


lama vajradhara kalu rinpoche nacque nel khan (tibet orientale) nel 1904. a tredici anni prese l`ordinazione monastica e, a soli quindici anni, entro` nel tradizionale ritiro di tre anni e tre mesi sotto la guida spirituale di norbu tendrup. dopo un periodo di pellegrinaggio nei luoghi sacri del tibet, inizio` un lungo ritiro solitario nelle grotte dei monti himalayani, che abbandono` solo dodici anni dopo, quando gli fu chiesto di lasciare gli studi e la pratica ascetica per guidare un famoso centro di meditazione. gli insegnamenti qui raccolti, tenuti da kalu rinpoche nel 1982 in america, illustrano i diversi aspetti del sentiero dell`illuminazione cosi` come sono esposti nelle scritture theravada, mahayana e vajrayana. kalu rinpoche, riconosciuto dai detentori dei quattro maggiori lignaggi tibetani come un maestro di meditazione della statura di milarepa, illustra in dettaglio tutti gli aspetti fondamentali del sentiero buddhista: il rifugio, le prostrazioni, le visualizzazioni, la pratica del mandala, le meditazioni con e senza oggetto, la mahamudra, i voti del laico e del bodhisattva, lo sviluppo del bodhicitta e il particolare rapporto guru-discepolo caratteristico del vajrayana. al termine dei discorsi, risponde alle domande e ai dubbi dei partecipanti, guidandoli nella pratica e dimostrando la sua profonda conoscenza della societa` e della mentalita` occidentali.



questa raccolta di contributi, a opera di colleghi o seguaci di melanie klein, riveste un enorme interesse storico in quanto permette, da una parte, di valutare l`importanza del pensiero kleiniano per la discussione psicoanalitica contemporanea e, dall`altra, di apprezzarne l`evoluzione, la vitalita` e il potenziale di crescita ancora ai nostri giorni. l`esperienza chiave che influenza tutta l`opera di melanie klein e` costituita dal fatto che inizio` il suo lavoro con i bambini.?melanie klein non perse mai di vista il bambino inteso come persona che lotta con forze turbolente, senza ridurlo a un insieme di fantasie inconsce e meccanismi mentali. il materiale clinico tratto dal lavoro con i bambini le forni` una vasta gamma di fatti da spiegare e la condusse infine a sviluppare nuove teorie. i contributi raccolti da elizabeth bott spillius nel primo volume sono di natura essenzialmente teorica, e sono distribuiti secondo quattro temi principali: l`analisi degli psicotici, il lavoro sull`identificazione proiettiva, lo sviluppo della teoria del pensiero e le nuove idee sulle organizzazioni mentali patologiche.?il volume successivo tratta principalmente della pratica, clinica e applicata: tecnica, descrizioni cliniche di pazienti e adulti, analisi infantile, applicazione delle idee kleiniane in altri campi e discipline.

il lavoro sul corpo da una parte e un approccio clinico che resta sul piano esclusivamente verbale dall`altra, aprono una porta sull`origine prima dei nostri fondamentali conflitti individuali. emergono nel saggio i problemi posti dall`uso congiunto delle due tecniche: l`integrazione della parte corporea e di quella verbale; il loro adattamento ai diversi tipi di pazienti; le difese del corpo; il transfert; il controtransfert. temi che l`autore rende concreti facendo ampio ricorso a esempi tratti da casi clinici reali.

fin dai primi sviluppi della pratica psicoanalitica la reazione terapeutica negativa e` stata riconosciuta come il punto nodale della cura intorno al quale si gioca il successo o l`insuccesso dell`analisi. le sue manifestazioni sono in sostanza due: identificandosi con l`oggetto cattivo il paziente attacca il proprio rapporto potenziale con l`analista; se la relazione terapeutica sopravvive a quest`aggressione, l`oggetto cattivo viene proiettato nel terapeuta. nel primo caso il paziente si sente "posseduto" dall`oggetto cattivo; nel secondo, sente la dipendenza dal terapeuta come se la sua anima fosse prigioniera di un patto satanico con l`oggetto.


dono, moralita`, pazienza, zelo, meditazione concentrata, saggezza, aspirazione, mezzi compassionevoli, potere spirituale, conoscenza: queste sono le dieci paramita della tradizione buddhista, uno scarno elenco di principi e pratiche meditative, derivante dalla tripartizione degli insegnamenti del buddhismo classico in sila, moralita`, samadhi, concentrazione, e praj?a, saggezza, e che rappresenta i dieci stadi seguiti dal bodhisattva nel suo progresso verso la buddhita`. questo libro, con i suoi dieci capitoli, uno per ogni paramita, discute il significato delle perfezioni, adattandole allo stile di vita del meditante occidentale. allo stesso tempo, il modo di insegnare di aitken non si allontana dall`alveo della tradizione dei grandi maestri zen, e quindi spesso presenta racconti, aneddoti e koan, utili per spiegare con semplicita` come affrontare le difficolta` che tutti possono incontrare lungo il sentiero spirituale dello zen. le dieci paramita vengono presentate al meditante come altrettanti metodi di azione, modi per realizzare un`esistenza ispirata alla chiarezza e socialmente impegnata, mezzi per nutrire e sviluppare una spiritualita` che va vissuta nel mondo di oggi, in cui niente sembra facile o persino possibile.

i problemi, i dilemmi, i conflitti, la complessa esperienza dello sviluppo adolescenziale, visto sia come processo evolutivo sia come stato mentale.

la terapia narrativa e la psicofarmacologia nel trattamento dei disturbi che espongono spesso pazienti e familiari alle accuse di simulazione e i medici alla frustrazione di una cura lasciata a meta`.


tenendo presente la vita del praticante laico, che riserva un piccolo spazio alla meditazione, il venerabile gyatrul rinpoche propone tre testi della tradizione nyingma che si riferiscono appunto alla meditazione seduta, alla vita quotidiana e al sonno. il primo testo, trasformare felicita` e avversita` nel sentiero spirituale, del grande studioso e mahasiddha jigme tenpe nyima, contiene istruzioni pratiche su come modificare il proprio atteggiamento di repulsione nei confronti delle avversita`, considerandole invece preziosi aiuti per progredire sul sentiero. il secondo testo, liberarsi dall`illusione fondamentale, di lochen dharma shri, insegna a divenire coscienti dei sogni e a guidarli, mantenendo ininterrottamente la consapevolezza e prendendo atto della natura illusoria sia dello stato onirico, sia dello stato di veglia. l`insensibilita` e il torpore che la mente sperimenta nello stato di sogno sono molto simili agli stadi di dissoluzione che hanno luogo durante il processo della morte. addestrarsi nello yoga del sogno e` quindi una pratica eccellente per raggiungere l`illuminazione nei primi stadi del periodo intermedio, senza reincarnarsi piu` nell`esistenza ciclica. infine, il terzo testo, l`illuminazione della saggezza primordiale, di sua santita` dudjom rinpoche, e` un manuale dzogchen per praticare la meditazione di quiete e visione profonda (shamatha e vipassana).

