delle major discografiche. ma, tormentone a parte, il successo di cristicchi e` stato salutato come l`affacciarsi di una nuova generazione di cantautori, capace di scrivere musica italiana di qualita`, con una forte vena di lirismo e di impegno nei testi, da "studentessa universitaria" a "angelo custode".

"elizabeth e` scomparsa!" e` scritto sui fogli che maud si ritrova nelle tasche, appiccicati al frigo, vicino al telefono, e per di piu` scritti a mano con la sua grafia. maud sta diventando un po` smemorata e la sua presa sulla realta` a volte vacilla. continua a comprare barattoli su barattoli di pesche sciroppate quando ne ha la dispensa piena, si dimentica di bere le tazze di te` che ha appena preparato, e scrive un sacco di appunti per ricordare a se stessa le cose. non si dimentica pero` della sua amica elizabeth, scomparsa e probabilmente in pericolo. ma nessuno sembra darle retta, non sua figlia, non le infermiere che vengono a prendersi cura di lei, non i poliziotti, e nemmeno peter, l`egoista figlio di elizabeth. maud e` sospettosa, non ha la minima fiducia nelle loro rassicurazioni ed e` determinata a scoprire cosa e` successo. ancora non sa che le sue smemorate ricerche stanno per condurla indietro di cinquant`anni, nell`inghilterra dell`immediato dopoguerra, alla sua infanzia e a un mistero irrisolto che aleggia come un fantasma sulla sua famiglia: la scomparsa dell`adorata sorella maggiore sukey. e se il mistero della scomparsa di sukey contenesse la chiave per ritrovare elizabeth? emma healey intreccia il potere ambiguo dei nostri ricordi con la forza dei sentimenti, in un puzzle misterioso dove i tasselli vengono mescolati di continuo fino all`ultima pagina.

dopo "la trilogia adamsberg", che raccoglieva le prime indagini del commissario antirazionale, flemmatico e un po` filosofo creato da fred vargas, questo volume raccoglie i tre romanzi successivi. in "sotto i venti di nettuno" adamsberg, oltre a dover risolvere una catena di omicidi tutti uguali, deve fare i conti con un passato che sembra tornato per rovinargli la vita. il fantasma di una monaca del settecento, al centro di "nei boschi eterni", catapulta, invece, il nostro "spalatore di nuvole" in una francia esoterica, di scure e vivissime credenze, tra cadaveri profanati per estrarne misteriose pozioni magiche che assicurano la vita eterna, a costo di orrendi delitti. infine, in "un luogo incerto", il ritrovamento di diciassette piedi spinge adamsberg a percorrere un`europa dove, dopo quasi trecento anni, la stirpe di dracula non ha smesso di infestare il mondo.

perche` maria sia finita a vivere in casa di bonaria urrai, e` un mistero che a soreni si fa fatica a comprendere. la vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure e` cosi` semplice: tzia bonaria ha preso maria con se`, la fara` crescere e ne fara` la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sara` lei ad averne bisogno. quarta figlia femmina di madre vedova, maria e` abituata a pensarsi, lei per prima, come "l`ultima". per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "tutt`a un tratto era come se fosse stato sempre cosi`, anima e fili`e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". eppure c`e` qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c`e` un`aura misteriosa che l`accompagna, insieme a quell`ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. ci sono uscite notturne che maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. quello che tutti sanno e che maria non immagina, e` che tzia bonaria urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando e` necessario e` pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. il suo e` il gesto amorevole e finale dell`accabadora, l`ultima madre.

"vi abbondano spicchi di luna e cio` che comunemente e quasi turisticamente (siamo, tuttavia, nel 1935) circola nel bazar orientale. molti colori indaco, pavone, oro, verdi profondi e molte manciate di pietre che non giureremmo preziose. ma l`atmosfera c`e`: quel nescio quid, quel qualche cosa di morbido, di incosciente, di vizioso e di oppiaceo, di aromatico e di inebriante che parve entusiasmare lettori come gide, malraux e camus... quell`aria da narghile`, da oppio e da vizi segreti gira a spirale intorno a tutto il libro e lascia forse pensare che il successo ottenuto non ne sia estraneo. ma tant`e`, il nostro interesse di lettore e` dato da un particolare profumo artificioso, ma non artificiale e ormai assolutamente introvabile oggi. questo profumo e` l`esotismo, merce distrutta dal calpestio dei nuovi asiatici, delle orde di coloro che non sanno piu` sognare, immaginare e nemmeno vedere". (goffredo parise)

in una calda estate dei primi anni `80 del novecento giunge nel varesotto il vescovo albonico, sostituto segretario di stato vaticano. come d`abitudine torna nel suo paese natale per un periodo di vacanza, ma dopo pochi giorni il brutale omicidio di un fotografo assassinato in una stradina di campagna sconvolge i suoi veri progetti. a due passi dal ticino, nella stazione dei carabinieri, il maresciallo capo sanna indaga e ben presto le indagini lo portano su strade inaspettate, fino ad imbattersi nelle trame di un gruppo di dissidenti dell`est disposti ad usare la forza di un`antica reliquia come arma nella lotta per la liberta`. nome in codice dell`operazione: "gemulus".

il protagonista di questo "thriller esistenziale" e` harry quinn, un reduce del vietnam che vaga da una parte all`altra degli stati uniti, cambiando continuamente lavoro, nel vano tentativo di reinserirsi nella realta`. irrequieto, solitario, involontariamente cinico, come un eroe hemingwaiano. la vicenda si svolge a oaxaca, una cittadina del messico piena di turisti, emarginati, funzionari corrotti, trafficanti di droga e forze della repressione. quinn si reca la` per cercare di liberare dal carcere sonny, fratello della sua ex ragazza, coinvolto in un`intricata storia di droga. rapidamente l`atmosfera si fa pesante e, nonostante il protagonista faccia di tutto per non farsi coinvolgere nei guai, attorno a lui cominciano a comparire dei cadaveri...

nel breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino dove i nomi delle vie hanno il sapore delle favole (rue bleue, rue de paradis), l`adolescente momo vive con un padre sprofondato in una silenziosa e fosca depressione. nello stesso quartiere vive anche monsieur ibrahim, l`unico arabo in una via "ebrea", titolare della drogheria dove momo si reca a fare la spesa quotidiana e non esita ogni tanto a sgraffignare qualche scatoletta di conserva... "e solo un arabo, dopo tutto!" pensa momo, e, con suo grande stupore, il vecchio ibrahim sembra leggergli nel pensiero: "non sono arabo, vengo dalla mezzaluna d`oro". cosi` comincia la storia d`amicizia, intessuta di ironia, candore e profonda saggezza, del ragazzo ebreo e dell`anziano "arabo" nell`incanto di un angolo di mondo nel quale le puttane sono belle e cordiali e si accontentano di un orsetto di peluche in cambio dei loro favori e dove, come portata da un sogno, compare addirittura brigitte bardot. come in una favola o un apologo che non pretende di dare lezioni morali ma soltanto proporre un sogno da decifrare, i due protagonisti si incamminano verso il grande mondo, acquistano un`auto che nessuno dei due sa guidare e si dirigono verso oriente, oltre istanbul, verso una liberta` che li fa inerpicare verso l`alto, guidati da quell`arte di sorridere alla vita racchiusa nei preziosi fiori del corano.

nei racconti del "libro della giungla" troviamo l`india con la sua natura prorompente, la sua natura simbolo, i suoi animali antropomorfizzati. e, soprattutto, troviamo quello che per kipling e` il fondamento del suo credo morale, ovvero la legge, intesa non come legge della giungla del "vinca il piu` forte", ma come un sistema di valori assai pratico e non misterioso, a cui ogni uomo, come ogni animale, deve sottostare. mowgli non puo` diventare un uomo se prima non apprende la legge della giungla. un individuo non puo` dirsi tale se non risponde, liberamente e nei limiti di quello che e` il suo ruolo, a un sistema di valori riassumibili a grandi linee con coraggio, generosita`, fedelta`, onore, obbedienza, rispetto per gli anziani, disciplina... eta` di lettura: da 10 anni.

salutato come il gorkij dei balcani, panait istrati e` il poeta del mondo degli irregolari, descritti con toni favolistici e struggenti. protagonista del romanzo e` stavro, il primo gay proletario della storia letteraria, alla ricerca itinerante della sorella kyra kyralina, ragazza di fulgida bellezza. adrian, alter ego dell`autore, abbandona giovanissimo la madre e la citta` natale per seguire stavro, venditore ambulante di limonate. le turbinose avventure di stavro danno vita a un racconto nel racconto, che moltiplica quasi all`infinito le strade dell`assiduo vagabondare - per scelta o per forza - lungo le vie del romanzo e del mondo. pagina dopo pagina emerge la figura magica, sensuale, imperiosa della bellissima kyra, sorella perduta e splendente miraggio di giovinezza e di piacere, che stavro ricerca senza sosta, dalla romania a istanbul, dalla turchia alla siria e al libano, in un susseguirsi di colpi di scena mirabolanti, alternati a struggenti squarci di poesia. classico contemporaneo di stralunata e feroce bellezza, "kyra kyralina" e` scavato come una pozza d`acqua trascolorante e limpida nella vita inquieta di panait istrati, insieme romeno e autentico cosmopolita. prefazione di goffredo fofi, nota introduttiva di gino lupi.

