
la pace in medio oriente: un miraggio distorto dal vento caldo che spazza il deserto del negev, dall`onda d`urto dell`ennesima esplosione, dalle trame sotterranee delle forze speciali di mezzo mondo. ma quando l`obiettivo dell`ultimo attentato e` il luogo piu` simbolico di gerusalemme, il muro del pianto, e` immediatamente evidente che la tensione ha fatto un salto di livello, che l`escalation e` cominciata. russell brendan kane, tenente colonnello del sas, in israele e` soltanto una pedina di un gioco complesso e letale di servizi deviati, terroristi comprati e rivenduti, profeti dell`odio e mercenari di tutte le guerre. ma kane e` pronto a romperle, le regole del gioco; e` pronto a combattere ancora contro l`oscurita` che avanza, per salvare gli amici e la speranza, per fermare l`ultima detonazione, quella conclusiva... da gerusalemme al negev, dal giordano alla tomba 7 nella depressione del mar morto, sullo sfondo di una terra bellissima e martoriata, una paurosa corsa contro il tempo al fianco di un guerriero che corre, solo, nel deserto...

il viaggio di mick brown inizia nei sobborghi di londra, fra singolari profezie, presunti miracoli e l`apparizione di un sedicente messia. l`interesse per l`intensita` della fede emersa da questi episodi porta l`autore sul percorso della spiritualita` indiana: a puttaparthi, sulle pendici dell`himalaya, incontra i febbrili seguaci di sai baba; a bangalore conosce un bodhisattva e discute della reincarnazione con il dalai lama. in viaggio fra pondicherry e madras, brown ricosturisce anche le vicende dei profeti della spiritualita` orientale in occidente.

l`appetito riguarda il mangiare, ovviamente, cosa che per molte donne determina una parte della vita, ma riguarda anche una costellazione piu` ampia di voglie, desideri e bisogni. tocca il desiderio piu` profondo, spesso sperimentato con particolare intensita` e sofferenza dalle donne, di essere partecipi del mondo, di provare una sensazione di abbondanza e di possibilita` rispetto alla vita, di sperimentare il piacere. ma soddisfare quelle voglie, accoglierle in se`, indulgere ai piaceri del corpo, sono questioni difficili per molte donne e i confini tra appagamento ed eccesso, tra moderazione e abbandono, tra piacere e autodistruzione sono troppo sottili. l`autrice usa la sua personale battaglia contro l`anoressia come un potente strumento d`indagine di cosa puo` accadere quando siamo distratte dai nostri bisogni primari. racconto autobiografico, testimonianza intensa e sofferta ma anche acuta indagine nelle pieghe di un problema con moltissimi risvolti sociali ed economici, questo libro sfida tutte le donne a imparare cosa significhi nutrire sia il corpo che l`anima.

centodieci scrittori di generazioni diverse si confrontano con la musica afroamericana: centocinquanta splendide liriche in cui il jazz e` protagonista nelle forme e nei contenuti, nel corpo e nell`anima, nell`azione e nel pensiero. raccolti in unico volume i testi di poesia del jazz in italia, tra rarita` e inediti, offrono un ventaglio di coloriture, sentimenti, ebbrezze, immagini letterarie. il jazz interpretato da grandi artisti contemporanei di varia estrazione: non solo poeti, ma anche jazzmen, romanzieri, drammaturghi, attori, cantanti, giornalisti. il ricavato derivante dai diritti d`autore verra` interamente devoluto a favore di emergency.

il libro prende spunto da una serie di composizioni particolari, uscite dalla penna di lennon, attraverso le quali l`autore intende mettere in evidenza una serie di particolari aspetti dell`uomo e del compositore. alla luce di una ricerca simbolica tra immagini e suoni della discografia di solista e di quella con i beatles, il libro richiama sul fatto che lennon si sia sempre mosso, attraverso la propria esperienza artistica, come un pioniere alla ricerca di una originalita` perduta.


chi l`ha detto che il latino e` morto? dimenticato, ostracizzato, ma morto proprio no... a guardarsi intorno sembra, anzi, che si sia creato un orizzonte di attesa nei confronti del latino. lo si trova dappertutto: nel diritto, nella pubblicita`, nella politica, sui giornali, sulle etichette dei vini e, perfino, nelle canzoni; per non parlare delle parole latine con cui facciamo i conti nella vita quotidiana: grosso modo, virus, rivale, aut aut, audio video, agenda, rebus, alibi etc. questo libro vuole essere un prontuario per chi vuole far riaffiorare cio` che ha dimenticato dalla scuola dell`obbligo, per chi vuole prendersi il gusto della citazione, per lo studente che ha bisogno di informazioni e, infine, per chi vuole saperne di piu`. e ne sapra` di piu` a proposito di quelle dizioni e voci che ricorrono non solo nella manualistica o nei discorsi delle persone colte, ma soprattutto, nella quotidianita`. accanto alle voci vengono forniti: la traduzione italiana, la fonte, l`uso nel tempo, le eventuali corruzioni di significato e le circostanze in cui si usano.

la fede della chiesa non si basa su concetti astratti, ma sulla "buona notizia" di un dio che ha fatto il suo ingresso nel mondo assumendo la natura umana. per questo motivo, il "mondo cattolico" e` fatto di luoghi fondamentali per la fede della chiesa cosi come per quella di ogni singolo fedele, luoghi come il santo sepolcro - che sono stati testimoni di eventi straordinari o che, come la parrocchia nella quale si e` cresciuti, hanno contribuito alla formazione dell`identita` cristiana di ognuno. le "lettere a un giovane cattolico" di george weigel sono appunto un racconto epistolare dell`atmosfera e del significato di alcuni luoghi simbolo per la fede cristiana: da baltimora, citta` natale dell`autore e prima diocesi statunitense, alla basilica di san pietro, dal monte sinai al pub preferito da chesterton, da gerusalemme alla cracovia di karol wojtyla. da qui weigel parte per illustrare la ricchezza e la profondita` della fede cristiana a quanti, giovani anagraficamente o solo nell`animo, sono affascinati dal mistero e sperano di potergli dare un volto lungo il loro cammino.

un volume di facile consultazione per lo studio e il ripasso dei concetti di base della chimica, alle superiori e ai primi anni dell`universita`. il glossario di chimica permette di reperire rapidamente le formule e le informazioni essenziali relative a oltre 500 composti organici e inorganici.

il volume, attraverso la struttura a test e i numerosi riferimenti alla vita quotidiana, offre una seria occasione di imparare divertendosi. potrete riconoscere l`eredita` della tradizione mitica nell`arte, nei libri, nei film, nelle canzoni, nei fumetti; confrontare elementi comuni alle mitologie di tutto il mondo con quelli specifici della nostra cultura; ricordare il come e il perche` di quel che gia` sapete e, ovviamente, scoprire molto altro.

un volume per lo studio e il ripasso del programma di estimo, adatto agli studenti degli istituti tecnici e per affrontare la prova di abilitazione professionale che consente di iscriversi all`albo dei geometri. il testo fornisce spiegazioni chiare di tutti gli argomenti importanti, accompagnate da test di verifica, esercizi di` approfondimento risolti e commentati, immagini e tabelle. completano l`opera numerosi approfondimenti tecnici e storici dedicati a chi vuole saperne di piu`.

tao te ching e` il manuale del vivere vero. e pura cristallina realta`. e il breviario di quella meravigliosa disciplina totale, ad un tempo interiore e esteriore, che ci impegna ogni giorno, dall`alba al tramonto. tao te ching e` saggezza viva, tale da non appartenere ne` a singolo autore, ne` a singola cultura. e infatti voce della comune tradizione primordiale. appartiene all`umanita` tutta, semplice e pura e concreta saggezza, quella di certi sorrisi di nonni, di certi profumi, di certi silenzi, quella che, a che si sappia, non ha mai mentito.

si tratta di un efficace programma di guarigione emozionale, insegnato in seminari intensivi della durata di otto giorni, che aiuta a identificare e risolvere tutti gli aspetti del passato che limitano il nostro modo di vivere e agire e che permette di esprimere tutto il nostro potenziale nelle relazioni, nella carriera e nella nostra esistenza spirituale. questo testo permette anche a chi non ha frequentato i seminari di entrare in contatto con il metodo, di praticarlo con efficacia e di avviare un autentico processo di trasformazione della persona. il libro e` infatti ricco di esempi, esercizi e test di autovalutazione che offrono al lettore un percorso graduale di conoscenza e riflessione.


zoe e chloe, chloe e zoe. amiche per sempre. o almeno fino a quando chloe non cade nella rete del piu` temibile seduttore di tutta la scuola... riuscira` zoe a sottrarla alle grinfie del fascinoso rugbista? e a neutralizzare i suoi "effetti collaterali", ovvero il suo viscido amico? e a parlare con il bellissimo oliver wyatt senza arrossire come un brufolo? e a trovare un ragazzo non troppo sfigato con cui presentarsi al ballo per i terremotati? eta` di lettura: da 13 anni.