si tratta di un manuale sui test psicologici redatto da paul kline, uno dei piu` importanti psicometristi di scuola inglese. la psicometria e` la misurazione dei fenomeni psichici attraverso l`impiego di test mentali o attraverso l`applicazione di metodi statistici o matematici.

un viaggio ai confini del comportamento e della mente umana: dalla necrofilia all`erotomania, per giungere infine alle psicopatie dei serial killer.

che tutti noi di continuo attribuiamo a noi stessi e ai nostri simili degli stati mentali e` una cosa cosi` naturale e normale che e` rimasta invisibile alla scienza psicologica per decine d`anni. ogni individuo sano possiede la capacita` di interpretare il comportamento altrui in termini di stati mentali, cioe` possiede una teoria della mente, perche`, per i nostri progenitori del pleistocene, saper indovinare prima e meglio le intenzioni di altri esseri umani, ma anche di altri predatori, costituiva un vantaggio considerevole nella lotta per la sopravvivenza. come dice baron-cohen, ai nostri antenati era molto utile saper `leggere la mente` dei loro simili. questa capacita`, collegata strettamente col cosiddetto linguaggio degli occhi, sarebbe dunque uno dei motivi del successo evolutivo della specie umana, e secondo l`autore verrebbe appresa rapidamente dal bambino normale. qualcosa pero` puo` andare storto nel bambino autistico, che soffre di una sorta di `cecita` mentale` e i risultati sono tragici, perche` per esseri che si sono evoluti per vivere in stretto intreccio con le menti dei loro simili, essere ciechi all`esistenza della mente altrui e` una perdita catastrofica. con un taglio discorsivo e aderente alla realta` viva, l`autore indaga come sia possibile che il linguaggio degli occhi, porti due menti distinte a comprendere le loro interazioni reciproche.

poche sono le persone di cultura (non addette ai lavori) che sappiano cos`e` l`analisi fattoriale. purtroppo, sembra che lo ignori anche gran parte dei laureati in psicologia o sociologia. secondo kline non lo hanno capito davvero neppure parecchi `esperti` che quella tecnica applicano quotidianamente. perche`? le ragioni sono varie, ma sicuramente una delle piu` forti e` che qui c`e` di mezzo la matematica. infatti, l`uso della matematica per manipolare dati e` fonte di intelligenza e conoscenza solo se il significato di tale applicazione e` sempre chiaro nella mente di chi opera. questa esigenza primaria e` pero` piuttosto trascurata nei manuali di analisi fattoriale. la situazione, poi, avverte kline, rischia di peggiorare dopo l`avvento di programmi informatici di analisi, che consentono di fattorializzare meccanicamente qualsiasi insieme di dati. l`obiettivo di questo testo sara` dunque di mettere il lettore in condizione di capire il significato dell`applicazione matematica, e grazie a questo di imparare a capire cosa fa un`analisi fattoriale. e un libro scritto nel modo piu` elementare e rigoroso possibile, rivolto allo studente ma anche a molti sperimentatori che usano i programmi informatici senza sapere bene cio` che fanno. in questa sua funzione didattica questo volume e` il complemento ideale al manuale di psicometria, dello stesso autore.

per i candidati del chicago institute incontrare un insegnante del calibro di heinz kohut dev`essere stata un`esperienza unica; noi possiamo farcene un`idea grazie a questa fortunata trascrizione delle sue lezioni che ne restituisce intatta l`immagine, il caratteristico pensare ad alta voce mentre va costruendo quelle formulazioni che diverranno le pietre angolari del suo castello teorico. all`esposizione rigorosa si alternano resoconti di casi clinici, aneddoti, digressioni e fulminee intuizioni, sia cliniche sia teoriche, che ritroviamo poi, debitamente sviluppate, nei suoi lavori fondamentali. a prescindere dal fascino documentario, pero`, queste lezioni occupano una posizione chiave nell`evoluzione della teoria kohutiana. tenute negli anni 1974 e 1975, a meta` tra la pubblicazione di narcisismo e analisi del se` (1971) e la guarigione del se` (1977), ci rivelano un kohut in evoluzione, alle prese con la tensione creativa fra tradizione e innovazione, fra continuita` e cambiamento, proprio mentre sta dando forma a quella psicologia del se` che avrebbe segnato il suo definitivo distacco dal pensiero psicoanalitico tradizionale. nelle sue parole gia` vediamo quelli che saranno i caposaldi della matura psicologia del se`. rivedute con cura, queste lezioni ci restituiscono lo stile intellettuale e la statura pedagogica di un pensatore creativo nel bel mezzo della sua creazione.






nel 1950 la cina occupa la prima citta` tibetana e inizia la costruzione di strade che renderanno veloce l`avanzata delle truppe fino a lhasa. i tibetani, divisi da lotte interne, si lasciano ingannare dall`apparente cortesia dei cinesi e non reagiscono immediatamente al pericolo. sono i soliti khampa, dicono, banditi che non sanno negoziare, a creare i disordini politici. poi il protettorato cinese lascia cadere la maschera e i tibetani si danno alla fuga, cercando riparo in india e in nepal. ecco in breve gli eventi politici su cui si intesse la trama dell`autobiografia di chagdud tulku, uno dei massimi esponenti dello dzogchen, nato nel kham (tibet orientale) nel 1930 e costretto all`esilio nel 1959. una storia straordinaria, che presenta molte chiavi di lettura: e` un avvincente libro d`avventura, ricco di episodi divertenti e di colpi di scena; e` una testimonianza diretta dell`agonia di una civilta` rimasta fino ad allora congelata in una teocrazia fuori dal tempo, un mondo sciamanico in cui ogni scelta umana era subordinata a predizioni, esperienze visionarie e incantesimi. ancora, e` un viaggio interiore, spirituale; un insegnamento su come raggiungere la prospettiva della verita` assoluta nel bel mezzo dell`incertezza della vita.

sumarah e` una forma di meditazione originaria dell`isola di giava; fonde la tradizione locale con prevalenti elementi buddhisti e sufi. l`autrice e` un`insegnante di questa disciplina, e da oltre vent`anni vive a giava.

sharon salzberg e` stata una delle fondatrici del centro di meditazione di barre, impegnato nell`opera di diffusione del buddhismo in occidente.