"si sono aperte le cateratte del cielo. i tuoni erompono con fragore. nel generale ottenebramento, e sotto la pioggia implacabile, tutto si impantana e smotta. il fango monta e dilaga: e` una coltre di spento grigiore sulle lesioni e sulle frane. la brutalita` della natura si vendica della politica dei governi corrotti, che non si curano del rispetto geologico; e assicurano appalti e franchigie alle societa` di comodo e alle mafie degli speculatori. a viga`ta dominano le sfumature opache e le tonalita` brune delle ombre che si allungano sull`accavallato disordine dei paesaggi desolati; sui lunari cimiteri di scabre rocce, di cretti smorti, e di relitti metallici che sembrano ossificati. questa sgangherata sintassi di crepature e derive ha oscuri presagi. e si configura come il rovescio tragico dell`allegra selvatichezza vernacolare di catarella, che inventa richiami fonici ed equivalenze tra `fango` e `sangue`; e con le confuse lettere del suo alfabeto costruisce topografie che inducono all`errore. del resto, macchiate di sangue sono le ferite fangose del paesaggio; e l`errore e` consustanziale al labirinto illusionistico dentro il quale i clan mafiosi vorrebbero sospingere il commissario montalbano per fuorviarlo, e convincerlo che il delitto sul quale sta indagando e` d`onore e non di mafia. la vicenda ha tratti sfuggenti, persino elusivi..." (salvatore silvano nigro)

"e un`opera di forte impianto avventuroso, un largo affresco storico, una palpitante storia d`amore. il che basterebbe ad assicurargli l`interesse dei lettori un po` semplici, ma rendendolo sospetto di kitsch agli occhi dei critici piu` esigenti. invece avviene un piccolo prodigio. questa storia di una disfatta militare che e` anche la fine di un impero (sul fronte balcanico, durante la prima guerra mondiale, le diverse etnie dell`impero asburgico sono gia` in lacerante tensione centrifuga), questa romantica sonata in cui la passione amorosa ha il dolce strazio del tristano, perdono sensazionalismo grazie ad alcune caratteristiche capaci di galvanizzare: ...l`epos (un epos che, pur nella cornice di una guerra novecentesca, ha un respiro quasi arcaico), la fiaba (che come tutte le fiabe che si rispettino e` mista di candore e malizia, di dolcezza e di crudelta`), la passione (passione per una donna, ma anche per l`avventura, il rischio, la cavalleria, la patria, la bellezza insidiata del mondo). infine il lutto, questo padre della tragedia ma anche della catarsi. in questo caso, il lutto per un mondo intero che sparisce." (italo alighiero chiusano)

la trentatreenne giulia ha l`impressione che la sua vita si sia infilata in un vicolo cieco: non ha amici, non ha un compagno, non ha un hobby, e ha anche perso il lavoro per cui ha sacrificato gli ultimi otto anni della sua vita. a tenerle compagnia ci sono solo una serie di piccoli disturbi e la fissazione per l`igiene, che le condizionano un po` l`esistenza. in seguito a un incidente di sua madre, giulia lascia l`amata milano e si trasferisce nel suo paese d`origine, sulle rive del lago di varese, per assistere la sua famiglia, a cui e` molto legata. in paese, giulia deve trasformarsi da donna in carriera in casalinga, abituarsi a ritmi diversi e, soprattutto, affrontare dolorosi ricordi da cui, da anni, cerca di fuggire. con l`aiuto della sua famiglia e di alessio, amico d`infanzia che accompagna in un breve e sorprendente viaggio alle eolie, giulia comprende che l`unico modo per riprendere in mano la propria vita e` affrontare una volta per tutte il passato. trovera` il coraggio per farlo?

finita la guerra, a breno la vita riprende la sua normalita` sino a quando viene consumato un terribile delitto. la responsabilita` e` attribuita a gilberto lunardon, un giovane veneto scappato dalla sua terra non si sa per quali ragioni e da poco giunto in paese. ai personaggi del precedente romanzo di ernesto masina, "l`orto fascista", se ne aggiungono di nuovi che si inseriscono con i loro pregi e difetti nella piccola comunita` della valcamonica.

la storia di una delle regate oceaniche piu` difficili al mondo: la minitransat, traversata dell`atlantico a bordo di un guscio di noce lungo 6 metri e 50, in solitario. una regata nata quasi quarant`anni fa nel 1977, alla quale nel 2013 hanno partecipato molti italiani: giancarlo pedote, michele zambelli, alberto bona, andrea iacopini, federico fornaro, federico cuciuc.in questa regata si sono cimentati tutti i piu` grandi skipper al mondo come michel desjoyeaux, ellen macarthur, isabelle autissier.parte dalla francia (douarnenez), fa tappa alle canarie e poi arriva a point-a`-pitre, in guadaluopa, nei caraibi.

siamo in un`innominata citta` inglese, ai cui margini vive una comunita` pachistana. kaukab vive da quarant`anni in inghilterra, non parla la lingua e cerca di non avere contatti con i bianchi. donna semplice e ignorante, di stretta fede musulmana, lacerata tra le regole morali delle proprie origini e la realta` che la circonda, kaukab rispecchia i conflitti che agitano l`intera comunita`. shamas, suo marito, e` invece una sorta di libero pensatore, convinto che le due culture debbano e possano integrarsi. suo malgrado s`innamora di soraya, una giovane appena giunta dal pakistan: un amore tragico, che lo rendera` per sempre infelice. un tentativo di descrivere il conflitto che nasce dalla precarieta` dei sentimenti e dall`urto delle culture.

esiste una roma che non compare in nessuna guida turistica, una citta` nella citta` fatta di inattesi frammenti di magia. una roma in cui la parola d`ordine e` girovagare, dalla primavera all`inverno, sotto la pioggia e sotto il sole, con il naso all`insu` o gli occhi ben piantati, in attesa di quelle scoperte che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo: il capolavoro meno visibile della storia dell`arte, una piazza affollata di poeti come un ascensore, l`elefantino del bernini "con un obelisco sul groppone", il pavone che passeggia sulla garbatella... nove anni dopo "isole", marco lodoli torna a vagabondare nella capitale per recuperare tutto cio` che non aveva trovato posto nella sua prima "guida". un libro che e` un invito a "scantonare" dalla vita di tutti i giorni, per imparare a riconoscere la bellezza e godersela, fino in fondo.

casa di riposo villa delle betulle. agile e` un vecchiaccio con un odio viscerale per tutto, tranne che per i suoi compari: guttalax, cosi` chiamato perche` "piu` stitico di un bambolotto", sempre pronto ad assecondare chiunque; rubirosa, dal nome dell`ex playboy porfirio rubirosa, i capelli tinti di nero e una smaniosa attrazione per qualsiasi donna gli capiti a tiro, purche` over 60; e brio, il braccio armato del gruppo, che in tasca nasconde una fionda con la quale, nonostante il parkinson, e` un cecchino. i quattro devono vedersela ogni giorno con capitan findus, ex ammiraglio della marina in pensione, e i suoi due scagnozzi per il controllo della casa di riposo. quando le "miserabili monache" dell`ordine di santa lavinia d`oriente organizzano una gita a roma per la beatificazione di giovanni paolo ii, brio propone agli amici un piano segreto: scappare, occupare la sede di rete maria, annientare padre anselmo da procida con la sua insopportabile zeppola, e recitare in diretta il rosario delle diciotto, finalmente come dio comanda. agile coglie la palla al balzo: a roma vive flaminia, la donna che cinquanta anni fa gli ha spezzato il cuore, e lui deve ritrovarla. un`avventura scatenata e scorrettissima, che racconta l`ultimo, disperato, tragicomico guizzo di liberta` di quattro vecchi amici prima del tramonto.