questo libro offre ai lettori una visione dell`aspetto su cui si incentrano tutti i metodi terapeutici naturali: l`intelligenza autoregolatrice e autoguaritrice dell`organismo. partendo da questa base, il testo fornisce un modello interpretativo che consente di andare al di la` degli approcci terapeutici che affrontano la malattia prevalentemente a livello sintomatologico. quando l`intelligenza auto-organizzante dell`organismo perde il collegamento con la sorgente della propria integrita`, si innesca il processo patologico. il libro presenta l`ampia gamma di misure terapeutiche offerte dall`approccio vedico alla salute di maharishi per favorire la guarigione con risultati duraturi.




gli argomenti trattati nel volume: da che cosa derivano le proprieta` racchiuse nelle piante?; che cosa sono i "composti fotochimici"?; principi nutritivi essenziali e principi "non nutritivi"; il posto degli alimenti di origine vegetale in una dieta equilibrata; proprieta` benefiche dei vegetali e dieta mediterranea; come controllare la quantita` di cibo in una porzione; gli alimenti biologici sono davvero piu` sani? vegetali geneticamente modificati: un pericolo per la salute? il valore degli alimenti funzionali; la regole delle "cinque porzioni al giorno"; principali effetti benefici delle sostanze fotochimiche contenute nei vari alimenti; quando i composti fotochimici sono tossici; fabbisogni nutrizionali per tutta la famiglia.


matilde viveva in una bella fattoria. tra le altre cose aveva un campicello di granoturco. una mattina di primavera decise che era tempo di seminare. fatto questo, si mise ad aspettare. passarono i giorni ma nulla cresceva. un corvo infatti si era pappato tutti i semi. inizia cosi` una battaglia all`ultimo dispetto tra matilde e il corvo, battaglia che naturalmente non vedra` ne` vinti ne` vincitori. eta` di lettura: da 5 anni.

dopo una serie di rocamboleschi eventi, il barbiere mongard e il suo astuto amico timmy kid sono costretti a diventare pirati, e mongard viene addirittura eletto capitano. in questa avventura la nave procede verso hei caluras (un`isola non segnata dalle carte nautiche): mongard prende lezioni di spada da due bizzarri personaggi di nome puccio e volve`r, e timmy scopre il fascino della vita in mare. ben presto i pirati si ritroveranno in mezzo a una serie di avventure, tra cui l`inseguimento di un vascello pirata e l`avvistamento di una flotta inglese. questo e` solo la prima di una serie di scorribande del pirata mongard e del suo amico tommy, raccontate da sebastiano ruiz mignone, appassionato conoscitore del mondo dei pirati. eta` di lettura: da 8 anni.


quattordici fiabe classiche, scelte tra le piu` belle, narrate da mary hoffman e illustrate poeticamente da julie downing. "belle fiabe" contiene: cenerentola; il gigante egoista; raperonzolo; jack e il fagiolo magico; la bella addormentata; la sirenetta; il principe ranocchio; la bella e la bestia; diamanti e serpenti; le dodici principesse danzanti; il pescatore e sua moglie; la principessa sul pisello; strepitolino; la regina delle nevi. eta` di lettura: da 4 anni.


il significato che in india si attribuisce al cibo e alla sua preparazione e` molto lontano dalla visione occidentale, sbilanciata verso una considerazione materiale ed edonistica della cucina. la tradizione culinaria indiana, permeata da una forte sacralita`, e` il riflesso di una particolare visione del mondo. il cibo, prima ancora di essere un semplice nutrimento, e` un veicolo di simboli attraverso i quali si comunica col divino e con il prossimo. questo libro vuole aprire una finestra su questo mondo cosi` diverso dal nostro, offrendo 108 ricette tradizionali, precedute da una sintetica ma rigorosa introduzione, dove vengono presentate le informazioni di base per cominciare a orientarsi nella cultura indu`. oltre a molte nuove ricette, in questa seconda edizione sono stati aggiunti due capitoli: uno riguarda la possibilita` di essere vegetariani per i bambini, l`altro e` sulle merende vegetariane. le ricette qui proposte sono state scritte perche` possano essere facilmente eseguite con gli ingredienti reperibili in italia e sono accompagnate da brevi note che illustrano i significati e i rituali per le quali sono nate.

il libro analizza processi aziendali, metodologie gestionali e modelli matematici per la pianificazione, la gestione e il controllo della domanda commerciale, relativa ai prodotti e ai servizi realizzati dalle aziende logistico-produttive. fattori di contesto quali la proliferazione della gamma di prodotti, l`introduzione continua di nuovi articoli presso nuovi mercati o canali distributivi, il limitato ciclo di vita dei prodotti finiti, la progettazione di attivita` promozionali rivolte a fidelizzare i clienti e ad accrescere la quota di mercato, indicano il processo di demand planning come cruciale e strategico per la competitivita` delle aziende. la stima accurata della futura domanda commerciale, definita sotto forma di piano previsionale e di sales budget, funge da supporto ai decisori aziendali di sales & operations planning nella definizione di piani strategici e piani operativi di produzione, distribuzione e approvvigionamento dei materiali. le metodologie di progettazione e controllo dei piani di domanda sono analizzate attraverso l`utilizzo dei modelli quantitativi di business intelligence, data mining e sales forecasting. il libro si rivolge a studenti universitari delle facolta` tecnico-ingegneristiche a indirizzo economico-gestionale di primo e secondo livello, a laureati frequentanti master di specializzazione post-universitaria e a professionisti operanti, a diverso titolo, nel campo del demand & supply chain planning.


"il vino della solitudine" e` il piu` autobiografico e il piu` personale dei romanzi di irene ne`mirovsky: la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l`elenco delle sue opere sul retro del quaderno di "suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "di irene ne`mirovsky per irene ne`mirovsky". non sara` difficile, in effetti, riconoscere nella piccola he`le`ne, che siede a tavola dritta e composta per evitare gli aspri rimproveri della madre, la stessa irene; e nella bella donna che a cena sfoglia le riviste di moda appena arrivate da parigi in quella noiosa cittadina dell`impero russo - e trascura una figlia poco amata per il giovane cugino, oggetto invece di una furente passione - quella fanny ne`mirovsky che ha fatto dell`infanzia di irene un deserto senza amore. he`le`ne detesta la madre con tutte le sue forze, al punto da sostituirne il nome, nelle preghiere serali, con quello dell`amata istitutrice, "con una vaga speranza omicida". verra` un giorno, pero`, in cui la madre comincera` a invecchiare, e he`le`ne avra` diciott`anni: accadra` a parigi, dove la famiglia si e` stabilita dopo la guerra e la rivoluzione di ottobre e la fuga attraverso le vaste pianure gelate della russia e della finlandia, durante la quale l`adolescente ha avuto per la prima volta "la consapevolezza del suo potere di donna". allora sembrera` giunto alfine per lei il momento della vendetta. ma he`le`ne non e` sua madre - e forse scegliera` una strada diversa: quella di una solitudine "aspra e inebriante".

refrattario alla retorica e ai vezzi di molta accademia, solmi non fu critico d`arte istituzionale ma, amico e sodale di pittori e scultori, pote` seguirne passo dopo passo i percorsi, affascinato dalla creativita` unica e irripetibile del vero artista: "... vane sono formule e programmi, vano persino l`altissimo esempio degli antichi quando difetti, nell`artista, il vivo sentimento, sempre eretico e individuale, della vita vivente che nell`arte cerca la sua forma". senza mai cedere alla semplicistica tentazione di "incasellare nomi ed opere sotto le bandiere degli astratti "programmi", "correnti" e "tendenze", e in un`epoca senza centri come il novecento, in cui "il vero artista e`, in ogni senso, solo", solmi riesce nondimeno a tracciare un panorama tanto composito quanto coerente, scoprendo gli occulti reticoli che connettono fenomeni all`apparenza distanti. dagli scritti raccolti in questo volume nasce cosi`, inattesa, una vera e propria storia dell`arte italiana della prima meta` del secolo scorso (non senza uno sguardo prensile anche a cio` che succedeva oltre confine e al passato). arte che solmi osserva con lo stesso magistrale discernimento che ha sempre fatto valere nella critica letteraria, intuendo spesso il genio e l`originalita` di molti artisti - da carra` a de pisis, da de chirico a sironi, da modigliani a morandi a casorati - ben prima della loro piena affermazione pubblica. con una nota di antonello negri.

richler nei suoi panni piu` irascibili, quelli di piazzista di se stesso; nel ricordo di suo figlio durante una visita sul set della "versione di barney"; e al centro del tornado scatenato dieci anni fa, e che a intervalli regolari si riaccende. un omaggio al ragazzo irresistibile che gli italiani continuano a considerare uno di loro.

il cammino degli scienziati sembra arrivato a un punto di non ritorno. in cima a vette di astrazione sempre piu` vertiginose oscillano particelle trasformate in aloni di pura probabilita`, galassie tenute insieme da una materia oscura e invisibile, quark, funzioni d`onda e universi di bit sempre piu` impalpabili e lontani dalla nostra esperienza. ecco che si riaccende un dubbio antichissimo: le geometriche cattedrali della fisica e della matematica riflettono davvero l`ordine del mondo o proiettano soltanto la sete di forme del nostro intelletto?