prendendo le mosse dalle teorie reichiane, e integrando in esse una forma di massaggio creata dalla fisioterapista norvegese aadel bulow-hansen, gerda boyesen elaboro` il metodo di psicoterapia corporea chiamato `psicologia biodinamica`. questo metodo, che si e` subito diffuso in europa e in america, costituisce, insieme alla tecnica alexander, al rolfing, al metodo feldenkrais, uno dei pilastri di questo vasto e fertile campo di ricerca. nella psicologia biodinamica, il terapeuta suscita, grazie al massaggio, alla parola o al silenzio, uno stimolo interiore; in seguito, egli lascia emergere dalle profondita` del corpo il processo dinamico che provoca l`affiorare delle emozioni, che si evidenziano nelle appropriate reazioni fisiche e vegetative. secondo boyesen, nel corpo vi e` un processo che regola e armonizza le tensioni: la psicoperistalsi ne e` la manifestazione tipica e piu` accessibile, e la terapia si propone di favorirla. recuperando la circolazione bioenergetica e psicoperistaltica, l`individuo si sente felice, in armonia con l`universo e in contatto con la vita e la realta`.




l`emdr (eye movement desensitization and reprocessing) e` una tecnica psicoterapeutica che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione ritmica destro/sinistra. sviluppato dalla ricercatrice americana francine shapiro, si e` dimostrato molto efficace nel trattamento di numerosi disturbi psicologici in quanto offre una nuova visione della patologia e una nuova modalita` di intervento. viene usato fondamentalmente per accedere ai ricordi di esperienze traumatiche che sono alla base dei problemi attuali del paziente, per elaborare quei ricordi e portarli a una risoluzione adattiva. il processo di elaborazione dell`informazione che avviene in una seduta di emdr tiene conto di tutti gli aspetti, sia cognitivi-emotivi sia comportamentali e neurofisiologici. il metodo si basa su un meccanismo innato del cervello e quindi la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che offre sono il risultato dell`elaborazione adattiva a livello neurofisiologico. il libro fornisce le linee guida, le componenti e le strategie per il lavoro terapeutico con l`emdr con bambini e adolescenti per problemi come le malattie psicosomatiche, la depressione, i disturbi del comportamento. gli psicoterapeuti troveranno utili le trascrizioni di sedute che offrono spunti innovativi ed efficaci per motivare e coinvolgere i piccoli pazienti.

rochelle kainer, con questo libro, si prefigge un compito ambizioso: tentare di gettare un ponte tra le linee attuali del pensiero psicoanalitico e quelle ormai abbandonate, al fine di proporre uno schema coeso che includa una teoria del pensiero, della creativita`, dell`identificazione e della formazione della struttura psichica.

sembra miracolosa la pnl, sembrano maghi tad james e wyatt woodsmall nella loro capacita` di suscitare con lievi suggestioni cambiamenti radicali nel comportamento. in questo libro viene esposta una tecnica capitale della pnl, quella della time line, che intervenendo direttamente sul modo in cui sperimentiamo la vita e il tempo, consente di operare un riorientamento temporale con cui dare nuovo assetto ai ricordi, alle decisioni e alle esperienze. molti modelli linguistici usati nella pnl, utilizzati inconsciamente da chi ha un`ottima capacita` di comunicazione, derivano dalla comprensione di come ognuno organizza il tempo nella testa. il modo in cui immagazziniamo i ricordi influisce sulle esperienze di vita e sull`esperienza del tempo: da sempre infatti gli psicologi convengono che sono le esperienze passate a determinare effettivamente chi siamo e cosa facciamo. la codificazione dei ricordi a opera del cervello viene chiamata time line, ed e` l`elemento base della personalita`, la chiave per comprenderla. non ultimo pregio di questo libro e` la sua immediatezza. tratto infatti direttamente dalle trascrizioni dei seminari originali, ne ha mantenuto intatto il sapore, il ritmo, il colore. sembra quasi di essere presenti in carne e ossa, di ascoltare dalla voce degli autori la spiegazione dei vari modelli, di assistere alla loro applicazione in vivo.







nel processo dell`apprendimento, l`approccio neurolinguistico si concentra sul `come` imparare invece che sul `cosa`. il metodo presentato in questo libro, partendo dal presupposto che l`apprendimento avviene attraverso l`esperienza piu` che attraverso lo studio, si serve dei principi e degli strumenti della programmazione neurolinguistica (pnl) per individuare le abituali strategie di apprendimento dell`individuo e renderle piu` efficaci. robert dilts e todd epstein sono due esperti di pnl che hanno condotto insieme un gran numero di seminari per insegnanti, studenti e professionisti di vario tipo. questo libro presenta una serie di loro lezioni e dimostrazioni che hanno come scopo principale l`affinamento di determinate capacita`: percettive, mnemoniche, auditive, linguistiche, di apprendimento, di lettura e altre ancora. in sostanza, pero`, cio` su cui gli autori soprattutto insistono, e` la capacita` di `imparare a imparare`, che e` alla base dell`apprendimento dinamico. questo si basa su tecniche che possono essere usate dai bambini come dagli adulti e che si sono dimostrate di particolare efficacia per molti gravi problemi sia scolastici sia nel campo sociale o del lavoro. gli esercizi descritti, sperimentati nei numerosi seminari guidati da dilts e da epstein, costituiscono una sorta di `ginnastica cerebrale` che aiuta ad attivare i propri processi neurologici per `imparare a imparare`.

nutrimento e veleno emotivo possono intrecciarsi tanto strettamente da non potersi piu` distinguere. in casi estremi, lo stesso nutrimento necessario alla vita puo` risultare tossico. il problema e` a un tempo personale e sociale: sommersi dalle tossine culturali e politiche, ci siamo abituati a razzolare fra montagne di spazzatura alla ricerca di qualche boccone nutritivo. ispirandosi alla propria esperienza clinica, michael eigen propone interrogativi fondamentali sul significato dell`essere vivi. grazie a una serie di casi di individui che cercano nutrimento nei veleni, ci guida nella difficile impresa di distinguere il vero nutrimento dal veleno e dalle tossine. la vita di noi tutti e` contrassegnata da mescolanze di trauma e di nutrimento. qualche volta la bilancia pende troppo dall`una o dall`altra parte. il trauma puo` essere tanto grave da rendere sempre meno possibile il nutrimento. le difficolta` sono ancora maggiori quando il trauma si trasforma in nutrimento. che i nostri sforzi nutritivi contengano veleni sociali e psichici, che, in varia misura, noi stessi siamo tossici, fa parte della sfida che ci troviamo costretti ad affrontare. la nostra fede (sempre messa alla prova) e` che far fronte a questa sfida finisca col condurci in luoghi che altrimenti non saremmo stati capaci di scoprire, e che alcuni di questi luoghi compensino pienamente la fatica del viaggio.