patrick bateman e` giovane, bello, ricco. vive a manhattan, lavora a wall street e con i colleghi timothy, david, patten e craig, frequenta i locali piu` alla moda, le palestre piu` esclusive e le toilette dove gira la migliore cocaina della citta`, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile. ma la sua vita e` ricca di particolari piuttosto inquietanti e quando le tenebre scendono su new york, patrick bateman si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato.

che la letteratura argentina abbia dato nuovo spazio vitale a un glorioso genere narrativo quale il racconto fantastico, e` cosa nota. dopo borges, julio cortazar ha avuto, in questo, un ruolo preminente. la caratteristica del suo modo di narrare e` la precisione realistica in cui la trasfigurazione visionaria affonda le radici, dando vita a una galleria quasi metafisica di personaggi invisibili, dove il misterioso e l`irrazionale prendono corpo tra atmosfere popolari e ambienti altolocati, sullo sfondo di una buenos aires multiforme. a cent`anni dalla nascita del grande scrittore argentino, una raccolta completa dei suoi racconti: un`introduzione all`opera di cortazar, un "bestiario" di ossessioni, figure immaginarie, nate da una fantasia attica, eppure descritte con dolorosa determinazione.

raskol`nikov e` un giovane che e` stato espulso dall`universita` e che uccide una vecchia usuraia per un`idea, per affermare la propria liberta` e per dimostrare di essere superiore agli uomini comuni e alla loro morale. una volta compiuto l`omicidio, pero`, scopre di essere governato non dalla logica, ma dal caso, dalla malattia, dall`irrazionale che affiora nei sogni e negli impulsi autodistruttivi. si lancia cosi in allucinati vagabondaggi, percorrendo una pietroburgo afosa e opprimente, una citta`-incubo popolata da reietti, da carnefici e vittime con cui e` costretto a scontrarsi e a dialogare, alla disperata ricerca di una via d`uscita. nuova traduzione di emanuela guercetti. prefazione di natalia ginzburg e saggio introduttivo di leonid grossman.

scritto tra la fine del 1829 e la prima meta` del 1830, "il rosso e il nero" e` il secondo romanzo di stendhal. l`autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della rivoluzione di luglio, che liquida la restaurazione e inaugura la monarchia borghese di luigi filippo. di questo passaggio cruciale della storia francese stendhal restituisce con crudele fedelta` non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realta` della provincia per approdare a parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della francia. l`impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessita` della vicenda e del suo protagonista. l`ostinata rivolta di julien sorel non e` riducibile semplicemente all`acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. la sua non e` coscienza di classe, e "ii rosso e il nero" non e` il romanzo dell`ambizione e della scalata ai vertici della societa`: stendhal non e` balzac. julien sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorita` sociale come un`arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l`umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. percio` rimpiange l`epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato gia` all`indomani di waterloo), convinto com`e` che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti. edizione con nuova traduzione. nota introduttiva di emilio faccioli.

la passione per i misteri dell`antichita` e la capacita` di riportare alla luce preziosi reperti hanno diffuso nel mondo la fama dei coniugi sam e remi fargo, cacciatori di tesori del terzo millennio. nessuno pero` aveva mai chiesto loro di ritrovare una persona scomparsa. la strana richiesta, arrivata ai fargo da charles king, ricchissimo petroliere texano, cadrebbe nel vuoto se l`uomo da cercare non fosse un vecchio amico della coppia, un investigatore mandato sulle tracce del padre di king e come lui sparito nel nulla. due uomini scomparsi, un miliardario che sembra sapere molto piu` di quanto dice: per il fiuto dei fargo gli elementi inquietanti sono davvero troppi, a partire dalla data della scomparsa del padre di king, risalente a quarant`anni prima. perche` mandare qualcuno a cercarlo dopo tanto tempo? che cos`aveva trovato quell`uomo in nepal, l`ultimo posto in cui e` stato avvistato? e perche` king incarica i suoi due figli di accompagnare, o meglio di controllare, i fargo nella ricerca? e l`inizio di una travolgente avventura che portera` sam e remi dal nepal alla bulgaria, all`india, alla cina, tra pericoli mortali e codici misteriosi, fino alla scoperta di una verita` che potrebbe riscrivere la storia dell`uomo...

nel romanzo che segna il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio, jamaica kincaid, ormai lontana dai caraibi, ci racconta la storia di un matrimonio un matrimonio finito. il suo, forse: l`epoca, la casa (nel vermont), il marito (musicista), i figli (un maschio e una femmina), la professione della signora sweet (scrittrice) corrispondono in tutto e per tutto alla vita reale dell`autrice. come sempre, tuttavia, la sua corrosiva, inconfondibile prosa e` piu` estranea all`autobiografismo di quanto non appaia a prima vista: la stessa kincaid ha del resto dichiarato che "il protagonista di questo romanzo e` il tempo". e si potrebbe aggiungere che un`aura mitologica e visionaria irradia da una narrazione che e` come un`invettiva infuocata - e a tratti esilarante -, dove non a caso i figli della signora sweet si chiamano eracle e persefone. ma poiche` la casa e` "un carcere con la secondina dentro", la moglie "quella brutta strega arrivata con la nave delle banane" e il marito "cosi` piccolo che a volte la gente... lo scambiava per un roditore", ci renderemo conto, pagina dopo pagina, che la signora sweet, proprio come la xuela dell`"autobiografia di mia madre", e` soprattutto un`abitante di quell`inferno interiore che jamaica kincaid sa raffigurare in maniera inimitabile.

scherzi micidiali e passeggiate in campagna; singhiozzi, curiose lezioni di storia e pallate di neve; partite in palestra e partite a scacchi; punture d`insetti, risate e litigate; ingiustizie, rospi, plancton e api. federico racconta nel suo diario tutto cio` che vale la pena di ricordare alla fine di una memorabile quarta elementare. eta` di lettura: da 8 anni.

la gilda del mac mahon e` una raccolta di racconti successiva al ponte della ghisolfa, spesso rappresentata a teatro, proprio per lo straordinario calore umano delle vicende. nella gilda testori descrive gli effetti che nell`immaginario della bellona di via mac mahon e dei ragazzotti di periferia hanno i miti della cultura di massa: le dive sexy, le super prestazioni, le soubrette. al centro di questi racconti pone una straordinaria figura femminile: la gilda del mac mahon, cosi` chiamata per l`assonanza con il personaggio esuberante di rita hayworth, una maria addolorata dei bassifondi che, per amore del suo uomo in galera per ricettazione, si prostituisce lungo un viale della periferia milanese. e che, sempre per amore, prima seduce e poi tradisce un cliente invaghitosi di lei. sono racconti pervasi di notevole fisicita` e sensualita`, talora di ironia, che risaltano quasi fossero simboli, cataloghi di sogni, quadri esistenziali o addirittura pagine di fotoromanzo, ambientati - come di consueto in testori - tra societa` ciclistiche, palestre di boxe, immensi caseggiati. ma qui trova spazio anche il mondo dorato della rivista e della commedia musicale, con i nomi mitici di macario, wanda osiris, carletto dapporto, e sopra tutti lauretta masiero, di cui testori fu sempre grande ammiratore.

3 agosto 2010. tornata a casa dopo il funerale del padre, lison si vede consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: e` un curioso diario del corpo che lui ha tenuto dall`eta` di dodici anni fino agli ultimi giorni della sua vita. al centro di queste pagine regna, con tutta la sua fisicita`, il corpo dell`io narrante che ci accompagna nel mondo, facendocelo scoprire attraverso i sensi: la voce stridula della madre anaffettiva, l`odore dell`amata tata violette, il sapore del caffe` di cicoria degli anni di guerra, il profumo asprigno della merenda povera a base di pane e mosto d`uva. giorno dopo giorno, con poche righe asciutte o ampie frasi a coprire svariate pagine, il narratore ci racconta un viaggio straordinario, il viaggio di una vita, con tutte le sue strepitose scoperte, con le sue grandezze e le sue miserie: orgasmi potenti come eruzioni vulcaniche e dolori brucianti, muscoli felici per una lunga camminata attraverso parigi e denti che fanno male, evacuazioni difficili e meravigliose avventure del sonno. con la curiosita` e la tenerezza del suo sguardo attento, con l`amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sola storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane.