"il mio intento in questo libro non e` la critica letteraria ne` la biografia. voglio soltanto, e in maniera del tutto personale, passare in rassegna i tipi di scrittura che mi hanno influenzato nel corso del mio lavoro. ho detto scrittura, ma intendo piu` precisamente visione, modo di guardare e di sentire". con questo intento naipaul guida il lettore in un viaggio illuminante, il suo viaggio: dalla natia trinidad ("un puntino sul mappamondo") agli ambienti letterari della londra anni cinquanta, dall`india (ancestrale "terra del mito" e desolante paradigma di modernita` incompiuta) alla cartagine di polibio e di flaubert, e alla roma di cicerone e di virgilio. in questo modo la scrittura, che e` sempre "prodotto di una specifica visione storica e culturale", permette di esplorare il tempo oltre che lo spazio - e di affiancare derek walcott a un materassaio analfabeta, nirad chaudhuri e anthony powell a un politicante con velleita` letterarie ("lo stalin di trinidad"), gandhi a giulio cesare. e durante il viaggio ogni incontro si rivela decisivo: per una inesausta ricerca di precisione, per il nitore dell`espressione, e soprattutto per una percezione originale del mondo.

james ha 18 anni e vive a new york. finita la scuola, lavoricchia nella galleria d`arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d`altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell`artista giapponese che vuole restare senza nome. per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un`alternativa all`universita` ("ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granche`"), james cerca in rete una casa nel midwest dove coltivare in pace le sue attivita` preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. finche` un giorno james entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a john, il gestore della galleria che ne e` un utente compulsivo, un appuntamento al buio...

la forma del pamphlet si addiceva a john maynard keynes, autore per lo piu` di interventi brevi e spesso polemici, nei quali combatteva le opinioni prevalenti ed esplorava nuovi punti di vista. era sostanzialmente un lungo pamphlet "le conseguenze economiche della pace", il libro con cui nel 1919 aveva preso le distanze dalla "follia" del trattato di versailles, sostenendo profeticamente che avrebbe provocato una nuova guerra "a confronto della quale sarebbero apparsi trascurabili gli orrori di quella appena finita". e sarebbe stato un lungo pamphlet la stessa "teoria generale dell`occupazione, dell`interesse e della moneta", con cui nel 1936 avrebbe rovesciato le dottrine invalse e trasformato per sempre la teoria economica. per questo i saggi qui radunati propongono keynes nella sua forma migliore e piu` stimolante. scritti fra il 1923 e il 1942, nascono dall`insofferenza di un uomo di genio per le idee correnti, dalla sua ricerca di vie non ancora battute, e costituiscono insieme lo sfondo culturale e la premessa della rivoluzione che si attuera` con la "teoria generale". keynes vi affronta le contraddizioni di fondo del capitalismo, che per `funzionare` deve magnificare uno dei grandi vizi dell`uomo, l``auri sacra fames`, l`avidita` di denaro` riferisce cio` che ha visto nella russia comunista, di cui analizza con precisione la forza e le debolezze; coglie il tramonto del laissez-faire.

chi e` jack mortimer e perche`, appena e` salito su un taxi alla westbahnhof di vienna, qualcuno gli ha sparato uccidendolo sul colpo? e perche` mai doveva salire proprio sul taxi del giovane ferdinand sponer, che ha gia` parecchi problemi - soprattutto quello di essersi perdutamente innamorato di una fanciulla troppo bella, troppo ricca e troppo aristocratica per lui? anche lei, il giorno prima, era salita sul suo taxi, ed era stata come un`apparizione: "grandi occhi grigi sotto l`orlo di una veletta", "le spalle cinte da una stola di volpe" - e per di piu`, come aveva facilmente scoperto l`abbagliato tassista dopo averla accompagnata a casa, contessa. nel corso di una sola notte, l`ignaro ferdinand sponer si trova preso in una girandola di peripezie iperbolicamente tragicomiche, nel corso delle quali, per liberarsi dell`ingombrante cadavere, sara` costretto ad assumere lui stesso l`identita` del morto e ad affrontare, nella suite di un albergo di lusso, la donna che e` stata la sua amante e il di lei furibondo marito. ma questo e` solo un minuscolo segmento della incontenibile trama. rare volte il romanzo novecentesco e` stato animato da un tale strepitoso ritmo, che obbliga il lettore a seguire passo per passo - e quasi attimo per attimo - una vicenda che e` tanto piu` ossessiva quanto piu` imprevedibile.

hofmannsthal e` il cardine di questa magistrale opera al tempo stesso critica e narrativa, dove broch ci conduce lungo traiettorie concentriche nello spazio e nel tempo. ne risulta il ritratto di un`epoca in cui si sviluppo` tumultuosamente , e che sembro` culminare nella vienna dei primi due decenni del novecento - epoca di immensa ricchezza e al tempo stesso minacciata da un irreprimibile vuoto e dalla corrosione di ogni valore. broch la ritrae in ogni sua sfaccettatura in inghilterra, francia e germania, prima di concentrare il suo sguardo sull`austria asburgica, "il paese felice senza speranza", il luogo dove la crisi ha toccato l`acme e l`orpello abbellisce qualcosa di sempre piu` inconsistente. soffermandosi su hofmannsthal, nel cuore del libro, broch ne ricostruisce la storia familiare, per poi raccontarne l`infanzia e l`adolescenza di ragazzo prodigio, l`isolamento fra i letterati viennesi, la disperazione di fronte alla crisi del linguaggio e la ricerca di nuove vie la` dove "la parola non sa piu` dire la cosa". una dialettica fra negazione del ruolo di scrittore e urgenza espressiva che appartiene allo stesso broch, il quale, rispecchiandosi nell`ansia etica di hofmannsthal, e narrandoci con tanta partecipe sapienza il suo tempo, ci regala anche una profonda e rivelatrice autoanalisi.

se siete fra quanti ritengono che la partenza di zia mame per l`india abbia ingiustamente sottratto alla vostra vita l`indispensabile correttivo di gag, frasi celebri e alzate d`ingegno, allora siete pronti per incontrare una sua sorella immaginaria, una ragazza di cui persino mame - accusabile di tutto, ma non di ossequio al comune senso del pudore - avrebbe parlato con imbarazzo: belle schlumpfert. belle nasce a venezuela, nell`illinois, da una madre troppo impegnata a far carriera presso la casa di madam louise per mettere su una famiglia come si deve. che cosa quella "casa" sia, naturalmente, il lettore e` libero di immaginarlo, ma nell`inattendibile, incontenibile, travolgente racconto di belle e` solo una dimora di artiste dove la piccina scoprira` una precoce, ma non per questo meno temibile, vocazione per lo spettacolo in ogni sua forma conosciuta. una vocazione che belle portera` alle sue estreme conseguenze, demolendo con la coerenza stilistica del suo coetaneo ed wood, e la grazia imperdonabile di hrundi v. bakshi in hollywood party, ogni commedia, film o varieta` televisivo in cui le capitera` di comparire. "povera piccina" e` una meravigliosa macchina comica a cielo aperto, che suscita anche solo in chi lo sfoglia le reazioni migliori, cioe` le piu` sgangherate, mentre a chi lo legge istilla una strana tentazione, cui lo stesso dennis fini` per cedere: quella di passare al di la` dello specchio e intrufolarsi, pazienza se in un ruolo di contorno, in una pagina qualsiasi del racconto.

della sua lontana carriera di modella emilia non ha conservato molto, tranne una nervosa tolleranza verso l`eccentricita`. eppure la proposta che le arriva all`improvviso da una sua vecchia conoscenza nel mondo della moda, l`ineffabile signor morita, la lascia per un attimo interdetta: si tratterebbe infatti di curare nei minimi particolari, a partire dagli abiti ma arrivando alla coreografia e anche oltre, le settantadue ore che alcuni turisti giapponesi amano trascorrere a roma per ricevere, in una cerimonia che al ritorno presenteranno come un matrimonio esotico, la benedizione della chiesa cattolica. essendo nata in sartoria, e dopo anni di passerella, emilia ha visto ben altro: i capricci di audrey hepburn e ava gardner, ad esempio, o le bizze di vari stilisti. ma la sua perplessita` non e` di carattere professionale. accade infatti che il lavoro di morita consista nella messinscena, e quindi nella parodia, di un matrimonio, e che al matrimonio emilia non pensi volentieri: molto tardivamente quello con paolo, tenuto in piedi a forza quasi dagli inizi, si sta sciogliendo, mentre sua figlia sofia, risucchiata da una brillante carriera di fotografa, ha una vita sentimentale che la chiesa non benedirebbe mai. eppure alla fine emilia accetta, innescando una catena di eventi lievemente surreali che punta dritto al cuore nero di una vita molto diversa dal suo book.