mitologicamente a meta` tra la bestia e l`uomo, dai costumi violenti e brutali, i centauri in astrologia simboleggiano energie di integrazione tra il personale e il transpersonale, tra la mente e il corpo. inseriti e analizzati nell`oroscopo personale, questi `planetoidi` sono segno di profondi processi di cambiamento, nel mondo esterno cosi` come nella coscienza personale. l`autrice, esponente della moderna `astrologia psicologica che integra alla visione tradizionale dell`oroscopo personale le conoscenze della psicologia medica e analitica, approfondisce il significato del `vecchio saturno` nelle case e si avventura poi ad esplorare questi piccoli `messaggeri` della trasformazione, soffermandosi in particolare su chirone.

il metodo ideato da ida rolf negli anni `40 e` oggi conosciuto e praticato in tutto il mondo. esso consiste in una vera e propria `educazione somatica` che ha il potenziale non solo di liberare il corpo dai dolori ma di trasformare la persona riorganizzandola spazialmente nella gravita`. cio` che rende particolarmente interessante questo libro e` la formazione dell`autore: maitland, uno dei quattro advanced rolfing instructors del mondo, prima di incontrare il rolfing era professore universitario di filosofia e aveva gia` una certa esperienza nel campo dello zen. questo dunque non e` solo un libro sul rolfing, ma una disamina approfondita del processo di trasformazione nell`essere umano.

viviamo nell`era dell`informazione, dice rob nairn, e oggi come non mai abbiamo a disposizione profondi insegnamenti spirituali, vie di pratica spiegate nei minimi dettagli, antichi manuali per la meditazione tradotti in tutte le lingue occidentali e facilmente accessibili. eppure, come sanno molti di coloro che hanno provato a mettere davvero in pratica istruzioni lette in un libro, qualcosa non funziona. perche` non funziona? perche` un testo scritto puo` trasmetterci i principi ma poi, per poterli davvero applicare, occorre individuare gli ostacoli all`opera nella nostra mente. in questo libro l`autore ci guida in un viaggio alla scoperta di se`, integrando gli insegnamenti tibetani con semplici esercizi pensati per gli occidentali.

l`autrice colloca in primo piano, nella comprensione della vita psichica, il ruolo delle esperienze reali. in questa prospettiva, il ruolo di fratelli e sorelle nello sviluppo emotivo e sessuale dell`individuo deve essere indagato come una forza determinante di primaria grandezza. l`impatto della relazione di fratellanza sulla psiche in formazione e, ancor piu`, l`idea che sia attraverso l`identificazione con i nostri fratelli o sorelle che si matura un`eterosessualita` adulta, vengono indagati a fondo, assieme ad altri temi come: l`influsso delle relazioni fraterne sullo sviluppo di tratti psicopatologici; l`incidenza sociale e le conseguenze psichiche dell`incesto tra fratelli; la natura dell`amore fraterno.

nate in epoche in cui la sopravvivenza dipendeva dalla capacita` di annientare un avversario, le arti marziali giapponesi non sono pero` solo tecniche di combattimento. permeate dei principi dello zen, hanno sempre avuto una componente spirituale che ha contribuito a rendere i samurai, i ronin, i ninja, affascinanti, almeno per l`immaginario occidentale, come sacerdoti della morte. essendo vie verso la conoscenza di se` e del mondo, verso l`illuminazione, contengono lezioni ancora oggi preziose. e questo e` l`aspetto che vuol privilegiare qui l`autore, sottolineando come gli anni di sforzo e di allenamento non producano solo una grande capacita` tecnica, ma una mente libera da presunzione, arroganza, paura, aperta ai segreti dell`universo.

il sesso, dove realta` organica e dimensione psichica si intrecciano nel modo piu` intenso e cogente che l`essere umano possa sperimentare; la morte, che regna ovunque nel mondo naturale ma rimane non rappresentabile nel mondo psichico; il super-io, un costrutto che cerca di articolare la dimensione etica, ossia tutto cio` che caratterizza l`uomo e la sua determinazione culturale, differenziandolo dall`animale. la complessa e intricata rete di nessi che la psicoanalisi ha instaurato tra questi tre concetti e` indagata da britton al di fuori di ogni obiettivo sistematico, utilizzando la clinica come una mappa che consente la scoperta di nuovi percorsi, di collegamenti impensati, di potenti suggestioni.

soko morinaga introduce questo volume autobiografico in cui gli insegnamenti buddhisti si allacciano ai ricordi personali del suo percorso di pratica da novizio a maestro. l`autore racconta le sue esperienze di liceale arruolato nell`esercito giapponese allo scoppio della seconda guerra mondiale, di reduce allo sbando, di giovane novizio che ha dovuto imparare a credere ancora in qualcosa e in qualcuno. la sincerita` feroce e disarmante con cui descrive i suoi rapporti col maestro zen, i suoi errori grossolani, i tentativi non riusciti di mostrarsi acuto e diligente, trasformano la sua storia in una lezione che trascende i confini temporali e culturali e offre intuizioni profonde sulla innata stupidita` dell`io.

questo libro rappresenta il culmine di un lavoro di oltre dodici anni trascorsi a indagare il modo in cui le persone creano e modificano le proprie idee su se stesse. va ad aggiungersi a tutta una serie di modelli sviluppati da andreas e da sua moglie, tra i quali figurano metodi rapidi per il perdono, la risoluzione del lutto, la ristrutturazione dell`esperienza temporale (come le persone rappresentano il tempo), il cambiamento della gerarchia dei criteri, una strategia per rispondere alle critiche, l`integrazione dei movimenti oculari e il superamento della vergogna.

in questo libro l`autore affronta un ostacolo di fondo, contenuto nell`antico proverbio ubi maior minor cessat: di fronte a chi vale di piu`, sa di piu`, e` piu` importante, chi sa di meno deve farsi da parte. l`autore ragiona sul delicato tema del ruolo dello psicoanalista come autorita` funzionale: l`analista, inteso come maior, come figura genitoriale, ha il compito di usare il legame di dipendenza non per vincolare a se` ma per emancipare, prestando un`attenzione nuova ai reali bisogni del minor (paziente, figlio), un`attenzione che presuppone la comprensione di tutte le voci della sua vita psichica inconscia. solo cosi` e` concepibile un`autentica psicoanalisi delle relazioni oggettuali.

figura controversa, maestro amato e discusso, uomo dai mille volti solo apparentemente in contraddizione tra di loro, gurdjieff nella vita quotidiana con i suoi allievi al prieure` di fontainebleau assumeva di volta in volta ruoli imprevedibili. nei suoi ricordi tchechovitch, uno degli allievi piu` vicini al maestro restituisce al lettore proprio quell`atmosfera di imprevedibilita` e sorpresa che caratterizzava la convivenza con gurdjieff: piccoli quadri quotidiani ma anche ricordi intensi e in parte inediti sulla malattia e sulla morte di gurdjieff, sul breve passaggio di katherine mansfield al prieure` di fontainebleau, sulla famiglia e sull`infanzia di gurdjieff e sulla figura carismatica di jeanne de salzmann.