"prima si crea l`opera, e solo dopo si riflette su di essa." e una frase di joseph conrad che, significativamente, tabucchi pone in epigrafe alla presente raccolta. il volume unisce sette testi di poetica, per la maggior parte inediti o inediti in italia, che illuminano un pensiero, una parola, una suggestione presente nei romanzi dello scrittore: da "requiem" a "sostiene pereira", dal "filo dell`orizzonte" alla "donna di porto pim" ad altri ancora.

thailandia e cambogia, somalia e repubblica democratica del congo, brasile e colombia, pakistan e italia. sono alcune delle aree in cui medici senza frontiere svolge da piu` di trent`anni la sua opera di soccorso rivolta alle popolazioni povere e alle vittime delle catastrofi e delle guerre. nove scrittori italiani (alessandro baricco, stefano benni, gianrico carofiglio, mauro covacich, sandro dazieri, silvia di natale, paolo giordano, antonio pascale, domenico starnone) le hanno visitate e in questo libro raccontano cio` che hanno visto e le loro reazioni di fronte a realta` fatte di violenza urbana, prostituzione, conflitti, diritti calpestati, fame, malattie. sono storie, ritratti, brevi affreschi dipinti a volte con toni accesi, altre volte con tinte lievi o addirittura "leggere", ciascuno specchio di una diversa sensibilita`. in comune, c`e` la capacita` di far rivivere l`impatto con situazioni estreme, impensabili, in cui e` annichilita ogni dimensione umana e di giustizia. situazioni che ci riguardano pero` in maniera diretta. e di cui non dovremmo piu` dimenticare l`esistenza, se non vogliamo diventare tutti un po` complici dei mali che affliggono il nostro tempo.

nessuno meglio di giorgio bocca puo` aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. in italia (e non solo in italia) la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell`economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non piu` in grado di scandagliare i mutamenti reali della societa`. orfani di grandi battaglie, i giornali perdono copie e non riescono ad attirare un pubblico di lettori piu` giovani. per capire come si sia giunti a questo punto, bocca parte da alcuni snodi fondamentali della sua piu` che sessantennale carriera: le grandi inchieste degli anni sessanta, la fondazione di "repubblica", la sua stessa esperienza televisiva. racconta il lavoro con direttori e compagni di strada. ricostruisce anni di travagliati rapporti con i protagonisti della politica (da craxi fino a bossi e berlusconi). e non risparmia critiche a chi ha portato l`informazione in un vicolo cieco.

questa storia, che non parla di principi azzurri e principesse, inizia in spagna molti anni fa, quando la tv era ancora in bianco e nero, le bambine ballavano con l`hula-hoop e bastava uscire a mangiare un panino per vivere una grande avventura. un giorno, a scuola, lucia conosce eva. spavalda, coraggiosa e indomita come i suoi capelli la prima. timida, riflessiva e avida divoratrice di fagiolini crudi la seconda. hanno entrambe solo sette anni, ma fin dal primo momento diventano amiche per la pelle. condivideranno sogni, segreti sussurrati all`orecchio perche` il ragazzino accanto non senta che si parla di lui, conquiste e delusioni, in un rapporto fatto di complicita` e mille risate, tanto travolgenti e rumorose da attirare sempre i rimproveri degli adulti. finche` un litigio le separera`. anni dopo il caso le fa ritrovare all`aeroporto di madrid. lucia, single, e` il perfetto prototipo della manager in carriera. eva, dopo aver rinunciato al teatro per dedicarsi alla famiglia, si barcamena tra la fine del suo matrimonio e la figlia lola, una piccola pirata di cinque anni. nonostante i vecchi conflitti, l`amicizia di un tempo e` ancora viva, come e piu` di prima. ma lucia non puo` immaginare che eva sta per chiederle il favore piu` importante della sua esistenza. una storia che ci ricorda che esistono legami unici e speciali che nemmeno il tempo e la distanza riescono a intaccare.


"ora che avverto quotidianamente l`incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in cui ho vissuto..." dice enzo bianchi che parte con cuore, testa e memoria, alla ricerca di tutti i luoghi che hanno suscitato in lui affetti e sentimenti, dove ha trascorso l`infanzia o che ha raggiunto viaggiando. e noi partiamo con lui. quelli che visitiamo sono angoli di mondo ma anche luoghi della vita e dell`anima. sono il monferrato con le sue colline, i "bric", il paese con la sua comunita`, le usanze, i proverbi, l`esistenza grama, la fatica e i momenti di forte e gratuita solidarieta`. sono la cella del monaco, un luogo da dove osservare il mondo, dove diventare consapevoli delle gioie e delle sofferenze e dove prendono forma le parole con cui narrare qualcosa della vita. un luogo in cui si ripropone sovente la domanda: che ne e` di noi? perche` questo viaggio, naturalmente, e` anche un viaggio nel tempo, un viaggio nella vita che scorre, nei giorni di un uomo e in quelli delle stagioni. sono i giorni del focolare, passati a tavola conversando insieme ai famigliari e all`ospite, gustando il cibo preparato con cura e bevendo il vino che celebra e festeggia. ma sono anche le vacanze di natale, quando i bambini aspettavano la festa preparando il presepe e la sera della vigilia il grande ceppo, elsu`c `d nada`l, ardeva nel camino. sono tutti giorni che attraversano il tempo e fanno parte del nostro vivere: alcuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano e ancora ci stupiscono.

la natura lirica, fantastica e fantasmagorica di pietroburgo e` tutta infusa nelle notti bianche, romanzo pubblicato per la prima volta nel 1848. il giovane protagonista della vicenda e` un sognatore. immerso in uno sciame di pensieri e fantasticherie, nelle lucide notti estive, il giovane intraprende in solitudine lunghe passeggiate per le vie cittadine fino al sorprendente incontro con nasten`ka, un altro essere notturno, e al sogno di un`avventura meravigliosa.

"l`integrazione" e` un romanzo del 1960. narra la storia di due fratelli intellettuali, marcello e luciano, che si trasferiscono da grosseto a milano, con l`obiettivo di compiere una "mediazione" tra l`italia centrale e l`italia del nord. e una critica aspra e amara, ma anche divertente, dell`industria culturale ed editoriale milanese nel periodo del boom economico. le nevrosi quotidiane del mondo editoriale sono qui satireggiate in modo spietato, tra riunioni e discussioni senza senso e il ticchettio incessante dei tacchi a spillo di segretarie tanto volenterose quanto inutili. il romanzo puo` essere visto come il secondo tassello di una "trilogia della rabbia" avviata con "il lavoro culturale" e culminata con "la vita agra". con una scrittura corrosiva, bianciardi ha modo di prendere di mira anche il comportamento quotidiano dei milanesi: "guardali in faccia: stirati, con gli occhi della febbre, dimentichi di tutto tranne che dei soldi che ci vogliono ogni giorno [...]. sgobbano, corrono come allucinati dalla mattina alla sera, per comprarsi cio` che credono di desiderare; in realta` quello che al padrone piace che si desideri." una descrizione di ieri, ma tanto attuale ancora oggi.