la formula vuota e ipocrita che denuncia l`attuale "crisi della politica" nasconde, in realta`, una crisi molto piu` profonda e inquietante, che accomuna "tutte le forze della tradizione occidentale": "una "intima mano", assolutamente piu` intima e terribile di quanto possa supporre herder quando, volgendosi al "santo cristo" e al "santo spinoza", si chiede: "quale intima mano congiunge i due in uno?". nel suo nuovo libro, emanuele severino mette a fuoco con precisione questo grande occultamento, accompagnandoci nel "sottosuolo essenziale" del pensiero filosofico del nostro tempo. severino ci mostra anzitutto la conflittualita` e insieme la specularita` di tali forze: l`incerta "identita` europea", improntata dal duumvirato usa-urss, ovvero il piu` potente "monopolio legittimo della violenza" dell`ultimo secolo; il marxismo defunto e un capitalismo incapace di offrire alternative all`incremento del profitto privato quale "scopo supremo" della societa`; il cristianesimo e l`islam come opposti dogmatici accomunati da una rigida connotazione antimoderna; lo stato e la chiesa, distinti sulla base di un concordato "ambiguo" che lede le ragioni di entrambi. al tempo stesso, severino rileva come tutte quelle forze convergano nell`asservimento a una "tecnica" modellata dal "sapere ipotetico" della scienza e fondata sul solo "valore della potenza", e dunque sintesi estrema dell`"errore" dell`occidente: l`"agire" come un carattere separato dall`essere.

all`inizio di questo romanzo duddy kravitz ha 15 anni, ma si rade due volte al giorno nella speranza di farsi crescere il piu` in fretta possibile la barba. la sua vita non e` facile, nel ghetto ebraico di montreal, e la profezia del nonno ("un uomo senza terra non e` nulla") incombe sul suo futuro come una condanna. o un invito a non arretrare di fronte a nulla pur di raggiungere lo scopo. ed e` in questo senso che duddy la interpreta, costruendosi passo dopo passo una carriera di cialtrone, bugiardo, baro, libertino - in altre parole di sognatore professionista, visto che il suo ultimo approdo, che gli garantira` denaro e gloria, sara` il cinema.

e difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall`oggi quanto cio` che apparve piu` di tremila anni fa nell`india del nord sotto il segno del veda, quel "sapere" che dichiarava di comprendere in se` tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell`universo. ancor piu` che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell`"ardore" da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. e, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. fu un esperimento del pensiero cosi` estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, cosi` come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso "la terra dove vaga in liberta` l`antilope nera". eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di de`i e folgorazioni metafisiche - ha l`indubitabile capacita` di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all`esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.

"l`amore, mia cara, e` un sentimento di lusso!": questo cerca di spiegare una madre che ha molto vissuto (e che dalla vita ha imparato una grande lezione: "dare pochissimo e pretendere ancora meno") alla figlia innamorata e infelice. ma lei, denise, non lo capisce: quando suo marito glielo ha presentato sulla spiaggia di hendaye, yves le e` apparso come un giovanotto elegante, raffinato, di bell`aspetto; e poiche` alloggiava nel suo stesso albergo, ha creduto che fosse ricco quanto l`uomo che ha sposato, e a cui la lega un affetto tiepido e un po` annoiato. poi il marito e` stato richiamato a londra da affari urgenti, e quelle giornate di settembre "piene e dorate " sono state come un sogno: la scoperta della reciproca attrazione, le passeggiate, le notti d`amore. il ritorno a parigi ha significato anche un brusco ritorno alla realta`: no, yves non e` ricco, tornato dal fronte si e` reso conto di aver perduto tutto, ed e` stato costretto (lui, cresciuto in un mondo in cui "c`erano ancora persone che potevano permettersi di non fare niente") a trovare un impiego che lo avvilisce e lo mortifica. in questa cronaca di un amore sghembo, in cui si fronteggiano due inconsapevoli egoismi, la giovanissima ire`ne ne`mirovsky sfodera gia` il suo sguardo acuminato e una perfetta padronanza della tecnica narrativa.

bobby clark ha sedici anni, l`incoercibile abitudine di marinare la scuola e una discreta inclinazione alla cleptomania: tanto che il furto di un astuccio pieno di anelli per diplomandi - che si riveleranno patacche di ferro e ottone appena bagnate d`oro e argento - gli e` valso l`espulsione da scuola. decide allora di lasciare il canada per il texas, raggiungere il fratello maggiore e aderire alla sua versione del sogno americano. gia`, perche` jim, il fratello, ha un lucroso impiego presso un grande negozio di preziosi, una porsche, una bella moglie, un`amante ancora piu` bella, e una manifesta dipendenza dalla cocaina. sotto la sua ala, bobby imparera` che si puo` comprare e vendere qualsiasi cosa: basta conformarsi a un`unica regola, l`inganno - verso i clienti, verso i familiari e, soprattutto, verso se stessi. "come si vende" e` una storia di formazione, quanto meno per cio` che riguarda alcune tra le piu` antiche passioni umane: il sesso e la ricchezza, ma anche l`amore. la vivida descrizione della volgarita` e della fraudolenza imperanti nel mercato del lusso e lo sguardo candido e brutale del protagonista si compongono in una commedia nera che e` anche manuale di raggiro.

"ammesso che si possa riconoscere l`anima di un altro essere umano, non e` mai dato riconoscere la propria". nel racconto di un alienato a un altro se stesso, la lotta dilaniante e mortale per strapparsi a luoghi che da sempre generano terrore allo stato piu` puro: i propri sogni.

"la prima fase potremmo chiamarla fede emotiva. la seconda potremmo chiamarla fede metafisica. la terza, disillusione assoluta. la quarta, comprensione estetica". difficile immaginare che queste parole siano state pronunciate nel 1924 sul piccolo palco di un albergo newyorkese, dove ad assistere powys nella sua orazione c`era una celebre attrice di vaudeville. ma con powys l`immaginazione corrente e` sempre destinata a rimanere in difetto.

tutti sanno che nel 1964 dante isella restitui` il testo delle "note azzurre" affidato a sedici quaderni autografi dalla copertina azzurro oltremare -, consentendoci cosi` di accedere a un immenso diario in cui le notazioni autobiografiche si alternano a giudizi letterari e politici spregiudicati, a infiniti spunti di novelle e romanzi mai scritti, ad aforismi esemplari, a sarcasmi violenti e a fantasiose ironie, ad aneddoti non di rado scabrosi su contemporanei illustri o poco noti. pochi pero` sanno che gia` nel 1955 isella aveva allestito per ricciardi un`edizione nella quale figurava un mannello di dodici note splendidamente insolenti tralasciate, per motivi di opportunita`, nel 1964 (parimenti, alcuni nomi propri furono sostituiti da asterischi), e che quella magnifica e preziosa edizione non venne mai pubblicata: resa dall`editore agli eredi dopo la rinuncia da parte di ricciardi a distribuirla, la tiratura di circa 1.000 esemplari e` rimasta per oltre cinquant`anni relegata negli archivi della casa pisani dossi di corbetta presso magenta. in occasione del centenario della scomparsa dello scrittore (avvenuta il 16 novembre 1910), essa vede la luce, accompagnata da un ampio saggio di niccolo` reverdini che ne ricostruisce l`intricata, e appassionante, vicenda.

il secondo volume della raccolta presenta i romanzi: la neve era sporca, le memorie di maigret, la morte di belle, maigrait e l`uomo della panchina, l`orologio di everton, il presidente, il treno, maigret e le persone perbene, le campane di bicetre, l`angioletto, il gatto.

"la dottrina della creazione dell`uomo a immagine (tzelem) di dio ( gn, 1, 26), gia` in se` alquanto problematica per la teologia monoteistica, offri` ai mistici il termine tecnico per una concezione che aveva ormai una parentela molto remota con l`idea biblica. ai cabbalisti premeva sapere in che cosa propriamente consistesse la particolare essenza individuale dell`uomo, dal momento che la dottrina della trasmigrazione delle anime ... si prestava a mettere in dubbio la specifica unicita` e irripetibilita` dell`essere umano. qual e` il pri`ncipium individuationis di ogni uomo, l`elemento che costituisce l`unicita` della sua esistenza e che mantiene la sua identita` attraverso le varie trasmigrazioni dell`anima?". cosi` si legge in questo volume, che raduna le conferenze tenute da scholem ai celebri colloqui di eranos, ad ascona, tra il 1952 e il 1961. a quel pubblico assai scelto scholem decise di presentare lo sviluppo storico e i nodi essenziali delle dottrine cabbalistiche scandendoli in altrettanti capitoli di un lessico ideale del misticismo ebraico. scorrono cosi` davanti ai nostri occhi i temi e i concetti piu` profondi, misteriosi e affascinanti della teosofia cabbalistica: la figura mistica del creatore, l`intreccio misterioso di bene e male nella divinita` stessa, la dimensione sessuale del divino, compendiata nelle forme del giusto e della shekinah, le peripezie della reincarnazione e i viaggi cosmici del nostro "doppio", il "corpo astrale".