"in questo libro ignazio majore intende presentare una sintesi dell`analisi mentale, aggiornata a oggi. si confronta, quando appare necessario, con la psicoanalisi, matrice insostituita e insostituibile dalla quale proveniamo. non esisteremmo senza la sua lezione. dopo cento anni di psicoanalisi, dovremmo pero` essere in grado di vagliare i presupposti teorici di questa scienza. e il presente scritto, pur nelle sue limitate dimensioni, si propone di indicare il motivo fondamentale che rende necessaria sia una revisione della teoria psicoanalitica, sia una nuova maniera di interpretare la malattia mentale e di comprendere il funzionamento della psiche dell`uomo."

di per se` la dissociazione e` prevalentemente una difesa contro le emozioni eccessive derivanti da esperienze traumatiche impossibili da fronteggiare e integrare nella coscienza ordinaria. quando diventa la modalita` esistenziale primaria della persona, tuttavia, essa perde le caratteristiche adattive e protettive per diventare una vera e propria patologia. ma la dissociazione patologica e` anche una delle piu` tragiche conseguenze dell`abuso infantile. e dunque imperativo comprendere meglio i disturbi dissociativi della prima infanzia, il ruolo della dissociazione nei problemi psichiatrici derivanti da esperienze traumatiche, dal maltrattamento e dalla violenza, nonche` le possibilita` di efficace intervento terapeutico.

"dignita` spontanea" e` una raccolta di discorsi tenuti da tsoknyi rinpoche nel 1996 al centro di ritiri rangjung yeshe gomde`, in danimarca, e al nagi gompa, in nepal, per un pubblico di studenti ai primi passi nella pratica o gia` piu` esperti. gli argomenti dei discorsi ricoprono tutti i punti essenziali della pratica dzogchen, dalla base, la visione e la fruizione, fino al trascendimento della meditazione shamatha, la compassione, la meditazione negli stati di sogno, l`unione degli stadi di sviluppo e completamento.

il "respiro percepibile" e` una modalita` respiratoria che l`autrice situa a meta` strada tra il respiro involontario e il respiro volontario, tra l`automatismo e il controllo volontario della respirazione. nel "respiro percepibile" si puo` essere testimoni della propria funzione respiratoria autonoma senza disturbarne il decorso. l`idea principale da cui prende le mosse l`opera e` che l`ascolto e la conoscenza del respiro offrono un`esperienza di consapevolezza sensoriale del corpo, e quindi un`opportunita` individuale di cogliere il proprio essere nella sua interezza. il percorso proposto dall`autrice si articola in un`accurata analisi della relazione del respiro con gli spazi corporei, con gli spazi sonori, con il movimento.

"meditazione puo` significare moltissime cose, e` una parola che include ogni tipo di pratica mentale, buona o cattiva. ma quando io uso questa parola, la uso piu` che altro con il significato di centrarsi, sistemarsi o riposare nel centro. l`unico modo in cui lo si puo` fare, in realta`, non e` mettersi a pensare o analizzare; occorre aver fiducia in un semplice gesto di attenzione, di consapevolezza".

la scoperta dell`alessitimia quale dimensione psicopatologica trae origine dalle osservazioni cliniche effettuate su pazienti affetti da malattie psicosomatiche classiche: l`ulcera, l`asma, la colite ulcerosa, l`eczema, l`ipertensione, eccetera. nel 1973, p. e. sifneos conio` il termine `alessitimia`, che tradotto letteralmente significa: emozioni senza parole o mancanza di parole per le emozioni, e che descrive un insieme di deficit della capacita` di elaborare gli affetti sul piano sia cognitivo sia esperienziale.

tulku urgyen rinpoche, nato nel tibet orientale 1920, e` stato un famoso maestro buddhista vajrayana del ventesimo secolo. studioso e praticante delle scuole tibetane kagyu e nyungma, era il detentore di importanti insegnamenti dzogchen e di `terma` risalenti al guru padmasambhava. si distingueva per le sue profonde realizzazioni meditative e per lo stile d`insegnamento chiaro e conciso, capace di condensare in parole semplici, di immediata rilevanza per lo stato d`animo presente dell`ascoltatore, le sottigliezze della filosofia buddhista.

il volume e` testimonianza del lungo e difficile viaggio che l`autore percorre per dare un senso al dolore psichico. un viaggio che dalle mortificazioni e umiliazioni delle esperienze precoci, dalle ferite che alimentano vissuti estremamente angosciosi e perfino mostruosi e disumanizzanti, per cui l`individuo ha perso o alterato il "progetto vitale" dei suoi vissuti affettivi, cerca una via verso "l`umanizzazione della mostruosita`". un viaggio quindi nei meandri piu` nascosti del dolore per imparare ad ascoltare ma anche a trasmettere quell`unicita` imprescindibile dell`essere umano.

esiste, ed e` clinicamente accertata, una condizione per la quale il soggetto (uomo o donna che sia) e` spinto irresistibilmente a impegnarsi in certe forme di comportamento sessuale ricorrente e incontrollato; tale comportamento persiste malgrado conseguenze sociali e personali altamente negative e pericolose. affine alla dipendenza da sostanze psicoattive o dall`alcol, come pure alla bulimia o al gioco d`azzardo patologico, tale condizione e` clinicamente nota col nome di "dipendenza sessuale". aviel goodman, psichiatra e psicoanalista, per la prima volta definisce scientificamente il fenomeno della dipendenza sessuale come una precisa condizione psicopatologica, individuandolo come categoria diagnostica a se`, pienamente determinata.

gli ultimi due decenni hanno visto lo sviluppo di varie tecniche terapeutiche (come l`emdr o le emotional freedom techniques) caratterizzate da interventi semplici e rapidi a livello somatopsichico, che consentono un`elaborazione e un sollievo da sintomi come fobie o ansia generalizzata, o disturbo post-traumatico da stress. chiamate collettivamente "terapie energetiche", esse pongono degli interrogativi scomodi per i procedimenti terapeutici convenzionali piu` affermati e teoreticamente piu` fondati. l`emdr (eye movement desensitisation and reprocessing) e` un metodo terapeutico che prevede l`uso dei movimenti oculari e di altri stimoli dell`attenzione, e l`esposizione a ricordi, immagini e pensieri angoscianti o emotivamente dolorosi.

la letteratura pedagogica e quella psicologica hanno condiviso per lungo tempo un atteggiamento allarmistico nei confronti dei compagni immaginari dei bambini, considerando tale fenomeno pericoloso e al limite del patologico. i primi studi psicologici interamente dedicati all`argomento risalgono agli anni trenta-quaranta, ma una maggiore apertura nell`approccio al tema coincide con la comparsa di alcuni lavori psicoanalitici, tra gli anni cinquanta e settanta. questo libro ricostruisce la storia degli studi: dagli scritti iniziali, ispirati alla teoria freudiana classica e centrati sulle dinamiche edipiche, si passa a quelli di autori di matrice winnicottiana, che collocano la figura del compagno immaginario nell`area dei fenomeni transizionali.