"dalla a di gianni agnelli alla z di federico zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali roberto longhi, aldo palazzeschi, giovanni comisso, mario soldati, cesare brandi, federico fellini, luciano anceschi, luchino visconti, alberto moravia. e notevolissimi coetanei, o quasi - da calvino e testori e pasolini, a parise e manganelli e berio -, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. invece, la storia giro` diversamente. e cosi`, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: dossi, tessa, puccini, d`annunzio, e la mia concittadina vogherese carolina invernizio, nonna o bisnonna di mezza italia letteraria." (alberto arbasino)

in una londra famelica, giovanni carrera e` in procinto di diventare partner di una grande societa` di consulenza quando viene raggiunto dalla notizia della morte di roberto kovac, suo migliore amico. ritorna a milano per il funerale e qui, nella cassetta della posta del suo vecchio appartamento, trova una lettera dai toni ambigui che roberto gli ha spedito qualche giorno prima di morire. e una traccia incompiuta, resa ancora piu` misteriosa dalle pagine del diario di appunti lasciato dallo scrittore. tra le piogge immobili e le nebbie sottili della sua citta` d`origine, giovanni e` costretto a riaprire un passato archiviato troppo in fretta e accettare il ritorno di un amore che pensava esaurito e senza conseguenze.

come j.r.r. tolkien e c.s. lewis, charles williams credeva nel potere del mito, nella capacita` della fantasia di rispecchiare la verita` interiore. piu` degli altri due, suoi compagni nel circolo degli inklings, percepiva quanto sottile fosse il velo che separa il mondo della materia da quello dello spirito. la cittadina di baule hill, poco lontano da londra, e` il luogo dove questi mondi filtrano l`uno nell`altro. qui, mentre il commediografo peter stanhope sta per mettere in scena il suo nuovo lavoro, pauline anstruther vive nel terrore di incontrare il proprio doppio, che le appare tormentandola fin dalla nascita. intanto, la frustrazione amorosa di lawrence wentworth per adela hunt genera un demone femminile, che trascina l`uomo verso la dannazione. per tutti, la salvezza e` in quella "dottrina di scambio e sostituzione" che williams aveva sviluppato da un passo della "lettera ai galati - "portate i pesi gli uni degli altri" - e aveva messo a fondamento della sua teologia personale.

"la via sulla est del petit capucin era stata ripetuta pochissime volte, e la mia speranza era di trovare con un po` di fortuna uno dei chiodi originali piantali dallo stesso gervasutti e rimasti in parete ad arrugginire per quasi mezzo secolo. cio` che stavo per compiere - ed era cio` che piu` mi eccitava era il ritorno su antiche tracce alpinistiche ormai quasi dimenticate. era l`esplorazione di un`antica esplorazione". marco albino ferrari ripercorre le strade di quegli uomini e di quelle donne che attratti dall`ebbrezza dell`ignoto si sono spinti nei luoghi inesplorati della terra: montagne, oceani, ghiacciai, spazi inliniti. i passi di walter bonatti, quelli di reinhold messner, di bill tilman, di nini` pietrasanta e gabriele boccalatte, di eric shipton, degli ultimi esploratori del novecento. un inconsueto cammino attraverso il monte bianco, le cime della patagonia e dell`africa equatoriale, fino all`everest e a capo horn, per far ritorno sulle alpi. ne esce una lettura intimamente interrogativa, popolata di bufere, di sorprese, di difficolta` con, sullo sfondo, le questioni cruciali che investono l`uomo di fronte agli ultimi spazi selvaggi del pianeta.

sofia non sta sognando quando vede oltre la finestra la sagoma di un gigante avvolto in un lungo mantello nero. e l`ora delle ombre e una mano enorme la strappa dal letto e la trasporta nel paese dei giganti. come la mangeranno, cruda, bollita o fritta? per fortuna il grande gigante gentile, il ggg, e` vegetariano e mangia solo cetrionzoli; non come i suoi terribili colleghi, l`inghiotticicciaviva o il ciuccia-budella, che ogni notte s`ingozzano di popolli, cioe` di esseri umani. per fermarli, sofia e il ggg inventano un piano straordinario, in cui sara` coinvolta nientemeno che la regina d`inghilterra. eta` di lettura: da 8 anni.

"il libro di benedicta froelich, `nella sua quiete`, non e` solo un romanzo storico ma una novella vera, straordinariamente densa di particolari che rivelano l`eccezionalita` della vita e anche della morte di una delle piu` emblematiche figure del novecento: t.e. lawrence, meglio conosciuto al pubblico come `lawrence d`arabia`."

giudicando la propria vita di uomo e l`opera politica, adriano non ignora che roma finira` un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell`umano, eredita` che gli proviene dai greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. "mi sentivo responsabile della bellezza del mondo" afferma, personaggio che porta su di se` i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicita` e il metodo, fra l`intelligenza e la volonta`. i "taccuini di appunti" dell`autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un`opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio.

in uno stato a meta` tra la coscienza e l`incoscienza, l`esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, nella lisbona deserta e torrida dell`ultima domenica di luglio. sa di avere delle azioni da compiere, soprattutto l`incontro con un personaggio illustre e scomparso, ma non ha idea di come compierle. si affida cosi` al flusso del caso e seguendo le libere associazioni dell`inconscio si trova a seguire un percorso che lo porta a ricordare (a vivere il ricordo nell`attualita` di quella giornata) alcune tappe fondamentali della sua vita, spingendolo a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all`origine del suo stato allucinatorio. il romanzo e` stato scritto in portoghese.

incidenti inspiegabili colpiscono da mesi i treni della southern pacific railroad, senza rivendicazioni ne` un disegno preciso, almeno all`apparenza, e il proprietario della compagnia non sa come salvare i suoi uomini e la sua ferrovia. lungo binari e traversine non corrono solo uomini e merci, corrono idee e soprattutto speranze per il mondo nuovo che si sta costruendo: per la giovane america dei primi del novecento la ferrovia e` un muscolo teso, pronto a spiccare il balzo verso ovest, verso il futuro. ma c`e` qualcuno che vuole bloccare il progresso, e per farlo e` disposto a tutto, anche a uccidere. c`e` una sola persona in grado di venire a capo del mistero, ed e` isaac bell, il miglior agente della famosa agenzia investigativa van dorn. bell scopre che dietro gli attentati c`e` un uomo misterioso, che si fa chiamare il sabotatore e che recluta i suoi complici nei bassifondi della societa`, per poi ucciderli dopo gli attentati. ma perche`? qual e` il suo misterioso e terribile progetto di morte? e soprattutto, chi e` il sabotatore? bell ha poco tempo per risolvere il mistero, perche` a rischio non c`e` piu` solo la ferrovia, ma il futuro stesso dell`america...

roberto piumini racconta fedelmente l`eneide, scrivendo per i ragazzi un libro da leggere come un romanzo storico. in una prosa che nasconde, ma fa sentire, il suo continuo ritmo ottonario, attraverso vicende meno note di quelle dell`odissea, e` presentato enea, eroe generoso che, come dice l`inizio del libro "e` un gran lavoratore. lavoro e` il suo tentativo di salvare troia, la sua fuga con parenti e statue... il viaggio tra mari isole e mostri... lavoro anche l`amore che didone ottiene da lui... lavoro lo sbarco, la diplomazia, le ricerche, le guerre, la pace alla foce del tevere".

il racconto giallo e` un genere delicato e difficile. l`estensione breve della storia richiede che da una situazione normalissima sprizzi d`improvviso la sorpresa, come un`esplosione. qui la situazione di normalita`, in cui si mettono alla prova gli svariati investigatori, e` l`estate: precisamente le vacanze d`estate. sperano in una sosta, "senza indagini, senza pericoli, senza misteri". ma il vento caldo li porta lontano, fuori sede e spesso fuori di testa. carlo monterossi, l`eroe di alessandro robecchi, si trova in una posizione insolita per un investigatore benche` divo della televisione, quella del truffato; e cosi` prepara il "contropacco". i vecchietti del barlume, usciti dal talento comico di marco malvaldi, sono in montagna, con la settimana delle poste, e si infilano in una storia di eversione: assurdamente, ma l`assurdo e` la loro dimensione. saverio lamanna, il protagonista dei gialli di gaetano savatteri cosi` vicini alla cronaca siciliana, intuisce una verita` inconfessabile (nel senso piu` proprio del termine) durante un convegno antimafia. rocco schiavone, il triste tenebroso di antonio manzini, scopre un piccolo ributtante intrigo sul volo per le vacanze e rischia di provocare, con l`aria che tira, un grosso guaio. petra delicado, la paladina di verita` e di giustizia venuta dal genio di alicia gime`nez-bartlett, stavolta senza il vice fermin (lo sente al telefono) in un club vacanze, inciampa in un boss, spinta dai bambini del compagno...