nella nona decade della sua vita, alle soglie del nuovo millennio, czeslaw milosz decide di raccontare il suo novecento. comincia allora a rovistare nei cassetti della memoria e ne trae figure, luoghi, fenomeni: un fulgido mosaico di vicende proprie e altrui che spaziano da un continente all`altro, da un`epoca all`altra, delineando una personalissima enciclopedia del secolo appena trascorso, un alfabeto di ricordi e riflessioni sulla civilta` occidentale. ma, come sempre, la memorialistica di milosz scaturisce non gia` dall`impulso a eternare se` e il proprio vissuto, bensi` dall`esigenza di testimoniare, anzi di perpetuare il mondo, meraviglioso e terribile. milosz rinuncia cosi` al ruolo di protagonista per assumere quello di regista, chiamando in scena grandi attori e piccole comparse, mosso dal duplice intento di " salvare " tutto cio` che in un modo o nell`altro ha avuto un ruolo nella sua vita, e di riflettere sul proprio tempo. non stupisce quindi che accanto a medaglioni imprescindibili per un grande intellettuale - come quelli su rimbaud, schopenhauer, whitman, dostoevskij o baudelaire - compaiano riflessioni sulla pittura di edward hopper, sull`alchimia o sul buddhismo; che "la fine del capitalismo" o "la stupidita` dell`occidente " si specchino nei lemmi dedicati al mondo russo-sovietico; che i commenti sulla " spietatezza " o sulla " blasfemia ", sul " pregiudizio " o sulle " lettere anonime " stemperino le loro note amare nel fascino di paesaggi nordici o mediterranei.

e noto che il pensiero indiano fece irruzione sulla scena filosofica europea grazie all`entusiasmo suscitato in schopenhauer dalla lettura della prima traduzione occidentale delle upanisad ad opera di anquetil-duperron, uscita nei primissimi anni dell`ottocento. meno noto e` che per la sua versione latina anquetil-duperron si era basato su una traduzione persiana, realizzata nel 1657 e patrocinata dal principe moghul muhammad dara` siko`h (1615-1659). la dinastia musulmana dei moghul, che regno` sull`india a partire dal 1526, aveva gia` mostrato grande apertura e interesse per il sapere indiano, in particolar modo durante il regno dell`imperatore akbar, ma il suo pronipote, dara sikoh, si spinse ben piu` in la`. affiliato alla confraternita sufi della qadiriyya e seguace delle dottrine del grande mistico musulmano ibn `arabi, attraverso l`assidua frequentazione di yogin e sapienti indu` giunse alla conclusione che rispetto al sufismo non vi era "differenza alcuna, fuorche` divergenze lessicali, nel loro modo di percepire e comprendere il vero". a sostegno di tale tesi nel 1655 scrisse "la congiunzione dei due oceani", in cui si sforzo` di mostrare la puntuale corrispondenza fra i princi`pi della tradizione spirituale indu` e quella musulmana. posizione tanto audace quanto pericolosa: pochi anni dopo, quando il fratello aurangzeb si impadroni` del trono e pose fine alla lunga tradizione di tolleranza religiosa dei sovrani moghul, l`illuminato sincretismo di questo libro gli costo` la testa.

il cinema ha un suo modo di affrontare i tempi piu` difficili, che da sempre consiste nel proporre agli spettatori i piu` facili fra i soggetti possibili. cosi` nella londra degli ultimi anni trenta, mentre tutti si preparano all`inevitabile, un volitivo produttore, chatsworth, ritiene sia il momento giusto per mettere in cantiere un`operetta vagamente mitteleuropea, di quelle che vanno parecchio anche a hollywood nello stesso periodo. chatsworth e` altresi` sicuro che "la violetta del prater" sbanchera` il botteghino, ma a due condizioni: che a dirigerlo sia il piu` talentuoso e paranoide fra i registi immigrati disponibili, friedrich bergmann, e che a scriverlo sia il giovane sceneggiatore piu` brillante su piazza - christopher isherwood. quanto segue e` semplicemente la storia veridica (come il suo doppio narrativo, isherwood prima della guerra aveva effettivamente lavorato alla gaumont) e non resistibile (a volte, si sa, i making of sono cinema allo stato puro) di come un film nasce e si trasforma, e soprattutto di come a ogni giorno di lavorazione rischia, nei modi spesso piu` folli e sgangherati, la catastrofe. per john boorman, questo piccolo gioiello semidocumentario era il piu` bel libro in circolazione sul rapporto fra il cinema immaginario e quello reale; per qualsiasi lettore, sara` quantomeno un`appassionante parafrasi della lapidaria definizione che bergmann, in un momento di franchezza, largisce a christopher: "sa che cos`e` un film? semplice e` una macchina infernale."

supremamente ottuso e` per bernhard il mondo dei premi letterari, di cui traccia un ritratto insieme crudele e divertentissimo, senza risparmiare frecciate a nessuno, neanche a se stesso: "tutto era repellente, ma piu` repellente di tutto trovavo me stesso" dice a proposito del premio franz theodor csokor. al grottesco balletto prendono parte stolidi largitori e beneficati vanesi; ministre che russano durante i panegirici per poi risvegliarsi di botto sbraitando imperiose: "ma dove si e` cacciato il nostro scrittorello?"; conferitori di attestati e di prebende che, scambiando il sesso dei poeti laureandi, parlano con disinvoltura della "signora bernhard"; politici opportunisti e di abissale ignoranza preoccupati solo di fare passerella; giurie letterarie insipienti ma ben liete di trasferirsi, spesate di tutto, nei migliori alberghi e ristoranti; finanziatori che con un esborso spudoratamente basso si assicurano pubblicita` a buon mercato e una fama di generosi mecenati; e grossolani esponenti dell`industria che presentandolo parlano diffusamente dello "straniero nato in olanda", il quale pero` "gia` da qualche tempo vive tra noi", e al quale attribuiscono senza fare una piega un fantomatico romanzo ambientato in un`isola del sud. "se qualcuno offre del denaro vuol dire che ne ha ed e` giusto alleggerirlo" pensa tuttavia bernhard, e non nega affatto di averlo speso volentieri, soprattutto se gli ha dato l`occasione per comprarsi finalmente una triumph herald.

di tutti i libri di anna politkovskaja, questo, uscito dopo il suo assassinio, e` il piu` tragico e potente: ci dice infatti il perche` di un destino, consenten di leggere in successione le cronache che nel tempo hanno decretato la fine di una vita. gli articoli sono stati raccolti grazie al lavoro appassionato dei giornalisti di "novaja gazeta", dei figli e della sorella di anna politkovskaj ne e` uscito un documento dove testi pubblicati e altri ancora inediti o incomp promemoria personali e testimonianze confluiscono in una sorta di ininterrotto reportage sulla russia contemporanea, dall`ottobre 1999 a fine settembre 2006, pochi giorni prima della morte avvenuta il 7 ottobre nell`androne di casa per mano di un killer. il 19 febbraio 2009 un tribunale moscovita ha assolto i tre imputati del delitto, ma il 25 giugno la corte suprema ha annullato "per significative violazioni procedurali" la sentenza di assoluzione. il processo dunque si rifara`. per anna politkovskaja l`unico giornalismo possibile era un giornalismo "sanitario" - cosi` lei lo definiva -, teso a proclamare una verita` che si imprime nella memoria anche grazie al vigore dello stile, al senso dello humour, all`alta percettivita` nello scandagliare l`anima di vincitori e vinti. il campo di indagine e` vastissimo, ma qui gli scenari gia` delineati nei libri precedenti vengono ripercorsi con nuovi dettagli e approfondimenti rivelatori.

un certo lord petre ebbe l`ardire di tagliare surrettiziamente un ricciolo di lady arabella fermor - e il gelo calo` fra le due famiglie: finche` un giovane e gia` celebre poeta ricevette il delicato incarico di scrivere una poesia che contribuisse a rasserenare gli animi. futile occasione, si direbbe: se non che l`artista interpellato era il beffardo e geniale alexander pope, "piccolo usignolo" della chiesa cattolica nell`inghilterra settecentesca. cosi` "solleticato", pope compose un poemetto che per inventiva, passionalita` ed estro poetico tocca punte di epicita` omerica: non per niente lavorava a quel tempo a un`epocale traduzione dell`iliade. la sua, pero`, e` una guerra in miniatura, incentrata sull`eterna, risibile "guerra dei sessi". il testo riscosse un immediato successo di pubblico e suscito` inviperite reazioni nella buona societa`. ma pope, per ribattere, invento` la, per cosi` dire, pars deconstruens: scrisse un commento che e` una chiave di lettura ultratendenziosa della sua stessa opera e insieme la satira di ogni pretesa interpretativa.

abdallah mohamed ben olman, ambasciatore del marocco, si trova a palermo nel dicembre 1782 per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane. e questo il caso che fa nascere, nella mente dell`abate velia, maltese e incaricato di mostrare all`ambasciatore le bellezze di palermo, un disegno audacissimo: far passare il manoscritto arabo di una qualsiasi vita del profeta, conservato nell`isola, per uno sconvolgente testo politico, il consiglio d`egitto, che permetterebbe l`abolizione di tutti i privilegi feudali e potrebbe percio` valere da scintilla per un complotto rivoluzionario. apparso nel 1963, il consiglio d`egitto e` in certo modo l`archetipo, e il piu` celebrato, dei romanzi-apologhi di sciascia, dove lo sfondo storico della vicenda si anima fino a diventare una scena allegorica, che in questo caso accenna alla storia tutta della sicilia.