in questi discorsi achaan munindo ci fa partecipi dei suoi primi anni come monaco in tailandia, del suo rapporto col suo primo insegnante, achaan tate e degli insegnamenti da lui ricevuti. passa poi al tema della traduzione rispettosa degli insegnamenti e della forma della tradizione ereditata in qualcosa di significativo e di efficace. e questo un compito che, come spiega nel discorso intitolato "siamo tutti traduttori", dobbiamo affrontare individualmente se vogliamo ricevere dei reali benefici dalla nostra pratica. nel suo personale sforzo, achaan munindo rimane fedele alle istruzioni sulla consapevolezza ricevute dal suo primo insegnante: "comprendere la differenza tra il cuore e l`attivita` del cuore".

in questo libro jacques-alain miller fa da guida al lettore che si accosta all`ultimo insegnamento di lacan. sicuramente il piu` arduo. il libro xxiii del seminario di lacan, intitolato "le sinthome" - antica grafia del termine sintomo - e infatti, come tutti gli ultimi seminari, completamente diverso dai precedenti. perche`? almeno per due motivi. primo: perche` lacan nell`ultimo periodo del suo insegnamento capovolge letteralmente la sua impostazione teorica sull`inconscio. mentre prima l`accento era posto sull`assioma che l`inconscio e` strutturato come un linguaggio, ora lacan mette l`accento sulla disgiunzione tra il senso e il reale, tra la verita` e il godimento. l`accento non e` quindi posto sul sistema significante, sul grande altro, sul linguaggio, ma sul godimento, che e` quel reale che si presenta clinicamente come impossibile da sopportare e logicamente come senza senso. addirittura il significante stesso non serve piu` alla comunicazione o al senso, ma si rivela essere al servizio del godimento, come prova l`opera di joyce, soprattutto "finnegans wake". inoltre questo seminario presenta in modo del tutto diverso la triade che aveva guidato lacan fin dagli inizi del suo insegnamento l`immaginario, il simbolico e il reale - e con cui aveva riorganizzato la teoria e l`esperienza della psicoanalisi.

tulku urgyen rinpoche, nato nel tibet orientale nel 1920, e` stato un famoso maestro buddhista vajrayana del ventesimo secolo. studioso e praticante delle scuole tibetane kagyu e nyingma, era il detentore di importanti insegnamenti dzogchen e di terma risalenti al guru padmasambhava. si distingueva per le sue profonde realizzazioni meditative e per lo stile d`insegnamento chiaro e conciso, capace di condensare in parole semplici le sottigliezze della filosofia buddista. tulku urgyen rinpoche e` mancato il 13 febbraio 1996 al suo eremo nagi gompa.

l`antenne 110 e` un centro terapeutico fondato nel 1973 a bruxelles per operare con i bambini autistici e psicotici alla luce delle teorie di freud e lacan. lo straordinario impatto che questo tipo di intervento ha avuto sia sul contesto sociale sia sulla pratica clinica ha favorito la nascita di vari centri analoghi in europa, come l`antenna 112, struttura istituita a venezia dall`autore. le psicosi infantili sono caratterizzate da una grande diffidenza verso il mondo esterno, diffidenza che nell`autismo puo` essere visibile fin dai primi mesi di vita e spingere il bambino a crearsi un mondo "senza fare ricorso a nessun altro che a se stesso. le ipotesi di una genesi organica dell`autismo non sono giunte a precisarla se non come una maggiore "fragilita`" riscontrabile a livello statistico in questi soggetti. rimane da spiegare perche` la stragrande maggioranza di persone affette da una qualunque sindrome organica, chiamata in causa per l`autismo, non sia affatto autistica ne` psicotica. con l`ipotesi dell`organogenesi la distinzione tra autismo e altre forme di malattie con tratti autistici non ha piu` senso. il risultato e` una vera e propria "epidemia di autismo", cioe` l`aumento di casi accertati del mille per cento in pochi anni. l`antenna 112 si impegna a sostenere questi bambini senza forzarli. essi esigono un "altro" che li garantisca, una guardia del corpo a difesa della loro soggettivita`, un "altro" poco muscoloso, che sia curioso e creativo nei confronti di bambini cosi` disarmati, ma cosi` forti.

il presente libro e` piuttosto insolito nella letteratura dell`osservazione infantile, anche perche` e` scritto e curato da tutti i membri di un gruppo che ha lavorato insieme per quattro anni. oltre a presentare per la prima volta seminari di osservazione infantile in videoconferenza, il libro mette l`accento su un`area di studio in qualche modo trascurata: la relazione tra fratelli e la sua influenza sullo sviluppo della personalita` del bambino piu` piccolo. nella prima parte gli autori presentano momenti specifici tratti dalle loro osservazioni settimanali di neonati e bambini nelle loro famiglie. nella seconda parte, i primi due capitoli illustrano i problemi che le angosce legate alla morte e al morire creano nella mente degli operatori e dei genitori. i due capitoli successivi rivelano in qual modo gli autori abbiano sviluppato una comprensione delle esperienze emotive profonde dei loro pazienti adulti e una piu` chiara percezione delle protezioni infantili. la terza parte e` dedicata alle riflessioni dei partecipanti ai seminari sul lavoro svolto e sul modo in cui l`osservazione modifichi e influenzi l`osservatore stesso.

nel panorama delle dipendenze patologiche, crescente attenzione ricevono oggi quelle che sono denominate nuove dipendenze, in cui il comportamento abusante non costituisce un`attivita` illegale. la dipendenza dal lavoro risulta una delle piu` attuali e pericolose dipendenze individuate: quella che ha per oggetto un`attivita` che e` parte integrante del normale svolgimento della vita quotidiana di una persona. piuttosto che un`attivita`, il lavoro diventa uno stato d`animo, una via di fuga che libera la persona dall`esperire emozioni, responsabilita`, intimita` nei confronti degli altri. con questo volume gli autori si propongono di indagare un fenomeno ancora poco conosciuto, che si presenta complesso e ambivalente. a partire dalla definizione terminologica, si procede verso un inquadramento teorico della dipendenza dal lavoro e verso l`individuazione delle sue caratteristiche, della sua evoluzione e dei suoi effetti sull`individuo e sulle sue relazioni. viene delineata quindi la figura del "workaholic", e ne vengono presentate le principali tipologie. non vengono analizzate solo le componenti individuali, ma il contesto piu` ampio in cui il soggetto e` inserito: la famiglia e l`ambiente professionale in cui il workaholic vive. viene infine affrontata la questione dell`intervento su questa nuova forma di dipendenza patologica: dal trattamento individuale all`individuazione di tecniche e strategie a livello preventivo.