e scomparsa marilou, la figlia di luisa kakoiannis-sforza. la signora, un`imprenditrice della moda, ospite fissa delle copertine dei rotocalchi popolari, si rivolge per le ricerche ad amedeo consonni, il tappezziere in pensione della casa di ringhiera. le e` noto grazie al successo del caso investigativo della sfinge di lentate sul seveso (raccontato nel romanzo "la casa di ringhiera"), ma la ragione e` anche di sfuggire ai riflettori del gossip. oppure c`e` sotto qualcos`altro? il consonni, con le sue risorse semplici e antiquate, comincia a indagare. e finira` per imbattersi in un`altra donna, non meno ricca e superba, che con la prima condivide il segreto e l`odio.


una venezia estiva ammorbata da una peste incombente ospita l`inquieto gustav aschenbach, famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla piu` ostinata fedelta` ai canoni classici dell`etica e dell`estetica. un sottile impulso lo scuote nel momento in cui compare sulla spiaggia del lido la spietata bellezza di tadzio, un ragazzo polacco. un unico gioco di sguardi, la vergogna della propria decrepitezza, la scelta di imbellettarsi per nasconderla, sono i passi che scandiscono la vicenda. in pieno novecento, thomas mann ha colto e rappresentato la grande cultura borghese in via di dissoluzione, in un`opera emblematica che fonde la perfezione formale con la rappresentazione degli aspetti patologici di quella crisi.

pedrara. la sicilia dei monti iblei. una villa perduta sotto alte pareti di roccia tra l`occhieggiare di antiche tombe e il vorticare di corsi d`acqua carezzati dall`opulenza degli oleandri. e qui che la famiglia carpinteri si raduna intorno al capezzale di zia anna, scivolata in una svagata ma presaga demenza senile. esistono davvero le pietre di cui la donna vaneggia nel suo letto? dove sono nascoste? ma soprattutto, qual e` il nodo che lega la zia al bellissimo bede, vero custode della proprieta` e ambiguo factotum? come acqua nel morbido calcare i carpinteri scavano nel passato, cercano negli armadi, rivelano segreti - vogliono, all`unisono, verita` mai dette e ricchezze mai avute. tra le ombre del giorno e i chiarori della notte, emergono influenze di notabili locali, traffici con i poteri occulti, e soprattutto passioni ingovernabili. le voci di mara, nipote prediletta di anna, e di bede ci guidano dentro questo sinuoso labirinto di relazioni, rimozioni, memorie, fino a scavalcare il confine della stessa morte. simonetta agnello hornby mette a fuoco un micromondo che pare allargarsi, con un brivido, a rappresentare i guasti, le ambizioni e le ansie di liberazione dell`universo famigliare, tutto intero.

una sera, sul finire dell`anno 1655, mentre si appresta a chiudere il suo negozio di spezie nel centro di amsterdam, il giovane baruch spinoza incontra frans van den enden, medico e commerciante di libri che ama radunare intorno a se` le menti piu` brillanti e originali. da allora la sua casa diventa per il giovane filosofo il luogo in cui coltivare la passione per gli studi filosofici, abbandonati a causa delle difficolta` economiche della famiglia. a quelle appassionate discussioni assiste anche clara maria, talentuosa suonatrice di clavicembalo a cui il padre affida il compito di insegnare il latino a spinoza. tra la giovanissima maestra e l`allievo nasce un rapporto intenso e contrastato, che chiama in gioco il lato piu` passionale di spinoza, non soltanto pensatore rigoroso, distaccato dalla realta` terrena l`inafferrabile tornitore di lenti dedito allo studio di dio e della natura immutabile dell`essere -, ma uomo in carne e ossa, tormentato da pulsioni scaturite dal corpo e dai sensi. da questo apparente conflitto tra due anime sgorgano le incalzanti domande della conversazione immaginaria in cui spinoza ripercorre gli episodi salienti della propria vita, cercando di ristabilire il legame tra mondo interiore ed esteriore, tra pensiero ed eventi: le peregrinazioni dei suoi antenati, una famiglia di ebrei sefarditi in fuga dalla penisola iberica fino all`olanda; la morte prematura della madre; la cacciata dalla comunita` ebraica di amsterdam e dalla citta`.

phileas taylor barnum e` stato il piu` grande impiegato circense della seconda meta` dell`ottocento e il suo nome e` diventato sinonimo di spettacolo, di immenso baraccone di portenti. per alessandro baricco, barnum e` il mondo che si squaderna come un grande show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli: spettacoli che son tali per definizione e spettacoli che son tali loro malgrado, gli uni e gli altri registrati con divertita passione. scritti da baricco per una rubrica sulla "stampa", i barnum rivelano, ora raccolti in volume, una partitura segreta di irresistibile fascino. a ritmo serrato entrano in pista jovanotti e mike buongiorno, la faccia di funari e il popolo della lega, la voce di carmelo bene e quella di tom waits, la musica di michael nyman e il minimalismo di philip glass, topolino e carlo magno, la liguria e la california, un film sterminato di wim wenders e una lunga coda davanti al louvre. un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo.

fra il 1880 e il 1881 carroll tenne, su un periodico per ragazzi, una rubrica nella quale poneva ai suoi lettori quesiti matematici in forma di racconto, commentando in seguito le risposte in modi affabulanti. in seguito, nel 1885, questi racconti matematici vennero raccolti sotto il titolo di "a tangled tale". i protagonisti di questi racconti nascondono nelle loro storie problemi logici e matematici, regalandoci una serie di episodi divertenti e l`occasione per esercitare e mettere alla prova il nostro acume matematico. ogni capitolo infatti e` una storia, ed ogni storia e` un "garbuglio" logico al quale siamo chiamati a trovare una soluzione. e sempre presente la figura del carroll di alice nella lingua e nei giochi di parole che egli usa, alternando situazioni ed elementi comprensibili ad altre assolutamente astratte e all`invenzione di parole prive di significato, ma tutte parte integrante di un`equazione, una proporzione o un sillogismo logico.

noi moderni lettori dei vangeli siamo immensamente rozzi e limitati, se ci paragoniamo a un sacerdote ebreo o a un fedele cristiano del primo secolo. cogliamo soltanto una minuscola parte dell`infinita ricchezza di citazioni e allusioni, rinvii interni ed esterni e sensi segreti con cui veniva composto un vangelo. leggere un testo e` un`arte che abbiamo quasi dimenticato. con infinita pazienza e umilta`, pietro citati ripercorre il cammino fatto da quei primi lettori: ricostruisce la trama di rimandi e riferimenti nascosti, legge gli indizi, ricompone gli intarsi, mostrandoci come la storia, gli eventi della vita di gesu` si sono compiuti con simboli immaginati molti secoli prima. tutto il racconto evangelico - dal misterioso tema della nascita verginale di gesu` fino alle parole finali sulla croce: "mio dio, mio dio, perche` mi hai abbandonato?" - e` fittamente intrecciato con il testo dell`antico testamento, con le leggende ebraiche che formano una specie di fondale, di eco e di conferma alle verita` della nuova fede. al di la` del ricchissimo tessuto della tradizione, pero`, citati cerca con tutte le sue forze di cogliere la novita`, il respiro profondo della rivelazione cristiana. la modestia, il candore, la dolcezza di maria non trovano riscontro nei testi antichi. e nemmeno la misteriosa immagine del "bambino nella mangiatoia", uno dei segni fondamentali in cui si riconoscevano i nuovi fedeli.

dall`apocalissi festosa de "l`ultimo capodanno dell`umanita`" alle peripezie del picciotto albertino protagonista di "fango", i racconti di niccolo` ammaniti mettono in scena i nuovi eroi di un`umanita` borderline e metropolitana, capace di passare con leggerezza da una modesta aspirazione a un efferato delitto. sono racconti che mescolano tutti i generi, dall`horror alla commedia all`italiana, trovando infine in una grottesca vena comica il vero elemento comune. storie nelle quali una minuziosa osservazione della realta` si fonde con una scatenata fantasia, per cui anche la morte si trasforma in uno scintillante spettacolo.