oscuro eppure festante, dominato da un giocoso concetto della morte e da una beffarda visione dei riti mondani, "l`originale di laura" ruota intorno a un romanzo nel romanzo, ovvero laura, di cui e` ispiratrice la ventiquattrenne flora, capriccioso e sensuale alter ego di lolita. accanto a lei, fra i molti personaggi delineati con rapidi tratti folgoranti, spicca il marito philip wild, neurologo e docente di fama sedotto da nuovi esperimenti sulle cellule nervose capaci di indurre una graduale ancorche` reversibile estinzione del corpo. nabokov gioca qui, per l`ultima volta, ad affacciarsi sull`abisso dell`ineluttabile fine, ma come sempre trasforma la morte in un atto revocabile che, giunto l`istante fatale, evapora nelle magie dell`illusionismo. gioca con la strenua aspirazione a dominare la vita e l`immortalita` per poi rivelarci che "morire e` divertente". gioca con un labirinto di specchi dove i confini tra realta` e finzione sono aboliti e ciascuno si ritrova a vagare da solo.

new valois (trasfigurazione di new orleans), anni trenta. un cronista allampanato in cerca di notizie familiarizza con i protagonisti di un infelice me`nage a trois: un pilota che sbarca il lunario con rischiose esibizioni acrobatiche; sua moglie, una donna-maschio che appena sfila la tuta da meccanico diffonde una incontenibile sensualita`; e l`amante, un paracadutista che condivide col pilota l`ambigua paternita` del figlio della coppia. lo scoop non tardera` ad arrivare, giacche` accettando di gareggiare su un vecchio trabiccolo "monoguscio" il pilota trovera` la morte nelle acque di un lago. "pilone" e` un romanzo composto di molti romanzi. e un fitto reportage sul mondo degli aerei, che unisce i piu` realistici dettagli materiali a una stilizzazione quasi metafisica del volo. e un omaggio al t.s. eliot degli "uomini vuoti", perche` ogni personaggio sembra un "cittadino del mondo delle ombre", spinto all`autodistruzione dalla propria addiction divorante - si tratti dell`alcol, dell`amore per il rischio, della compulsione sessuale. ed e` - ancora una volta - un`incessante interrogazione sul posto dell`uomo nella natura, una natura smagliante e inesplicabile, che si estende senza soluzione di continuita` tra il "lieve sibilante lamento delle conchiglie frantumate" e un ciclo di "fitte, fievoli stelle".

fra il 1998 e il 2003, con l`intensificarsi delle sue collaborazioni a giornali e riviste, roberto bola?o accumula una quantita` rilevante di discorsi, interventi, recensioni. sembra un effetto collaterale dell`idea compulsiva di scrittura a cui da sempre pagava il suo tributo. in realta`, come i lettori avranno modo di scoprire, bola?o stava dando vita a qualcosa di diverso e imprevedibile: un autoritratto per frammenti d`occasione. tale infatti si rivela subito "tra parentesi": i testi che vi sono radunati alcuni ancora inediti - sono tutti dedicati a temi o a personaggi niente affatto incidentali nella carriera di bola?o: il cile, l`esilio, la poesia latino-americana, la vita e le opere - reinventate in poche frasi - di philip k. dick e burroughs, nicanor parra` e gombrowicz, borges e rodolfo j. wilcock. una divagazione alla volta, un`incursione dopo l`altra in territori noti a lui solo, questo libro diventa proprio il genere di opera che bola?o pretendeva di odiare sopra ogni altra: un`autobiografia - qualcosa che, come lui stesso dice delle memorie di ellroy, "finisce con un uomo solo che rimane in piedi... vale a dire, non finisce mai". difficile immaginare un epitaffio piu` conseguente e piu` lusinghiero.

quando, alla fine del secondo pannello della trilogia, il giovane tito, signore di gormenghast, trova la forza di strapparsi al suo reame, la cui bellezza si e` ormai corrotta in cupa fatiscenza, le parole della madre - "non esiste un altrove. tutto conduce a gormenghast" - sembrano richiudersi sulla sua fuga come una pietra tombale. scoprira` che un altrove esiste, ma che e` divorato non meno di gormenghast dal male: la citta` a cui approda e` solcata dalle disumane meraviglie del controllo poliziesco - figure con l`elmetto che paiono scivolare sul terreno, sciami di velivoli senza pilota simili a equazioni di metallo, globi dalle viscere colorate quasi umane -, sottomessa a una scienza dispensatrice di morte. e nei cunicoli del sottofiume vive una immane popolazione di reietti, fuggiaschi, falliti, mendicanti e cospiratori che non vedranno mai piu` la luce del sole. scoprira` che al di la` della sua nessun`altra realta` e` per lui decifrabile, cosi` come la sua e` per gli altri inconcepibile: lontano da gormenghast non c`e` che l`ossessione del ricordo, e la follia. dovra`, sorretto dall`aiuto di pochi - il gigantesco musotorto, l`amorosa giuna, i transfughi del sottofiume cancrello, frombolo e sbrago -, combattere, sfuggire a insidie, sottrarsi a ogni vincolo d`amore, amicizia e riconoscenza per conquistare l`unica verita` che conti: "era come una scheggia di pietra, ma dov`era la montagna dalla quale si era staccata?".

"la scrissi nell`occasione che ebbi a studiare le carte dei poerio-imbriani: uno dei non so quanti archivi privati di uomini del risorgimento e di letterati, che io ho preso cura di ricercare, ordinare ed esaminare" annota croce a proposito di questa monografia dedicata ai poerio. ma la pacata semplicita` di uno studioso della grandezza di croce rischia oggi di risultare fuorviante: perche` questo scritto, frutto di un accurato scavo d`archivio non meno che di una vastissima documentazione, e` in realta` il racconto - limpido e trascinante nel suo intreccio di filosofia, politica e letteratura - di settant`anni fra i piu` tumultuosi e risolutivi della storia d`italia, dall`ultimo scorcio del settecento al 1866. rivivremo cosi` la giovinezza wertheriana di giuseppe poerio che, giunto a napoli nel 1795 dopo studi impregnati della piu` moderna cultura europea, contribuisce in maniera decisiva al trionfo francese e repubblicano, si batte valorosamente contro i sanfedisti e viene condannato al carcere a vita nella fossa della favignana (lo salva l`indulto, nel 1801); poi la sua evoluzione politica, tipica di un`intera generazione, giacche` nel prendere via via le distanze dalle astrattezze giacobine poerio rivaluta la reazione popolare antifrancese e abdica all`odio antimonarchico, alimentando il partito liberale moderato; infine il suo esilio con i sodali in toscana e in altri paesi europei.

"so che conoscete la duchessa di duras" disse un giorno goethe a von humboldt. "siete un uomo fortunato! eppure, ella mi ha fatto tanto male: alla mia eta`, non bisognerebbe lasciarsi commuovere a tal punto... esprimetele tutta la mia ammirazione". pur essendo senz`altro uno dei piu` prestigiosi, goethe non era pero` sicuramente l`unico ammiratore di m.me de duras: tra i suoi estimatori vi furono chateaubriand, hugo, sainte-beuve (che vedeva in lei una "sorella" di m.me de stael). pubblicato nel 1824, "ourika" divenne infatti in brevissimo tempo quello che oggi si definirebbe un libro di culto, tant`e` che nei magasins de mode andavano a ruba nastri, camicette, cappelli e gioielli "a` l`ourika". ancora oggi, a quasi due secoli di distanza, questo breve, intensissimo romanzo conserva tutto il suo fascino sottile - e la vicenda della piccola schiava nera, portata in dono dal governatore del senegal al maresciallo di beauvau e destinata a soccombere a un destino che non potra` essere che tragico per aver "infranto l`ordine della natura", per aver concepito "una passione delittuosa", "un amore colpevole" (e forse soprattutto per aver desiderato una impossibile "fusione dei cuori"), ancora ci commuove. "da un lato" scrive john fowles "ourika affonda le radici nel seicento francese, in racine, la rochefoucauld e mme de la fayette, mentre dall`altro si protende fino al tempo di sartre e camus. e la cartella clinica di un outsider, dell`eterno e`tranger nella societa` umana".

ai suoi dodici figli licurgo caminera ha dato soltanto nomi presi dalla mitologia greca. i maschi li ha chiamati ulisse, o achille, o ercole; le femmine penelope, o antigone, o elena. adesso, nel momento in cui capisce che sta per morire, i sei sopravvissuti ai "venti maligni" delle malattie infantili, o ai mali dell`anima, li vuole tutti intorno a se`. perche` il vecchio contadino anarchico con la passione per la letteratura classica desidera morire come morivano i patriarchi del mondo antico: affidando ai suoi eredi non tanto i beni materiali accumulati in vita - oro, greggi, poderi -, ma le parole di una saggezza ancestrale, destinate a rappresentare, per chi resta, il retaggio piu` prezioso. ai figli licurgo consegna dunque sei buste, in ognuna delle quali c`e` una parte del racconto che per anni lui ha scritto, di nascosto, per se` e per loro: dopo la sua morte dovranno leggerlo gli uni agli altri ad alta voce, perche` questo, e solo questo, e` il modo in cui il vecchio vuole essere commemorato. via via che le buste verranno aperte, anche noi lettori scopriremo cosi`, con lo sguardo stupefatto dei bambini che ascoltano una fiaba, la storia del bastone dei miracoli (che da` a chi lo detiene la buona morte, ma soprattutto la perigliosa facolta` di conquistare potere e ricchezze) e di paulu anzones, noto muscadellu, del suo desiderio di possedere il funesto bastone e dei molti segreti che nasconde...

un pomeriggio, in una elegante pasticceria di budapest, una donna racconta a un`altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c`era stata, e forse c`era ancora, una passione segreta e bruciante, e come da quel momento abbia cercato, invano, di riconquistarlo. una notte, in un caffe` della stessa citta`, bevendo vino e fumando una sigaretta dopo l`altra, l`uomo che e` stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e insieme "un veleno mortale", e come, dopo aver lasciato per lei la prima moglie, l`abbia sposata - e poi inesorabilmente perduta. all`alba, in un alberghetto di roma, sfogliando un album di fotografie, questa stessa donna racconta al suo amante (un batterista ungherese) come lei, la serva venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta. molti anni dopo, nel bar di new york dove lavora, sara` proprio il batterista a raccontare a un esule del suo stesso paese l`epilogo di tutta la storia. al pari delle "braci" e di "divorzio a buda", questo romanzo appartiene al periodo piu` felice e incandescente dell`opera di marai, quegli anni quaranta in cui lo scrittore sembra aver voluto fissare in perfetti cristalli alcuni intrecci di passioni e menzogne, di tradimenti e crudelta`, di rivolte e dedizioni che hanno la capacita` di parlare a ogni lettore.