la disciplina del movimento autentico affonda le sue radici nella danza intesa come strumento terapeutico, e in particolare nella danza-movimento terapia, nata negli stati uniti intorno agli anni quaranta del secolo scorso come modalita` di approccio relazionale alla persona. e negli anni cinquanta che mary withehouse, di formazione psicoanalitica junghiana, sviluppa per prima le tecniche di immaginazione attiva attraverso la nozione di "movimento autentico" il movimento proprio di ciascun individuo che nell`attivita` spontanea di improvvisazione da` accesso agli strati piu` profondi dello psichismo. il lavoro attuale della adler prende le mosse dall`esperienza della whitehouse e dalle ricerche di john weir nel campo delle relazioni interpersonali e della teoria psicodinamica. la disciplina del movimento autentico nasce dalla sfida di mettere insieme il sapere corporeo della danza con l`esperienza della psicoanalisi. e caratterizzata da un rigoroso setting contenitivo nel quale si rende possibile la regressione a stati di coscienza alterati, che riportano in superficie memorie corporee non direttamente accessibili al verbale: cio` che si propone e` qualcosa di per se` inspiegabile, l`esperienza diretta attraverso il movimento corporeo.

sin dalle origini la psicoanalisi ha riconosciuto che i mondi interni di una generazione si trasmettono a quelle che seguono. le terapie genitore-bambino a orientamento psicodinamico si fondano sull`assunzione che l`esperienza di se` del bambino prende vita grazie all`interazione con l`altro significativo, e che, sebbene le prime relazioni siano immerse in una dimensione sottocorticale e presimbolica, la mente e lo sviluppo del bambino sono in gran parte forgiati dalle dinamiche relazionali con le figure di attaccamento primarie. il "paziente" quindi non e` ne` il genitore ne` il bambino, ma la loro relazione, e per questo la psicoterapia congiunta si delinea come la modalita` elettiva di intervento in presenza di difficolta` interpersonali. questo libro offre un resoconto chiaro, esauriente e razionale del modello utilizzato nell`ambito del progetto genitore-bambino dell`anna freud centre, fornendo un ricchissimo materiale clinico che permette di ricostruire lo sviluppo del processo terapeutico nell`intervento con le singole famiglie e con i gruppi. partendo dalle recenti scoperte neuroscientifiche che hanno evidenziato come sin dalla nascita l`essere umano abbia molti strumenti per leggere e comprendere i segnali inviati dal mondo circostante, il modello presentato considera il bambino un soggetto attivo e creativo nel percorso terapeutico e illustra le tecniche che promuovono la sua partecipazione.

l`affetto e` l`elemento fondamentale della mente e del cervello. a somiglianza degli elementi fisici della gravita`, del vento e del fulmine, l`emozione ha forza e direzione. cosa succede pero` quando diventa insopportabile? quando gli eventi umani si accumulano e diventano incontenibili l`emozione puo` implodere risultando nel negativismo, nell`autismo e nella paralisi della psicosi. la mappa per uscire dalla psicosi e` focalizzata sul trovare l`affetto nella psicosi, collocarla entro il corpo del paziente e, infine, esprimerla a parole nel contesto della storia di vita del paziente, portandolo cosi` alla coscienza.

una donna su quattro ha subito nell`infanzia gravi forme di abbandono o di abuso, e questi eventi raddoppiano il rischio di depressione nell`eta` adulta. con le parole delle donne intervistate nel corso di una ricerca ventennale, le autrici delineano un quadro vivo degli effetti a lungo termine di esperienze infantili traumatiche. al testo e` accluso il questionario ceca, un test autosomministrabile validato scientificamente, che misura l`incidenza dell`esperienza traumatica all`interno della storia familiare.

una delle difficolta` maggiori della vita e` che i legami che nutrono comportino anche dei danni. eigen in questo libro ci incoraggia a guardare, e per quanto possibile affrontare, le ferite prodotte dai legami di cui abbiamo bisogno per vivere. e la terapia, dandoci l`occasione di rallentare le cose, di rielaborare momenti di ferita/rigenerazione, di assaporare e digerire in parte cio` che normalmente passa inosservato, puo` essere un modo in cui la vita cerca non solo di riparare i danni e disintossicarsi, ma anche di arricchirsi e rigenerarsi.

la consultazione ha la specificita` di accogliere la sofferenza che costringe una persona a chiedere aiuto. per questo richiede preparazione, esperienza, conoscenze, oltre che un setting adeguato. e uno dei momenti piu` importanti del processo psicoanalitico perche` decide il destino di una domanda e del possibile attivarsi di una fiducia che motivi alla cura. l`ipotesi di ricerca che guida il tipo di consultazione prolungata proposto nel libro si basa sull`idea di permettere al paziente l`accesso a una prima significativa esperienza psicoanalitica che abbia un valore in se`, un suo ritmo aderente ai movimenti interiori, una sua compiutezza. questo modello di consultazione richiede di conseguenza un setting la cui durata, se pure limitata, non sia definita in anticipo, e dove la conclusione dipenda dal prodursi di nuovi collegamenti, punti di vista e significati che diano forma alla domanda portata. l`idea comune a tutti gli autori e` quindi quella di una consultazione che renda possibile una trasformazione iniziale nel paziente. si evidenzia in questo modo la differenza tra la diagnosi psicoanalitica e quella psichiatrica. la prima e` antinosografica, poiche` consiste in una conoscenza costruita attraverso l`incontro con il paziente, con il suo modo di reagire e con le sue risorse; il suo oggetto, a differenza della diagnosi psichiatrica, non e` la malattia ma la persona.

si conclude con questo ultimo volume la trilogia di discorsi di nisargadatta curata e redatta con estrema dedizione da robert powell. nella prima e nella seconda parte, "il nettare dell`immortalita` e inesperienza del nulla", maharaj ha quasi stordito il lettore in una sorta di addestramento della coscienza: ora la coscienza dell`io sono` e` "il compagno fedele che rimane con noi ventiquattro ore al giorno", ora "un ospite" con cui non abbiamo niente a che fare, che "non c`era prima e non ci sara` in futuro". e tuttavia, parallelamente all`uso di paradossi che mirano a scardinare il condizionamento del pensiero, scorre sotto ogni parola di nisargadatta il filo silenzioso della semplicita` dell"`io sono`: il punto in cui `quello` si separa dal pensiero e ogni dualita` e` trascesa. in questo terzo volume dei discorsi, le parole di maharaj si scarnificano al massimo, lasciando trasparire la limpidezza della quintessenza del suo insegnamento. l`origine dell`io sono` viene riportata al `soffio vitale`, o `forza vitale`, il prana. non esiste nessun dio al di fuori di noi, e chi crede di pregare dio prega in realta` l`unico dio che e` con noi in ogni momento dell`esistenza: la propria forza vitale. persino le sacre scritture hanno origine nel prana. la medicina suprema e` l"`io sono`, e tutto cio` che puo` condurre alla conoscenza `io sono` e` antidoto all`ignoranza. di nisargadatta sono gia` apparsi in questa collana "io sono quello", "ii nettare dell`immortalita` e inesperienza del nulla".