ci sono cose che non fareste mai. cosi dite: ne` ora ne` mai. sprecare una fruttuosa domenica pomeriggio negli studi di cinecitta` per partecipare a una trasmissione televisiva, per esempio. sgomitare in autogrill durante l`esodo delle vacanze. mettersi in coda per il giro della morte sulle montagne russe e spendere un intero stipendio sotto il giogo di figli ipnotizzati. affrontare il pigia-pigia per l`ultimo cinepanettone, quello che vanno a vedere tutti, quello che incarna l`animo dell`italiano medio e trovarsi li con tanti italiani medi a sorbirsi l`ennesimo girovagare degli equivoci. e poi succede che vi ritrovate dentro le cose che non fareste mai. a tutti, prima o poi, succede. "e il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po` stupidi. e la risposta non e`: no. la risposta e`: si. ma questo si e` comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po` stupidi qualche volta nella vita. e a lasciarsi andare". francesco piccolo ci porta con se` alla scoperta di un paese, il nostro, dove i cliche` stereotipati che etichettano precisi gruppi umani non hanno "diritto di cittadinanza". perche` non puo` esistere un "noi" e un "loro".

cacciato e` un militare americano, un fante del quale, quando sparira`, i suoi compagni scopriranno di non sapere neanche il nome di battesimo. cacciato e` un soldato, e poiche`, come dice il poeta inglese siegfried sassoon nell`epigrafe del romanzo, "i soldati sono sognatori" - e si puo` ben immaginare che cosa sognino, specie quando sono dentro fino al collo in una guerra come quella del vietnam - anche cacciato sogna. sogna di andare a parigi. sogno peregrino per chi sta sulle rive del mekong. ma chissa`, sogno forse anche realizzabile, perche` qualcuno ha detto a cacciato che da li` a parigi ci sono ottomila miglia e rotti. e cosi`, gambe in spalla, uno ce la potrebbe anche fare. cosi` cacciato un bel giorno si stufa, saluta i compagni e se ne va. dove? ma a parigi, naturalmente. hanno gia` fatto tante di quelle scarpinate, nel vietnam, che forse la scarpinata per parigi non sara` neanche la piu` lunga. dopo tutto, basta attraversare il laos, la birmania, l`india, l`afghanistan. e poi - hanno detto a cacciato - una volta ad atene, il piu` e` fatto. e come se fossi arrivato a parigi. ma le regole sono regole, soprattutto nell`esercito. e quando cacciato diserta, ai compagni e al loro comandante, un vecchio tenente tediato che non ha piu` voglia di inseguire cacciato di quanta ne abbia di fare la guerra, non resta altro che mettersi alle sue calcagna. bisogna catturare il disertore e riportarlo alla base.

1881, gheel, anche conosciuto come "il paese dei matti". teresa senzasogni non e` pazza, ma come tale e` stata registrata per poter godere, come e` uso in quel villaggio fiammingo, dell`ospitalita` della famiglia vanheim. un giorno avra` una dote e sposera` il suo icarus, che le racconta le ingiustizie del mondo. ma poi arriva un nuovo ospite, un vagabondo rosso di capelli, schivo, rude, gli occhi accesi da una febbre sconosciuta, e teresa sembra riconoscere in lui un destino incompiuto: diventera` un pittore - lei lo sa, lei lo sente -, trovera` nei colori una strada universale. quando la "profezia" si avvera sono passati una decina d`anni e molto e` accaduto, a teresa e a vincent van gogh. teresa scrive al caro signor van gogh perche` si ricordi, perche` la aiuti a mettere ordine nel disordine, speranza nella disperazione, amore nel disamore e colore nel grigio. lui, in verita`, e` l`unico vero amore di tutta la sua vita. e come tutti gli amori e` pieno di luce e di futuro. il romanzo di giovanni montanaro e` una lunga lettera che si trasforma in una storia di anime in gabbia, di sentimenti che vogliono lasciare il segno e di un bisogno di liberta` grande quanto l`immaginazione che lo contiene.

il 2 luglio 1652 turenne, il comandante delle truppe fedeli al re di francia, intercetta un esercito frondista guidato dal principe di conde` nei pressi del faubourg saint-antoine. durante le fasi concitate dello scontro, un colpo di moschetto raggiunge il duca di la rochefoucauld alla testa: il proiettile penetra sotto un occhio per fuoriuscire dall`altro. secondo una diffusa linea interpretativa, questo episodio rappresenta il momento cruciale nella vita del duca: la rochefoucauld da allora avrebbe deposto le armi per dedicarsi alla vita letteraria. molto letti e consultati, gli aforismi del filosofo francese sono tra i libri preferiti da madame de maintenon, l`ultima amante di luigi xiv, e da cristina di svezia, che ne scrivera` interessanti commenti. nel settecento le "massime" consolidano la loro fama; celebre il giudizio di voltaire: "una tra le opere che piu` contribui` a formare il gusto della nazione e a darle uno spirito di giustezza e di precisione. benche` quel libro ripeta quasi sempre la stessa verita`, e cioe` che `l`amor proprio e` il movente di ogni azione`, pure quel pensiero assume tanti diversi aspetti da risultarne nuovo e imprevisto". questo libro, uscito anonimo nella prima edizione, appare segnato da un profondo pessimismo, per quanto poco sistematico: un testo scandaloso, che ha fatto "scempio delle virtu`" e "strage delle illusioni".

pubblicato nel 1850, "la lettera scarlatta" e` uno dei piu` importanti romanzi nordamericani dell`ottocento. nelle intenzioni dell`autore esso doveva rappresentare al meglio lo spirito puritano dell`epoca coloniale americana. nella societa` puritana la liberta` dell`individuo coincideva con il bene della comunita`, che doveva essere purificata da ogni elemento estraneo, considerato al soldo di satana. per questa ragione le autorita` imponevano stili di vita improntati a un inflessibile rigore morale. e chi infrangeva gravemente le regole poteva incorrere persino nella pena di morte. nel libro una giovane sposa, amante del pastore arthur dimmesdale, manifesta fisicamente i segni della sua relazione extraconiugale con il predicatore. nulla riesce a farla confessare, nemmeno le minacce, e per questo viene schivata da tutti, e infine condannata a portare sul petto una fiammante lettera a, che la additi allo sguardo pubblico come un`adultera. intorno a questa vicenda si dipana il progressivo insinuarsi nei personaggi di un tormentato lavorio psichico, che li spingera`, in taluni casi, sull`orlo della pazzia. il libro e` stato fonte di ispirazione per numerose trasposizioni cinematografiche.

e la vigilia di natale del 1930; nei circoli piu` esclusivi di gibbsville si festeggia fino a tardi, ballando tra fiumi di alcol. al centro della scena ci sono julian e caroline english, la coppia piu` invidiata dell`alta societa` locale. ma un gesto impulsivo di julian contro un altro membro del club da` inizio alla rottura con il mondo di cui fa parte e a una rapida e ineluttabile discesa verso l`autodistruzione. nel giro di tre giorni si compie un drammatico destino cui nessuno sembra potersi ne` volersi opporre. john o`hara (1905-70), dopo aver esordito con "appuntamento a samarra", ha vinto un national book award per "ten north frederick".

buck duane, abilissimo tiratore con una triste eredita` di vendetta lasciatagli dal padre, e` trascinato suo malgrado a uccidere un uomo. il suo destino e` segnato: deve fuggire, lasciare la sua fattoria, andare a ingrossare le file dei fuorilegge che spadroneggiano nel texas. ma buck riesce nonostante tutto a non macchiarsi di altri delitti e a portare aiuto ai deboli e agli oppressi. la sua fama di tiratore implacabile gli procura una grande occasione: gli viene offerto di diventare segretamente un ranger per aiutare a sconfiggere la banda di banditi piu` pericolosa in circolazione: quella comandata dal terribile cheseldine, personaggio dalla doppia vita. buck duane si impegna a fondo, rischia piu` volte la vita, viene ferito gravemente, ma ce la fara`: completamente riabilitato, si conquistera` un avvenire onesto e una moglie straordinaria.

l`uomo che vive con l`animo sereno e` paragonato da epicuro a colui che, al sicuro sulla terraferma, osserva con distacco il mare in tempesta. questa e` l`immagine epicurea della felicita`, che ben rappresenta quale sia lo scopo ultimo della filosofia: procurare piacere all`uomo, allontanandolo dal "mare in tempesta" delle false ansie, dei timori e dei cattivi pensieri e, soprattutto, distogliendolo dalle acque agitate dei desideri irrealizzabili. per afferrare il vero piacere, quello che porta alla felicita`, non servono infatti chissa` quali ricchezze: basta imparare ad allontanare la sofferenza e vivere del necessario. saremo cosi` liberi dai falsi bisogni, felici di cio` che abbiamo, capaci di affrontare la sorte e, nel caso arrivi di piu`, pronti ad apprezzarlo. la traduzione di angelo pellegrino, condotta con rigore filologico, e` accompagnata da una puntuale introduzione - che ricostruisce la figura di epicuro e il significato della sua opera - e da altri celebri testi epicurei, che sono stati sovente ripresi anche dalla mistica cristiana: le "massime capitali", il "gnomologium vaticanum epicureum" e la "vita di epicuro".