"chi meglio della signora ne`mirovsky, e con un`arma piu` affilata, ha saputo scrutare l`anima passionale della gioventu` del 1920, quel suo frenetico impulso a vivere, quel desiderio ardente e sensuale di bruciarsi nel piacere?" scrisse, all`uscita di questo libro, il critico pierre loewel. le giovani coppie che vediamo amoreggiare in una notte primaverile (la grande guerra e` finita da pochi mesi, e loro sono i fortunati, quelli che alla carneficina delle trincee sono riusciti a sopravvivere) hanno, apparentemente, un solo desiderio: godere, in una immediatezza senza domani, ignorando "il lato sordido" della vita, soffocando "la paura dell`ombra". eppure, quasi sulla soglia del romanzo, uno dei protagonisti si pone una domanda - "come avviene, nel matrimonio, il passaggio dall`amore all`amicizia? quando si smette di tormentarsi a vicenda e si comincia finalmente a volersi bene?" - che ne costituira` il filo conduttore. con mano ferma, e con uno sguardo ironicamente compassionevole, ire`ne ne`mirovsky accompagna i suoi giovani personaggi, attraverso le intermittenze e le devastazioni della passione, fino alla quieta, un po` ottusa sicurezza dell`amore coniugale.

raccogliendo nel 1974 interventi apparsi nell`arco di circa un decennio, elvio fachinelli additava proprio negli scarti e nelle devianze di un "procedere asistematico" le ragioni della loro intima coerenza. snodi decisivi della psicanalisi, e piu` in generale dei mutamenti della societa` contemporanea, vengono anzitutto affrontati attraverso chiose e commenti a testi di maestri quali freud, reich, benjamin o a narrazioni di pazienti: il saggio di freud sulla "negazione", ad esempio, consente a fachinelli di rileggere con magistrale acutezza il "disagio della civilta`" e il rapporto tra "analita`" e "denaro" (da cui il "bambino dalle uova d`oro" del titolo), mentre il referto clinicamente delirante di una paziente psicotica, rose the`, e` sorprendentemente eletto a metafora dell`ambiguita` dell`utopia sessantottesca, fondata su "intelaiature ideologiche" gia` obsolete all`atto di nascita. e anche laddove lo sguardo si appunta su temi disparati e in apparenza eccentrici - dai deficit delle politiche per l`infanzia all`identita` dei "travestiti" e dei loro clienti, dal marxismo in cina alla lettura in prospettiva freudiana e lacaniana dell`otello di shakespeare o della lettera rubata di poe -, sempre riaffiorano e si impongono possibilita` interpretative inattese e interrogativi radicali sulla psicanalisi stessa.

adelina ha un destino segnato: quello di diventare ianara, come sua madre, come sua nonna. al pari di loro, sara` in grado di attraversare ogni porta, anche quella che separa la vita dalla morte. e sara` dannata. vivra` sui monti dell`irpinia - una terra apparentemente remota dal resto dell`italia - come una bestia selvatica; gli uomini e le donne verranno a supplicarla di aiutarli quando avranno bisogno di curarsi, di vendicarsi, o di liberarsi di un figlio non voluto - e la schiveranno come la peste se osera` avvicinarsi alle loro case. per sfuggire al suo destino adelina attraversera` "paesi, boschi e campagne", finche` non giungera` in vista di un grande e magnifico palazzo: vi entrera` come l`ultima delle sguattere e - sorta di funebre, allucinata jane eyre, schiava amorevole e possessiva fino al delitto - servira` e accudira` con assoluta, cieca fedelta` il signore di quel luogo. gli rimarra` accanto anche quando il palazzo sara` ridotto a una splendida rovina, quando piu` nessuno ci mettera` piede per paura della maledizione che aleggia su di esso dopo gli eventi funesti (omicidi, apparizioni misteriose, un suicidio) che vi si sono succeduti - e lei, adelina, sara` rimasta la sola ad aggirarsi silenziosa nelle immense sale vuote. con una lingua asciutta, potente, evocativa, licia giaquinto ci trascina in una trama fitta di storie e di magia, dove animali, uomini, cose si fondono e si trasformano di continuo.

presentando, nel 1973, la silloge di racconti "il mare colore del vino", leonardo sciascia ne rivendicava, oltre che la necessita`, la profonda coesione interna. una coesione, possiamo oggi precisare, ottenuta a prezzo di esclusioni molto piu` drastiche e dolorose di quanto sciascia non lasciasse trapelare. bastera` leggere in questo volume, tra i quindici racconti lasciati allora cadere, la storia di calcedonio fiumara ("il lascito"), che, trasformatosi da zolfataro in ricco e rapace possidente, vive solo come un cane, senz`altro amore se non quello per la sua pura e intoccabile ricchezza: e finira` per lasciarla, anziche` ai detestati nipoti, a un manicomio, dove nessuno potra` trarne godimento o sollievo. o "una commedia siciliana", che dietro una vicenda in apparenza rocambolesca e a lieto fine, lascia trasparire la faccia terribile e cupa di un paese "circonfuso di limoni e mare". a completare il panorama della produzione dispersa di sciascia, il lettore trovera` qui un nucleo di mirabili prose e "cronachette": come "i tedeschi in sicilia", dove e` ricostruito l`eccidio che nell`agosto del 1943 un reparto tedesco in ritirata compi` a castiglione di sicilia: eccidio rimasto impunito, giacche` in italia "quel che accade in sicilia e` cosa d`altro pianeta".

che cos`e` donguan? una citta`, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. ma perche` a donguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? qui la risposta e` piu` semplice: intanto perche` le braccia delle giovani donne sono le piu` ambite, nel mercato del lavoro cinese, e poi perche` una ragazza, in un posto come donguan, puo` realizzare il suo sogno, l`unico apparentemente concesso, in cina, oggi: fare carriera. certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo che avanza al lavoro reinvestito nell`apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non puo` avere inizio. e come alternativa, una bella serata fra colleghe al karaoke aziendale. ma le ragazze di donguan - e in particolare le quattro che leslie t. chang, in questo suo reportage, ha seguito per anni sono disposte ad accettare tutto: un nomadismo incessante; relazioni personali fuggevoli, ma irrinunciabili; e una vita interamente costruita intorno al possesso di un unico bene primario, il cellulare. sembra l`anticipazione di un incubo futuribile, ed e` invece solo una scheggia di un presente parallelo al nostro, e molto piu` vicino di quanto vorremmo sperare.

il testo col quale, nel 1936, francis scott fitzgerald racconto` quello che aveva sempre sostenuto non esistere: il secondo atto nella vita di un americano. scegliendo, impietosamente, la sua.

ma che idea, lasciare la california per un brumoso paesino della campagna gallese! se non fosse che il paesino e` hay-on-wye, "la mecca dei bibliofili", dove c`e` una libreria antiquaria ogni quaranta abitanti, e dove si celebra ogni anno uno dei piu` noti festival della letteratura - e se non fosse che il pellegrino e` paul collins, instancabile e ardimentoso cacciatore di libri perduti e stravaganti. ingaggiato nel 2000 da richard booth, il libraio che nel 1977 si proclamo` re del principato autonomo di hay, collins si e` potuto dedicare per sei mesi alla sua attivita` preferita: frugare tra cataste di "libri effimeri che fin dall`inizio non erano destinati a durare", e tramandarci le loro storie. ed ecco le ponderose raccolte di riviste obsolete, le memorie apocrife o anonime, gli autori che scrivono dall`aldila`, e le prime edizioni "grigie e pesanti come tombini". mentre cerca casa, fantasticando di stabilirsi definitivamente in un grande "pub sconsacrato" del seicento, il sixpence house, collins riesce anche a far domanda per un seggio alla camera dei lord (quella "specie di governo mediante copula. una spermocrazia, se preferite"). oltre che una incantevole tranche de vie, "al paese dei libri" e` una sorprendente meditazione sul valore dei libri nel tempo - e sulla volubile sbadataggine del passato, "l`unico paese dove e` ancora lecito prendersi gioco degli indigeni".