se il linguaggio del corpo si articola nel movimento e quello della mente nel pensiero, e` pur vero che il corpo puo` parlare alla mente e che la mente puo` mutare il corpo. questo e` appunto un libro che si propone di parlare al corpo del lettore, stimolando in lui quella stessa attenzione corporea che nel lavoro clinico del terapeuta puo` aiutare la comprensione dei processi emotivi del paziente. il testo offre una nuova prospettiva alla connessione tra articolazione verbale e non verbale nel setting terapeutico. accanto a un ricco panorama teorico del percorso attraverso cui la psicoanalisi ha dato sempre maggiore rilievo alla dimensione corporea del se` (partendo da freud e passando per melanie klein, bion, winnicott e i recenti apporti delle neuroscienze), l`autrice fornisce un possibile modello di interazione con le discipline del movimento: in particolare la laban movement analysis, che codificando il repertorio delle unita` motorie fornisce un lessico delle forme e delle emozioni. la bloom - danzatrice, coreografa, docente e terapeuta riflette sull`apporto che le discipline del movimento possono dare all`analisi dei fenomeni di transfert e controtransfert e, viceversa, sul contributo che la teoria psicoanalitica puo` offrire a consolidare le fondamenta teoriche della danza movimento terapia.

questo libro e` una lettura del muro impermeabile che l`anoressica, immersa in un godimento pieno e irrelato, e nel rifiuto del legame sociale e della cura, pone tra se` e l`altro. alla base dell`anoressia, intesa qui come sintomo e non come disturbo, non c`e` infatti soltanto un rifiuto del cibo, del proprio corpo come sessuato, della propria immagine allo specchio, ma un fondamentale rifiuto dell`altro che si esplica nell`azzeramento della portata evocativa della parola e nell`assenza di domanda e di transfert. l`anoressia sfida quindi radicalmente proprio le pratiche di cura sorte dal ceppo freudiano, le cure di parola, e innanzi tutto la psicoanalisi, che secondo l`autore puo` operare sul godimento reale alla base del sintomo solo a partire da un uso della parola non semantico, ma piuttosto legato alla sua dimensione di atto. il clinico non ha il compito di normalizzare il negativismo anoressico, perche` questa direzione spesso collude con l`altro versante del sintomo, in cui il soggetto risponde con adesivita` compiacente alla domanda dell`altro, sia esso il genitore o il curante. cerchera` piuttosto di illuminare l`enigma del rifiuto anoressico a partire dalle quattro funzioni fondamentali che, a seconda della particolare posizione assunta dalla paziente, esso riveste: domanda inconscia d`amore, difesa dalla pulsione, tentativo di separazione e modalita` di godimento.

l`autore si propone di offrire un fondamento teorico a una pratica terapeutica che, riconoscendo la sostanziale e incriminabile diversita` tra individuo e individuo, sia capace di superare la tendenza diffusa ad applicare interventi monocordi a qualsiasi tipo di quadro psicopatologico e a qualsivoglia struttura di personalita`. e, per non fermarsi al piano delle affermazioni generali, accompagna alla presentazione di questi fondamenti teorici una descrizione dettagliata di modalita` tecniche di intervento il piu` specifiche possibili, non solo rispetto alle diverse configurazioni psicopatologiche ma anche rispetto alle varianti e ai sottotipi di ciascuna di esse. bleichmar definisce il suo modello "modulare-trasformazionale", rimandando con tale denominazione alla complessita` di un funzionamento psichico che non si basa su principi trascendenti le sue diverse componenti, ma sull`articolazione di diversi "moduli motivazionali" che interagiscono all`interno della psiche generando specifiche configurazioni. in questa chiave bleichmar ripercorre e rielabora le tradizionali dimensioni della psicopatologia, i fondamenti freudiani della teoria della cura e i principali strumenti di intervento psicoterapeutico.

la tesi di questo libro e` che si puo` non solo accrescere la durata e la concentrazione dell`attenzione, ma addirittura aumentare radicalmente tali qualita`. mentre e` notevole l`assenza di cognizioni scientifiche sulla cura dei disturbi di attenzione, nelle tradizioni contemplative lo sviluppo dell`attenzione stabile, nota nel buddhismo col termine "samatha", rappresenta da millenni un elemento chiave, originando un vasto insieme di pratiche e tecniche dovute essenzialmente al fatto che la mente non addestrata, oscillando fra agitazione e torpore, e fra irrequietezza e noia, e` del tutto inadatta a qualsiasi genere di meditazione. quadro di riferimento del presente volume, una vera e propria guida sul sentiero dello "samatha", e` la celebre opera di kamalasila, maestro buddhista dell`vii secolo, che individua dieci stadi nello sviluppo graduale dell`attenzione. se solo raggiungesse il secondo dei dieci stadi, la maggior parte degli individui noterebbe un grande miglioramento nella propria vita, e nonostante tale livello di sviluppo richieda un certo sforzo, puo` essere ottenuto da persone che svolgono una vita piena d`impegni professionali e familiari, purche` siano disposte a riservare un po` di tempo alla meditazione.

d. w. winnicott sviluppo` tra il 1964 e il 1968 un tipo di intervento applicabile nel primo colloquio con bambini come strumento diagnostico-terapeutico, e lo chiamo` squiggle game, ossia il `gioco dello scarabocchio`. egli lo presentava al bambino semplicemente cosi`: "io chiudo gli occhi e faccio uno scarabocchio sul foglio; tu ci disegni sopra e lo fai diventare cio` che vuoi. poi tu fai un tuo scarabocchio su un altro foglio e io lo faccio diventare cio` che voglio". e essenziale comprendere che questa non e` mai stata considerata da winnicott una `tecnica`, ma solo un modo per entrare in rapporto col piccolo paziente, per creare un colloquio con lui. per winnicott la psicoterapia stessa e` qualcosa che ha a che fare con due persone che giocano insieme, e il gioco dello scarabocchio serve, appunto, a creare uno spazio in cui possa esprimersi il potenziale ludico della mente infantile. quando cio` avviene, il bambino si apre interamente e crea col terapeuta una relazione densa, piena e fiduciosa che e` molto raro poter raggiungere con altri mezzi in un primo contatto. dopo un`ampia rassegna del lavoro di ricerca che a partire da winnicott e` stato elaborato sul gioco dello scarabocchio, l`autore presenta in grande dettaglio quattordici casi di intervento con bambini e adolescenti, quasi tutti riportati integralmente, con i disegni annessi e i punti salienti del colloquio che si e` instaurato tra terapeuta e paziente a proposito dei disegni stessi.