uno scintillante alone di glamour e di gossip ha sempre circondato le sei celeberrime sorelle mitford, figlie del barone redesdale, e nancy, la maggiore in ogni senso, ne ha trasferito sulla pagina riverberi screziati di veleno. questa micidiale comedy of manners, ambientata tra le due guerre, mette in scena gli impossibili montdore, di ritorno da cinque anni in india dove il conte, ricchissimo, aristocraticissimo, congenitamente stolido come i suoi degni pari, era vicere`. la consorte, di una prosaicita` adamantina, neanche fosse di origini borghesi o americane, sguazza nel bel mondo. e la figlia polly, la debuttante piu` concupita dai giovani blasonati che affollano i balli della stagione, decide per capriccio di farsi impalmare dallo zio, boy dougdale, di lei molto piu` vecchio e da pochi giorni vedovo, maestro nell`arte del ricamo nonche` per anni amante della madre. diseredata ipso facto, si ritira con il marito a vivere "di stenti" in sicilia. l`eredita` passa cosi` a uno spumeggiante cugino canadese, affermato gigolo` per signori, e basteranno un paio di sue battute perche` lady montdore, titillata nel suo organo vitale, la mondanita`, si rituffi nel girone festaiolo. dove finira` per tornare anche polly, ormai tanto disincantata da reagire ridendo alle sue disgrazie: non per niente siamo in arcadia, e mentre lei trova un consolatore, saranno ben altri scandali a scuotere tutta l`alta societa`.

"torneremo insieme bianca. non so quando ne` come, ma so di non avere alcun dubbio. non potrebbe essere altrimenti. ho bisogno che anche tu ci creda. perche` credo in te." e bianca crede in lucas, gli crede come non ha mai creduto in nessun altro prima d`ora. perche` bianca non e` mai stata innamorata come lo e` di lui. perche` il primo amore, quello che ti strappa il cuore e ti lascia senza fiato, e` sempre vero. e non importa essere un vampiro, non importa se tutto e tutti sono contrari a questo sentimento. bianca e lucas non vogliono scegliere da che parte stare. bianca e lucas, a sedici anni, tra i corridoi di evernight, un esclusivo e misterioso collegio, hanno incontrato l`amore. e nessuno potra` portarglielo via.

tutto era cominciato con un ragazzo dalla maglietta bianca e i capelli lunghi che dal palco de l`air du temps incantava le ragazze con la forza giovane della sua musica e la musicalita` antica della sua lingua. a quei tempi serey sembrava vivere solo di rock e della matematica che studiava all`universita`, eppure molto altro impegnava il suo cuore: da sei anni era lontano dal suo paese, da quando i khmer rossi avevano chiuso le frontiere della cambogia. e durante questo esilio forzato che lo incontra lei. di qualche anno piu` giovane, anche anne deve fare i conti con la solitudine: quella di essere cresciuta senza un genitore. tra anne e serey l`amore e` quello disperato e senza domani di chi si abbandona all`altro come a una patria ritrovata. ma quando i khmer vengono ricacciati sulle montagne e le frontiere riaperte, serey deve tornare a casa e scoprire cosa e` successo alla sua famiglia. quando, dopo undici anni senza avere sue notizie, le sembra di intravedere il volto di serey in un servizio al telegiornale, anne decide di partire per la cambogia. il fiume delle cento candele e` un romanzo scritto come una lunga, struggente lettera d`amore, un canto rivolto all`amato assente e al suo paese che diventa una meditazione sofferta sulla verita` e la giustizia, su quali parole usare per onorare i morti e pacificare i vivi. anche quando ogni parola sembra venir meno.

quando, il 10 agosto 1914, le campane suonano a martello annunciando la mobilitazione, nemmeno il mite, smarrito anthime riesce a sottrarsi all`esultanza generale, alle discussioni febbrili, alle risate senza fine sovrastate da inni e fanfare. e poi - lo dice anche charles con la consueta sicumera - e` questione di quindici giorni al piu`, sara` una guerra lampo. un ultimo, antinomico sguardo d`addio alla deliziosa bianche - la giovane che ama ma che charles ha ovviamente conquistato per primo - e, insieme a lui e agli inseparabili padioleau, bossis e arcenel, eccolo partire da nantes alla volta dell`ignoto. ignoto che rimarra` tale per tutti i cinquecento giorni che passera` al fronte, perche` per anthime la guerra non puo` che essere un evento tenebroso e indecifrabile: anche quando si lancia curvo e goffo contro il nemico, preceduto dalla lama della baionetta che fora l`aria gelida, anche quando apprende della morte di charles, abbattuto insieme al farman f 37 sul quale compiva un volo di ricognizione, anche quando vede bossis inchiodato a un puntello di galleria, anche quando si vomita addosso di paura e di disgusto - anche quando una scheggia di granata, simile a una levigata ascia neolitica, punta su di lui come per regolare una questione personale. d`ora innanzi, la sua vita minuscola sara` diversa - inaspettatamente, sorprendentemente diversa.

"se questo libro e`, oltre che una biografia critica densa di illuminazioni, un vero e proprio racconto, il `romanzo` della vita della mansfield, lo si deve a un dono raro, che citati - sono parole di mario praz - possiede al pari della scrittrice: `... egli aspira, assorbe il contenuto, l`essenza di un personaggio, lo condensa, l`amplifica, e lo ripresenta con un effetto sonoro che fa pensare al `bolero` di ravel: ora e` goethe, ora e` cosroe, e ora la mansfield. shelley scrisse `la sensitiva` con sfoggio di spettacoli del giardino nelle varie stagioni che accompagna l`esistenza della dama eletta. citati ha circonfuso la sua vita della mansfield con le esalazioni di un incensiere carico di tutti i profumi della poesia`".

ci sono libri con una forte personalita`. libri che si scelgono i lettori, e non viceversa. e libri che rifiutano di farsi leggere. juan, quattordici anni, trascorre le vacanze dallo zio tito, il bibliofilo piu` pazzo del mondo. nel labirinto della sua biblioteca juan scopre che i libri hanno una vita propria. alcuni addirittura cambiano contenuto a seconda di chi li legge. altri, invece, si nascondono. come "ii libro selvaggio", che si lascera` leggere da una sola persona, da un lettore speciale. perche` leggere e` un atto creativo. i libri sono magici. i libri sono vivi. e sono tutti diversi, come noi. "l`abilita` di narratore di villoro e` al servizio di un sorprendente romanzo di avventura e intrighi che ha per protagonisti dei personaggi insoliti: libri `vivi`, dotati di poteri eccezionali e capaci di cambiare la vita delle persone." (babelia)

matthew dodici anni, si e` trasferito da poco nella cittadina di villevil, nel wyoming, nord ovest degli stati uniti d`america. preso di mira dai bulletti della scuola, che approfittano della sua disabilita`, matt trova la forza di difendersi insieme ai suoi nuovi amici. ma un giorno, giocando all`aperto accade l`imprevedibile. un tranquillo pomeriggio si trasforma prima in panico e poi in una straordinaria avventura: i ragazzi si ritrovano nel regno di sottoterra. malgrado le difficolta` e la paura, la solidarieta` e l`aiuto reciproco non vengono meno, anzi si rafforzano. i difetti fisici, come l`obesita`, l`aspetto esteriore, il colore della pelle o il fatto di studiare troppo o leggere libri noiosi, usati dai loro compagni per schernirli, ora nello strano ambiente sono le armi per difendersi e tornare a casa. aiutati da splatch, un simpaticissimo mucchio di fango che si diverte a rimbalzare "splaccicandosi" in giro, i ragazzi devono riguadagnare la via di casa affrontando inseguimenti in misteriosi tunnel e battaglie con mostruose creature di fango e insetti giganti, aprendosi la strada risolvendo indovinelli e partecipando alla battaglia con i malvagi slush. prefazione di michelle hunziker.