matteo ricci fu l`uomo che con maggiore determinazione ed efficacia tento` di far comunicare due grandi civilta` che per secoli si erano ritenute autosufficienti. gesuita, di quell`epoca in cui i gesuiti erano anche uomini temerari, che partivano verso i luoghi piu` remoti con l`intenzione non soltanto di convertire ma di capire chi vi abitava, pati` in cina traversie di ogni genere ma riusci` a offrire dell`europa e della cristianita` un profilo che si impresse profondamente nell`immaginario cinese, e divenne anzi un tramite obbligatorio verso l`occidente. matteo ricci non cerco` solo di ritrovare confucio in epitteto e far scoprire epitteto in confucio. al fine di entrare con sottile precisione in un sistema psichico totalmente alieno, utilizzo` anche un`arte antica e segreta dell`occidente, la mnemotecnica, elaborando un palazzo della memoria che doveva fissare indelebilmente alcuni punti essenziali della dottrina cristiana. e intorno alle immagini di quel palazzo jonathan spence ha costruito un libro che ci invita a intraprendere un viaggio in compagnia di matteo ricci: dall`infanzia a macerata, "un mondo invaso dalla guerra e dalla violenza", alla logorante e malsicura esistenza nelle missioni asiatiche tra cinquecento e seicento; dalle terrifiche traversate degli oceani agli ardui tentativi di evangelizzazione dell`india; dall`illuminante impatto con la spiritualita` orientale ai lunghi anni in cina.

prima della discesa agli inferi della kolyma, la sterminata distesa di paludi e ghiacci nella siberia nordorientale dove il regime sovietico porto` al massimo livello di efficienza il sistematico annientamento delle sue vittime, salamov aveva gia` avuto modo di sperimentare la durezza della repressione staliniana: arrestato nel 1929 per "propaganda e organizzazione sovversiva", fu infatti condannato a scontare tre anni di lavori forzati in uno dei primi lager sovietici, quello di visera, nel nord degli urali. al ricordo di quell`esperienza - il primo impatto di uno spirito libero e forte con la spietata realta` politica e sociale del paese - salamov, dopo il rientro a mosca, torna in due momenti distinti della sua vita. nel 1961, mentre gia` sta lavorando ai "racconti della kolyma", scrive i due frammenti che aprono il volume, "la prigione di butyrki" (1929) e "visera": testi incompiuti, eppure fondamentali per introdurre il corpo centrale del libro - quello che nel diario egli defini` "l`antiromanzo di visera", composto tra il 1970 e il 1971, ma destinato a vedere la luce solo nel 1989. in queste pagine, che si saldano indissolubilmente ai "racconti della kolyma" e che spesso ne richiamano temi e personaggi, tanto da costituirne l`indispensabile preludio, prende via via forma l`epopea negativa dei lager staliniani.

quando ire`ne ne`mirovsky viene arrestata, nel luglio del 1942, la maggiore delle sue due figlie, denise, ha tredici anni, la minore, elisabeth, soltanto cinque. tre mesi dopo anche il padre sara` deportato. per le due bambine cominciano gli anni atroci della fuga: braccate dalla polizia francese e dalla gestapo, passano da un nascondiglio all`altro, spostandosi di notte, prendendo treni da cui bisogna saltare giu` prima che entrino nelle stazioni per evitare i poliziotti e i loro cani, trovando rifugio in un convento di suore, in cantine umide, in sottoscala. alla liberazione, denise ed elisabeth si recheranno, insieme a molti altri, alla gare de l`est, dove assisteranno sgomente all`arrivo dei treni che riportano a casa quei fantasmi macilenti che sono i sopravvissuti dei campi: ma da quei treni non vedranno scendere ne` l`uno ne` l`altro dei genitori. di loro resta soltanto la valigia che michel epstein ha affidato alla figlia maggiore raccomandandogliela come cosa preziosa appartenuta alla madre: la valigia dentro la quale, molti anni dopo, denise trovera` il manoscritto di suite francaise. in questa lunga intervista denise ripercorre, con la limpida chiarezza del suo spirito indomabile, ma anche con l`arguzia e l`ironia che le sono proprie, un`esistenza in cui le assenze hanno pesato piu` delle presenze, e la memoria (e la difesa della memoria stessa) ha svolto un ruolo determinante.

ottobre 1910: tolstoj, ottantaduenne, abbandona segretamente la tenuta di jasnaja poljana e, in compagnia della figlia aleksandra e del dottor makovickij, parte in incognito su un vagone di seconda classe; ma un malore colpisce il grande vecchio, e i tre fuggiaschi sono costretti a fermarsi ad astapovo. nel giro di poche ore la stazioncina sperduta "alla periferia dell`impero" diventa "il centro del mondo": l`afflusso di corrispondenti delle maggiori testate russe, di fotografi e cineoperatori e` infatti massiccio e tempestivo. e proprio alla stampa spettera` il ruolo principale nella vicenda. nei decenni successivi alla morte di tolstoj molti dei suoi discepoli e quasi tutti i suoi figli sentirono il bisogno di pubblicare testi memorialistici e spesso risentitamente polemici, con l`intento di ristabilire la "verita`" sulla fine dello scrittore e sulle ragioni della sua fuga. il libro di vladimir pozner taglia di netto il nodo delle contrastanti versioni tornando ai nudi fatti, ricostruiti con precisione maniacale sulla base di un corpus sterminato di documenti inediti (dispacci telegrafici, corrispondenze, bollettini medici), che vengono ampiamente integrati a stralci dalle lettere e dai diari di tolstoj e della moglie sofja, nonche` da altri testi (memorie, saggi, opere letterarie), con una tecnica combinatoria squisitamente cinematografica.

una grande casa tra le dune di martha`s vineyard - il rifugio ideale per le vacanze estive della upper class del new england. ma in questa casa non si tengono party sontuosi, ne` si scambiano ovattate confidenze: si organizzano semmai meeting di finanziamento delle piu` disparate iniziative insurrezionali e si combattono schermaglie degne di un pub all`ora di chiusura. gia`, perche` ad abitarla e` il clan dei "fantastici flanagan", stirpe irlandese emancipata da qualsiasi preoccupazione economica grazie alle sovvenzioni di un distante e temuto patriarca, magnate dei media. circondati da cani di ogni taglia, charlie flanagan, donnaiolo seducente e sconsiderato, e la moglie, bella ereditiera di simpatie sovversive, conducono un me`nage insieme crudele ed esilarante. di crescere collie e bingo, i due figli della coppia, si preoccupa lo zio toni, il fratello di charlie - perlomeno quando non e` impegnato nell`addestramento dei colombi o in qualche concitata rissa verbale. ma se bingo, adorabile scavezzacollo, e` il degno prodotto di un simile dressage, collie, il narratore, e` diverso: e` serio, sensibile e coscienzioso, e decisamente piu` attratto da cio` che il nonno rappresenta. certo, la fascinazione di collie per le ville in stile georgiano, i roseti ben tenuti, i mastini a guardia della proprieta` lo espone all`occasionale biasimo dei piu` stretti congiunti, ma lo rende anche l`unico plausibile erede dell`impero familiare. sennonche`, un giorno d`estate, tutto va a pezzi...

negli anni della grande crisi, john maynard keynes si spinge a immaginare, per il denaro e il capitalismo, un futuro molto diverso da quello che tutti prevedono. in quel futuro - che e` oggi - e nel pieno di un`altra crisi, guido rossi dimostra che le congetture di keynes erano meno ardite di quanto siano sempre parse.

nell`ottocento i viaggiatori di lungo corso non dimenticavano di portare con se` una biblioteca portatile, che trovava posto in una cassa opportunamente attrezzata. si puo` dire che questo volume di marc fumaroli e` l`equivalente moderno di quei cofanetti preziosi, in vista dei quali gli editori pubblicavano, in formato adeguato, apposite collezioni di titoli antichi e moderni. ciascuno dei suoi capitoli, infatti, puo` essere letto come un`opera autonoma, che ci offre il vivido ritratto di un grande autore classico, di un poeta misconosciuto, di un personaggio che ha lasciato una traccia piu` o meno vistosa nella storia, indagati tutti con la consueta, magistrale capacita` di penetrazione. e tutti legati gli uni agli altri dal rapporto - ravvicinato o a distanza - con chateaubriand e la sua vicenda umana, dipanatasi attraverso quel "secolo delle rivoluzioni" di cui egli fu testimone e attore, nonche` interprete e narratore nel suo capolavoro, le "memorie d`oltretomba". "questo libro non e` una biografia di chateaubriand" avverte fumaroli in apertura. "invita a una traversata della grande tempesta poetica delle memorie d`oltretomba e del campomagnetico all`interno del quale si e` formata". e aderire all`invito significhera`, per il lettore, "percorrere il primo planisfero dei conflitti tra modernita` e anti-modernita`, lumi e contro-lumi, e riconoscervi l`incunabolo del mondo che oggi, un po` dappertutto, si squarcia e ci frana sotto i piedi".